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mercoledì 22 dicembre 2010

AVVISO

IMPEGNO-LAICO RIPRENDERA' LUNEDI' 3 GENNAIO 2011

Le origini pagane del Natale.

L'imperatore Costantino, nel Concilio di Nicea del 325, fece inserire nel cristianesimo molti riti pagani, cari alla tradizione popolare, conservando di essi la datazione e modificandone invece l'etichetta esteriore.

Così, ad esempio, Cristo fu fatto nascere il 25 dicembre, giorno in cui si festeggiava la nascita del dio Sole Mitra, ma anche di Osiride, Adone e Dioniso. Era per i pagani il "Dies Natalis Solis Invicti", una festività molto diffusa e popolare che celebrava l'allungamento delle giornate dopo il solstizio d'inverno e che simboleggiava la rinascita della vita.

Questo imperatore impose inoltre che i cristiani spostassero il riposo settimanale del sabato (sempre mantenuto dalla Chiesa di Gerusalemme) nel giorno che i pagani dedicavano al dio Sole, denominato domenica.

Purtroppo la maggioranza dei cristiani, mantenuti dalla Chiesa non solo passivi intellettualmente ma anche molto ignoranti in campo storico-religioso, ritengono che il 25 dicembre sia la vera data di nascita del loro dio Gesù.

Nella realtà questa figura mitologica, se realmente esistita, dovrebbe essere nata, vangeli e libri di storia alla mano, durante il censimento romano del 7 d.C. ordinato dal governatore della Siria Publio Sulpicio Quirinio, nel periodo della pasqua ebraica (tra il 15 e il 22 di nissan, secondo il calendario ebraico; nel periodo tra marzo e aprile secondo il calendario gregoriano).

L'evangelista Luca ci racconta nel suo Vangelo che Gesù dovette nascere a Betlemme per il al fatto che il censimento di Quirinio obbligava tutti gli ebrei a farsi registrare nel luogo di nascita. Una cosa totalmente inverosimile.

Il censimento, per i romani, aveva uno scopo fiscale, serviva cioè a stabilire il censo di ciascuna famiglia per farle pagare i tributi adeguati. Come prescriveva la legge romana, l’istituzione di una nuova provincia (come quella di Giuda istituita nel 6 d.C. in seguito alla deposizione di Archelao, figlio di Erode), comportava il censimento della popolazione ai fini fiscali.

Questo censimento doveva essere fatto nel luogo di residenza dove il censito possedeva il patrimonio o svolgeva la sua attività e dove, soprattutto, i gabellieri (i pubblicani) potevano controllare la veridicità delle dichiarazioni.

Che senso aveva censirsi a decine di chilometri di distanza dall'abituale residenza dove non si possedeva nulla e nessuno ti conosceva? Quindi il censimento per Luca è un pretesto irrazionale per far nascere Gesù a Betlemme, in ottemperanza alle profezie messianiche. In realtà oggi gli storici sono concordi nel considerare la città di Gamala, nel Golan, come il vero luogo di nascita di Gesù.

Perché allora gli evangelisti, o quelli che hanno manipolato i Vangeli, hanno inventato la città di Betlemme? In ottemperanza alla profezie messianiche, in primo luogo.

Ma anche, e soprattutto, per eliminare col meccanismo di censura ogni riferimento di tipo messianico-escatologico a Gesù, coinvolto nella lotta rivoluzionaria antiromana, Gamala era molto legata al messianismo javista. Infatti in quella città aveva avuto origine il movimento zelota per opera di due falsi Messia: Ezechia e suo figlio Giuda il Galileo. Il primo giustiziato da Erode e il secondo, nel 7 d.C., dai romani, al comando di Quintilio Varo, assieme ai suoi duemila seguaci.

Benché la setta fosse originaria di Gamala nel Golan, i suoi seguaci venivano definiti "Galilei", in quanto il loro teatro di operazioni era stato soprattutto la Galilea. Giuseppe Flavio nelle sue opere chiama i seguaci di Giuda, anche “sicarii”, perché uccidevano furtivamente con un pugnale nascosto (sica), e "zeloti“ (briganti) in quanto perturbatori dell’ordine.

In pratica, quello zelota era un movimento clandestino di resistenza anti-romana e anti-collaborazionista. Quindi Gamala, patria di Giuda il Galileo, era la città più malfamata della Palestina, sinonimo di ribellione e brigantaggio, al punto che ai tempi di Gesù, “Galileo” significava ribelle, sovversivo (oggi diremmo: terrorista).

Che Gamala fosse il quartier generale dei messianisti più irriducibili lo deduciamo anche dalla storia. Durante la prima guerra giudaica oppose a Vespasiano una resistenza disperata al punto da essere paragonata a Masada, distrutta nel 73. Fu infatti espugnata dal futuro imperatore dopo un lungo e duro assedio e i suoi difensori, piuttosto di arrendersi, si suicidarono in massa, proprio come quelli di Masada.

Concludendo, il 25 dicembre non è affatto il giorno della nascita di Gesù e Betlemme non è il suo luogo di nascita come concordano anche molti studiosi cristiani.

Il Vaticano ostacola i diritti civili in Italia (“L'invenzione del cristianesimo”) 253

Molti diritti civili in Italia sono ancora negati per divieto vaticano accettato passivamente dalla nostra classe politica.

Le unioni di fatto, sempre più numerose, non sono riconosciute; la contraccezione e l'aborto vengono ostacolati con mille pretesti; la fecondazione assistita, un tempo fiore all'occhiello della sanità italiana, è ora resa quasi impraticabile e obbliga le coppie che la desiderano a recarsi all'estero; il testamento biologico è negato; l'eutanasia passiva, prevista dalla Costituzione, impedita in ogni caso; la sperimentazione con le cellule embrionali assolutamente vietata; la morte cerebrale, che di fatto cancella la mente e l'anima della persona colpita, riducendola ad un ammasso di cellule vegetative, considerata vita da mantenere con feroce accanimento nel degrado più spaventoso.

Perché? Perché la Chiesa, Stato nello Stato, obbliga i nostri politici ad imporre per legge la sua morale cattolica, col ricatto di negar loro il voto se non l'assecondano. Così gli italiani sono coercitivamente obbligati a vivere da cattolici a tutti i costi, anche se non sono credenti.

E questo perché la Chiesa sa che se non obbliga i suoi fedeli con la coercizione legale a seguire i suoi precetti, essi li violerebbero tranquillamente. Infatti, la pillola anticoncezionale è proibita dalla Chiesa e paragonata ad un assassinio, ma quasi tutte le donne la prendono, infischiandosene del divieto.

Quella abortiva e del giorno dopo invece, sono difficilmente reperibili, perché ostacolate in tutti i modi dalla sanità pubblica su pressione cattolica, sennò sarebbero anch'esse di uso comune. A questo punto si potrebbe chiedere alla Chiesa: e il libero arbitrio? È coercitivo anche quello?

Il laico, inoltre, favorirebbe uno stile di vita improntato ad un sano edonismo, mentre le religioni, inventando l'aldilà chimerico, ci fanno disprezzare l'aldiquà reale e ci presentano il mondo come una valle di lacrime e la vita come una perenne mortificazione. È la loro suprema impostura.

Il laico rifiuta sia la demonizzazione del mondo e delle gioe terrene, sia le chimere che la religione offre a piene mani per illuderlo di essere immortale e di poter sopravvivere all’ecatombe planetaria. Egli è consapevole che solo di questo mondo abbiamo certezza, e che quindi la vita è una sola e dobbiamo viverla nel migliore dei modi possibili e aiutare i mostri simili al raggiungimento del medesimo scopo.

Applicando questi principi laici, che possiamo considerare propri di una grammatica morale universale, l'umanità senza bisogno di rivelazioni, di templi, di libri sacri, di rutilanti liturgie e di papi infallibili, vivrebbe finalmente nella razionalità, nell'armonia e nella fratellanza universale.

martedì 21 dicembre 2010

La “damnatio memoriae” per il fondatore dei Legionari di Cristo Marcial Maciel Degollado.

Marcial Maciel, il leggendario fondatore dei Legionari di Cristo, scomparso nel 2008 a 87 anni, accusato in vita con prove schiaccianti di essere stato pedofilo, tossicomane, padre di diversi figli naturali avuti da più donne, ma tuttavia sempre protervamente scagionato da papa Wojtyla che lo considerava “uno dei più efficienti raccoglitori di donazioni della Chiesa cattolica”, è morto per la seconda volta. Definitivamente.

Con un decreto ufficiale il cardinale Velasio De Paolis, in pratica il “commissario” del Papa, ha ordinato che Marcial Maciel, deve scomparire del tutto dalla vita della Legione da lui fondata e che tutto quanto si riferisce a lui deve essere dimenticato, meglio cancellato.

Le date riferite alla sua persona (nascita, battesimo, onomastico e ordinazione sacerdotale) non si possono festeggiare e anche le sue fotografie da solo o con il papa devono sparire da ogni stanza della Congregazione. Gli scritti personali di Maciel e le sue conferenze non possono essere messe in vendita nelle case editrici o nei centri e opere dei legionari.

Con questo durissimo decreto il Vaticano conferma la chiara volontà di sganciare la Legione dal suo fondatore, e quindi, di salvarla. L’albero, ovvero Marcial Maciel, deve essere definitivamente abbattuto, mentre i suoi frutti, i legionari, hanno diritto all’esistenza purché seguano con fedeltà e obbedienza le indicazioni delle autorità della Santa Sede.

Può da una mela marcia nascere qualcosa di buono? Per Ratzinger pare di sì. Eppure non c' è quasi nessun comandamento che sia stato rispettato da questo abominevole prete. Infatti si è reso colpevole di innumerevoli abusi sessuali sui suoi seminaristi minorenni, di convivenza con più mogli, sedotte ancora minorenni, che gli hanno dato molti figli, uno dei quali abusato dal padre, della probabile eliminazione fisica di quanti, come uno zio vescovo, avevano smascherato la sua incredibile vita segreta.

Il Vaticano era a conoscenza della vita scandalosa e criminosa di questo prete? Eccome! Per decenni sono state centinaia le testimonianze d'accusa, precise e dettagliate, inviate in Vaticano ma sempre ignorate e insabbiate. Secondo la stampa tedesca e austriaca

la potente prelatura dell’Opus Dei, padrona della Santa Sede, in sintonia con Giovanni Paolo II e l’allora presidente Cei Camillo Ruini, bloccarono ogni iniziativa nei suoi confronti perché Marcial Mercier era ritenuto un capobastone di ben 60mila fedeli e  in grado di portare cospicui fondi alla Chiesa. Soltanto nel 2006, dopo la morte di papa Wojtyla, fu possibile procedere contro di lui.

Il 19 maggio 2006 il cardinale William Joseph Levada, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, lo ha sospeso a divinis e gli ha imposto di condurre una vita riservata di preghiera e di penitenza, e la rinuncia a ogni ministero pubblico.

Questa è stata l'unica punizione inflittagli per gli immensi crimini commessi, anche di carattere religioso, come l'aver concesso l'assoluzione in confessione a quanti erano stati costretti ad avere rapporti sessuali con lui.

Il processo canonico gli fu risparmiato per «l’età avanzata e la salute cagio­nevole ».Lascia comunque una eredità miliardaria valutata a 20 miliardi e mezzo di dollari. La Chiesa non se la lascia certo sfuggire

Marcial Maciel Degollado col papa Giovanni Paolo II

Solo il laicismo difende le vere libertà civili e democratiche (“L'invenzione del cristianesimo”) 252

Ma dove viene ancor più evidenziata la superiorità del laico sul credente è nella sua irrinunciabile difesa di tutte le libertà individuali che le religioni vogliono sottrarci, compresa la libertà sessuale.

Le religioni, come abbiamo evidenziato in precedenza, in base agli assurdi principi divini da esse millantati, sono indotte a negare, spesso con leggi liberticide imposte a governi succubi, le libertà fondamentali e i più elementari diritti civili.

I talebani afgani, ad esempio, puniscono anche con la morte le donne che rifiutano il burqa, scoprono qualche centimetro della loro pelle, si acconciano i capelli all'occidentale, e impongono loro l'analfabetismo, considerando la cultura una forma di depravazione.

In Occidente, nonostante la democrazia conclamata, alcuni fondamentali diritti civili sono ancora negati, su pressione religiosa. Tutto ciò non accadrebbe se a governare il Paese fossero dei laici: tutte le libertà sarebbero rigorosamente rispettate, tutte le idee e tutti gli stili di vita, se non ledono i diritti altrui, sarebbero legittimi.

I laici, infatti, a differenza dei catto-ayatollah, essendo scrupolosamente rispettosi delle libertà individuali, non impongono niente ai credenti. Nessuno di questi è obbligato a divorziare, abortire, attuare la contraccezione e a fare qualsiasi cosa sia contraria alla sua fede.

Il credente, in uno Stato veramente laico, è assolutamente tutelato sotto l'aspetto religioso. Il laico invece, in uno Stato come l'Italia, pseudo-laico, perché la Costituzione è sistematicamente disattesa dalla casta politica totalmente prona al Vaticano, è del tutto oppresso.

Talebani afgani

lunedì 20 dicembre 2010

Nuova indagine sull'ateismo

Phil Zuckerman, sociologo al Pitzer College ha pubblicato per i tipi di Praeger il saggio “Atheism and Secularity, zeppo di dati quantitativi, che presentano conclusioni interessanti e plausibili sotto il profilo psico-sociale. Intanto, quanti sono gli atei nel mondo?

Ebbene, i non credenti, cioè le persone che non credono in un dio né in entità ultraterrene, si avvicinano ai 750 milioni. E se a questi aggiungiamo le persone che si dichiarano non religiose, anche se non si palesano apertamente atei, il numero potrebbe quasi raddoppiare.

Quindi gli atei si collocano, per numerosità, dopo i cristiani, gli islamici e gli induisti. Un bel progresso rispetto al 1900 quando erano stimati allo 0,2% della popolazione mondiale. A livello geografico, i paesi Nord Europei con Giappone, Corea del Sud e Israele hanno le più alte proporzioni di atei e persone non religiose.

Per esempio in Svezia oltre l'80% della popolazione non crede in un dio personale (gli atei sono il 23%), mentre in Israele quasi il 40% si dichiara ateo o agnostico, e se si contano i non religiosi si arriva al 73 per cento. Sono i Paesi islamici quelli con la più bassa proporzione di atei e non religiosi.

Gli atei, a causa dell'espansione inarrestabile della secolarizzazione, sono in continuo aumento e si calcola che 8,5 milioni di persone diventano atei o non religiosi ogni anno. I Paesi dove gli atei sono proporzionalmente più numerosi sono quelli economicamente più sviluppati e con i più alti livelli di scolarità e qualità della vita. Quindi l'ateismo è figlio del benessere e della cultura.

Viceversa la religiosità è sempre più relegata in quelle aree dove c'è o torna la povertà economica, e dove c'è o torna l'ignoranza. In altre parole dove manca benessere e cultura. Phil Zuckerman sfata il luogo comune diffuso per secoli dalle varie Chiese che gli atei non abbiano valori.

Secondo studi demografici e sociologici approfonditi ne hanno,invece, più dei credenti e molto più forti, perché non credono nel perdono divino che, in un cero qual modo, consente di iterare le colpe ricevendo un eterno perdono.

Sono carenti, invece, in quei "valori negativi" che prevalgono tra le persone molto religiose, come il nazionalismo, i pregiudizi socio-sessuali, l'autoritarismo, l'antisemitismo, la chiusura mentale e il dogmatismo. Come ha scritto anche il noto psicologo israeliano Benjamin Beit-Hallahmi: «La tesi che gli atei siano in qualche modo più portati a essere immorali è stata seppellita da tonnellate di studi».

Zuckermann sostiene anche, giustamente, che le religioni sono incapaci di evolvere per adeguarsi ai bisogni della società e che quelle che hanno più successo, sono le più integraliste. Purtroppo l'integralismo si va diffondendo non solo nel mondo musulmano più arretrato, ma anche in quello cristiano rappresentato da un protestantesimo illiberale e settario, specialmente quello delle regioni americane della cosiddetta Bible Bel.

Per quanto riguarda il rapporto tra ateismo e cultura scientifica, i dati parlano da soli. Già alla fine del Novecento la proporzione di scienziati affiliati alla National Academy of Science che credevano in un dio personale era il 10%, e ora sono molti di meno.

Comunque, gli atei, continuano a essere la vera ossessione di tutte le Chiese, soprattutto di quella cattolica. Papa Ratzinger non perde occasioni di denigrare ferocemente l'ateismo. Sua è l'assurda e ignobile equazione “laicismo=ateismo”, “ateismo=nichilismo”, “nichilismo=nazismo”.

Finge di non sapere questo papa che sono state le religioni, in particolare la cattolica, a trasformarsi in istituzioni criminali, responsabili di intolleranze, persecuzioni, crociate e distruzioni di intere civiltà e culture, nonché nemiche irriducibili di tutte le libertà democratiche e civili.

In quanto al nazismo, finge di ignorare che questo delirio, nato nella cattolicissima Baviera, è stato appoggiato dall'intera gerarchia cattolica e protestante della Germania dell'epoca ed anche da un giovane della hitlerjugend di nome Joseph Alois Ratzinger (oggi Benedetto XVI), nella cui cintura, come in quella di tutti gli altri soldati tedeschi, stava scritto “Gott mit uns”, Dio è con noi.

(Phil Phil Zuckerman (a cura di), «Atheism and Secularity. Vol. 1, Issues, Concepts and Definitions», Praeger, Santa Barbara (California), pagg. 276., «Atheism and Secularity. Vol. 1, Issues, Concepts and Definitions», Praeger, Santa Barbara (California), pagg. 276).

Phil Zuckerman

La superiorità morale dell'ateismo (“L'invenzione del cristianesimo”) 251

La superiorità dell'ateismo non è solo intellettuale ma anche morale. Tutte le religioni, e la Cattolica in particolare, predicano un'etica mercantile e materialistica, riassunta nel motto: devi perseguire il bene per ricevere un premio, devi rifuggire il male per evitare un castigo.

Ci può essere una morale più meschina e squallida di questa? Pensate che per la Chiesa il bene fatto per se stesso, se non produce qualche merito per il paradiso, è del tutto inutile.

Immanuel Kant, il massimo filosofo tedesco, ci ha insegnato di basare la morale sul dovere per il dovere, anziché sul dovere per precetto divino. Il suo famoso imperativo categorico: «Agisci in modo che tu possa volere che la massima della tua azione divenga legge universale» ci impone di perseguire il bene per se stesso e non come mezzo per raggiungere un fine, e di considerarlo come una legge interiore all'uomo, frutto del suo retaggio evolutivo.

Questo è il fondamento della vera morale. L’uomo laico rifiuta quindi il materialismo etico. Lui dissocia morale e trascendenza e proclama che il bene non ha bisogno di dio, del cielo, di un premio, ma basta a se stesso e obbedisce alla necessità immanente all’uomo di porsi una regola del gioco, un codice di condotta che garantisca la felice convivenza tra gli uomini e ne promuova la fratellanza.

Questa è l'autentica morale che egli persegue, non quella mercantile delle religioni. Per lui, quindi, niente inferno e paradiso, niente un’ontologia della ricompensa post mortem. L’azione deve essere buona, retta e giusta, senza obbligazioni o sanzioni trascendenti.

Chi non vede in tutto ciò un'assoluta supremazia dell’etica laica rispetto a quella religiosa?

domenica 19 dicembre 2010

Dove lo Stato è confessionale e la Chiesa è politica la libertà è
impossibile.
Giovanni Bovio: Filosofia del diritto, 1885

L'enigma svelato (Il lato oscuro della verità) 49

Più o meno si ricalcò il percorso fatto da Davide in precedenza, con pause notturne nelle stesse località fornite di pozzi. A mano a mano che si avvicinava ad Alessandria, Davide osservò, con sorpresa, che altri monumenti si erano aggiunti a quelli che egli già conosceva e che tutto appariva più bello e splendido. Ebbe modo inoltre di rilevare che la presenza romana si era fatta più capillare, garantendo ovunque ordine e sicurezza.

Alle porte della città la carovana si sciolse e i due amici si avviarono all'ingresso principale. Trovarono una folla così fitta che non riuscirono a procedere con le asine cariche e ingombranti. Era una babele di razze, di fogge e di lingue.

Ai molti visitatori, per lo più riccamente vestiti e con capelli e barbe tagliati in tutte le fogge, si aggiungevano sfilze di mercanti d'ogni età e colore che portavano panieri, giare, otri, animali e ogni altro ben di Dio. A questi si aggiungevano i molti schiavi che acquistavano le merci più svariate per i loro padroni. Era tutto un gridare, un mercanteggiare, un declamare le qualità della merce esposta.
Giuda, che mai aveva visto una simile marea di gente, fu preso dal panico e cominciò a sudare abbondantemente.

Allora Davide, che con sua meraviglia si era accorto di ricordare alla perfezione tutte le più importanti strade della città, entrò in una viuzza laterale, relativamente tranquilla, e si avviò verso una vecchia locanda di sua conoscenza. Scoprì con disappunto che nel frattempo si era trasformata in una specie di bordello ma a Giuda piacque molto e così decisero di fermarsi.
Sistemarono le asine e il carico, fecero un bagno, divorarono un pranzo abbondante e, dopo un breve riposino, rinfrancati e in forma, si avviarono ad esplorare la città.

Davide ricordava tutto alla perfezione e si muoveva con estrema sicurezza. Mostrò a Giuda alcune delle vie più belle e imponenti, ripromettendosi, l'indomani, di dedicarsi alla ricerca dei suoi vecchi amici.

Giuda era sbalordito e frastornato al tempo stesso. Diceva di continuo che Gerusalemme, al confronto, gli pareva un villaggio assonnato. Mai avrebbe immaginato tanta magnificenza. La grandiosità dei palazzi e la vastità della città gli incutevano un certo timore, ma con Davide si sentiva sicuro, non solo perché ricordava alla perfezione strade e lingua, ma anche perché sembrava a suo agio in ogni circostanza.

Lo infastidiva un po' la troppa licenza dei costumi, a causa soprattutto della sfrontata impudicizia di molte donne e della petulante spudoratezza degli efebi. Scitopoli, che egli spregiativamente chiamava la nuova Sodoma, al confronto gli sembrava una città di verginelle.
Vagabondarono per gran parte della notte perché le vie più importanti rimanevano illuminate a giorno fino all'alba. Rientrati nella locanda, nonostante la stanchezza, faticarono a prendere sonno a causa degli schiamazzi delle giovani meretrici e dei loro accompagnatori.

Si svegliarono che il sole si era già levato da un pezzo e, memori degli schiamazzi notturni sofferti, decisero di cambiare locanda. Ma la padrona, una grassa megera luccicante di collane, pendagli, braccialetti e anelli come una regina, dopo una profusione di scuse e di salamelecchi, li convinse a traslocare in una parte più silenziosa della casa.

Quindi Davide propose di recarsi nel quartiere ebraico alla ricerca dei suoi amici. Era molto emozionato all'idea di incontrarli e con la fantasia si sforzava di immaginare come si erano trasformati con il crescere dell'età. Era soprattutto l'idea di rivedere Nefer a suscitargli l'emozione più grande. Si sarebbe ricordata di lui? Lo avrebbe rivisto con piacere? Tutti interrogativi che lo avevano tormentato durante l'intero viaggio e che ora gli si presentavano più forti che mai.

Non impiegò molto a rintracciare la sua casa e il cortile in cui lui e i suoi amici avevano trascorso anni sereni e felici. Ma, con sua gran delusione, tutte le vecchie famiglie erano scomparse e quelle nuove non sapevano dove quelle precedenti si fossero trasferite.

Mentre con le lacrime agli occhi, si guardava intorno sconsolato, cercando almeno di imprimere nuovamente nella memoria quei luoghi a lui tanto cari, da una casa più interna e quasi nascosta, vide uscire una donna molto avanti negli anni che subito riconobbe come una vecchia amica di sua madre. La chiamò per nome e questa, dopo averlo guardato con attenzione per un po', lo riconobbe e lo abbracciò felice. Finalmente aveva trovato qualcuno cui chiedere delle informazioni.

Venne così a sapere che Nefer si era fatta bellissima e che viveva nella villa dello sceicco Ibrahim Ben Dorion, forse come una delle concubine del suo harem, e che la famiglia si era trasferita in una cittadina del delta del Nilo di cui non ricordava il nome. Che Nestore era diventato un importante ufficiale dell'esercito romano e viveva con la famiglia in Italia. E, infine, che Marcello faceva il segretario di un alto dignitario di Tebe.

Deluso e amareggiato per le notizie ricevute, Davide decise che, ad ogni costo, avrebbe almeno rivisto Nefer. Si rendeva conto che l'impresa era impossibile e che avrebbe comportato insormontabili pericoli, ma sentiva in cuor suo che doveva tentarla ugualmente.

Conosceva perfettamente l'ubicazione della villa e decise di far subito un sopralluogo. La ritrovò più grande di quanto se l'aspettasse, immersa in un parco enorme, disseminato di laghetti, ponticelli, aiuole, padiglioni, e circondata da un'alta e invalicabile cancellata, vigilata ovunque da guardie.
L'ingresso principale appariva impenetrabile, presidiato com'era da decine di nubiani armati. C'erano però degli ingressi secondari, più discreti e forse più accessibili.

Si avvicinò ad uno di essi per studiare la situazione e, mentre confabulava con Giuda sul modo di eludere la stretta sorveglianza, vide arrivare un giovane efebo che subito attaccò bottone con loro. Era lussuosamente vestito e aveva gli occhi, le guance e la bocca truccati in modo vistoso e volgare. Emanava anche un intenso profumo che dava quasi fastidio.
Si presentò col nome Elianteo e disse che aspettava che il capo degli eunuchi lo invitasse ad entrare. Spiegò che, nonostante i suoi modi effeminati, lui, nel rapporto sessuale, svolgeva con gran maestria il ruolo attivo e che era molto ricercato per questo.

S'informò del motivo della loro presenza e quando lo seppe ridacchiò rumorosamente, dicendo che erano completamente pazzi. Tentare di avvicinarsi all'harem d'lbrahim, disse divertito, equivaleva a voler essere gettati nello stagno dei coccodrilli per fungere da pasto a quei lucertoloni.

Comunque un modo per entrare c'era e lui lo conosceva. Lo aveva usato la prima volta per farsi conoscere dagli eunuchi e offrire i suoi servigi sessuali. Bastava aspettare che arrivasse uno dei vivandieri che rifornivano la villa e offrirsi di aiutarlo nel trasporto della merce. Avevano sempre molte ceste da scaricare e una mano poteva essere utile. Così sarebbero potuti arrivare fino ai magazzini vicini alle cucine. Poi però. . .. E ridacchiò più divertito che mai.

Davide ringraziò il giovane efebo e si allontanò con Giuda per rientrare nella locanda. Sarebbe ritornato il giorno dopo, di primo mattino, nel momento cioè in cui si effettuavano i rifornimenti. Ma sarebbe venuto da solo. Avrebbe accompagnato l'amico nel quartiere ebraico perché cominciasse a vendere un po' della sua merce.

sabato 18 dicembre 2010

Le scuole private cattoliche declassano la scuola pubblica italiana a livelli di terzo mondo

La nostra Costituzione parla chiaro: chi in Italia vuole istituire scuole private è liberissimo di farlo ma non può pretendere contributi da parte dello Stato.

Ma i governi di centro, destra e sinistra che si sono succeduti in Italia hanno sempre fatto strame di questa norma costituzionale e hanno sempre foraggiato abbondantemente le scuole private cattoliche privilegiandole spesso rispetto a quella pubblica.

Recentemente la ministra Gelmini ha sentenziato:"Nonostante i 44 miliardi spesi ogni anno per la scuola statale i risultati sono scadenti. Meglio quindi tagliare ed eliminare gli sprechi".

E giù con 133 mila posti e otto miliardi di tagli in tre anni. Mentre alle paritarie cattoliche i finanziamenti statali sono rimasti intonsi, anzi sono aumentati. Con quali risultati? Che le scuole private italiane che ricevono copiosi finanziamenti da parte dello Stato fanno registrare performance addirittura da terzo mondo e fanno perdere alla scuola nazionale molti punti nella graduatoria mondiale.

Sono quindi le private la vera zavorra del sistema, almeno stando agli ultimi dati dell'indagine Ocse-Pisa (Programme for International Student Assessment) sulle competenze in Lettura, Matematica e Scienze dei quindicenni di mezzo mondo. Insomma: a fare precipitare gli studenti italiani in fondo alle classifiche internazionali sono proprio gli istituti non statali.

Senza il loro "contributo", la scuola italiana scalerebbe le tre classifiche Ocse anche di dieci posizioni. I dati Ocse non lasciano spazio a dubbi. Numeri che calano come una mazzata sulle richieste avanzate negli ultimi mesi dalla Conferenza episcopale italiana che ha lamentato a chiare lettere nel XII rapporto sulla scuola cattolica, che in Italia manca una "cultura della parità intesa come possibilità di offrire alla famiglia un'effettiva scelta tra scuole di diversa impostazione ideale".

Altro che ideale! Con performance imbarazzanti: 403 punti in Lettura, contro una media Ocse di 493, che le colloca a livello dei montenegrini e dei tunisini. Insomma le scuole private cattoliche sono un vera debacle.

Oltre a costarci un sacco di quattrini, declassano la scuola statale a livello di tribù africane. Mai nostri governi vaticanofili finanziano giulivi l'ignoranza scolastica cattolica in cambio dell'appoggio elettorale.

Scuola Pubblica

Le assurde contraddizioni dell'insegnamento religioso (“L'invenzione del cristianesimo”) 250

E come non comprendere che le conoscenze del credente sono piene di contraddizioni dal momento che, ad esempio, deve far convivere contemporaneamente il pitecantropo col mito di Adamo? L'uno esclude decisamente l'altro, solo che il pitecantropo è una certezza scientifica che nessuno può mettere in dubbio, Adamo, invece, è pura mitologia.

Qualche credente potrebbe obiettare che la storia di Adamo è allegorica. Gli si può rispondere in due modi. Primo, che per la Chiesa non lo è affatto. Secondo, che se Adamo è un'allegoria, il peccato originale che discende da Adamo, è una bufala e allora tutto il cristianesimo, che pone questa colpa primigenia a fondamento della sua dottrina, va buttato alle ortiche. Lapalissiano.

Vogliamo mettere nello stesso piano chi crede alle bufale e chi, invece, le considera tali? Ecco spiegato perché quasi tutti gli scienziati e i premi Nobel sono atei. Non possono essere contemporaneamente scienziati evoluzionisti in laboratorio e bigotti creazionisti in chiesa. Solo chi è dolce di sale può conciliare le due cose.

Ecco perché urge una scuola nuova, che, razionalizzando la conoscenza, faccia piazza pulita del ciarpame assurdo che infesta l'educazione tradizionale e impone ai nostri giovani una forma di schizofrenia intellettuale.

Adamo ed Eva cacciati dal Paradiso Terrestre

venerdì 17 dicembre 2010

Elezioni in vista? Una cuccagna per Santa Romana Chiesa.

Nonostante la risicata fiducia alle Camere, spira aria di elezioni e il Governo si dà da fare per foraggiare la Chiesa onde ottenerne l'appoggio elettorale. Un chiaro “do ut des” simoniaco.

Con una generosità più che sospetta Palazzo Chigi ha devoluto buona parte dei 144 milioni di euro che aveva a disposizione dell’8 per mille a gestione statale per lavori di abbellimento e restauro di chiese, conventi, sedi arcivescovili, monasteri, confraternite, basiliche della Conferenza episcopale italiana. In tutto una sessantina di milioni.

Il senatore democratico abruzzese Giovanni Legnini ha denunciato che : «Sia per il 5 per mille che per l’8 per mille le scelte dei cittadini non sono rispettate e le risorse a tale fine destinate vengono spesso distorte dalla finalità originaria».

Perciò risulta chiaro che anche gli atei non devono più donare l'otto per mille allo Stato che poi lo versa alla Cei, ma alla Chiesa Valdese che unica lo devolve totalmente in assistenza (non pelosa, come quella cattolica).

In tempi di ristrettezze, quando si provvede a stringere la cinghia e a tagliare finanziamenti alla scuola, al welfare, agli enti locali e alla macchina dello Stato, la Chiesa ricchissima diventa sempre più esosa reclama nuovi contributi.

Essa che ogni anno, con il miliardo dell'otto per mille, il miliardo per gli insegnati di religione, i due miliardi per l'esonero dell'ICI, il mezzo miliardo per le scuole cattoliche e gli altri infiniti rivoli di elargizioni da parte di regioni, province e comuni ci viene a costare somme stratosferiche, certamente una buona fetta della finanziaria.

E intanto Pompei, il sito archeologico più famoso d'Italia, sta letteralmente crollando e nella scuola pubblica primaria manca perfino la carta igienica e i bambini devono portarsela da casa. Peggio che nel terzo mondo.

Se quei 60 milioni, anziché a Chiese e monasteri li avessimo devoluti al restauro delle nostre opere d'arte, oltre a salvaguardare il nostro patrimonio artistico avremmo avuto anche un cospicuo ritorno economico. Ma, a quanto pare, i siti archeologici non votano e quindi possono tranquillamente andare a remengo.

On. Legnini Giovanni

La superiorità intellettuale, morale e civile del laicismo (“L'invenzione del cristianesimo”) 249

“O si pensa o si crede” diceva Arthur Schopenhauer. Basandosi su questa massima, Richard Lynn, professore di psicologia dell’Università di Ulster, in un recente articolo pubblicato sulla rivista "Intelligence" (2008) afferma che non credere in dio e nei dogmi religiosi, rende più intelligenti, e che l'ateismo, proprio delle persone dotate di un alto quoziente intellettivo, è il prodotto dell’evoluzione e dello sviluppo inarrestabile della scienza.

L'indubbio declino dell’osservanza dei precetti religiosi nell’ultimo secolo è una innegabile dimostrazione dell'aumento dell’intelligenza media generale e del risveglio della mente dal sonno oscurantista della religione.

Questa superiorità intellettuale, oltre che morale, dell'ateismo, è dimostrata dal fatto, che l'ateo è indubbiamente più razionale del credente.

Se dobbiamo ammettere che la religione, come confessa Tommaso d'Aquino, è un'assurdità cui dobbiamo credere ciecamente, senza poterla sottoporre ad una indagine critica, e che, per di più, è sconfessata ogni giorno dalla scienza, come possiamo ritenere intelligente una persona, magari con tanto di laurea in tasca, che l'accetta? Significa che, come minimo, non si è mai posto il problema della sua veridicità. E già questo depone a svantaggio della sua intelligenza.

Arthur Schopenhauer

giovedì 16 dicembre 2010

L'indagine di Krls parla chiaro: l'Italia al primo posto in Europa per l'evasione fiscale, in continuo aumento.

Nei primi 11 mesi del 2010, l'evasione fiscale è cresciuta del 10,1%l e l'Italia si conferma al primo posto in Europa, con il 54,5% per il reddito imponibile evaso. Le imposte sottratte all'erario sono nell'ordine dei 159 miliardi di euro l'anno.

Ce lo conferma la recentissima indagine effettuata dall'analisi di “Krls Network of Business Ethics” effettuata per conto di 'Contribuenti.it', il magazine dell'Associazione Contribuenti Italiani. che ha preso in considerazione cinque aree di evasione fiscale: l'economia sommersa, l'economia criminale, l'evasione delle società di capitali, l'evasione delle big company e quella dei lavoratori autonomi e piccole imprese.

I principali evasori non si trovano nell'economia criminale, ma in quella legale. Secondo i risultati dell'indagine: al primo posto ci sono gli industriali (32,8%) seguiti da bancari e assicurativi (28,3%), commercianti (11,7%), artigiani (10,9%), professionisti (8,9%).

Se all'evasione aggiungiamo i due miliardi regalati alla Chiesa per i mancati contributi ICI e i molti altri miliardi in elargizioni varie, ci rendiamo conto perché il nostro Paese ha il debito pubblico più alto d'Europa (120% del Pil) e viene annoverato tra i Piigs (Portogallo. Irlanda. Italia. Grecia e Spagna), gli Stati a rischio di bancarotta. Non occorre essere economisti per capire che l'Italia è vittima dei malgoverni che da decenni alimentano l'evasione fiscale e gli sprechi di Stato per tornaconto elettorale.

Basterebbe applicare un drastico controllo fiscale, abolire i carrozzoni inutili (come le Province), togliere tutti privilegi e i contributi abusivi concessi alla Chiesa e al Vaticano (una buana fetta di finanziaria), evitare i continui condoni e scudi fiscali, eliminare la corruzione nell'ambito statale che ci costa 60 miliardi l'anno tra bustarelle e consulenze fasulle e abrogare gli altri infiniti rivoletti di corruzione spicciola (pensioni abusive, invalidità fasulle e così via ) per risanare in pochi anni la finanza pubblica e far ritornare l'Italia un paese civile, giusto e con un elevato wellfare.

Ma ahimè! Bisognerebbe pestare i calli ad evasori, a corrotti, a mafiosi, a sfruttatori, a parassiti politici e a lestofanti di ogni risma. Tutta gente che manipola e controlla gran parte dei voti che determinano gli esiti elettorali.

E la casta al potere vuole solo mantenere le sue “cadreghe” e i suoi privilegi. Del Paese proprio non gliene frega niente. Quindi le tasse le paghino soltanto i dipendenti e i pensionati, tutti coloro, cioè, che non possono evaderle, e stiano pure zitti.

L'insegnamento della religione cattolica nella scuola di Stato viola la Costituzione (“L'invenzione del cristianesimo”) 248

L'aspetto più grave è un altro. L'insegnamento della religione nelle scuole di Stato non viene esercitato dallo Stato medesimo ma appaltato alla Chiesa, la quale formula i programmi, recluta gli insegnati, li nomina con diritto di revoca (se entrano in disaccordo col vescovo) e fa concedere loro lo stipendio più alto, rispetto agli insegnati delle altre materie.

Al di là degli iniqui aspetti giuridici della situazione, il tutto avviene in piena e assoluta violazione della Costituzione Italiana che all'articolo 33 recita che “l'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento”, mentre invece la catechesi confessionale, conforme al sistema teologico e dogmatico della Chiesa, che l'insegnate di nomina vescovile deve impartire, non è assolutamente libera, tanto è vero che se costui mettesse in dubbio un qualsiasi aspetto dell'ortodossia (ad esempio, postulando la creazione di Adamo come allegorica), verrebbe immediatamente revocato.

E per concludere: una lezione facoltativa va messa alla prima o all'ultima ora dell'orario scolastico, per dar modo a chi non è interessato a seguirla, di entrare un'ora dopo o di uscire un'ora prima. Lapalissiano. Ma in tal caso la massa degli studenti la scanserebbe con gioia (tra l'atro è supernoiosa).

Allora, su imposizione della Chiesa, è stata inserita a metà orario, per cui chi non l'accetta deve starsene per un'ora nei corridoi della scuola, dal momento che l'ora alternativa, ossia l'attività didattica in sostituzione dell'insegnamento della religione cattolica, non viene mai attuata.

Se la Chiesa non avesse la coda di paglia, se cioè non sentisse franare il terreno sotto i suoi piedi, consapevole di non poter incidere sulle coscienze attraverso argomentazioni convincenti, non ricorrerebbe a questi mezzucci meschini per imporsi a tutti i costi. Ma trova la maggioranza dei politici pronta a calare le brache e a violare la Costituzione sulla quale ha giurato.

Di fronte a questa ignobile latitanza dei rappresentanti del popolo, però, i genitori che vogliono salvaguardare l'indipendenza culturale dei loro figli e promuovere la loro formazione razionale, dovrebbero accordarsi per farli esentare in massa dall'ora di religione, per far togliere i crediti concessi in barba alla Costituzione a chi la frequenta, e per far spostare quest'ultima in un orario fruibile. Ma soprattutto, dovrebbero obbligare i politici a creare in Italia una scuola che formi il cittadino e non il popolo bue.

mercoledì 15 dicembre 2010

Il comandamento scippato

L'otto dicembre con il consueto omaggio di una corona di fiori al manufatto bronzeo raffigurante una figura femminile (la Madonna immacolata), il papa ha inaugurato a Roma, Piazza di Spagna, il Festival dell'idolatria 2010-2011 che proseguirà fino al dicembre dell'anno prossimo con la venerazione della più variegata congerie di idoli in metallo, legno, plastica, terracotta, stoffa, pietra e cartapesta.

Ricordate il Decalogo che dio consegnò a Mosè sul monte Sinai? Non è esattamente quello che avete imparato al catechismo.

Quello di Mosè recitava al secondo comandamento: Non ti farai nessuna scultura, né immagine delle cose che splendono su nel cielo, o sono sulla terra, o nelle acque sotto la terra.

Ma il Concilio di Trento (1545 al 1563) ha fatto sparire quel comandamento riempiendo il buco con il raddoppio del 9°, aggiungendo al divieto di desiderare la roba d’altri anche quello di desiderare la donna altrui. La grande maggioranza dei cattolici (anche osservanti e praticanti) è completamente all'oscuro di questo piccolo dettaglio.

Il comandamento scippato, invece, è ancora rispettato, non solo dagli ebrei e dagli islamici (che hanno sempre osservato il decalogo originario), ma anche dai protestanti (che hanno provveduto a correggere il decalogo cattolico).

La Chiesa Cattolica, che fin dalle origini ha copiato templi, riti e paramenti dei pagani, non poteva deludere i suoi fedeli, affascinati da statue e immagini degli antichi dei, e perciò provvide a sostituirli con una moltitudine di Madonne, santi, ignudi bambin Gesù, e, soprattutto, Cristi cadaverici segnati da ferite profonde e sanguinolenti.

Solo il mondo cattolico è caratterizzato questa frenetica forma di idolatria severamente vietata dal vecchio padreterno. Ci consola il fatto che nell'orgia di statue e immagini varie suscitate dal sacro, spesso i nostri artisti han trovato l'ispirazione per raggiungere vette altissime per cui gran parte del nostro patrimonio artistico, che molti ci invidiano, lo dobbiamo proprio allo scippamento del secondo comandamento biblico.

Colonna dell'Immacolata a Piazza di Spagna

L'appecoramento dei nostri politici alle imposizioni della Chiesa. (“L'invenzione del cristianesimo”) 247

In Italia, il Vaticano, col ricatto di negar il voto dei cattolici ai politici che non lo appoggiano, impedisce di fatto ogni legislazione che garantisca i più elementari diritti civili, come il riconoscimento delle coppie di fatto, la libera contraccezione, l'eutanasia passiva, la fecondazione assistita, e impone allo Stato l'obbligo anticostituzionale di sovvenzionare le scuole private cattoliche, di farsi carico dell'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche (per inculcare credenze settarie nei giovani), di usufruire, infine, di privilegi fiscali e di esenzioni legali.

Insomma, uno Stato nello Stato, in totale e assoluta violazione della Costituzione Italiana. Non possiamo certo aspettarci che una classe politica, così asservita al potere religioso, e per di più la più pagata e la più corrotta del mondo occidentale, si preoccupi che la scuola pubblica impartisca un insegnamento rigorosamente razionale e che butti alle ortiche il ciarpame di gran parte del sapere tradizionale.

Un esempio, magari piccolo, che però dice tutto sull'appecoramento dei nostri politici alle imposizioni della Chiesa, riguarda l'ora di religione nella scuola pubblica. Questo insegnamento (abolito in Francia, a Berlino ed in altri Paesi europei) è teoricamente facoltativo in Italia, ma praticamente obbligatorio. Perché?

Perché il Consiglio di Stato ha concesso, d'autorità e con validità retroattiva, il beneficio dei crediti agli studenti che hanno frequentato (e frequenteranno) l'ora di religione cattolica.

Così tutti gli studenti italiani saranno spinti a frequentarla, controvoglia. Ciò è un autentico tradimento della Costituzione che riconosce pari dignità a tutte le concezioni filosofiche, religiose e non, cui si ispirano i cittadini, e ripristina di fatto l'assurdo concetto della religione cattolica, come "unica religione dello Stato", cancellato dal Concordato del 1984 con il totale accordo della Chiesa stessa.

martedì 14 dicembre 2010

Circolare ministeriale sui testamenti biologici che coarta la Costituzione per adeguarla alle direttive della Chiesa.

Tre Ministri (Interni, Salute, Lavoro) alcuni giorni fa hanno emanato un dictat congiunto per porre un alt ai registri per la raccolta dei testamenti biologici istituiti da alcuni Comuni italiani.

“Sono illegittimi, prendono in giro il cittadino” hanno dichiarato con prepotenza. Solo lo Stato può legiferare sul fine vita. Se il Comune interviene compie un illecito e abusa di risorse umane e finanziarie.

Basta una circolare ministeriale per togliere ogni validità alle volontà espresse liberamente dai cittadini sui trattamenti sanitari da praticare sul proprio corpo e negare una libertà fondamentale? In Italia purtroppo sì.

Per i nostri governanti attuali conta solo la volontà dei gerarchi vaticani che oltre alle nostre anime vogliono impadronirsi dei nostri corpi, da torturare con macchine e sonde anche se vogliamo morire secondo natura e con dignità.

Il registro dei testamenti biologici, in assenza di strumenti previsti dalla legge, era una iniziativa democratica validissima. Annotava decisioni da presentare ai medici in caso di bisogno, evitava complicate ricostruzioni della volontà di persone che hanno perso la capacità psichica, offriva ai medici una certificazione su indicazioni del tipo: no sangue, si alla morfina, no al terminal sedation, si alle sperimentazioni, e così via.

Come osserva il Segretario Generale di Magistratura democratica, il divieto dei tre ministri mette in discussione un pezzo della nostra Costituzione che ci riconosce il diritto di rifiutare una cura nei tempi e nelle forme che riteniamo opportuno. Anche scrivendolo in un sms o nel computer, confidandolo ad un parente o affidandolo ad un video.

D’ora in poi, dovremo forse attendere l’autorizzazione di un ministro o di un sottosegretario? O del cardinal Bagnasco?

Ma, diciamoci la verità, l’invettiva contro i Comuni “invadenti” ricalca, per analogia, le accuse dopo la sentenza del caso Englaro, quando si è ritenuto legittimo il rifiuto di cure salvavita. Giudici “contro” il parlamento, si è detto. Giudici che “condannano a morte”. Senza mai ricordare che quei giudici avevano applicato la Costituzione, ossia la massima espressione della vita parlamentare.

La circolare dei Ministri ha quindi un obiettivo ben preciso: coartare le nostre libertà democratiche per adeguarle alle direttive oppressive delle gerarchie ecclesiastiche contro il sentire di tanti. Di coloro che desiderano essere padroni del loro destino.

Di quelli che, di fronte ad una medicina che estende sempre più le sue capacità tecniche, vogliono evitare di essere trasformati in vegetali; o di piombare nell’incubo di essere tenuti in vita a tutti i costi, con sofferenze inenarrabili e la perdita del bene più prezioso dell'uomo, la sua dignità.

E questo per assecondare i sadici masochisti, eredi dei torturatori della Santa Inquisizione cattolica, che, in un “do ut des” sodomistico, danno il loro appoggio elettorale a quanti tradiscono la Costituzione e soffocano i diritti civili.

La latitanza della classe politica italiana (“L'invenzione del cristianesimo”) 246

La colpa di questo deficit educativo su chi ricade? Purtroppo sulla classe politica la quale, a sua volta, vittima di una educazione settaria, è incapace di salvaguardare i principi laici e democratici, chiaramente riconosciuti in tutte le costituzioni degli Stati occidentali.

Così succede, come è accaduto in Italia, che un importante uomo politico al momento della sua elezione a presidente di un ramo del Parlamento, nel discorso di investitura, invochi platealmente l'ausilio della Beata Vergine Maria, confondendo, da bigotto privo del senso dello Stato (che essendo laico non ha religione), il Parlamento con l'oratorio della sua parrocchia.

O che il ministro della Pubblica Istruzione proclami che in Italia (Stato laico per Costituzione) “l’ora di religione ha una valenza educativa maggiore delle altre discipline” (Mariastella Gelmini, 24.04.09). Per questa ministra, insegnare come verità delle favole assurde, vere circonvenzioni di minori, è il massimo dell'educazione.

Fatti del genere non succedono solo in Italia. In quasi tutti gli Stati occidentali non esiste una laicità concreta, anche se conclamata nelle rispettive Costituzioni, perché le questioni di politica e di governo sono spesso sotto l’influenza di interessi religiosi settari.

In tutti gli Stati occidentali le Chiese (cattoliche e protestanti) si arrogano il diritto anticostituzionale e antidemocratico di essere più importanti delle altre organizzazioni della società civile (partiti politici, sindacati, gruppi di interesse auto-costituiti e così via) onde ottenere cospicui fondi pubblici, speciali privilegi, intangibilità rispetto alle leggi, protezione legislativa e legale dalle critiche e dalla satira, e soprattutto, di imporre, spesso con strumenti legislativi da esse imposti, i loro punti di vista nella società.

lunedì 13 dicembre 2010

L'infallibilità papale: una palla al piede.

Pio IX, l'ultimo papa teocratico, nemico acerrimo dell'Italia e degli italiani, che con bolle ed encicliche, emesse a raffica, tentò di ostacolare in ogni modo il riconoscimento del Regno d'Italia in Europa e nel mondo, e con l’enciclica “Quanta cura” dell’8 dicembre 1864, proclamò, senza mezzi termini, che la democrazia distrugge la giustizia e la ragione, fu uno dei papa più oscurantisti degli ultimi due secoli.

A lui dobbiamo anche il Syllabo, nel quale in un disperato tentativo di riportare l’umanità indietro di due secoli, a prima dell’Illuminismo e della Rivoluzione Francese, condannò come “errori dell’età nostra”, le più significative conquiste della civiltà, tra le quali, in primis: democrazia, razionalismo, liberalismo, matrimonio civile, libertà di pensiero e di coscienza e, ciliegina sulla torta, la teoria nefanda che la Chiesa non dovesse possedere uno Stato per diritto divino.

Ma il capolavoro di questo papa fu la proclamazione del dogma dell'infallibilità papale che fece inorridire la maggior parte degli Stati europei, alcuni dei quali protestarono per la protervia implicita nel fatto che con questa proclamazione, la figura di ogni pontefice diventava oggetto di una devozione che sfiorava l’idolatria e che, come ebbe e dire San Giovanni Bosco, metteva il papa al di sopra degli angeli e allo stesso livello di dio.

Ora, a proposito dell'infallibilità papale, merita di essere letto il bellissimi libro di Walter Peruzzi, *Il cattolicesimo reale Ed. Odradek, Roma.

Nella quarta di copertina del suo libro leggiamo:
“L’infallibilità è il problema. Non soltanto per la Chiesa. Un’istituzione bimillenaria, carica di prescrizioni assolute e astoriche riguardanti la vita di ciascuna persona, confligge con la modernità e con l’evolversi delle relazioni umane.

Specialmente da quando fece dell’infallibilità un dogma.
Mossa audace, certamente. Ma alla fin fine autolesionista. Promosse infatti come “infallibili” non solo la Bibbia (dettata da dio in persona) e i concili ecumenici, ma tutti i papi.

Ognuno, singolarmente inteso, qualsiasi cosa abbia detto. Papi che hanno legittimato la schiavitù e la guerra, la tortura e la pena di morte, l’antisemitismo e l’omofobia, la subordinazione delle donne, la repressione della sessualità, le diseguaglianze sociali e la religione di stato, passando per l’Inquisizione e la caccia alle streghe.

Infallibilmente. Ma queste “verità” tutte egualmente “infallibili” sono spesso palesemente in contrasto fra loro. Insostenibili. E tradiscono inoltre lo scarto insanabile, non tanto tra dottrina cattolica e comportamenti di chi la pratica, quanto fra quel che si intende per “valori morali” (giustizia, amore, rispetto della vita, eguaglianza), e la dottrina cattolica come realmente è”.

Concetti lapalissiani che non necessitano di spiegazioni.

Solo il libero pensiero forma l'uomo libero e razionale (“L'invenzione del cristianesimo”) 245

Per cambiare radicalmente le cose bisogna quindi che governi, genitori e insegnanti, trasformino il sistema educativo irrazionale diffuso nel mondo, e lo improntino ad una visione laica e razionale della vita.

La gente, quando è incoraggiata fin dalla prima infanzia a pensare con la propria testa, si rifiuta, da adulta, di accettare ad occhi chiusi le verità indimostrate, e non ha più bisogno di credere in dio per condurre una vita piena, serena, libera e moralmente più appagante.

Infatti, un'educazione rigorosamente razionale svilupperebbe al massimo il pensiero critico, ci renderebbe psicologicamente più forti e sicuri, ci farebbe eliminare tutto il ciarpame che condiziona il sapere tradizionale, spesso inficiato da pregiudizi, superstizioni e infantilismi.

Purtroppo, oggi questo non avviene perché i capi religiosi, ben sapendo che la mente infantile è credulona e vulnerabile, fin dalla prima infanzia la marchiano a fuoco, infettandola col dogma che la fede cieca è una virtù e scoraggiando in tutti i modi il porsi domande. Quando il bambino crescerà, infetterà la generazione successiva con le stesse assurdità religiose, e il gioco si perpetuerà nei secoli.

Nelle madrasse, scuole coraniche, i bambini musulmani dondolando il capo avanti e indietro, vengono sottoposti ad un insegnamento martellante del Corano fino ad impararne ogni parola come pappagalli.

Insegnare ai bambini, come una virtù, che bisogna credere ciecamente, senza discussioni e dimostrazioni, non solo è una grande colpa, perché si preclude loro un'istruzione razionale e completa, ma li si predispone a diventare dei fondamentalisti disposti a tutto, anche a prestarsi come potenziali terroristi suicidi.

Ecco perché governi, genitori e insegnanti dovrebbero impedire che la scuola pubblica diventi un ulteriore strumento di plagio e si trasformi invece in una libera palestra di dibattiti dialettici.

Quindi, è la nostra educazione sbagliata che ci impedisce di essere razionali, liberi e migliori, sotto tutti gli aspetti umani. È il nostro sistema educativo che ci nega l’opzione di una visione laica della vita e ci fa aggrappare alle assurde falsità della religione.

Madrassa. Scuola Islamica

domenica 12 dicembre 2010

La Chiesa cattolica da quando sono nati i diritti dell’uomo è sempre stata dall’altra parte.
Josè CASTELLO, teologo

L'enigma svelato (Il lato oscuro della verità) 48

Presero la strada di Gerico, seguiti dalle due asine ben pasciute e riposate. Davide aveva una gran voglia di camminare e pareva, a momenti, trotterellare di corsa. Ma Giuda lo calmò spiegandogli che bisognava riabituare il corpo ai lunghi percorsi con calma, senza strafare, dopo quei giorni di riposo e d'immobilità. Era però molto soddisfatto di vederlo così felice e impaziente di ritornare in Egitto e ammetteva, senza ipocrisia, che anche lui non vedeva l'ora di visitare la più splendida città dell'Oriente.

Giunsero a Gerico in serata e vennero a sapere che la carovana degli Ismaeliti non sarebbe passata prima di tre giorni. Giuda, da esperto mercante, pensò di approfittare di quell'intervallo per recarsi nel rifugio dei ladroni, situato nelle vicinanze, per rifornirsi di un qualche tipo di merce da vendere in Egitto.
La grassa moglie di Karin gli consigliò di acquistare del balsamo, del laudano e un particolare profumo che proveniva d'Antiochia per il quale, affermò con certezza che non lasciava dubbi, le donne egiziane andavano pazze.

Costei manifestò subito una vivissima attrazione per Davide e non perdeva occasione di toccarlo e di strofinarglisi addosso. Il marito osservava tutto e ridacchiava divertito. Era abituato che i briganti si prendessero delle confidenze con la moglie e che lei facesse altrettanto. Davide, capita la situazione, finse di stare al gioco e accolse le attenzioni della donna con allegra disinvoltura. Alla fine tutto si concluse con un abbraccio tenero e affettuoso. Quel covo di briganti era veramente simpatico.

La carovana giunse con un giorno d'anticipo ed era composta d'ogni tipo di gente e d'animali. Dava più l'idea di un caravanserraglio. Gli Ismaeliti che la guidavano erano in netta minoranza rispetto agli altri componenti, che provenivano da molte parti dell'Impero romano.

Si trattava di gente per lo più istruita, che si recava ad Alessandria attratta dalla biblioteca di quella città, considerata allora la più ricca del mondo. C'erano anche tre strani personaggi che giungevano da paesi sconosciuti, situati molto al di là della terra dei Caldei. Avevano gli occhi a mandorla e le teste completamente rasate. Erano molto silenziosi, riservati e sempre sorridenti.

Ma il tipo più caratteristico era un greco di nome Callisto. Si proclamava filosofo e, conoscendo parecchie lingue, discorreva ininterrottamente con tutti, citando di continuo i nomi delle più svariate divinità con tale familiarità da farle ritenere come gente di casa sua. Fra queste c'era anche un certo Buddha che nessuno aveva mai sentito nominare.

Era un logorroico impenitente che talvolta induceva l'ascoltatore all'esasperazione. Sempre polemico e mordace, trasformava irrimediabilmente ogni colloquio con gli altri intellettuali della carovana, prima in un battibecco e poi in una vera e propria rissa. Durante una pausa del viaggio tentò di attaccar briga con Davide apostrofandolo con sarcasmo: "Il tuo Jahvè è ancora vivo? Non è crepato dalla bile?" Ma intervenne a zittirlo prontamente il capo carovana, ormai stanco delle sue provocazioni.

Costui, un ismaelita gigantesco di nome Salid, aveva la nomea di essere stato un famoso pirata che aveva giurato di non toccare più l'acqua del mare dopo un naufragio terribile dal quale si era salvato per miracolo.

Era un uomo spiccio e grintoso che sapeva tenere in pugno la situazione con decisione e autorevolezza. Con Giuda aveva concluso la trattativa in pochi minuti e aveva imposto che il carico fosse trasportato da cammelli, per non affaticare le asine e rallentare la marcia. Fu soprattutto per merito suo se il viaggio, della durata di circa dieci giorni, si concluse senza particolari difficoltà.

sabato 11 dicembre 2010

Per Mons. Alessandro Plotti la Chiesa deve rinunciare a influire sulla politica “attraverso strade che non sono tipiche della democrazia”.

Intervenendo al convegno  "L’impegno politico dei cattolici dopo la Settimana sociale di Reggio Calabria", organizzato da “Persona, Comunità, Democrazia”, la Fondazione degli ex Popolari guidata da Pier Luigi Castagnetti e Franco Marini, l' ex vicepresidente della CEI mons. Alessandro Plotti, arcivescovo emerito di Pisa, ha espresso un severo monito per le continue ingerenze delle gerarchie vaticane sulle vicende politiche del nostro Paese affermando che la Chiesa deve accettare la «pluralità di opinioni» del proprio laicato, e soprattutto deve rinunciare a influire sulla politica «attraverso strade che non sono tipiche della democrazia».

In altre parole la Chiesa deve cessare di negare ai cittadini italiani, tramite la classe politica sempre prona al Vaticano e disposta ad ogni concessione pur di ottenerne l'appoggio elettorale, i diritti civili e l'autodeterminazione sanciti dalla Costituzione.

Mons. Plotti dopo aver rilevato che la situazione della nostra democrazia è preoccupante, ha sottolineato che “nel mondo cattolico ci può essere spazio per la pluralità delle scelte. Se non accettiamo che ci siano spazi di dibattito libero - ha proseguito - dove anche il dissenso abbia cittadinanza, otterremo una dogmatizzazione, facendo un pessimo servizio alla politica, e non contribuiremmo a svelenire questo clima”.

A conclusione del suo intervento egli ha messo in risalto che “il dibattito tra maggioranza e minoranza - se non avviene nei luoghi deputati, si fa un pasticcio. In questo anche la Chiesa ha la sua responsabilità, quando cerca di influire per vie non ufficiali, attraverso appoggi e strade che non sono tipiche della democrazia. Gli uomini di Chiesa devono accettare questo, e promuovere il rispetto delle istituzioni”.

Cosa che, purtroppo, in Italia non avviene perché la nostra casta politica bipartisan è disposta a fare strame delle nostre istituzioni per assecondare gli appetiti sempre più gagliardi di Santa Romana Chiesa e violare i diritti civili dei cittadini.

Tutte le religioni sono una castrazione dell'intelligenza (“L'invenzione del cristianesimo”) 244

Quindi la religione, ogni religione, è solo fantasia infantile, non suffragata da alcuna prova, inventata da individui che hanno scambiato le loro allucinazioni per visioni celesti, per messaggi divini, senza fornire la minima prova della veridicità delle loro affermazioni, solo facendo affidamento sulla credulità delle masse facilmente plagiabili.

Purtroppo, l'educazione attuale, perseguita in quasi tutti gli Stati occidentali, ci costringe fin dal grembo materno, sottoponendoci ad un indottrinamento martellante, a credere ciecamente alle favole più assurde, col divieto categorico di non dubitare di queste assurdità, pena terribili castighi divini e il sottile dileggio dei conformisti.

L'indottrinamento accanito in tenerissima età produce effetti devastanti permanenti che accentuano oltre ogni limite il deficit intellettivo di cui la natura ci ha penalizzati. È come una nube oscura che si fissa nel cervello, imprigiona la mente, e le impedisce di ricevere qualsiasi altra luce. Qualcuno riesce a forare questa tenebra e comincia a nutrire i primi dubbi.

Ma per aprirsi completamente ha bisogno di molto coraggio, non solo per riconoscere le imposture che lo hanno plagiato, ma anche per accettare di vivere in controtendenza, infischiandosi dell'irrisione di quanti (magari parenti stretti) guardano con malcelato fastidio chi non si comporta come la massa e rifiuta di lasciarsi intruppare nei miti religiosi.

Simboli religiosi

venerdì 10 dicembre 2010

Comunione e liberazione: una super lobby o una loggia catto-massonica?

Indubbiamente un network potentissimo, che spazia dagli affari alla politica, dalla finanza all’industria; che è più potente dell’Opus Dei, più efficiente della massoneria, più «connessa» di Confindustria: il tutto sotto l'egida di una realtà di fede cattolicissima.

Sempre più potente in Italia e all'estero presenta dei numeri impressionanti: 41 sedi in Italia e in altri 17 paesi, 34.000 imprese e 1000 associazioni no-profit, un fatturato complessivo di almeno 70 miliardi di euro. Numeri in difetto perché tengono conto soltanto delle imprese iscritte alla sua Compagnia delle Opere.

Cl è diventata così forte che non nasconde i suoi futuri obiettivi: Il prossimo Papa e il prossimo premier. Il prossimo papa potrebbe essere Angelo Scola, cardinale e patriarca di Venezia organico a Comunione e liberazione; il prossimo leader Roberto Formigoni, che guida da 15 anni una regione, la Lombardia, che con un bilancio di 24,9 miliardi di euro è più importante di molti piccoli Stati dell’Europa allargata.

Presente in molte regioni d'Italia e perfino nella "rossa" Emilia Romagna, oltre che in Piemonte, in Lazio, in Calabria, in Sicilia, Cl si sta espandendo rapidamente anche all’estero in 70 paesi. dove conta su forti presenze, tanto che ormai il leader spirituale di Cl è uno spagnolo, monsignor Julian Carron, succeduto a Giussani alla sua morte, nel 2005. Straniero anche il presidente della Compagnia delle Opere, il tedesco Bernhard Scholz.

In Italia vanta forti simpatie e sostegni nella politica: da Silvio Berlusconi ( premier indicato apertamente da Cl in varie tornate elettorali) a Pierluigi Bersani (ospite fisso del Meeting di Rimini) fino a Enrico Letta, Francesco Rutelli, Matteo Renzi (sindaco di Firenze), e molti ancora.

Vanta anche forti “vicinanze” di molto big dell'economia e protagonisti della finanza come Corrado Passera, Sergio Marchionne (ospite d’onore al Meeting 2010), il numero uno di Generali Cesare Geronzi, il presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi, top manager di multinazionali come Enel e Edison, noti professori universitari, giornalisti, medici, imprenditori.

Insomma una invincibile armata guidata dai Memores Domini, l’élite di Comunione e liberazione formata da laici che dedicano la loro vita a Cl vivendo nella castità e nell’obbedienza più rigorosa alle gerarchie ecclesiastiche, pur ricoprendo nel mondo incarichi importanti, ruoli e responsabilità di primo piano in ogni campo .

Essi si propongono «l'occupazione culturale, politica ed economica» dell'Italia per trasformarla in una teocrazia cattolica.

Il libro-inchiesta «La lobby di Dio» (Chiarelettere), del giornalista Ferruccio Pinotti,ci propone una chiave di lettura di questo network capace di unire affari, politica e religione per riportare il nostro Paese sotto il plumbeo regime vaticano come ai tempi dello Stato Pontificio.

La scuola attuale in Italia un autentico stupro intellettuale (“L'invenzione del cristianesimo”) 243

Il celebre biologo Richard Dawkins, nel libro «L'illusione di Dio», sostiene che l'insegnamento scolastico, oggi impartito nelle scuole occidentali, non trasmettendo una conoscenza oggettiva e provabile ma mitica, come per esempio la creazione biblica, rappresenta una violazione dei diritti dell'infanzia, un vero abuso.

Un autentico stupro intellettuale, aggiungo io, perché millanta come verità ciò che è soltanto un mito infantile. Il giovane deve essere abituato ad accettare soltanto ciò che è evidente e che si presta ad essere dimostrato e confutato. Tutto il resto è solo mito e va considerato tale, anche se soffuso di poesia. Solo in tal modo possiamo rimediare in parte alle carenze intellettive di cui la natura ci ha penalizzati.

È chiaro, anzi lapalissiano, che in una simile educazione, dio e la fede non hanno posto. Che cos'è la fede? L'abiura della razionalità e l'accettazione dell'assurdo.

L'evidenza non ha bisogno di fede. Che la Terra giri attorno al sole non è un atto di fede perché è evidente di per sé. È un atto di conoscenza saldo e chiaro, perfettamente verificabile.

L'esistenza di dio, al contrario, non essendo dimostrabile in alcun modo, perché non verificabile e non confutabile, è un puro atto di fede che rientra nel fantastico, nel mitico e nell'immaginario.

giovedì 9 dicembre 2010

Ripercussioni politiche della condanna morale dell'omosessualità da parte del papa.

Benedetto XVI, nel libro-intervista «Luce del mondo» (parecchio autocelebrativo ), ribadisce il suo giudizio morale sull'omosessualità.

Per questo papa l'omosessualità «rimane qualcosa che è contro la natura di quello che Dio ha originariamente voluto». Inoltre essa «non è conciliabile con il ministero sacerdotale, perché altrimenti anche il celibato come rinuncia non ha alcun senso».

L'apodittica affermazione di Ratzinger che l'omosessualità è moralmente inaccettabile per il clero cattolico riguarda anche, per analogia, i candidati alle elezioni e gli elettori cattolici, i quali sono evidentemente impossibilitati a votare per un omosessuale, moralmente inaccettabile, anche se è cattolico credente e praticante.

Chiaro monito a chi nutre la speranza che un omosessuale come Nichi Vendola, ancorché cattolico praticante e dotato di un certo carisma, possa aspirare alla carica di primo ministro nel nostro Paese.

Le gerarchie cattoliche e il Governo Ombra dei vescovi che controllano e guidano i governi ufficiali di qualunque sponda, si opporrebbero a candidare un omosessuale a capo del governo. Lo sottoporrebbero agli attacchi di tutti i partiti ove siano presenti politicanti vaticano-dipendenti.

Il che a dire la stragrande maggioranza delle forze politiche. Non solo PDL e UDC, quinte colonne vaticane, ma anche la Lega, sempre velenosa contro i "culattoni", e, probabilmente, tutti i politici cattolici del PD, circa la metà del partito, ma anche alcuni del PD dell'ex partito comunista. Insomma un'armata invincibile, un formidabile schieramento avverso.

Ancora l'Italia, la Vandea d'Europa, non è matura per esprimere un primo ministro dichiaratamente omosessuale o un primo ministro dichiaratamente ateo. La cinica tracotanza omofoba e oscurantista della Chiesa non tollererebbe né l'uno, né l'altro. E il popolo bue seguirebbe pedissequo la volontà del clero.

Nichi Vendola

Serve un nuovo e rivoluzionario metodo educativo (“L'invenzione del cristianesimo”) 242

L'unica soluzione possibile è far ricorso ad una nuova educazione, le mille miglia lontana da quella praticata oggi in tutto il mondo, anche in quello più evoluto. Bisogna educare i giovani, fin dalla prima infanzia, con metodi scientifici e razionali, rigettando, o evidenziando come tale, tutto quanto sa di mitico, fabuloso e irrazionale.

Questo, non per trasformare ognuno di noi in uno scienziato, ma semplicemente in un uomo normalmente razionale, che utilizza alla meglio il cervello imperfetto che la natura gli ha dato. Una tale rivoluzione dell'educazione potrebbe completarsi nel giro di una sola generazione, se politici, genitori e insegnanti fossero d'accordo, e senza gravare sulla spesa pubblica trasformerebbe radicalmente il nostro pensiero, la nostra cultura, e le sorti dell'intero pianeta che trabocca letteralmente di idee sbagliate.

Lo Stato che per primo attuasse questa riforma diventerebbe, ipso facto, il più progredito del mondo. Perché un'educazione, basata sulla razionalità, sviluppa la creatività e la democrazia in quanto apre la mente allo studio oggettivo, rigoroso e scientifico della realtà che ci circonda, e porta chi la coltiva a prendere decisioni informate, dedotte dall'osservazione dei fatti esaminati, e non da principi campati in aria e dedotti da miti.

mercoledì 8 dicembre 2010

Anche in Austria emergono pesanti abusi sessuali compiuti dal clero.

Primo drammatico bilancio sugli abusi sessuali compiuti dal clero austriaco. Un’organizzazione indipendente con sede a Vienna “La Piattaforma” che offre aiuto psicologico e tutela giuridica alle persone che hanno subito abusi da parte di preti, suore o altre persone gravitanti le Chiese austriache, ha stilato un primo rapporto preliminare che ha in parte svelato i comportamenti criminali commessi in Austria senza che venisse presa alcuna seria iniziativa di contrasto, di repressione o di risarcimento delle vittime da parte degli uomini di Chiesa.

Da marzo a ottobre 2010 sono ben 325 le vittime, 28% femmine e 72% maschi, che hanno denunciato violenze subite da religiosi pedofili. Il 60% di esse ha affermato di essere certe che un vasto numero di altri bambini sono stati abusati, fisicamente, sessualmente o psicologicamente, dalla stesso religioso.

In altre parole, le 325 persone che hanno riferito dei loro incidenti rappresentano la classica punta dell’iceberg di un fenomeno molto più vasto per cui il numero di vittime che non hanno mai confessato quanto hanno subito è sicuramente molto più alto di chi invece ha confessato la verità. Il numero totale di abusatori è 422, la gran parte uomini ma anche donne di Chiesa.

La più diffusa strategia per coprire la violenza era l’esplicita richiesta fatta alla vittima di tacere sull’accaduto o la minaccia della dannazione dell’Inferno, oppure che l’eventuale confessione dell’abuso subito avrebbe rappresentato un grave peccato. Il 25% dei religiosi che hanno compiuto violenze  apparteneva all’ordine dei benedettini, e i collegi di Kremsmünster, Seitenstten e Fiecht in Tirolo sono stati indicati come i luoghi dove sono state perpetrati il maggior numero di abusi.

Il secondo posto spetta alla congregazione dei Fratelli Cristiani, che gestisce molte istituzione scolastiche in Austria. Il vasto numero di vittime, e soprattutto le cifre riguardanti i molestatori, smentiscono l’idea che si tratti solo di poche pecore nere isolate. È stato messo in chiaro il fenomeno, diffuso in tutti gli altri Paesi cattolici, riguardo la compiacenza dei vertici ecclesiastici nei confronti dei preti che commettevano abusi sessuali.

La maggior parte dei sacerdoti o altri appartenenti ad ordini religiosi che molestavano i giovani era semplicemente trasferita in un’altra struttura gestita dalla Chiesa. Nel caso di ripetizioni delle violenze l’unica misura intrapresa era un altro trasferimento. Per molti anni così la gerarchia cattolica ha risposto ai casi di abuso, e perfino i pochi preti condannati dai tribunali austriaci ritornavano al lavoro pastorale, così da essere di nuovo in grado di commettere nuove molestie.

Addirittura due sacerdoti, coinvolti in processi per abusi sui bambini in Germania, erano stati trasferiti in Austria dove poi avevano continuato i loro comportamenti violenti nei collegi o nelle parrocchie dove erano stati assegnati. La prassi seguita per i preti pedofili era la seguente: scoperti gli abusi venivano immediatamente comunicati al Vaticano, che ne ordinava il silenzio per evitare il danno d’immagine, evitando di imporre azioni per punire e reprimere i colpevoli.

Per liberare l'umanità dall'oscurantismo religioso serve un nuovo illuminismo (“L'invenzione del cristianesimo”) 241

Gran parte dell'umanità è ancora succube dell'oscurantismo religioso e dilaniata dai continui conflitti che esso suscita nel mondo, ma, fortunatamente, la mentalità laica si sta rapidamente diffondendo in tutto il pianeta per merito della scienza e della cultura che vanno espandendosi a ritmo sempre più veloce e inarrestabile attraverso i mass media, ormai globalizzati.

Tutto l'Occidente sente avvicinarsi una nuova ventata di illuminismo. La lotta per il suo affermarsi, però, sarà ancora aspra e dura e richiederà una forte pressione sulla classe politica attuale, ancora condizionata dalle lobby religiose, per costringerla a concedere, finalmente, tutte le libertà fondamentali del cittadino, e a proporre una nuova scienza dell'educazione che sviluppi nei giovani la razionalità e l'indipendenza del pensiero e porti l'umanità a rifiutare tutte le barriere religiose e a creare un clima di pacifica convivenza tra i popoli.

Che cosa potrebbe, verosimilmente, aiutare miliardi di esseri umani a superare le barriere religiose che imbrigliano la mente umana? Non certo vietando le religioni con la forza, chiudendo d'imperio chiese, moschee, sinagoghe e templi vari, come hanno tentato di fare, inutilmente, i regimi comunisti di infame memoria. Tutto ciò le radicherebbe ancor di più nella nostra psiche. E allora?

martedì 7 dicembre 2010

Il celebre scrittore Christopher Hitchens e l'ex premier inglese Tony Blair in un dibattito sulla religione.

Nel pubblico dibattito su "La religione è una forza che contribuisce al bene del mondo?", avvenuto lo scorso 26 novembre in Canada tra il famoso ateo Christopher Hitchens e l'ex premier inglese Tony Blair, convertitosi al Cattolicesimo nel 2007, ha prevalso nettamente il primo.

Infatti, la linea atea ha prevalso su quella di Blair e Hitchens si è aggiudicato il dibattito che, secondo lo schema dei Munk debates, prevede un vincitore votato dal pubblico in sala.

La tesi di Blair che sosteneva che se «è senza dubbio vero che sono state commesse azioni orribili in nome della religione, è altrettanto vero che le religioni ispirano azioni orientate al bene», è stata demolita con facilità da Hitchens che ha dimostrato ampiamente che le religioni sono «l'asse del male, in quanto provocano intolleranza, esacerbano le divisioni etniche e impediscono il progresso sociale sia nelle nazioni sviluppate che in quelle in via di sviluppo».

Come ha notato il cronista della Bbc Hitchens è stato più persuasivo nel dimostrare che le religioni, oltre ad essere invenzioni umane, prive di ogni attendibilità, sono anche estremamente nocive e catastrofiche per il genere umano e ha elencato una massa di esempi attuali sulla complicità delle religioni nei massimi conflitti attuali.

Se le religioni si limitassero a vendere solo illusioni, poco male. In realtà producono intolleranze, persecuzioni, guerre fratricide, violenze morali e ostacolano in tutti i modi le libertà fondamentali dell'uomo, ha concluso Hitchens. Quindi “Sono un male, non solo una falsità”.

Da notare che il celebre scrittore inglese, appena cinquantunenne, sta attraversando un momento drammaticissimo perché ha dichiarato pubblicamente di avere un cancro all'esofago fra i più deleteri e che teme per la sua sopravvivenza.

"Come sto? Sto morendo", ha risposto con disarmante franchezza ad un intervistatore. E ha aggiunto: “non diventerò mai un credente neanche con la morte vicina. Se sentiste parlare di una mia conversione, sarebbe una menzogna della comunità religiosa, o un effetto delle cure per il cancro che non mi fanno più essere me stesso". Un uomo tutto d'un pezzo!

Il celibato è la causa principale delle perversioni del clero (“L'invenzione del cristianesimo”) 240

Se Gesù e gli apostoli erano sposati come mai la Chiesa Cattolica, senza addurre un valido fondamento biblico né dottrinale, impone il celibato ai suoi sacerdoti? Durante i primi tre secoli del cristianesimo, preti, vescovi e papi erano regolarmente sposati.

Paolo di Tarso, il vero creatore del cristianesimo, raccomandava nelle sue Lettere che i vescovi fossero sposati “con una sola moglie” e con figli ubbidienti. Fu il Concilio romano del 386 d.C. che stabilì che vescovi e sacerdoti sposati dovessero ripudiare le loro mogli e vivere celibi.

La norma fu ampiamente contestata e disattesa, tanto che il IX Concilio di Toledo del 655, dovendo combattere la dilagante lussuria del clero, decretò che tutti i figli generati dagli ecclesiastici, dai vescovi fino ai suddiaconi, diventavano per sempre schiavi della Chiesa. Pare però che, nonostante questo decreto, l’alto e il basso clero continuassero a vivere nella lussuria e nel concubinaggio.

Dal Medioevo fino a tutto il Rinascimento: papi, clero, monaci e monache, come ci raccontano le cronache del tempo, furono dediti a tutte le perversioni sessuali al punto che nel 1414 re Enrico V d'Inghilterra, per porre un freno a questa generale lascivia, tentò di introdurre la castrazione forzata nel rituale dell'ordinazione sacerdotale.

Ma fu solo col Concilio di Trento (1547), convocato in seguito alla ribellione di Lutero, che la Chiesa riuscì a imporre ai suoi ecclesiastici una condotta meno scandalosa e a ribadire la necessità del celibato.

Da allora questa imposizione si è progressivamente imposta, suscitando sempre forti resistenze nel clero. Pe la Chiesa, il celibato dovrebbe conferire al sacerdote un maggior carisma spirituale e concedergli maggior tempo da dedicare alle funzioni religiose.

Viceversa, col matrimonio e con la nascita dei figli, sarebbe portato a pensare ai beni terreni e alla prosperità della famiglia. Ma questa imposizione ha determinato in molti dei suoi ministri delle frustrazioni sessuali, degenerate spesso in perversioni vere e proprie, quali l’omofilia e la pedofilia, come abbiamo visto sopra.

Infatti, la Chiesa Cattolica è l'organizzazione sociale che, secondo molti ricercatori, conta, a tutti i livelli della sua scala gerarchica, la più alta concentrazione di persone omosessuali.

Preti, vescovi e cardinali, però, per camuffare le loro tendenze non tralasciano di sparare continuamente anatemi sulla "innaturalità" dei rapporti omosessuali, alimentando in questo modo l'odio e la discriminazione contro i gay.

Al contrario della Chiesa Cattolica, quella Protestante, accettando o addirittura incoraggiando il matrimonio per i suoi ministri di culto, ha evitato perversioni, scandali e danni materiali.

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Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)