Visualizzazioni totali

martedì 30 novembre 2010

Papa Ratzinger responsabile dell'omertà della Chiesa (“L'invenzione del cristianesimo”) 237

L'Ateneo di Firenze invita a messa professori e studenti per l'inaugurazione dell'anno accademico.

Ricordate cosa accadde quando papa Benedetto XVI fu invitato dal Rettore dell'Università “La Sapienza” di Roma a tenere il 17 gennaio 2008 la "Lectio magistralis" per l'inaugurazione dell'Anno Accademico?

67 docenti dell'ateneo inviarono al Rettore una lettera di dissenso, ravvisando in quell'invito l'indice di un forte conformismo, di una desolante forma di servilismo e, soprattutto, il tentativo di trasformare l'inaugurazione dell'anno accademico in un mega-evento mediatico da parte del supremo rappresentante della dogmatica ecclesiale che, nel 1990, da cardinale, aveva dichiarato che il processo contro Galileo era stato ragionevole e giusto, suscitando non poche polemiche nel mondo scientifico.

La lettera di dissenso dei 67 professori, in uno Stato democratico in cui il dissenso dovrebbe essere non solo legittimo ma sacrosanto, sarebbe dovuta essere accolta con rispetto e attenzione, invece suscitò una bagarre mediatica immane, un'orgia di mistificazioni, di ipocrisie, di opportunismi e di falsità d'ogni genere da parte non solo della quasi totalità della nostra “casta politica”, la più bigotta d'Europa anche se in gran parte atea e baciapile, ma di tutti i giornali di destra e di sinistra e dei telegiornali nazionali, in una gara di inverecondo lecchinaggio nei confronti del papa martire.

I 67 professori furono additati al ludibrio nazionale come “cattivi maestri”, “cretini”, “liberticidi”, “oscurantisti”, “illiberali”, e così via. Un ex ministro, confondendo la democrazia (dove il dissenso è legittimo) con la teocrazia (dove il dissenso è punito col rogo) ne ha chiesto il licenziamento e la condanna alla galera e li ha definiti nemici della libertà e promotori di odio e di terrore.

Lo spettacolo indecoroso, antidemocratico e servile dato da noi italiani in quella circostanza, ha dimostrato l'infimo senso civico e il plateale servilismo che da sempre contraddistinguono il nostro Paese e la sua distanza anni luce da un autentico e sano laicismo.

Purtroppo i casi di spregio al principio di laicità dello Stato sono sempre più diffusi nel nostro Paese e il recente invito a messa di professori e studenti fatto a nome del Rettore dall'Ateneo di Firenze Alberto Tesi in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico lo dimostra.

Margherita Hack, astrofisica fiorentina, atea di ferro, quasi non ci crede: "E' una cosa totalmente assurda. E io che credevo che il peggio lo avessimo già toccato quando la Sapienza decise di invitare il Papa a parlare all'università". No, purtroppo, in Italia al peggio non c'è mai limite.

Per il fiorentino consigliere regionale de La Sinistra-Verdi Mauro Romanelli: "E' un gesto che lascia il retrogusto dell'arroganza, e trasmette la sensazione di un ossequio alla tradizione e ai poteri forti che è poco coerente con i principi di emancipazione, libertà, sapere critico, amore della ricerca e della scoperta che l'università dovrebbe infondere".

Rettore Alberto Tesi

L'evangelizzazione al giorno d'oggi: vero genocidio culturale e religioso (“L'invenzione del cristianesimo”) 234

In realtà, l’evangelizzazione è sempre stata – e lo è tuttora – un’arma potente usata dagli Stati occidentali per promuovere il loro dominio sui Paesi arretrati e per sfruttarli meglio economicamente.

Quindi, dietro l'intenzione di diffondere il cristianesimo c'è la maschera degli interessi economici e politici dell'Occidente. Ai nostri giorni il proselitismo cristiano, sia cattolico che protestante, sta ancora operando massicciamente presso popolazioni indigene dell'Africa e del Sud America, continuando a cancellare la diversità culturale di molte etnie.

In tal modo distrugge i riti primitivi delle tribù e le deruba di ciò che le Nazioni Unite hanno definito patrimonio culturale mondiale, oltre che a corrompere, instillando il virus del peccato e della redenzione, il loro sereno e gioioso modo di vivere.

Siamo quindi in presenza di un continuo genocidio culturale e religioso, attuato in piena violazione del diritto internazionale, che vieta di imporre insegnamenti, non richiesti, in cambio di beni materiali e assistenza medica.

Gli antropologi, constatando come il cristianesimo imponga alle popolazioni evangelizzate una cultura prettamente occidentale, con la conseguente distruzione di quella loro preesistente e con la sovrapposizione ad essa di schemi mentali avulsi dalla loro tradizione, parlano apertamente di atteggiamento etnocida e invocano l'intervento dell'ONU che impedisca un tale sconvolgimento.

In conclusione, il proselitismo, da qualsiasi parte provenga, è sempre un crimine culturale e religioso, che spesso si accompagna all'asservimento politico ed economico.

Palazzo ONU

lunedì 29 novembre 2010

Perché il governo di destra vieta la morte naturale e impone l'accanimento terapeutico di Stato

Il governo di destra che si richiama al partito della libertà (ma in questo caso libertà è una parola oscena in quanto significa oppressione) vietando ai Comuni i registri dei testamenti biologici toglie ogni validità alle volontà espresse liberamente dai cittadini sui trattamenti sanitari da praticare sul proprio corpo.

Per i nostri governanti attuali conta solo la volontà dei gerarchi vaticani che oltre alle nostre anime vogliono impadronirsi dei nostri corpi, da torturare con macchine e sonde anche se non vogliamo. Da notare che“il Comune che istituisce il registro dei testamenti biologici non deborda in nessun modo da quelle che sono le sue competenze”.

I registri infatti sono “semplici atti amministrativi” che “non entrano nel merito del contenuto delle dichiarazioni anticipate di volontà”, e servono a riempire “un vuoto di tipo amministrativo”. In essi chi è ligio alla Chiesa potrebbe anche esprimere la volontà di essere tenuto in vita utilizzando tutte le macchine e sonde possibili.

“Di certo non si può pensare che questo documento contro i registri comunali risponda al volere della maggior parte degli italiani – sostiene l’onorevole Benedetto Della Vedova, vicecapogruppo dei finiani alla Camera – i cittadini non vogliono che siano i ministri, i legislatori, i giudici a decidere della propria salute. Sembrerebbe piuttosto una mossa per accontentare una parte della gerarchia ecclesiastica”.

I registri, infatti, nati sulla base di iniziative popolari, stanno acquisendo sempre più una dimensione nuova che disturba fortemente la Chiesa sempre più conservatrice, oppressiva e nemica implacabile di ogni libertà.

Sono sostenuti sul piano istituzionale dai notai, che in modo silenzioso e lungimirante si ritagliano un nuovo spazio di azione. Di più, sono sostenuti dalla Chiesa valdese, che a Milano, Trieste, da ultimo a Torino, e presto altrove, apre sportelli per il testamento.

Sul piano simbolico e culturale questo è un evento straordinario: dopo secoli, per la prima volta in Italia si presenta al grande pubblico un cristianesimo non-cattolico capace di intercettare le esigenze della gente.

Ecco quindi perché bisognava chiudere al più presto i Registri perché potrebbero diventare la miccia di un nuovo scisma (non più sommerso) verso altre forme di cristianesimo, in un momento in cui la Chiesa cattolica perde credibilità per gli scandali interni (pedofilia, Ior, ecc.), per l'appoggio ad un Premier poco presentabile e per la difesa ad oltranza della legge sul testamento biologico criticata aspramente anche da molti cattolici doc.

on. Benedetto Della Vedova

L'azzeramento delle culture dei popoli del sud America (“L'invenzione del cristianesimo”) 233

Fu dopo la scoperta dell'America e la sua conseguente colonizzazione da parte degli europei che il missionariato esplose in tutta la sua virulenza, in simbiosi con l'apparato militare spagnolo e coi mercanti avidi di impadronirsi dei tesori del Nuovo Mondo. Milioni di indigeni vennero depredati, schiavizzati e costretti, pena la morte, a convertirsi al cattolicesimo.

Una evangelizzazione coatta, quindi, perpetrata con torture, stragi e genocidi di ogni genere. Quanti fiumi di sangue, quanti fiumi di lacrime in nome del dio, chiamato eufemisticamente dagli aguzzini che infierivano nel suo nome “Padre amoroso e misericordioso”! Alcuni storici hanno calcolato a più di trenta milioni le vittime uccise durante quella forzata conversione.

Anche tutte le culture di queste inermi popolazioni furono azzerate e distrutte in pochi decenni. Infatti gli olmechi e i maya avevano sviluppato elaborati sistemi di scrittura, astronomia, agricoltura e avevano scoperto un calendario di 365 giorni ed elaborato il concetto di zero, senza il quale il calcolo matematico è molto difficile.

Oggi stiamo ricuperando, mediante ricerche archeologiche, una parte dell'immenso capitale culturale irrimediabilmente distrutto da questi sanguinari evangelizzatori. Furono alcuni ordini religiosi a prestarsi a questo tsunami cattolico, in special modo i gesuiti e i francescani.

Il proselitismo, attuato con feroce determinazione in America latina, è continuato purtroppo, con l'avvento del colonialismo, anche in Asia e in Africa. I nostri missionari, ma anche quelli protestanti, sulla scia degli eserciti coloniali, hanno preso a dilagare in quei Paesi arretrati, rispetto all'Europa, per costringere le loro popolazioni ad aderire al cristianesimo, suscitando spesso violente reazione da parte delle altre religioni e perfino delle autorità locali.

Alcuni missionari vennero anche uccisi (e prontamente proclamati santi dalla Chiesa). Questa nuova ondata di proselitismo non attuò i metodi violenti e liberticidi usati dagli spagnoli nell'America latina, ma si camuffò del pretesto di portare anzitutto aiuti umanitari a quelle popolazioni disagiate e secondariamente di divulgare il Vangelo.

Scultura olmeca

domenica 28 novembre 2010

Certamente la fede aiuta a vivere meglio, ma anche i soldi fanno lo
stesso effetto, solo che non tutti li hanno.
Carl William Brown

L'enigma svelato (Il lato oscuro della verità) 46

Trascorsero così altri tre giorni durante i quali egli ebbe la nitida certezza di essere osservato e studiato attentamente dal Maestro Simone e da alcuni membri del Consiglio dei Dodici.

Era chiaro che aspettavano con ansia la sua decisione. Non sapeva che nel manoscritto dell'antico Maestro di Giustizia si parlava dell'imminente arrivo del Messia. Del doppio Messia: il Messia d'Aronne, cioè il re spirituale d'Israele, incaricato di premiare gli esseni, unici e veri osservanti della Legge, e il Messia d'Israele, cioè il re incaricato di punire i malvagi e i dominatori, vale a dire il resto dell'umanità, compresi quasi tutti gli altri ebrei ritenuti empi.

Gli angeli sarebbero scesi dal cielo, lo avrebbero lavato e unto e, infine, lo avrebbero rivestito con i sette ornamenti elencati dall'Esodo, in altre parole con le insegne dello stadio divino del Sacerdote Eletto. Era all'oscuro del loro delirio e ciò lo rendeva calmo, sereno, dolcemente immerso nei suoi pensieri.

Se Davide era costantemente serafico, Giovanni e i capi degli esseni fremevano nell'impazienza di conoscere la sua decisione in merito all'ingresso nella loro comunità. La scoperta del manoscritto da parte di Davide, il suo aspetto, il carisma che emanava solo a guardarlo, lo facevano presagire, ai loro occhi, come il Messia imminente. Giovanni non aveva più chiuso occhio dall'incontro con lui ed era costantemente dominato dall'ansia della risposta che non arrivava.

Al termine del terzo giorno, su invito anche del Maestro Simone, Giovanni ruppe gli indugi e mandò il novizio Esrom a chiedere un nuovo colloquio. Davide comprese che la sua permanenza in quell'oasi di silenzio e di pace era giunta al termine. Se ne dispiacque ma una chiarificazione era ormai inevitabile.

Ripresero a passeggiare all'ombra del gran muro. Per un buon tratto rimasero in silenzio, quasi che nessuno dei due osasse iniziare il discorso per primo. Ciò fece intuire a Giovanni che la decisione di Davide era negativa. Ma rimase fino all'ultimo aggrappato ad un esile filo di speranza. Alla fine ruppe il silenzio e con voce roca dall'ansia chiese: "E allora?"

Davide prese ancora qualche attimo, prima di rispondere. Sentiva l'angoscia dell'amico e n'era turbato, ma era anche sicurissimo della sua decisione.

Vedendo tardare la risposta, Giovanni proseguì: "Ricorda quello che ti ho detto la volta scorsa. L'apocalisse è vicina e non risparmierà nessuno. Solo chi appartiene alla nostra comunità sarà giustificato da Dio e avrà la salvezza, perché lo spirito di Dio è lo strumento purificatore che agisce all'interno della comunità.

"Scrive il nostro antico Maestro di Giustizia: Chiunque rifiuta di entrare nel patto di Dio, cioè nella nostra comunità, non sarà annoverato tra i giusti, non sarà purificato da nessuna purificazione, resterà perennemente impuro, perché è per mezzo dello spirito dell'Assemblea di Verità, cioè la nostra, che sono purificate le azioni dell'uomo e tutte le sue colpe".

Parlava a frasi brevi, quasi smozzicate dall'emozione.
"E quando verrà l'apocalisse, che accadrà al mondo e al resto degli ebrei?" chiese Davide.ù

"Jahvè li distruggerà, trionferà su Satana e instaurerà il nuovo Regno dei Giusti, al quale apparteremo noi soli ".

"Ma chi è mai questo vostro Dio, che salva un'esigua minoranza per distruggere tutti gli altri? Il Dio dell'universo o un Dio tribale, o meglio, un Dio particolare legato ad una minuscola setta?"

"Che intendi dire!" scattò Giovanni con ira repressa.

"Che il Dio che è dentro di voi e anche, purtroppo, dentro la gran parte del popolo ebreo, è il Dio del castigo, della vendetta, dell'odio e della parzialità. Un Dio creato da noi con tutte le meschinità umane. Quindi un anti Dio. Il vero Dio è solo amore. Amore per tutti".

"Le tue parole sono empie perché ignorano che noi siamo il popolo eletto" urlò Giovanni fuori di sé.

"Siamo fatti tutti della stessa carne, ebrei e non. A tutti indistintamente Dio ha dato in dono una scintilla di luce, anche se spesso è offuscata dalle tenebre del nostro cuore. Chiunque di noi riesce a far risplendere questa scintilla, si apre al divino ed entra a far parte del Regno dei Cieli.

"Dobbiamo solo aiutarci a raggiungere questo scopo, con l'amore e il perdono. Dio, buono e misericordioso, ci ha creati per questo: tutti uguali, tutti partecipi del divino. Il resto: Legge e popolo eletto, serve solo a ritardare il nostro cammino, a mantenerci nelle tenebre, a farci vivere come cani del diavolo".

"La tua empietà non ha limiti" gridò Giovanni al colmo dell'ira. "E pensare che noi tutti eravamo convinti che saresti diventato il futuro Maestro di Giustizia o l'atteso Messia".

"Non c'è più posto per profeti e Messia. Hanno fatto il loro tempo. Il mondo, ora unificato politicamente, ha bisogno di essere finalmente unificato anche spiritualmente nel segno della fratellanza universale".

"E Satana? Chi sconfiggerà Satana e il Male?" chiese Giovanni beffardo.

"Satana e il Male esistono soltanto dentro di noi. Sono nostre proiezioni. Con l'amore riusciremo a togliercele e ad aprirci a Dio".

Avevano percorso l'intero periplo dell'edificio. Era l'ora della preghiera vespertina. Dal silenzio quasi assoluto si stava levando, da tutte le stanze, un brusio sommesso e sotterraneo.

"Caro Giovanni" concluse Davide con il suo inalterato tono di serenità e dolcezza, " mi dispiace di averti dati una così tremenda delusione. Domani lascerò Qumran e riprenderò la mia vita errabonda ma conserverò a lungo un dolcissimo ricordo dei giorni trascorsi in questo eremo di pace. E nonostante le nostre opposte opinioni religiose, sono stato molto contento di averti rivisto. Mi auguro di rincontrarti di nuovo, magari in un'atmosfera più serena. E che Dio t'illumini e ti riscaldi con il suo amore".

sabato 27 novembre 2010

Il Vaticano all'assalto della Chiesa anglicana.

I rapporti ecumenici fra le varie chiese cristiane si fanno sempre più difficili perché il Vaticano tenta in tutti i modi di fogacitare le Chiese concorrenti. Ha fatto scalpore in questi giorni la decisione di un gruppo di vescovi anglicani di passare nella chiesa cattolica.

In testa il vescovo di Fulham, Burnham, sposato con quattro figli, che ha dichiarato che parecchi vescovi e sacerdoti lo seguiranno verso Roma «Saranno non centinaia, ma migliaia», ha dichiarato. Le recenti aperture del Pontefice al clero anglicano, anche sposato, che intendeva passare al Cattolicesimo, hanno avuto dunque pieno successo.

Essere "generosi" e dar loro  "un'accoglienza affettuosa e cordiale" aveva raccomandato il Papa ai vescovi inglesi ricevuti in Vaticano. Il papa ha voluto approfittare al massimo della crisi che ha investito l'ala più tradizionalista della Chiesa anglicana, preoccupata dalla piega eccessivamente liberale che ha determinato l'ordinazione delle donne vescovo e l'accettazione di preti dichiaratamente gay.

Sconcerta che la principale motivazione che avrebbe spinto gli anglicani verso Roma sia stata l'apertura al sacerdozio delle donne sempre avversato da Roma, rimasta fedele al suo rigido maschilismo, ma non nell'anglicanesimo, dove la pressione femminile è molto forte.

Il travaso di anglicani al cattolicesimo però, non è stato accolto positivamente dalle autorità anglicane, come l'arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, che lo ha definito "un attacco" alla propria Chiesa.

Questi spostamenti di fedeli cristiani da una Chiesa all'altra appaiono piuttosto dettati da motivi di vertice che non da impulsi di base. Si muovono i vertici ecclesiastici per giochi di potere più che le singole coscienze.

Le cancellerie, le curie. Anche in questi spostamenti sono i mass media a dominare. Gli aderenti alle chiese cristiane rischiano di perdere il loro valore e la loro autonomia.

Cerimonia anglicana

Il proselitismo violento (“L'invenzione del cristianesimo”) 232

Chi allora decise di rivolgersi ai gentili? Fu Paolo, il millantato tredicesimo apostolo, che, durante i suoi viaggi missionari nel Mediterraneo Orientale, non riuscendo a convertire i suoi correligionari ebrei alla parusia (cioè alla credenza del ritorno di Gesù dalle nuvole) si rivolse ai pagani, timorati di dio, che frequentavano le sinagoghe come uditori e, trovandoli più ricettivi degli ebrei, abbandonò la causa ebraica e si dedicò interamente alla loro conversione, inventando per loro il cristianesimo oggi professato dalla Chiesa.

Da lui, chiamato l'apostolo dei gentili, nacque l'esigenza di diffondere la buona novella (la parusia) in tutto il mondo allora conosciuto, per prepararlo al ritorno di Cristo dal cielo, ritenuto allora imminente.

La Chiesa, derivata da Paolo, si prefisse, quindi, la conversione del mondo pagano usando tutti mezzi per attuarla. Dopo Costantino, con l'aiuto degli Imperatori ormai passati al cristianesimo, attuò con la costrizione più o meno violenta, la conversione coatta dell'intera Europa, ricorrendo talvolta a dei veri e propri eccidi per piegare le popolazioni più restie.

Molti dei santi proclamati tali dalla Chiesa durante il Medioevo furono in realtà dei feroci aguzzini che, nel nome del nostro dio “buono e misericordioso”, attuarono atroci massacri contro i pagani recidivi.

Il proselitismo violento della Chiesa continuò con le Crociate. Papa Urbano II nel 1095 a Clermont, nel discorso di indizione della prima crociata, ordinò ai cristiani di partire in massa contro i musulmani della Terra Santa, al grido: “Cristo lo vuole”, e promise testualmente: “Per tutti quelli che partiranno, se incontreranno la morte in viaggio o durante la traversata o in battaglia contro gli infedeli, vi sarà l’immediata remissione dei peccati”.

Cioè il paradiso garantito. E i crociati partirono come invasati, e strada facendo fecero strage anche degli ebrei che incontrarono nei territori europei, tento erano anch’essi degli infedeli!

Papa Urbano II

venerdì 26 novembre 2010

La “Vandea” baciapile.

È notorio che il Veneto è la Vandea d'Italia. Ora che la regione è diventata un feudo leghista il suo vandeismo si è ancor più accentuato. Pare, però, che il Piemonte, altro governatorato leghista, voglia fargli concorrenza.

I governatori leghisti, infatti, fanno a gara a chi è più paraculo dei clericali. Ma, tornando al Veneto. scrive il vicentino Vitaliano Trevisan a pag. 76 di "Tristissimi Giardini", editori Laterza, collana "Contromano", uscito nel maggio 2010: "Noto anche, e andando a Treviso li noto sempre, strani cartelloni pubblicitari di fondo azzurrino con su una madonna (maiuscola nel testo), e una scritta che dice qualcosa come: l'aborto è un as

Il fatto merita una breve considerazione. L'Italia, stando alla Costituzione, è uno Stato laico e democratico. Ma la Costituzione, si sa, è carta straccia per i nostri politici, che la violano in continuazione. Una prova fra le tante: i continui e massicci contributi alle scuole private cattoliche, espressamente vietati dalla Costituzione.

Ora la Corte Costituzionale ha stabilito da tempo che «il nostro ordinamento costituzionale esclude ogni differenziazione di tutela della libera esplicazione sia della fede religiosa sia dell'ateismo» (sentenza 117/1979).

In base a questa sentenza l'Uaar, a sue spese, ha tentato tempo fa di far pubblicità dell'ateismo su due bus di Genova ma è stata subito impedita con la plateale idiozia che avrebbe offeso i credenti proponendo una pubblicità ingannevole. Scrivere, infatti, che dio non esiste

Da notare che negli ultimi decenni, nonostante il progressivo imbranamento clericale della nostra classe politica, la società italiana è diventata sempre più plurale e, soprattutto, secolarizzata.

I non credenti italiani sono diversi milioni, molti di più di tutte le confessioni religiose di minoranza messe insieme. Ma nonostante ciò sono sempre i politici clericalizzati a dettar legge. Così a noi atei non permettono gli ateobus pagati di tasca nostra, e ai leghisti del membro consentono di mettere cartelli con la madonna antiaborto, pagati coi soldi delle nostre tasche.

Nel Veneto baciapile, col leghismo al potere dobbiamo prepararci al peggio. Prima, la presa di posizione sulla pillola RU 486, adesso la madonna antiaborto, domani, chissà, magari una delibera come quella approvata in Piemonte il 15 ottobre che rende molto più ardua e irta di ostacoli l’interruzione volontaria di gravidanza, in evidente violazione della 194 nello spirito e nella sostanza.

Le conversioni coatte (“L'invenzione del cristianesimo”) 231

Molti crimini commessi dalla Chiesa attraverso tutta la sua storia, riguardano la sua vocazione al proselitismo, cioè all’obbligo categorico di imporre la sua fede a tutto il genere umano con ogni mezzo, ivi compresa la "guerra santa", che storicamente appartiene anche agli altri due monoteismi: ebraismo ed islam.

Per il cristianesimo questa vocazione missionaria viene giustificata dall'ordine impartito da Gesù stesso agli apostoli, come leggiamo negli ultimi versetti del Vangelo di Matteo (28,18-20) che recitano:"Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato". Chiaro? Chiarissimo!

Solo che Gesù queste parole non le ha mai dette e Matteo non le ha mai scritte. Sono stati appiccicate al suo Vangelo dopo il IV secolo. La prova? Duplice. Anzitutto, ai tempi di Gesù nessuno conosceva la Santissima Trinità, perché fu formulata dalla Chiesa appena nel IV secolo e quindi nessuno, al tempo di Matteo, era a conoscenza di essa e poteva invocarla.

In secondo luogo, perché Matteo, in piena contraddizione con questi versetti, aveva scritto in precedenza, proprio nel suo stesso Vangelo, che Gesù aveva esplicitamente vietato il missionariato presso i non ebrei. “Non andate tra i pagani e non entrate in nessuna città dei samaritani, ma andate piuttosto verso le pecore perdute della casa d’Israele.” (Matteo 10, 5-6).

Quindi nessun ordine fu impartito da Gesù a convertire i pagani, ma solo il divieto di occuparsi di loro, paragonati in modo sprezzante, in altri passi del Vangelo, ai porci e ai cani.

La Chiesa di Gerusalemme, guidata da Giacomo fratello di Gesù, non si preoccupò mai quindi di diffondere la parusia tra i pagani ma solo tra i giudei della Palestina e della diaspora, che erano sparsi nelle contrade dell'impero romano.

Proselitismo coatto

giovedì 25 novembre 2010

Moralità universale e convivenza democratica secondo Ratzinger

Alla XXV Conferenza internazionale per gli operatori sanitari tenutasi a Roma in questi giorni il papa ha dichiarato che “i valori etici fondamentali sono patrimonio comune della moralità universale e base della convivenza democratica”.

Cerchiamo di tradurre le parole di papa Ratzinger, di capire, cioè, cosa lui intende esattamente per moralità universale e convivenza democratica. Per qualsiasi libero pensatore l'etica universale comprende quel complesso di valori che l'uomo, durante un lungo e tormentato travaglio evolutivo, ha saputo elaborare dalla sua più profonda umanità, e si è imposto con libere e democratiche decisioni nel rispetto dell'uguaglianza dei diritti e dei doveri.

Ma per Ratzinger? Per lui i valori etici derivano esclusivamente dal dio biblico Jahvè (che è anche il dio del cristianesimo) inventato da Mosè sul Monte Sinai.

Un dio sanguinario e spietato, secondo la leggenda biblica, che dopo aver scritto col suo dito sulle tavole della legge il comandamento fondamentale: non ucciderai, con mirabile coerenza ordina poco dopo allo stesso Mosè di trucidare tremila israeliti rei di aver adorato il vitello d'oro durante i quaranta giorni della sua assenza.

Sempre questo dio, eufemisticamente chiamato nella Bibbia buono e misericordioso, impone al suo popolo eletto, durante la conquista della Terra Promessa, di uccidere, senza pietà, tutto quel che respirava, cioè uomini, donne, vecchi e bambini che si opponevano all'invasione degli israeliti.

È questo chimerico dio, che nessuno ha mai visto e conosciuto, se non attraverso leggendari libri pseudo-sacri, la fonte suprema di ogni morale per Ratzinger. L'uomo, invece, con la vera etica non c'entra niente perché non può elaborarla da se stesso, deve solo accettarla da dio. E la libertà che l'uomo pretende di avere per decidere democraticamente della sua vita e del suo destino è satanica ribellione ai voleri divini.

Nessun papa ha mai accettato la libertà dell'uomo e la democrazia. La dimostrazione? Il Vaticano non ha firmato la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, sottoscritta da tutti gli Stati occidentali e democratici? Perché? Semplicemente perché essa riconosce tutte le libertà e i diritti dell'uomo che il Vaticano rinnega come satanici.

Per la Chiesa: nessuna libertà va concessa all'uomo. Per lui solo totale obbedienza a dio e alla Chiesa che ne interpreta i voleri.

È fin dai tempi di Paolo, che la Chiesa ha sempre nutrito un totale disprezzo dell'uomo come essere morale e l'ha ritenuto incapace, da solo, di usare una qualsiasi forma di libertà e, perciò, bisognoso di essere totalmente sottoposto alla sua guida e autorità. Negazione assoluta di ogni libertà e democrazia.

Benedetto XVI

La caccia alle streghe (“L'invenzione del cristianesimo”) 230

Dapprima finirono sul rogo tutti coloro che venivano accusati, o solo sospettati, di eresia, anche in base ad accuse anonime e inventate. Ma quando Innocenzo VIII nel 1484 avvallò, con una Bolla papale, la delirante superstizione che il diavolo di notte si univa carnalmente con donne, esplose in tutta Europa la caccia alle streghe.

Da allora, fino al 1782, quando Anna Goeldi, l'ultima donna ad essere condannata a morte per stregoneria, fu decapitata a Glarona in Svizzera, l’Europa fu disseminata di continui roghi che bruciarono una moltitudine di donne innocenti, di tutte le età ed anche bambine.

Queste vittime venivano costrette a confessare la loro unione carnale col diavolo per mezzo di atroci torture. Le più fortunate erano quelle che riuscivano a strozzarsi in carcere per por fine al loro suplizio.

Fu un delirio collettivo, una mostruosità dovuta al fatto che la Chiesa aveva avallato la grottesca psicosi demoniaca che il mondo era invaso da spiriti maligni, che si univano alle vergini per procreare mostriciattoli, cioè individui affetti da malformazioni, diffondere malattie, inquinare le acque e così via. Chi rifiutava di ammettere la stregoneria, relegandola a stupida credenza, finiva sul rogo come eretico.

A credere e a propagare simili mostruosità non era solo il popolino incolto ma i massimi dottori della Chiesa, come Giovanni Crisostomo, Agostino, Alberto Magno, Tommaso d’Aquino, Bonaventura ecc.. e tutti i papi. Ancor oggi la Chiesa ha un corpo speciale di sacerdoti, chiamati esorcisti, che ha l’incarico di scacciare gli spiriti maligni. Con l'affermarsi delle cure psichiatriche e della psicanalisi, però, gli spiriti maligni sono oggi in netto calo e, col progredire della scienza, se ne presume una rapida estinzione.

L’esecuzione degli «eretici» avveniva nei giorni di festa e nella piazza più importante della città. Era considerata dalla Chiesa un’esibizione della sua illimitata potenza, perciò tutto il popolo era obbligato ad assistervi, e a chi offriva la legna per il rogo veniva concessa l’indulgenza plenaria.

Sulla via che conduceva al luogo dell’esecuzione il condannato, agghindato col berretto dei pazzi, veniva dileggiato e insultato. Si erigevano tribune speciali per godere, a pagamento, la vista migliore. Il popolo vi assisteva con grande gioia, beandosi delle sofferenze delle vittime. I romani antichi si divertivano accorrendo ai giochi crudeli del circo, i cristiani, più modestamente, assistendo all’arrostimento degli eretici e delle streghe.

Quanti ne furono bruciati? Una strage. Se potessimo consultare gli archivi segreti del Vaticano vi troveremmo una moltitudine di scheletri. Voltaire ha calcolato che il numero dei cristiani ammazzati per motivi di fede fu di circa 10 milioni.

Museo di Anna Goeldi

mercoledì 24 novembre 2010

La pillola anticoncezionale? Un vero e proprio elisir di lunga vita per le donne che la usano.

Il Congresso Nazionale della Sigo (Società Italiana di Ginecologia ed Ostetricia) in corso a Milano, non solo assolve la pillola anticoncezionale ma arriva a proclamarla un vero e proprio elisir di lunga vita per le donne che la usano.

Indubbiamente uno smacco colossale per la Chiesa che l'ha sempre demonizzata, paragonandola ad un assassinio, e che tanto si agita per ostacolarla in tutti i modi.

Secondo un sondaggio effettuato tra i ginecologi italiani, il 73% di loro ritiene che le donne che assumono la pillola contraccettiva conduce uno stile di vita molto attento e rigoroso: l’89% di esse non fuma, il 67% svolge regolare attività fisica, il 56% tiene il peso sotto controllo e quasi tutte sono maggiormente attente alle malattie sessualmente trasmesse.

Uno studio clinico effettuato su 46.000 di loro che hanno fatto uso di questi anticoncezionali, seguite per circa 40 anni, mette in evidenza una minore mortalità complessiva ed uno stato di salute generale decisamente migliore rispetto a chi non ha usato la pillola anticoncezionale. Questi risultati positivi assumono oggi maggiore valenza se si riflette sul fatto che le nuove pillole, a differenza di quelle del passato, sono totalmente prive di effetti collaterali.

Anzi, quelle a base di drospirenone o di estradiolo, sembrano combattere anche il calo di desiderio sessuale femminile e addirittura la ritenzione idrica.

Purtroppo non tutte le donne possono cautelarsi con la pillola da gravidanze indesiderate per cui la richiesta di interruzione volontaria di gravidanza resta l'unica via d'uscita.

La legge 194 che la consente voluta con referendum popolare è stata fondamentale nella storia delle donne ma ha trovato sempre ostacoli da parte di molti nostri politici perennemente succubi del Vaticano.

L'ultimo proviene dalla Giunta della Regione Piemonte, che in data 15 Ottobre 2010 con delibera n. 21-807 ha approvato un “Protocollo” eufemisticamente dichiarato migliorativo del percorso assistenziale per la donna che richiede l’interruzione volontaria di gravidanza, ma che in realtà lo rende molto più arduo e irto di ostacoli in quanto viola la privacy della donna, tende ad esautorarla dalla scelta che è riconosciuta solo a le e la sottopone ad una specie di inchiesta. Una evidente violazione della 194 nello spirito e nella sostanza.

È indispensabile, quindi, che le donne che vogliono difendere la loro salute e la loro libertà consapevole si oppongano a questa legge coercitiva che vuole sottoporle alle forche caudine del potere clericale.

Pillole anticoncezionali

La Santa Inquisizione (“L'invenzione del cristianesimo”) 229

All'inizio del capitolo abbiamo evidenziato che la Chiesa, una volta istituzionalizzata, divenne la religione più persecutrice e intollerante del mondo. L’apice fu raggiunto nel Medioevo durante l’Inquisizione, quando milioni di cristiani, dissidenti o ritenuti tali, finirono sul rogo.

Fu la bolla “Ad extirpanda”, emanata nel 1252 dal Papa Innocenzo V a segnare l’inizio della carneficina. Il testo di riferimento per questa infame persecuzione, che riguardò l'intero mondo cristiano e imperversò fini al XIX secolo (l’ultimo auto-da-fé si tenne in Messico nel 1850), fu il Deuteronomio (17,12-13) che impone esplicitamente agli ebrei di uccidere chiunque, persino i membri della famiglia, si fosse convertito all'idolatria per venerare un dio diverso da Jahvè.

Solo che il Deuteronomio, oltre all'uccisione dell'infedele, ordina anche la distruzione del suo patrimonio. Cosa che la Chiesa si guardò bene dall'attuare, decretando, invece, che tutti i beni di proprietà di un eretico condannato, venissero da essa confiscati per spartirli con le autorità locali e con gli accusatori della vittima. Con ciò, facendo crescere a dismisura l'esercito dei delatori.

Papa Innocenzo V

martedì 23 novembre 2010

“Sentire le voci”

Ho accennato a questo fenomeno spiegando come nascono le Madonne-patacca. Dicevo che le Madonne nascono in due modi: o sono invenzioni di furbi lestofanti o nascono da allucinazioni uditive di tipo mistico.

Spiegavo che sono molte le persone che soffrono di allucinazioni acustiche più o meno ossessive. Il fenomeno finora è stato poco studiato perché a sentire le voci immaginarie sono tanti, ma non escono allo scoperto perché temono di essere passati per matti.

Il dottor Giuseppe Tissi, responsabile del Centro psico-sociale dell'Ospedale Sacco in questi giorni ha promosso un meeting a Milano del titolo :”Sentire le voci, far sentire la propria” che è un invito, rivolto a tutti coloro che temono di essere considerati "matti", a uscire allo scoperto.

"Gli studi raccolti dal professor Marius Romme, docente presso l'Università di Maastricht, condotti su 15mila persone - spiega il dottor Tissi - hanno evidenziato che una percentuale compresa tra il 2 e il 4% dell'intera popolazione è coinvolta da questo fenomeno. In particolare, questa percentuale è composta per due terzi da persone senza alcuna patologia psichiatrica. Trasferendo i risultati di questi studi alla popolazione lombarda, si ottiene un numero stimabile intorno alle 270mila unita”.

Un piccolo esercito, insomma, che riguarda gente di ogni genere, dai professionisti alle massaie. Il professore ha spiegato che questo disturbo, più che una turbe psichica, va considerato una malattia disfunzionale, anche se, purtroppo, sappiamo ancora molto poco di questi uditori extra-psichiatrici perché la maggior parte di essi sentono voci "buone", e non si rivolgono agli psichiatri.

Quando, però, le voci sono minacciose, denigratorie e spesso anche imperative sono costretti a chiedere l'aiuto dei medici perché a questo punto si tratta di un vero e proprio disturbo psichiatrico, come disorganizzazione del pensiero, o perdita di contatto con la realtà. In tal caso per la cura si ricorre a degli psicofarmaci antipsicotici.

Se, infine, le allucinazioni uditive colpiscono uno che è affetto da manie religiose, può scattare il miracolo e la mania diventa bene presto una rivelazione pseudo-divina. In tal caso da noi è la Madonna a far la parte del leone. Ciò spiega perché solo i cattolici vedono le Madonne mentre gli altri cristiani, come i protestanti che non praticano il culto della madre di Gesù, non soffrono di queste allucinazioni.

In Israele sappiamo che c'è la sindrome del Messia. Ne sa qualcosa la polizia di Gerusalemme che spesso deve accorrere a bloccare qualcuno che, in preda a questa sindrome, crea situazioni imbarazzanti. La causa di questo disturbo ancora non è chiara ma è senz'altro riconducibile ad un trauma psichico o cerebrale.

Comunque è importante che il fenomeno sta venendo alla luce e che quindi può essere finalmente studiato come di deve e chiarire molti aspetti che potrebbero rivelarsi eclatanti.

Marius Romme

La responsabilità della Chiesa nello sterminio degli ebrei. (“L'invenzione del cristianesimo”) 228

A questo punto nasce spontanea una domanda: questo immane olocausto sarebbe stato possibile se la Chiesa, per più di 1700 anni, non avesse vilipeso, additato al pubblico ludibrio, e ferocemente perseguitato i figli d’Israele?

Non è significativo, a questo proposito, il fatto che soltanto nel 1965, durante il Concilio Vaticano II, la Chiesa abbia ritirato ufficialmente l’accusa collettiva di «deicidio» nei confronti del popolo ebraico? Non è altrettanto significativo che l'attuale papa Benedetto XVI abbia ripristinato nelle preghiere l'invocazione a dio per la conversione dei giudei (pro perfidis iudaeis?).

Le mancate scuse del Vaticano per non aver condannato lo sterminio degli ebrei sotto Hitler sono state imposte dal dogma che i papi sono, per definizione, infallibili, per cui la Chiesa ha sempre ragione e non c'è nulla nella storia ecclesiastica che richieda un mea culpa.

Di conseguenza, nessun papa può criticare le azioni del suo predecessore e deve garantire, sempre e comunque, la totale autoassoluzione della Chiesa. Papa Giovanni Paolo Il, nonostante le sue aperture verso gli ebrei, non ha mai pronunciato una sola parola per criticare Pio XII, e Benedetto XVI, con somma protervia, sfidando l'opinione pubblica mondiale, lo ha proposto per la beatificazione.

lunedì 22 novembre 2010

Il diritto all'eutanasia

Il diritto di morire nella dignità e di por termine a forti sofferenze originate da patologie incurabili e irreversibili dovrebbe essere la prerogativa più sacra della persona umana.

Ma questo diritto stenta a farsi strada nelle democrazie occidentali per l'opposizione oscurantista e crudele della religione cristiana e soprattutto cattolica. La religione s'appella a dio donatore della vita e quindi non riconosce all'uomo il diritto di togliersela.

È una colossale menzogna. Primo: nessuno ha mai dimostrato l'esistenza di dio. Secondo: il dio invocato dai cristiani come donatore della vita è, secondo la Bibbia, l'essere più crudele e sanguinario che l'uomo abbia inventato.

Durante la conquista della Terra Promessa ordina a Israele: «Nelle città di questi popoli che il Signore tuo Dio ti dà in eredità non lascerai in vita nessun essere che respiri; ma li voterai allo sterminio come il signore tuo Dio ti ha comandato di fare» (Deuteronomio 20,16-17).

Così gli ebrei, su imposizione del loro dio, sterminarono senza pietà non solo i nemici ma anche i vecchi, le donne e i bambini. Solo le bambine furono risparmiate per l'uso sessuale dei vincitori. Un dio infame, mostruoso, totalmente disumano.

Sfido qualsiasi ecclesiastico cattolico o protestante a smentirmi sulla nequizia assoluta di questo dio, come testimoniano centinaia di pagine della Bibbia. Noi dovremmo, quindi, sopportare inaudite sofferenze e torture, in situazioni patologiche estreme, per rispettare il volere di questo essere abbietto!

È ora di smetterla di credere alle panzane che per quasi due millenni hanno ottenebrato l'uomo e gli hanno inflitto infinite coercizioni e torture. Perché la Chiesa proibisce l'eutanasia invocando questo dio mostruoso?

Per mascherare il fatto che se ciascuno di noi fosse libero di decidere della propria salute, del proprio corpo e della propria vita, crollerebbe il potere di ogni religione.

L'antisemitismo si trasforma in razzismo e genera i lager. (“L'invenzione del cristianesimo”) 227

Progressivamente, sempre per colpa della Chiesa, l’antisemitismo, dapprima solo religioso, si trasformò in razzismo, cioè in odio razziale. Già nel 1880, in un documento approvato da Leone XIII si proclamava: “Oh quanto sono illusi e in errore coloro che pensano che l’ebraismo sia solo una religione, come il cattolicesimo, e non in realtà una razza, un popolo, una nazione! Poiché gli ebrei non sono ebrei soltanto per la loro religione, sono ebrei anche e specialmente per la loro razza”.

Naturalmente, di razza inferiore, per cui con l'avvento di Hitler vennero sterminati a milioni nei lager nazisti. La Chiesa, guidata da papa Pio XII, si è guardata bene dal contrastare questo eccidio, anzi, col suo assordante silenzio, lo ha quasi incoraggiato.

Infatti, eletto papa nel 1939, Pio XII mise da parte una enciclica contro l’antisemitismo e il razzismo, preparata dal suo predecessore, e, nonostante fosse a conoscenza delle stragi degli ebrei, non reagì con proteste scritte o verbali.

Le leggi razziali, emanate dal fascismo, non furono mai contestate da questo papa e nel 1942 egli rifiutò di associarsi alla condanna espressa dagli Alleati per l’uccisione degli ebrei. Quando cadde il fascismo e Badoglio chiese al Vaticano cosa fare di quelle leggi infami, gli fu risposto di mantenerle in vigore. Furono gli anglo-americani, infatti, che imposero a Badoglio di abrogarle.

Sotto il pontificato di questo papa nessun nazionalsocialista di base, nessun nazista di alto livello o appartenente allo Stato maggiore del Reich, è stato scomunicato; nessun gruppo è stato escluso dalla Chiesa per aver praticato il razzismo, l’antisemitismo o fatto funzionare camere a gas.

Adolf Hitler non è stato scomunicato e il suo libro “Mein Kampf” non è stato mai messo all’Indice. È accaduto, invece, che molte autorità vaticane (tra le quali il vescovo Alois Hudal), aiutarono segretamente membri delle SS, come Adolf Eichmann, Martin Bormann, Heinrich Mueller, Franz Stangi e centinaia di altri, a fuggire in Sud America e in Medio Oriente, per impedire il loro arresto e la loro condanna come criminali di guerra.

Adolf Hitler

domenica 21 novembre 2010

La schiavitù in quanto tale,considerata nella sua natura fondamentale, non è del tutto contraria alla legge naturale e divina ; Possono esserci molti giusti diritti alla schiavitù e sia i teologi che i commentatori dei canoni sacri vi hanno fatto riferimento ......Non è contrario alla legge naturale e divina che uno schiavo possa essere venduto, acquistato , scambiato o regalato.
Pio IX (Istruzioni, 20 giugno 1866)

L'enigma svelato (Il lato oscuro della verità) 45^

Raccontò che tutto era cominciato un secolo e mezzo prima, per opera di un gruppo di farisei uniti dal profondo disgusto che in loro suscitava il declino inarrestabile della Legge.

Per sfuggire alle persecuzioni d'Antioco Epifane, il tiranno ellenistico che dominava la Siria, costoro, chiamati Asidèi, si erano rifugiati nelle grotte del deserto, di fronte al Mar Morto. Tra loro emerse un capo carismatico, chiamato il Maestro di Giustizia, che si pose alla guida della comunità nascente e le diede regole severissime, imperniate sulla penitenza e la più scrupolosa osservanza della Legge.

Per merito suo lo sparuto gruppo degli Asidèi diventò in breve un grosso movimento religioso i cui seguaci, chiamati esseni, vale a dire i casti, perché non ammettevano il matrimonio e i rapporti carnali, scelsero di vivere nel deserto più ostile e inospitale della Giudea, quello di Qumran. Col passare del tempo la piccola comunità subì un'ulteriore evoluzione, nel senso di un accentuato irrigidimento.

Furono introdotte penitenze anche per colpe insignificanti, come, ad esempio, una preghiera distratta, un moto di stizza verso un fratello. Fu istituito un biennio di noviziato molto duro, durante il quale i maestri esigevano dai neofiti una dedizione totale e la rinuncia progressiva ad ogni bene personale. Fu introdotta la regola che tutti, fuorché gli anziani, dovevano a turno lavorare nei campi e nelle officine, come agricoltori, vasai, tessitori, carpentieri, scrivani e muratori, e servire i fratelli.

Queste furono in sintesi, le spiegazioni che Giovanni fornì, con un linguaggio appassionato e suasivo. Concluse con amarezza che tutti gli esseni, a causa della loro profonda onestà e religiosità e perché disprezzavano il Tempio, ritenuto un luogo di briganti e d'affaristi, e rifiutavano i sacrifici e la celebrazione della Pasqua, erano tuttora, come nel passato, molto odiati dal Sinedrio e dai Sacerdoti.

Davide ascoltò con la massima attenzione e senza mai interloquire il lungo discorso di Giovanni e, a mano a mano che il quadro della comunità essena si delineava davanti ai suoi occhi, si faceva sempre più chiaro in lui il concetto che si trovava di fronte ad una setta di fanatici estremisti, assolutamente convinti della natura malvagia del mondo e unicamente presi dall'osservanza ossessiva di prescrizioni esteriori, attribuite ad un Dio crudele e spietato.

Provò dentro di sé un'amarezza profonda e una gran pietà per il suo amico, ormai inaridito e incapace di provare amore per gli altri esseri umani e per tutto quanto Dio aveva creato sulla Terra. Ma non fece trapelare nulla di tutto ciò per non ferirlo inutilmente. Disse soltanto che si riservava di riflettere su quanto aveva appreso e di riferirgli, quanto prima, la sua decisione in merito alla proposta di entrare nella comunità.

Giuda aveva visto con sospetto l'improvviso incontro tra Giovanni e Davide e aveva intuito che i capi della comunità tentavano di accaparrarsi, ad ogni costo, il suo giovane amico. Temendo il peggio, al termine del colloquio si era affrettato a parlargli a quattrocchi. Con suo gran sollievo gli bastò una semplice frase, scambiata sottovoce, per capire che Davide non aveva abboccato.

Sollevato ma timoroso d'altre imboscate, decise di passare al contrattacco, e, dichiarandosi annoiato della vita monotona di Qumran, propose di ripartire l'indomani mattina.

Ma Davide riteneva opportuno prendere un po' di tempo, per non urtare troppo la suscettibilità di Giovanni, ed inoltre trovava molto riposante l'atmosfera che regnava a Qumran. Lì la pace era assoluta, il tempo sembrava essersi fermato e il resto del mondo svanito nel nulla. Peccato che c'erano gli esseni, malati irrimediabilmente di un fanatismo senza ritorno. Ma non lo infastidivano più di tanto, tutti presi com'erano dalle loro pignole e scrupolose liturgie quotidiane, dalle quali era totalmente escluso.

Li osservava con distacco, come uno scienziato studia il comportamento di una colonia d'insetti sociali. E intanto aveva modo e tempo di riflettere su di sé, su quanto gli era accaduto negli ultimi tempi, specialmente su Debora che lo aveva ferito nella carne e nel cuore, su Lia verso la quale sentiva un affetto diverso che lo turbava, sulle parole di Mordekai che gli prospettavano orizzonti inaspettati e, infine, sul vegliardo, del quale spesso avvertiva la presenza.

sabato 20 novembre 2010

Dopo la visita del papa, Zapatero rispolvera i toni laicisti.

Piombato in Catalogna, “nella cintura rossa” di Barcellona, a sostenere il candidato presidente socialista, Jose Montilla, per l'imminente rinnovo del parlamento della Comunità indipendente, il leader spagnolo Jose Luis Rodriguez Zapatero ha pronunciato un comizio dai forti toni laicisti che ha infuocato gli animi di quelle teste calde catalane che, memori dell'oppressione catto-franchista, non aspettavano niente di meno di una sana dose di laicità da combattimento.

Poiché Mariano Rajoy, leader del Partito Popolare di centrodestra, lo aveva rimproverato per la sua assenza alla messa del Papa, in visita nel Paese la scorsa settimana: “Ma che pretende Rajoy”, ha urlato Zapatero alla folla, “che noi approviamo le leggi che piacciono al Papa?! No! Noi approveremo le leggi che piacciono al Parlamento ed ai cittadini di questo Paese, per tutti e con uguaglianza!”, e la folla di Barcellona è esplosa in delirio.

Zapatero ha quindi ricordato agli astanti che la Spagna ha vissuto decenni e decenni “dovendo sopportare l’imposizione di leggi, codici di condotta e un determinato modo di vedere la vita a causa della religione. Ora, i tempi sono cambiati e non c’è nessuna intenzione di tornare indietro”.

Fonti della Moncloa sostengono, infatti, che nel breve incontro, avvenuto al momento della partenza del papa dall'aeroporto, Zapatero non sia stato tenero con lui e gli abbia ricordato che la distanza fra Stato e Chiesa in Spagna è una garanzia costituzionale.

Come a dire: tanti saluti al pontefice che gli rimproverava il suo “laicismo aggressivo”, a causa delle tante libertà civiche concesse in Spagna e che al Vaticano, oppressivo e omofobo, proprio non vanno giù: nozze gay, soprattutto.

Fino a quando in Italia dovremo sopportare una classe politica, quasi interamente appaecorata al Vaticano, che nega ai suoi cittadini le più elementari libertà civili, e invidiare la Spagna che ha saputo scrollarsi di dosso la tirannia cattolica?

Jose Luis Rodriguez Zapatero

L'antisemitismo (“L'invenzione del cristianesimo”) 226

L'antisemitismo, che ha seminato milioni di vittime tra i figli d'Israele dal Medioevo ai nostri giorni, è stato voluto e imposto dalla Chiesa. La tendenza antiebraica si sviluppò in essa durissima fin dal II secolo.

Già allora Giustino, Padre della Chiesa, definì gli ebrei: «uomini cattivi, spiritualmente malati, idolatri, scaltri e astuti, iniqui peccatori, assolutamente duri di cuore e privi di ragione».

Esultando per la distruzione della Palestina ad opera dei romani e per la legge che vietava agli ebrei di rimetter piede a Gerusalemme, scrisse: «E’ giusto e buono che vi sia capitato... a voi figli degeneri, genia di adulteri, figli di prostitute» (Giustino, Dialogo con l'Ebreo Trifone 12 sgg; 16 sgg.; 26 sgg.). Tutti gli altri Padri seguirono il suo esempio e, accusando gli ebrei di aver condannato a morte Gesù, il figlio di dio, li esecrarono coi peggiori epiteti.

Innocenzo III nel 1205 definì gli ebrei «schiavi maledetti da dio» e, anticipando Hitler, impose loro di indossassero determinati vestiti o di portare precisi contrassegni che li distinguessero dai cristiani. Per la Chiesa tutti gli ebrei avevano ereditato non solo il peccato originale ma anche la colpa del deicidio, quindi erano più rei dei comuni eretici.

Così, in tutta l’Europa cristiana i figli di Israele vennero uccisi a migliaia e migliaia, con le più atroci torture: annegati, bruciati, posti alla ruota, impiccati, squartati, strangolati e sepolti vivi. Su ordine del clero venivano trascinati con funi o per i capelli al fonte battesimale per una conversione coatta.

Nel XV secolo, per sottolineare il ribrezzo della cristianità nei confronti degli ebrei, furono istituiti i ghetti, prototipi dei futuri lager nazisti. Insomma tutta la cristianità, plagiata dalla Chiesa, odiò a morte gli ebrei e coi pogrom diede loro la caccia fino al secolo scorso (C. Mannunci, L’antisemitismo cristiano e le sue radici, Mondadori, Milano 1993)

San Giustino

venerdì 19 novembre 2010

Quanto frutta " un'azienda-santuario" quasi obsoleta

Non tutte le aziende-santuario riescono a prosperare a lungo. Qualcuna, col passare del tempo, vede diminuire le aspettative iniziali di trasformarsi in un grande evento religioso, magari coronato da una basilica sontuosa, e si avvia ad un lento e progressivo oblio.

La concorrenza nel campo è spietata e le Madonne che sanno vendere molte bene le loro lacrimazioni hanno il sopravvento. Ma, anche in presenza di un declino,un certo business lo acchiappano sempre, perché la credulità della gente è dura a morire. Vediamo un semplice esempio.

A San Damiano, in provincia di Piacenza, la Madonna delle Rose apparve a Rosa Quattrini, una contadina quasi analfabeta, il 16 ottobre 1964. Come in ogni altra apparizione i proclami di questa Madonna furono di una ovvietà sconcertante, del tipo: aiutare i fratelli più bisognosi, pregare, amare, offrire, soffrire, tacere.

Subito fu un accorrere di devoti da molte regioni d'Italia e perfino dall'estero, ma non si arrivò a grandi cose come la costruzione di un santuario di un certo richiamo.

E dopo la morte di mamma Rosa nel 1981 il declino si accentuò. Oggi cos'è rimasto di quella miracolosa apparizione? Il paesino, di poche decine di abitanti, sembra abbandonato. Chiuse le sette baracche per la vendita di souvenir, chiusi i tre negozi con Madonne.

Ma appena arriva un pullman, il piccolo centro si risveglia: si riaprono le baracche i negozietti di souvenir e una trattoria. Se i pellegrini arrivano dall'estero, Francia, Germania e Svizzera, non sono mordi-e-fuggi e restano almeno per i tre giorni se seguono un triduo o nove giorni per una novena.

Per loro ci sono a disposizione un hotel, quattro piccole pensioni e due case del pellegrino Alle 5 del mattino inizia la cerimonia religiosa con il primo rosario completo, all'aperto anche in inverno. Rosari, santa messa, vespri e ancora rosari per tutto il giorno. L' associazione che gestisce i pellegrini, sotto la direzione del figlio di mamma Rosa, ha un patrimonio valutato in 10 milioni di euro.

Riceve offerte e lasciti che variano dai 200 mila ai 400 mila euro all'anno, e il bilancio annuale è di circa 750 mila euro. Un business più che modesto, ma pur sempre un business. Oltre l'associazione, molti dei cittadini privati vivono con il denaro che ricavano dai pellegrini per cui questa piccola “azienda-santuario è quella che, in pratica, mantiene l'intero paese.

S.Damiano - Madonna delle Rose

Nuove forme di schiavismo create dalla Chiesa (“L'invenzione del cristianesimo”) 225

Ma la Chiesa ha anche saputo creare forme nuove di schiavismo. Nel IX Concilio di Toledo del 655, dovendo combattere la dilagante lussuria del clero, decretò che tutti i figli generati dagli ecclesiastici, dai vescovi ai suddiaconi, diventavano per sempre schiavi della Chiesa. Così, durante tutto il Medioevo e fino ai tempi moderni la schiavitù non fu mai condannata dalla Chiesa.

Solo nel 1839 papa Gregorio XVI ne proclamò l'abolizione. Ma nel 1866, quando il missionario Guglielmo Massaia chiese aiuto a papa Pio IX per far cessare la schiavitù in Etiopia, si sentì rispondere dal Sant'Uffizio che non ripugnava al diritto naturale né al diritto divino che lo schiavo fosse venduto, comprato e donato. Pertanto, i cristiani potevano lecitamente possedere schiavi o essere schiavi.

Recentemente, Alessandro Corvisieri in "Chiesa e schiavitù" (Paleario Editore, Roma, 2003), con un formidabile lavoro di ricerca compiuto su testi rarissimi, alcuni dei quali introvabili persino nella Biblioteca Nazionale, ha documentato molto bene il coinvolgimento della Chiesa nel mantenimento della schiavitù nei secoli, e ha evidenziato il lavoro di omissione e disinformazione compiuto da preti e intellettuali per nascondere le responsabilità della Chiesa Cattolica a questo proposito.

Papa Gregorio XVI

giovedì 18 novembre 2010

Il divorzio sacrarotario, un obbrobrio concordatario

La Chiesa ha sempre negato il diritto al divorzio. Se i radicali non avessero proposto il referendum per consentirlo e il popolo non lo avesse approvato, la nostra classe politica, sempre genuflessa al Vaticano, col cavolo che ce lo avrebbe concesso. Saremmo ancora al medioevale matrimonio indissolubile.

Appena il divorzio è stato approvato la Chiesa ha imposto ai nostri politici, che si sono subito adeguati, di frapporre tutti gli ostacoli possibili perché non venisse applicato. Quindi è stato reso complicato, irto di ostacoli, costoso e vincolato da lunghe cadenze.

Tutti i tentativi in campo parlamentare per arrivare a un divorzio più breve e meno costoso sono stati inesorabilmente impediti dalle lobby politiche manovrate dal Vaticano per cui, in via giudiziale, se le cose vanno bene per un divorzio civile ci vuole quasi un lustro per venirne a capo; se al contrario si complicano si può arrivare persino a più di dieci anni con una spesa che si aggira sui 12 mila euro. Quindi un diritto riservato soltanto ai ricchi.

La Chiesa, però, nemica acerrima del divorzio civile, una forma traversale di divorzio pseudoreligioso lo ha sempre consentito. È quello che essa concede tramite il suo tribunale della Sacra Rota. In base al nostro assurdo concordato col Vaticano, stipulato da Mussolini nel 1929, i divorzi concessi dalla Chiesa con questo tribunale, da essa eufemisticamente camuffati come annullamenti del matrimonio per motivi religiosi, vengono, ipso facto, obbligatoriamente recepiti dallo Stato italiano.

È una delle più madornali assurdità giuridiche che di fatto sottomette il nostro Stato alla Chiesa. Ma purtroppo è così e chissà per quanto tempo ancora dovremo tenercelo sul groppone.

Per contrastare il divorzio di Stato, da essa non riconosciuto, la Chiesa ha allargato a dismisura le maglie di quello che essa concede con al Sacra Rota. Lo ha reso rapido, poco costoso e senza effetti secondari, per cui sta diventando il nuovo divorzio all'italiana. I numeri parlano chiaro: nel 2009 ci sono stati quasi 6000 annullamenti.

Questi matrimoni “davanti a Dio” che i tribunali ecclesiastici sparsi per il Paese dichiarano “nulli”. come se non fossero mai esistiti, aumentano di anno in anno e vengono concessi con le motivazioni più stravaganti. È di questi giorni un caso eclatante ma anche scandaloso e immorale.

Il tribunale regionale ecclesiastico di Modena (Sacra Rota) ha emesso un verdetto di nullità di un matrimonio per il futile motivo che la coniuge aveva dichiarato al futuro marito di ritenere la fedeltà un elemento non importante per l'indissolubilità del legame.

Il marito l'aveva sposata ugualmente, salvo poi a invocare questa scusa per chiedere l'annullamento nonostante non siano mai emerse responsabilità a carico della donna ( i giudici, infatti, non hanno riscontrato nemmeno una "frequentazione" di altri uomini in costanza di vincolo),

Così la malcapitata, forse per aver fatto una dichiarazione avventata, anche se in linea con la laicità del tempo (ma in contrasto coi cardini della religione cattolica), si è ritrovata sola, dopo anni di matrimonio consumato, e per di più nel lastrico.

Perché, codice alla mano, ha perduto per sempre anche il diritto all'eventuale assegno di mantenimento che il divorzio civile invece riconosce. Ci si chiede come uno Stato civile può consentire simili ingiustizie imposte da una religione oppressiva.  

Il papa coi giudici della Sacra Rota

Lo schiavismo (“L'invenzione del cristianesimo”) 224

Mentre Gesù, stando ai Vangeli, non giustificò la schiavitù in nessun passo, anzi tutto lo spirito della sua dottrina considerava gli uomini uguali e fratelli, la Bibbia ebraica permise agli ebrei di possedere schiavi, raccomandando però di acquistarli dagli stranieri (Levitico 25,44-46).

L’unica vera limitazione che Jahvè suggeriva, non per pietà ma per non danneggiare un bene così prezioso, era quella di non picchiarli così duramente da recar loro danno agli occhi o ai denti (Esodo 21). La Bibbia, inoltre, arriva a consentire ad ogni ebreo di vendere la figlia come schiava per motivi sessuali.

In pieno accordo con la Bibbia, ma in completo disaccordo con Gesù, Paolo predicò che ciascuno deve restare nella condizione nella quale si trovava e, se era schiavo, doveva rassegnarsi alla schiavitù (1Corinzi 7,20 sg.).

Non riteneva, dunque, la schiavitù un’ingiustizia, anzi la considerava una condizione naturale dell'uomo, tanto che nella Prima Epistola a Timoteo raccomandava agli schiavi cristiani di servire i padroni credenti con tanto più zelo, proprio in quanto cristiani (1 Timoteo 6,2).

Rifacendosi a Paolo, tutta la Chiesa antica ha energicamente scoraggiato e impedito le tendenze emancipatrici degli schiavi. La Prima Epistola di Pietro segue le stesse direttive e impone agli schiavi obbedienza, anche di fronte ai padroni crudeli e a dure punizioni corporali.

I Dottori della Chiesa del IV e del V secolo sono concordi nel riconoscere la validità della schiavitù. Ambrogio la definisce «un dono di dio» (Ambrogio, De paradiso 14,72), Giovanni Crisostomo prospetta per gli schiavi un aldilà più radioso dei loro padroni (Crisostomo, homelia 22), e Agostino ritiene la schiavitù fondata sulla naturale ineguaglianza degli uomini (Agostino, Ennarationes in psalmos 124,7).

Nei primi due secoli chiunque, anche gli schiavi, potevano ricoprire incarichi ufficiali nella Chiesa, ma nel 257 papa Stefano I proibì loro il sacerdozio e l'episcopato. I papi, divenuti fin dal V secolo grandi proprietari terrieri, si servirono di un gran numero di schiavi, che consideravano come «bene inalienabile della Chiesa», per coltivare i loro immensi latifondi, e altrettanto fecero molti monasteri

Sant'Ambrogio

mercoledì 17 novembre 2010

Gli atei del Regno Unito invitano i non credenti a dichiararsi tali nel prossimo censimento del 27 marzo 2011.

Il Regno Unito, è risaputo da tutti, è uno Stato veramente liberale che garantisce le libertà democratiche ai massimi livelli. Inoltre è governato da una classe dirigente non solo laica, ma anche, in taluni casi, apertamente atea. Forse è proprio questa mentalità aconfessionale che determina l'alto libello dei politici britannici. (Mentre in Italia è la mentalità appecorata al Vaticano che determina la meschinità di gran parte della nostra classe politica).

Condividendo questa mentalità molto evoluta nel Paese il Ministro dell’Educazione del Regno Unito, il conservatore Michael Gove, ha dichiarato recentemente che in uno Stato che si definisca liberale bisogna ammettere accanto alle scuole confessionali – musulmane, ebraiche, cattoliche oltre che protestanti– anche la “scuola atea”.

Gli hanno fatto da sponda molti insigni intellettuali inglesi tra i quali il biologo evoluzionista Richard Dawkins, ateo di ferro. Nel Regno Unito, infatti, sono sempre più numerosi i gruppi di orientamento ateo, e ultimamente è diminuito fortemente il numero dei battesimi e dei matrimoni religiosi, in parallelo con la decrescita anche del numero di sacerdoti e delle chiese parrocchiali, per cui la religiosità della popolazione britannica è fra le più basse d'Europa, e solo la Repubblica Ceca la supera nell'indifferenza religiosa in Europa.

Infatti, recenti sondaggi hanno rilevato che il 60% degli inglesi ai quali era stato chiesto quale fosse il loro livello di religiosità, non si erano definiti credenti, che solo il 6% va a messa una volta la settimana.

Tuttavia quando nel Regno Unito si fanno i censimenti, molti cittadini per quieto vivere alle domande sulla religione rispondono che seguno una qualche religione come se questa si riferisse al loro retaggio etnico.

Ciò facendo, sostiene un professore di studi demografici all’Università di Manchester - la gente non si rende conto che, segnando “credente” piuttosto che “nessuna religione”, contribuisce a stravolgere i dati utilizzati per giustificare un incremento del numero delle scuole religiose, mantenere i vescovi nel Parlamento e continuare a sovvenzionare l’insegnamento della religione nelle scuole statali.

Di fronte a questo fatto gli atei britannici hanno lanciato una campagna per invitare i non credenti a dirlo chiaramente al prossimo censimento. che avrà luogo il 27 marzo 2011. Ciò facendo non solo verrà definito la reale consistenza numerica delle varie fedi ma, soprattutto, lo Stato potrà risparmiare molti contributi da versare per le scuole religiose e il mantenimento dei vescovi nel Parlamento.

Gli atei inglesi contro papa Ratzinger

I crimini del cristianesimo (“L'invenzione del cristianesimo”) 223

Le religioni sono responsabili dei più atroci crimini che hanno insanguinato l'umanità e che tuttora seminano lutto e morte nelle varie contrade del mondo.

Soprattutto il cristianesimo e l'islam, a causa del proselitismo da loro perseguito, cioè dell’obbligo categorico di imporre la loro fede a tutto il genere umano con ogni mezzo, ivi compresa la "guerra santa", si sono resi colpevoli di atrocità inimmaginabili. Qui, mi limiterò ad un breve carrellata dei maxi crimini compiuti dalla Chiesa nei due millenni della sua storia.

Il cristianesimo, nato come messaggio di fratellanza e di pace tra gli uomini, si è trasformato, nel corso dei secoli, in una religione sanguinaria e oscurantista.

Lo storico tedesco Karlheinz Deschner, contemporaneo di papa Ratzinger e quasi suo conterraneo, con la sua “Storia criminale del cristianesimo” sta denunciando al mondo, documentandoli fin nei minimi particolari, gran parte dei suoi crimini.

Ha già riempito nove volumi di circa 500 pagine ciascuno e non ha ancora finito. A leggerli, diventiamo consapevoli che la Chiesa è stata l'istituzione più criminale della storia dell'umanità (K. Deschner, Storia criminale del cristianesimo, Vol. 1-9, Ariele, Milano 2000-2008).

Sulla distruzione del paganesimo e della cultura antica ho parlato in precedenza. Qui affronterò in sintesi gli altri crimini della Chiesa a cominciare dallo schiavismo.

K. Deschner

martedì 16 novembre 2010

I Radicali diffondono via Internet lo spot pro-eutanasia.

Seduto sul letto, maglietta bianca, pantaloni del pigiama a righe, capelli rasati, qualche ruga sul viso e profonde occhiaie, un uomo di mezza età, duramente provato dal male, racconta in primo piano la sua storia.

«Io ho scelto di fare l’università, di studiare ingegneria - dice - Ho scelto di sposare Tina e avere due figli splendidi, ho scelto che macchine guidare, la maglietta che indosso, il taglio di capelli. Quello che non ho scelto è di diventare un malato terminale. Non ho scelto di patire la fame perché mangiare mi fa male come ingoiare lamette da barba e certamente non ho scelto che la mia famiglia debba vivere questo inferno insieme a me. Ho fatto la mia scelta finale. Ho solo bisogno che il Governo mi ascolti».

Esordisce così lo spot pro eutanasia confezionato in Australia e visibile su Internet da oggi in versione italiana (su Youtube e sul sito dell’associazione Luca Coscioni che ne ha curato l’importazione). Una rete televisiva locale, Telelombardia, si è dichiarata disponibile a trasmetterlo (sarebbe la prima in Italia), previa autorizzazione dell’Autorità garante per le comunicazioni come prescrive la legge.

È un video creato dal gruppo The Works di Sidney per l’associazione Exit international e rilanciato in Italia dall’associazione Luca Coscioni e dal Partito radicale. Il video si chiude con un enunciato del rapporto Eurispes 2010, che segnala come il 67% degli italiani sia favorevole alla legalizzazione dell’eutanasia. «Il nostro Governo no», conclude il messaggio.

Questa iniziativa dei Radicali ha per ora causato un muro di dubbi e di ‘no’. L’ultimo, è quello del deputato del Pd, medico, Ignazio Marino. “Lo spot – egli dice - rischia di diventare uno strumento utilizzato impropriamente da questa maggioranza per rendere ancora più difficile il percorso della legge sul testamento biologico che attende di essere calendarizzata alla Camera e consentire un finanziamento adeguato per le cure palliative, che al momento godono di appena un milione e mezzo di euro l’anno di budget“.

Forse per l'on. Ignazio Marino, che per estrazione e per cultura scientifica è senz'altro vicino alla proposta di legalizzazione dell'eutanasia, ancora non ci sono da noi le premesse per la la conquista della massima e più nobile libertà umana: quella che ci consente di decidere, con autodeterminazione laica, del nostro corpo, della nostra salute e della nostra vita.

Nonostante la stragrande maggioranza degli italiani (67%) sia favorevole all'eutanasia, i nostri politici, su imposizione della Chiesa, nemica irriducibile di ogni forma di libertà fondata sull'uomo perché in contrasto coi principi divini derivati da un dio chimerico, mai asseconderanno la volontà popolare.

Ma se anche da noi un nuovo gruppo politico, guidato da un leader alla Zapatero, osasse opporsi apertamente all'ingerenza della Chiesa e, senza sbandierare una finta fede cattolica, rivendicasse per l’elettorato illuminato tutte le libertà che la Costituzione riconosce, scoprirebbe che i cittadini veramente democratici (e sono più di quello che si pensa) lo seguirebbero con determinazione.

Malato terminale

Confutazione della teoria dell' Intelligent Design (“L'invenzione del cristianesimo”) 222

La teoria dell'ID nega recisamente che il caso possa aver generato la complessità del mondo degli organismi viventi, ma sottace sul fatto che le variazioni casuali sono avvenute sulla nostra Terra per più di tremila milioni di anni, determinando milioni di piccoli adattamenti che hanno dato vita, gradatamente, agli organismi più complessi.

L'ID viene quindi recisamente negato da tutti gli scienziati e valgono come esempio le considerazioni di Jerry Coyne dell'Università di Chicago, il quale, davanti alle testimonianze fossili e della biologia molecolare che dimostrano che circa il 98% di tutte le specie apparse sulla Terra hanno finito con l’estinguersi, si chiede: "Perché un progettista intelligente creerebbe milioni di specie per farle estinguere, rimpiazzandole con altre e ripetendo il processo varie volte? ... Perché il progettista ha dato delle ali piccole e non funzionali ai kivi? O occhi inutili agli animali che vivono nelle grotte? O un transitorio mantello di peli al feto umano?.."

E si potrebbe obiettare anche che il "progettista intelligente" sarebbe perfino compatibile con ipotesi non teiste, come per esempio l'introduzione della vita sulla Terra da parte degli alieni, o in base alla teoria della panspermia.

Ma la madre delle domande è: chi avrebbe progettato il progettista? Qualsiasi tentativo di rispondere a questa domanda ricadrebbe nel creazionismo religioso.

Concludendo: oggi più che mai possiamo affermare che grazie allo sviluppo della biologia, della genetica e delle tecniche che permettono di studiare il Dna di qualsiasi essere del passato e del presente, e delle schiaccianti prove paleontologiche, anatomiche e geologiche finora rinvenute, la teoria dell'evoluzione è esatta e il creazionismo è sconfitto per sempre.

Jerry Coyne

lunedì 15 novembre 2010

In Brasile la Chiesa ha strumentalizzato la religione a fini elettorali, manipolando la coscienza degli elettori.

La recente campagna elettorale in Brasile che ha visto di Dilma Rousseff succedere al presidente Lula, ha messo allo scoperto le forti divisioni in seno alla Conferenza episcopale tra i cattolici integralisti di destra appoggiati dal papa in persona che la contrastavano, e i cattolici vicini alla teologia della liberazione che la sostenevano.

Il pretesto era l'accusa ,attuata con “la calunnia, la diffamazione, la menzogna e ogni sorta di inganni”, rivolta a Dilma di voler depenalizzazione l’aborto e l’eutanasia. In realtà il clero conservatore brasiliano, tradizionalmente vicino alle classi ricche e potenti – dittatori sanguinari compresi – e sempre ostile alle rivendicazioni sociali delle masse povere ed emarginate, voleva con la sconfitta della Rousseff interrompere le riforme sociali iniziate da Lula.

Era quindi necessaria una campagna di demonizzazione ai danni di Dilma Rousseff, sostenuta dall'intervento dello stesso pontefice nel chiaro “ tentativo di strumentalizzare la religione a fini elettorali” manipolando la coscienza degli elettori.

Per fortuna contro questo “schema di demolizione di una candidatura” attraverso “la calunnia, la diffamazione, la menzogna e ogni sorta di inganni”, fino al punto da inficiare lo stesso esercizio della democrazia, si sono opposti i vescovi più progressisti e meno appecorati al Vaticano e, soprattutto, i teologi Frei Betto e Leonardo Boff, sostenitori della teologia della liberazione, i quali hanno accusato apertamente Benedetto XVI di essersi comportato come “un militante delle forze conservatrici” e di aver ostacolato” le politiche sociali che salvano vite”.

L'inopportuno intervento del papa “nella politica interna del Brasile” è stato molto criticato dal clero progressista. “Il papa è stato strumentalizzato”, ha dichiarato dom Tomás Balduino, vescovo emerito di Goiás. Lo “hanno coinvolto nel nostro processo elettorale” mentre la Conferenza dei vescovi brasiliani (Cnbb), aveva dichiarato“che non avrebbe indicato alcun candidato e che la scelta era un atto libero e cosciente di ogni cittadino”.

“Parlano tanto della vita – ha proseguito il vescovo riferendosi ai suoi colleghi conservatori e al papa, – ma, in realtà, nel progetto da loro proposto, la vita non appare né come fondamento etico, né come priorità politica, e tutto viene subordinato al servizio del mercato capitalista globalizzato, all’inasprimento della miseria e alla devastazione della Madre Terra ”.

“La domanda scomoda che ci si sta ponendo da ogni parte – ha concluso Balduino – è la seguente: il papa è stato correttamente informato di cosa sarebbe successo in Brasile con la vittoria dei conservatori?”

Purtroppo il Vaticano, sempre più conservatore e arroccato su posizioni retrograde e oscurantiste è troppo lontano e insensibile rispetto ai gravi problemi dei poveri e dei deboli.

Dilma Rousseff

La scuola italiana la più arretrata d'Europa (“L'invenzione del cristianesimo”) 221

In Italia, con l'acefalia quasi totale della nostra classe politica e culturale, ogni timido tentativo di discussione è stroncato sul nascere da una ferrea censura.

L'ora di religione cattolica è un dogma. La sola ipotesi di affiancare al cattolicesimo altre religioni, come avviene in quasi tutta Europa, procura un'immediata patente di estremismo, anticlericalismo viscerale, lobbismo ebraico o addirittura simpatie per i terroristi musulmani. Quanto ad abolirla, come in Francia, è un'ipotesi che non sfiora neppure le menti italiote.

Lo scandalo è, sostiene Dawkins, che «noi non esitiamo a definire un bambino cristiano o musulmano, quando è troppo piccolo per comprendere questi argomenti, mentre non diremmo mai di un bambino che è marxista o keynesiano. Con la religione si fa un'eccezione».

Le si consente, cioè, di raccontare favole non solo dal pulpito delle chiese ma nelle scuole di uno Stato, eufemisticamente dichiarato laico, e si ignora nelle scuole italiane la scienza, negando di fatto l'evoluzionismo, come surrettiziamente imposto dalla ministra Moratti.

Quando, di fronte alle proteste del mondo scientifico, la ministra fu costretta a fare marcia indietro, obtorto collo concesse agli insegnanti, che lo desiderano, di accennare all'evoluzionismo (come si trattase di un optional) nella speranza che non lo facessero. Per cui è rimasto spesso vistosamente ignorato in ogni ordine di scuola italiana. La nostra scuola, come ho accennato prima a proposito del sussidiario di terza elementare, è mostruosamente arretrata in ogni campo.

E poi ci lamentiamo perché i giovani disertano le facoltà tecnico-scientifiche, oggi sempre più importanti per lo sviluppo di ogni Paese, e privilegiano quelle giuridico-letterarie. Per forza: nelle nostre scuole i giovani non sono educati al rigore scientifico e all'autonomia critica ma alla convivenza assurda del sacro col profano, di Adamo e il bonobo a braccetto nello stesso testo. E poi, vige imperativo il dogma del primato della fede sulla ragione.

Secondo papa Ratzinger: "Ogni teoria che neghi alla divina provvidenza qualsiasi reale ruolo causale nello sviluppo della vita nell'universo non è scienza ma ideologia" (Ratzinger, alla Commissione teologica internazionale, 2004). Quindi, secondo lui, l'evoluzionismo, suffragato da milioni di reperti fossili e paleontologici, è ideologia, mentre la favoletta del mitico vasaio, è scienza.

domenica 14 novembre 2010

Quanto più l'uomo è religioso, tanto più crede; quanto più crede, tanto
meno sa; quanto meno sa, tanto è più ignorante; quanto è più ignorante,
tanto è più governabile.
John Most

L'enigma svelato (Il lato oscuro della verità) 44^ Puntata

Prima di accompagnarli nella loro camera, per il riposo notturno, Esrom, il novizio che era stato loro assegnato come angelo custode, li mise al corrente su come e dove dovevano espletare le funzioni corporali, rispettando alla lettera le disposizioni di Mosè impartite durante l'esodo dall'Egitto. C'era, adibita a questo scopo, una piccola fetta di deserto, poco lontana dagli edifici e suddivisa in più parti da folti cespugli di canna.

Era obbligo tassativo, prima di sgravarsi, scavare nella sabbia, con delle pale destinate soltanto a questo scopo, una buca profonda almeno due piedi e ricoprirla a funzione avvenuta. Ma il giorno del sabato, per non infrangere la Legge, non si poteva compiere questo lavoro e pertanto non era consentito espletare le funzioni corporali.

Davide stentò a credere alle parole che aveva appena udito. Quella puntigliosa e ossessiva applicazione della Legge gli parve maniacale e assurda. Subito gli si fece chiaro nella mente che quella rigidità, portata alle estreme conseguenze, non era altro che un misero alibi cui aggrapparsi per assicurarsi la salvezza a buon mercato, anziché affrontare gli interrogativi più gravi che riguardavano il fine dell'uomo. La Legge, sempre quella maledetta Legge che aveva pietrificato Israele. Tutta la religiosità ebraica ridotta all'osservanza di norme aride, antiquate e spesso anche contraddittorie.

Con una punta d'amarezza nel cuore si addormentò quasi subito, perché era stanchissimo. Ma, poco dopo, fu svegliato dal solito rumore sommesso che di tanto intanto avvertiva e che non sapeva a cosa attribuire.
"Stanno pregando" spiegò Giuda. " Lo dovrebbero fare almeno tre volte il giorno ma in realtà ogni poche ore, notte e giorno, s'interrompono, qualsiasi cosa facciano, per pregare".

Il mattino seguente, al sorgere del sole, Davide si svegliò fresco e riposato e dopo aver espletato le sue funzioni corporali, seguendo scrupolosamente le norme della comunità, e aver provveduto alle sue abluzioni mattutine e ad una frugalissima colazione, fu avvertito da Esrom, diventato ormai la sua ombra, che Giovanni era lieto di poterlo incontrare per un colloquio.

Si avviò nella sala della biblioteca dove trovò tre monaci, di mezza età, intenti a ricopiare, in tutta fretta, il prezioso manoscritto. Il rotolo, per permettere a più persone di copiarlo contemporaneamente, era esposto verticalmente in una teca particolare, provvista di due perni: uno sopra e uno sotto, che consentivano di svolgerlo con facilità. I tre scrivani lo salutarono con un cenno del capo, poi ripresero a scrivere. Il silenzio era assoluto. Si sentiva solamente lo scricchiolio delle loro penne sui rotoli secchi.

Giunse Giovanni e invitò Davide ad uscire all'aperto. Il colloquio si sarebbe svolto lungo il muro perimetrale dell'edificio, costruito allo scopo di schermare dai raggi del sole le finestre della sala maggiore. Questo muro creava un camminamento fresco e ombroso.

"Non puoi immaginare quanto sia felice di rivederti, dopo il nostro primo incontro nel deserto, e di trovarti così cresciuto fisicamente e intellettualmente" esordì Giovanni con accento sincero e commosso. "Ma la mia felicità è di molto accresciuta per il fatto che, per merito tuo, siamo venuti in possesso del documento più importante per il nostro movimento. Quando mi hai incontrato in Egitto, io tornavo da Mareotis ove ero andato a ricopiare altri testi ma soprattutto, e questo era lo scopo più importante del mio viaggio allora, a ricercare il manoscritto del nostro Maestro di Giustizia".

"Ricordo che dicesti a mio padre che tornavi deluso, per non essere riuscito a copiare il documento più importante" rispose Davide che ricordava tutti i particolari di quell'incontro.

"Il nostro venerabile Maestro Simone è rimasto sveglio tutta la notte per leggerlo e mi ha detto che la sua importanza supera ogni nostra aspettativa. Secondo lui nessuno mai ha saputo scrivere cose così profonde e mirabili sulla nostra santa Legge. Fra alcuni giorni tutti ne saremo messi al corrente e per noi inizierà una nuova rinascita religiosa e spirituale".

Davide non poté frenare un sorriso a sentir nominare la Legge. Giovanni lo guardò perplesso.
"Ma è proprio così importante, per voi, l'osservanza scrupolosa della Legge?" chiese Davide con una punta d'ironia che Giovanni non riuscì però a cogliere.

"Importante? Ma è l'unico scopo della nostra esistenza. Perché pensi che Israele sia finito così in basso? Soltanto per il declino della legge di Mosè. Ormai noi siamo certi di una cosa: la caduta d'Israele è irreversibile. Non si rialzerà più dalla sua ignominia. L'unico modo per Jahvè di trionfare su Satana è la distruzione del mondo materiale. Essa è imminente. Noi siamo nell'attesa di questa catastrofe finale, di questa apocalisse. E quando la fine arriverà, noi saremo gli unici ad essere pronti. Allora il Signore troverà in noi i soli veri sacerdoti".

"E il restante popolo d'Israele ?" chiese Davide.
"Avrà quello che si merita. È vissuto nell'ignominia e perirà nell'ignominia".
"Ma è pur sempre formato da nostri fratelli!" esclamò Davide scandalizzato.
"Jahvè li colpirà peggio dei gentili. I gentili non hanno mai conosciuto la Legge, i nostri sì e l'hanno tradita".

"Ma come riuscite a vivere nell'attesa imminente della fine del mondo?"
"La paura e l'angoscia sono il prezzo della nostra salvezza" rispose Giovanni con durezza. Il suo viso magro e ascetico sembrava ora scarnificato dall'intensa ansia che lo pervadeva.

"Davide, tu sei un'anima eletta" riprese Giovanni. "L'ho capito fin dal nostro primo incontro. Ed ora che ti ho rivisto mi sono convinto ancor di più che sei destinato a cose importanti. Il ritrovamento, per merito tuo, del testamento spirituale del nostro antico Maestro di Giustizia è un ulteriore segno della tua predestinazione. Forse sei destinato ad essere la nostra guida futura. Perciò, anche a nome del Maestro Simone, ti invito ad entrare nella nostra comunità. Hai tutte le carte in regola per poterlo fare: sei perfetto spiritualmente e fisicamente. È il tuo unico modo di salvarti. Secondo la dottrina nella quale noi fermamente crediamo, solo chi appartiene alla nostra comunità riceverà da Dio la grazia della salvezza. Là fuori" (e indicò con la mano il resto della Giudea) "saresti dannato".

"Sono venuto a Qumran per due motivi" rispose pacato Davide; "per rivederti, come ti avevo promesso, e per conoscere bene la vostra comunità. Già ho intuito molte cose su di essa ma mi manca l'idea dell'insieme".

"Non hai risposto al mio invito" rispose Giovanni con una punta di delusione, "ma il tuo desiderio di conoscerci meglio mi fa pensare che tu voglia riflettere prima di prendere una decisione così importante. Sarò lietissimo di spiegarti tutto quanto riguarda la nostra comunità dal suo inizio fino ai nostri giorni".

Benvenuti nel mio blog

Questo blog non è una testata giornalistica, per cui lo aggiorno quando mi è possibile. I testi sono in regime di COPYLEFT e la loro pubblicazioni e riproduzioni è libera purché mantengano lo stesso titolo e venga citando il nome dell'autore.

I commenti possono essere critici, ma mai offensivi o denigratori verso terzi, altrimenti li cancello. Le immagini le pesco da internet. Qualche volta possono essere mie manipolazioni.

Se volete in qualche modo parlare con me, lasciate la richiesta nei commenti, vi contatterò per e-mail. Dato che il blog mi occupa parecchio tempo, sarò laconico nelle risposte.

Se gli argomenti trattati sono di vostro interesse, passate parola; e, se site studenti, proponeteli al vostro insegnante di religione. In tal caso fatemi sapere le risposte che avete ottenuto. Grazie.

Lettori fissi

Archivio blog

Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)