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sabato 30 aprile 2011

Non entusiasma in Germania la prossima visita del papa a Berlino

Nell'autunno 2011, esattamente alla fine di settembre, Benedetto XVI visiterà per alcuni giorni la città di Berlino, ma la visita non entusiasma perché la figura di Ratzinger non è popolare in Germania.

Nell’arcivescovado della città tedesca c'è molta inquietudine per lo scarso entusiasmo suscitato nell'opinione pubblica dall'annuncio della visita. Si teme che possano venire pochi fedeli a Berlino, e per questo si pensa a non far svolgere la messa all’aperto, bensì in una Chiesa, un luogo raccolto dove si potrebbe nascondere meglio una deludente partecipazione.

Secondo il quotidiano berlinese Tagesspiegel gli organizzatori temono inoltre che una manifestazione pubblica offrirebbe un’occasione troppo grande ai contestatori del Papa, e che sarebbe difficile evitare al Vaticano situazioni di grande imbarazzo.

Anche Giovanni Paolo II nella visita a Berlino compiuta nel 1996 era stato contestato mentre attraversava le strade della città tanto che perfino la Papamobile fu colpita più volte da pomodori lanciati da chi assisteva al corteo papale.

Ma in quell'occasione la partecipazione di molti fedeli fu rimediata facendo venire dalla vicina Polonia molte decine di migliaia di polacchi venuti per vedere il loro Papa. Il confine con la Polonia dista infatti poco più di 100 chilometri da Berlino ma in questa occasione non è pensabile ricorrere all'espediente del 1996.

L’invito al Papa è stato deciso dal presidente del Parlamento tedesco, che l'ha invitato a tenere un discorso di saluto alla camera legislativa del Paese, un evento che però ha generato nuove polemiche nel rapporto tra Stato e Chiesa.

Il responsabile organizzativo del gruppo parlamentare dei Verdi, Volker Beck, ha evidenziato come il Bundestag tedesco debba essere attento quando invita un’autorità di uno Stato straniero, e il Papa è innanzitutto la figura guida di una comunità religiosa.

Beck, politico che proviene dal cattolico Baden- Württemberg, ha rimarcato che se il Papa interverrà davanti al Parlamento bisognerà porsi quali altri religioni invitare al Bundestag, rispettando la pluralità delle fedi che è un principio cardine della democrazia.

L’associazione tedesca dei gay e delle lesbiche, intanto, ha annunciato vivaci proteste contro la visita papale, a meno che “Benedetto XVI esprima chiaramente che l’omosessualità non costituisca un peccato . Il che, francamente, conoscendo l'orientamento del papa e del Vaticano, sembra del tutto improbabile. La stessa associazione critica inoltre la copertura offerta dalla Chiesa ai preti colpevoli di abusi sessuali.

Eckiger Tisch, che rappresenta le vittime delle molestie compiute dai gesuiti, si è dichiarata felice se può incontrare il Papa, ma una cosa del genere suona del tutto improbabile. Insomma anche questa visita papale, come quelle avvenute nel Regno Unito e in Spagna, si preanuncia non facile e passibile di varie contestazioni.

Benedetto XVI

Il vero inventore del cristianesimo (La “mala” religione) 66

A completamento della sua nuova teologia Paolo inserì anche, con l’istituzione dell’eucaristia, la teofagia (cibarsi della carne e del sangue di un dio immolato), così profondamente sentita da tutto il mondo gentile, che vedeva in essa l’unione amorosa del dio salvifico con l’uomo.

Infine, volendo dare al suo neocristianesimo un rito che sostituisse la circoncisione, sancì l’istituzione del battesimo, già in uso presso i pagani come iniziazione ai misteri.

Questo, in sintesi, il corpus paolino sul quale nasce gran parte del nostro cristianesimo. Non elaborò il culto di Maria e la nascita verginale, che fu in gran parte opera dei suoi seguaci e dei Padri della Chiesa, i quali, per convalidare la deificazione di Cristo, si trovarono nella necessità di dargli un seme divino.

Infatti, nelle tredici Lettere paoline, Maria non viene mai nominata e di lei c’è solo un cenno indiretto, laddove dichiara Gesù “ figlio di donna”. Se Paolo avesse conosciuto il mito della verginità di Maria, figuriamoci se non lo avrebbe strombazzato nelle sue Lettere.

venerdì 29 aprile 2011

Per la Chiesa: sesso uguale procreazione.

Per le religioni in genere e per il Cattolicesimo in particolare il sesso è finalizzato esclusivamente a fini procreativi, escludendo del tutto il piacere fisico, psicologico e affettivo che esso comporta. Quindi niente sesso per puro edonismo.

Il vecchio Tommaso d’Aquino definisce contro natura, e quindi contro Dio, «ogni coito dal quale non possa risultare generazione» (Super ad Romanos, c. 1, 149) come il rapporto omosessuale, orale, sodomitico ecc. e anche l’autoerotismo.

L’omosessualità essendo “chiusa alla vita”, cioè non comportando la procreazione, rientra nel sesso assolutamente proibito da Dio e considerato contro natura. Ciò spiega la feroce omofobia della Chiesa anche se molti suoi ministri praticano di nascosto l'omosessualità.

Ma se portassimo alle estreme conseguenze il principio che il sesso deve essere solo procreativo scopriremo che perfino due eterosessuali che si accoppiano in piena conformità ai dettami ecclesiastici possono rientrare spesso in un rapporto chiuso alla vita, e quindi peccaminoso.

Prendiamo in esame i casi in cui l’uomo è sterile o la donna è infeconda, in menopausa, etc.? Sono rapporti «chiusi alla vita» tanto quanto un rapporto omosessuale, un rapporto orale o sodomitico. Tanto è vero che gli antichi padri della Chiesa dicevano:  «finché resta la speranza della figliolanza […] può essere seguito il desiderio di avere un rapporto sessuale. Ma per i coniugi anziani […] essi si astengono dall’avere rapporti» (Ambrogio, Esposizione del Vangelo secondo Luca).

E sant'Agostino non ha dubbi che «la pudicizia coniugale […] non permette rapporto con la donna in mestruazione, in gravidanza, o in età tale che non abbia più possibilità di concepimento» (Agostino, Contro Giuliano). Egli aggiunge inoltre: «Mariti, vogliate bene alle vostre mogli, ma amatele nella castità. Insistete nelle opere della carne nella misura in cui è necessario per la procreazione. Dal momento che non è possibile generare figli in altro modo, dovete vostro malgrado degradarvi perché è questa la punizione di Adamo».

Quindi il sesso è vietato come piacere e visto soltanto come degradato dovere procreativo. Se non finalizzato alla procreazione il matrimonio per Agostino doveva rimanere assolutamente casto.

Oggi la Chiesa, obtorto collo, non solo ha lasciato cadere questi divieti, consentendo anche i matrimoni fra vedovi in tarda età, ma autorizza, come alternativa ai contraccettivi, dei rapporti consumati nei periodi infecondi, dai quali  non può «risultare generazione».

Infatti, rendendosi conto che la famiglia odierna, per sopravvivere, deve pianificare le nascite, per salvare capra e cavoli ha escogitato un metodo, assolutamente ipocrita, che si rifiuta di chiamare anticoncezionale per definirlo eufemisticamente “atto a evitare un concepimento”- come se cambiando le parole si arrivi a modificare la sostanza delle cose - che consente di coitare senza peccare.

Per adottare questo metodo, i coniugi si devono trasformare in ragionieri della fertilità, e con tanto di termometro, alcuni attrezzi ginecologici, conoscenze del calendario e dell'aritmetica, applicare il metodo Billings o quello Rötzer (entrambi dettagliatamente spiegati dai parroci), per evitare le maternità indesiderate.

Quindi niente chimica, o, più banalmente, qualche grammo di lattice, ma calcoli ragionieristici, perché il buon dio, che a questo punto viene trattato da autentico citrullo, non s'incazzi al momento del coito.

Per quanto riguarda i rapporti considerati dalla Chiesa contro natura, come l'omosessualità, contro natura, è dimostrato scientificamente che «esistono animali omosessuali» mentre invece è considerato un comportamento contro natura la castità volontaria che mai è stata riscontrata nel mondo animale.

Sant'Agostino

Il vero inventore del cristianesimo (La “mala” religione) 65

Con alacrità quasi febbrile si diede quindi a creare la sua nuova teologia nell’intento di elaborare una religione che accogliesse, in un geniale sincretismo, le aspirazioni del mondo ebraico e di quello gentile, pur consapevole che ciò avrebbe determinato tra i due cristianesimi: quello giudaico degli apostoli e quello suo pagano-ellenistico, una frattura totale e irreversibile.

Nella elaborazione della sua nuova teologia egli recepì la parte spirituale del messianismo, che si riprometteva di costruire uno Stato ideale nel quale gli uomini si amassero come fratelli, vigesse la povertà come scelta di vita e fosse eliminata l’arroganza della ricchezza, e ad esso aggiunse la figura di un Salvatore universale, che si incarnava ed immolava per il bene dell’umanità, risorgendo dalla morte, come Osiride, Attis, Mitra e Dioniso - le divinità più amate dell’Oriente- sicuro di ottenere un enorme riscontro in milioni di persone, perché toccava le loro ansie più profonde e dava una risposta di salvezza al loro immaginario collettivo.

Al tempo stesso, attratto dai culti misterici orientali, che aveva assimilato nella sua infanzia a Tarso, e dal fatto che ad Antiochia i cristiano-pagani cominciavano ad invocare Cristo con l’appellativo di Kyrios, cioè Signore in senso divino, iniziò quel processo di deificazione del Cristo che avrebbe lentamente trasformato Gesù, da Messia escatologico e apocalittico, in “Nostro Signore Gesù Cristo” figlio di dio, e lo avrebbe fatto assurgere alla parità col Padre.

Se Paolo fu l’iniziatore di questo processo di deificazione, penseranno poi i suoi seguaci, i Padri dalla Chiesa e, soprattutto, l’imperatore Costantino nel Concilio di Nicea del 325, a codificare questa sua divinità, consustanziale al Padre, e a imporla anche a quanti non la condividevano.

giovedì 28 aprile 2011

Il missionario e antropologo Daniel Everett tenta di evangelizzare il popolo dei Pirahã, ma finisce sedotto dal loro profondo ateismo.

Non dormire, ci sono i serpenti" è il titolo del libro dell'ex missionario protestante e antropologo Daniel Everett nel quale egli racconta il suo affascinante soggiorno presso il popolo dei Pirahã, nel tentativo, fortunatamente fallito, di evangelizzare quelle tribù primitive.

I Pirahã sono una una popolazione amazzonica che vive nella foresta tropicale lungo i fiumi Mauci e Autacies come comunità di caccia e raccolta. Everett, dopo averne appreso il linguaggio, totalmente sconosciuto dalle autorità brasiliane, tradusse in esso il Vangelo e ne fece loro ascoltarne la registrazione con la speranza di portarli alla conversione.

Se non che "vivendo a lungo in mezzo a loro ne ha imparato usi, costumi e pensiero. Sì, pensiero, perché ha scoperto che, pur vivendo a uno stato evolutivo paragonabile a quello del neolitico, si tratta di un popolo tutt’altro che “barbaro”.

Non posseggono parole per indicare “guerra” o “depressione”, per il semplice motivo che non conoscono queste cose. Non possiedono neppure la parola dio, perché di questo concetto non ne hanno assolutamente bisogno. Cos'è per loro la vita dopo la morte? Per esperienza sanno che un cadavere viene riciclato dalla natura, quindi in un certo senso la sua vita prosegue, ma l’anima cosa sarebbe? Nessuno ne ha mai vista una, dunque che importanza le si può dare?

Quando Everett si è reso conto che predicando il Vangelo anziché portarli alla salvezza instillava loro il virus giudaico-cristiano del peccato e della redenzione che distruggeva il loro sereno e gioioso modo di vivere, buttò il cristianesimo alle ortiche e abbracciò in pieno il loro profondo ateismo, ritenendolo superiore ad ogni forma di religione.

È proprio l'assenza di dio infatti che determina la superiorità del loro modo di vivere rispetto a noi occidentali, sempre oppressi da complessi di colpa, da paure di castighi divini e da sentimenti di intolleranza. Daniel Everett è oggi uno stimato docente di letteratura e lingua presso l' Università di Stato dell'Illinois.

Ma la sua abiura dal cristianesimo per approdare all'ateismo gli è costata cara. La moglie e due dei suoi tre figli hanno reciso, con durezza, ogni rapporto con lui.

La vicenda di Daniel Everett ci fa comprendere che i nostri missionari hanno attuato, e tuttora attuano, un continuo genocidio culturale e religioso, imponendo alle popolazioni primitive una cultura prettamente occidentale, con la conseguente distruzione di quella loro preesistente, spesso molto più superiore, sotto l'aspetto umano e sociale e di equilibrio con la natura, della nostra, e con la sovrapposizione ad essa di schemi mentali avulsi dalla loro tradizione.

Il curioso titolo del libro deriva dal fatto che i Pirahã  abituati a dormire per brevi periodi più volte al giorno e a cacciare durante la notte, usavano la frase Non dormire, ci sono i serpenti" per augurare al missionario la buona notte.

Il vero inventore del cristianesimo (La “mala” religione) 64

Così, Paolo e Barnaba, coadiuvati dal figlio dell’apostolo Pietro di nome Marco, si diedero a diffondere il Vangelo (l’imminente ritorno di Gesù dal cielo) tra gli ebrei che vivevano fuori della Palestina e che parlavano esclusivamente la lingua greca. Ma incontrarono quasi sempre da parte di costoro un rifiuto ostinato, accompagnato da aperte minacce.

Paolo e Barnaba decisero allora di rivolgere la loro predicazione ai gentili, timorati di dio. Costoro erano quei pagani che frequentavano le sinagoghe come uditori, essendo favorevolmente impressionati dal modo di vita ebraico, che imponeva il monoteismo, severe norme morali e l’assistenza ai bisognosi, e si dimostrarono spesso molto più disponibili e ricettivi degli ebrei ad accettare la prospettiva dell’imminente restaurazione del regno di dio in Terra.ù


Sempre più convinto che il suo apostolato avrebbe incontrato l’ostilità dei connazionali della diaspora, Paolo decise allora di dedicarsi soltanto ai pagani, disposto a rinunciare al messianismo ed anche al suo legame col giudaismo, ormai resi inutili, secondo lui, dal sacrificio della Croce, per elaborare una nuova via per la salvezza che non sarebbe più dipesa, come nel passato, dall’osservanza della legge mosaica, ma dalla sola fede in Gesù Cristo.

mercoledì 27 aprile 2011

Un'Italia vaticanizzata impone il turismo divorziale

Per ottenere in Italia il divorzio, entro equi termini temporali, non si deve ricorrere ai tribunali civili che, in base alla legge attuale, impiegano dai quattro ai dodici anni e sono molto costosi, ma rivolgersi ad un Paese europeo, come Francia, Inghilterra e Spagna, o alla Sacra Rota ecclesiastica.

Lo sostiene Gian Ettore Gassani, presidente nazionale dell’associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani, le cui dichiarazioni sono state riprese da numerosi organi di stampa. Nel nostro Paese, sostiene Gassani, nessuno se la cava con meno di quattro-cinque anni, anche nella migliore delle ipotesi che i coniugi siano consenzienti, mentre all'estero tutto si risolve in qualche mese.

Migliaia di coppie italiane finiscono così per affittare appartamenti all’estero, chiedere la residenza e subito dopo chiedere il divorzio: che, una volta ottenuto, lo stato civile italiano dovrà limitarsi a trascrivere. Tutto ciò per colpa del nostro parlamento vaticanizzato.

Nel 2003, fu portata in parlamento una proposta firmata dall’on. Montecchi (DS) per consentire il divorzio “breve” (riduzione a un anno della separazione), quantomeno per le coppie senza figli e disposte a presentare una richiesta consensuale. La maggioranza filo-cattolica del parlamento bocciò tuttavia anche questa proposta minimale.

Da allora di “divorzio breve” non si è più parlato, e chi se lo può permettere ha individuato nel divorzio all’estero la “creativa” soluzione per uscire dall’impasse. Solo in Italia accadono queste cose. La cattolica Austria ha il divorzio subito operativo senza essere preceduto dall’assurdità della separazione: tanto quando uno va dal giudice è perché ha già deciso che la situazione è insostenibile e si è accordato col partner per le modalità.

Luterani ed valdesi accettano il divorzio. Solo la Chiesa Cattolica, oscurantista e oppressiva, nonché nemica acerrima di ogni libertà umana e civile, quando trova una classe politica imbelle, come quella italiana, le impone di ostacolarlo in tutti i modi o di concederlo solo nei suoi tribunali della Sacra Rota.

E così ogni anno sono più di dieci mila gli italiani obbligati a ricorrere al turismo divorziale. Se il divorzio breve entrasse in vigore, consentendo ai cittadini un cospicuo risparmio di tempo, denaro e stress, è chiaro che gli annullamenti richiesti alla Sacra Rota crollerebbero e l'Italia avrebbe un motivo in meno per essere giudicato il Paese civilmente più arretrato d'Europa.

Gian Ettore Gassani

Il vero inventore del cristianesimo (La “mala” religione) 63

Per ben tre anni Paolo predicò il ritorno del Risorto in Arabia (Siria attuale), senza conoscere niente della dottrina di Gesù, senza aver mai incontrato un apostolo e ignorando totalmente la Chiesa di Gerusalemme, solo basandosi sulle sue presunte rivelazioni celesti, e forse, su quanto aveva appreso durante gli arresti e gli interrogatori dei cristiano-giudei.

Quando, finalmente, decise di recarsi nella città santa e contattare quelli che erano gli unici depositari dell’insegnamento di Cristo, a causa del suo passato di spietato persecutore, ancora fresco nella memoria di tutti, riuscì a malapena ad avvicinare due dei cosiddetti apostoli: Giacomo (il fratello di Gesù, non il figlio di Zebedeo) e Pietro.

Il suo incontro, però, fu breve, limitato, e piuttosto duro, e si concluse con una aperta rottura con gli apostoli. Rientrato da Gerusalemme, Paolo trascorse alcuni anni in Siria e in Cilicia, esercitando il suo lavoro di costruttore di tende per le legioni romane e continuando la sua personale attività missionaria, evitando ogni altro incontro con gli apostoli, che diffidavano di lui.

Ad un certo punto la Chiesa di Gerusalemme, venuta a conoscenza che Paolo aveva assunto una posizione di leader nella comunità ebraica di Antiochia (Atti 13,1), superando dubbi e riserve, inviò Barnaba, l’unico che riteneva la conversione di Paolo sincera, ad incontrarlo e a proporgli un’azione missionaria in Asia Minore e lungo le coste del Mediterraneo, per convincere gli ebrei della diaspora, allora molto numerosi in tutte le contrade dell’Impero, dell’imminente ritorno di Cristo dal cielo.

martedì 26 aprile 2011

Karol beato? Non se lo merita!

l 1° maggio, universalmente giorno dedicato ai lavoratori, è stato requisito dalla gerarchia cattolica per beatificare Giovanni Paolo II.

Assisteremo a un furore mediatico a reti unificate , ad una opprimente operazione di marketing religioso perché si sfrutta il sentimentalismo spesso morboso per affermare una visibilità basata sulle grandi masse, i numeri, il folclore Sceneggiate. Parate. Mondanità.

Questa esibizione di forza della Chiesa comporterà la spesa di una enorme quantità di denaro che solo al Comune di Roma, tra straordinari e logistica, costerà € 7 milioni e mezzo. Una cifra enorme, buttata al vento per una beatificazione con tanti interrogativi.

Don Farinella, scrive su Micromega che Wojtyla “fu il peggior papa del secolo scorso perché polacchizzò la Chiesa, consegnandola nelle mani delle sètte religiose che hanno frantumato il volto unito della sposa di Cristo. L’Opus Dei controlla le finanze del Vaticano e la cultura teologica, messa come cane da guardia per fare morire la Teologia della Liberazione.

"Comunione e Liberazione a livello nazionale e non solo è la longa manus del Vaticano in Italia, via privilegiata per accedere alle stanze del governo e delle leggi e poco importa se le Compagnia delle Opere, si esercita a fare affari con mafiosi e delinquenti

"Poco importa se i due Istituti fanno a gara nell’arruolamento dei deboli a privare della coscienza chiunque si affaccia nel loro cortile. Poi vi è il lupanare dei Legionari di Cristo protetto e difeso anche di fronte all’evidenza delittuosa e immonda di un superiore generale pedofilo e padre di figli disseminati come noccioline”.

Parole durissime, echeggiate da molti altri ecclesiastici tra i quali Hans Küng. uno dei teologi messi all’indice da Wojtyła e Giovanni Franzoni, già abate di San Paolo fuori le Mura e da molti intellettuali per i quali questo papa fu un oscurantista. infatti la Fides et Ratio, una delle sue più importanti encicliche è in realtà un monumento all’integralismo cattolico preconciliare che rifiuta l’autonomia della ragione e dell’individuo e perfino i fondamenti della democrazia.

Ma un altro fatto cozza contro questa beatificazione. Secondo Lina Pavanelli autrice di “La dolce morte di Karol Wojtyła”, ripresa dalle maggiori testate e televisioni internazionali e pressocché ignorata in Italia, un’attenta analisi delle condizioni di salute di Giovanni Paolo II nelle ultime settimane della sua esistenza dimostra che NON gli sono state praticate alcune cure che avrebbero potuto tenerlo in vita ancora a lungo e che la Chiesa considera moralmente obbligatorie (altrimenti è eutanasia).

Il vecchio papa le ha rifiutate perché le considerava troppo gravose. Lui diventerà santo, a Piergiorgio Welby sono stati rifiutati persino i funerali.

Karol Wojtyla

Il vero inventore del cristianesimo (La “mala” religione) 62

Per far accettare la sua conversione e rendersi credibile come apostolo, Paolo ricorse allora all’artificio di attribuirsi ripetute visioni celesti.

La sua prima visione, quella che produsse la sua conversione, coincise con una sua rovinosa caduta (da cavallo?), alle porte di Damasco, alla quale potremmo dare una spiegazione plausibile.

Alcuni neurologi, esaminando con attenzione la descrizione di questa caduta e delle fasi patologiche che ne conseguirono, diagnosticarono che Paolo era epilettico.

Nelle sue Lettere egli sembra confermarlo quando scrive: “Voi sapete, fratelli, che fu a causa di una malattia del corpo che vi annunciai il vangelo” (cioè che ebbi le visioni). (Galati 4,13) e accenna ad una spina nel fianco, forma allegorica per indicare un disturbo fisico ricorrente, che più volte aveva chiesto a dio di togliergli.

La medicina odierna ha dimostrato che, in molti casi, le crisi epilettiche dei lobi temporali del cervello, inducono visioni e voci religiose particolarmente vivide. Questo spiegherebbe non solo la caduta a terra ma tutto il resto.

Le successive visioni, di cui parla Paolo, potrebbero coincidere con altre crisi epilettiche.

sabato 23 aprile 2011

Un nuovo contraccettivo libererà la donna dall'ansia della pillola quotidiana.

Per poter prevenire una gravidanza indesiderata l’Associazione Vita di Donna nel 2008 aveva istituito “SoS pillola del giorno dopo” un servizio di orientamento telefonico sulla contraccezione d’emergenza che si avvaleva di una rete di 100 medici, volontari, che intervengono sul territorio nazionale anche nei fine settimana, nei giorni festivi o di notte.

Giorni fa nella sede Vita di Donna della provincia di Roma, è stato presentato il primo rapporto sul servizio. Ne è emerso un quadro preoccupante. Ai medici hanno telefonato in 3 anni quasi 8000 persone. Il 50,9% ha chiamato dopo aver ricevuto un rifiuto alla richiesta della prescrizione medica. L’85% dei medici che ha rifiutato lo ha fatto con la motivazione della “clausola di coscienza”.

Elisabetta Canitano, presidente di Vita di Donna, ha pure fatto rilevare che mentre in Europa è disponibile già da anni anche la cosiddetta pillola di 5 giorni dopo, che può essere somministrata entro 120 ore dal rapporto a rischio, in Italia ancora non c’è per “inspiegabili ritardi”.

È la conferma che nella repubblica teocratica vaticana, chiamata Italia, la contraccezione, totalmente libera negli altri Stati europei, è ostacolata in tutti i modi da parte di medici capziosi che vogliono far carriera negli ospedali pubblici,usando innumerevoli, squallidi e assurdi ostruzionismi in nome dell'ipocrita obbiezione di coscienza.

Siccome la Chiesa, seguendo Sant'Agostino, accetta la sessualità solo in funzione procreativa e il sesso viene da essa aborrito come piacere e accettato soltanto come un degradato dovere fisico per la continuazione della specie, ne consegue che ogni forma di contraccezione è assimilata all'omicidio. È una teoria demenziale ma purtroppo imperante nel nostro Paese, dominato dal Vaticano.

Per fortuna che la scienza avanza anche nel campo della contraccezione, con grande scorno della Chiesa. È stato infatti introdotto un nuovo contraccettivo ormonale sottocutaneo che, avendo la durata di tre anni, consentirà una maternità programmata a lungo termine.

"E’ un contraccettivo che utilizza un derivato sintetico ad azione progestinica – spiega Chiara Benedetto, Professore Ordinario di Ostetricia e Ginecologia dell’Università di Torino – che si presenta sotto forma di bastoncino di due millimetri di diametro e quattro centimetri di lunghezza che ogni ginecologo può inserisce sotto la cute del braccio. nella parte interna di ogni donna che lo desidera con una modesta anestesia locale, senza lasciare una cicatrice".

E qui sta per tre anni ma può essere tolto in qualunque momento se la donna decide di non averne più necessità. Per le donne che vogliono gestire liberamente il loro sesso è la fine dell’ansia di doversi ricordare tutti i giorni, alla stessa ora, di assumere il contraccettivo o, in caso di dimenticanza, di doversi sobbarcare a mille peripezie per trovare un medico disposto ad ordinargli la la pillola del giorno dopo.

Ma i Torquemada vaticani andranno su tutte le furie e chissà cosa inventeranno per ostacolarlo.

Nuovo contraccettivo

Il vero inventore del cristianesimo (La “mala” religione) 61

Paolo stesso nelle sue Lettere confessa di essere stato un feroce persecutore dei primi cristiani, e negli Atti degli Apostoli, scritti si può dire sotto sua dettatura, lo conferma senza mezzi termini.

Ma un fatto nuovo, straordinario e sovrannaturale (secondo la sua testimonianza), cambiò all’improvviso la sua vita.

Durante una spedizione punitiva contro i cristiani di Damasco (era stato incaricato dal sommo sacerdote Caifa di arrestarli e tradurli a Gerusalemme), fu folgorato da una visione celeste che lo portò ad una radicale conversione personale.

Così passò dalla parte di quelli che fino ad allora aveva ferocemente perseguitato, i cristiano-giudei. Questa sua conversione, però, scatenò le ire degli ebrei di Damasco che tentarono di ucciderlo (si salvò calandosi in una cesta dalle mura della città) e parve subito falsa alla Chiesa di Gerusalemme.

venerdì 22 aprile 2011

Ottimo successo per le Giornate della laicità 2011.

Le Giornate della laicità 2011, svoltesi a Reggio Emilia dal 15 al 17 aprile, hanno avuto un grande successo di pubblico, che ha affollato i molti appuntamenti della manifestazione col tutto esaurito. Hanno partecipato: Franco Cordero, Giulio Giorello, Angelo d'Orsi, Paolo Flores d'Arcais, don Carlo Molari, Valerio Onida, Gabriella Caramore, don Paolo Farinella, Piergiorgio Odifreddi, Telmo Pievani, e altri illustri oratori.

Naturalmente, non sono mancate le polemiche. "Questi laicisti che non vogliono il dialogo", ha tuonato l'Avvenire prontamente sbugiardato dal Flores d'Arcais che ha puntualizzato: "Una menzogna. Abbiamo invitato quindici cardinali da Ruini a Bagnasco a Tettamanzi, il direttore di Avvenire e quello della stampa vaticana, e l'elenco potrebbe proseguire. Tutti hanno risposto di no. Peccato, perché per ognuno degli appuntamenti, ci sarebbe potuto essere un vero dialogo nel senso di due logoi che si confrontano. Non un minuetto diplomatico ma un vero confronto".

Il direttore di MicroMega inoltre ha così spiegato il rifiuto messo in atto dalle alte gerarchie ecclesiastiche: «Dal punto di vista politico, la Chiesa in questi anni è arrivata a detenere un monopolio. Stando così le cose, un qualsiasi confronto non può che arrecarle danno. Se si ha un monopolio senza essere passati dal contraddittorio, non conviene dialogare: è più confortevole il monologo».

E ha concluso: «Anche se risulta difficile capire perché debba avere paura chi da un lato è convinto di avere la Verità in tasca e dall'altro è consapevole del suo monopolio».

Ma cos'è in parole povere la laicità, così aborrita dalla Chiesa? È l’«assoluta indipendenza e autonomia nei confronti della Chiesa cattolica o di altra confessione religiosa» (Dizionario della lingua italiana – G. Devoto, G. Oli).

in Italia, col Vaticano in casa che ricatta la classe politica, questa definizione è blasfema. Per Ratzinger la laicità deve essere «laicità positiva» cioè deve riconoscere come assoluti i valori cristiani sennò si trasforma nel tanto odiato «laicismo».

Quindi nessuna indipendenza e autonomia nei confronti della Chiesa cattolica. Per esempio: pretendere la completa libertà per ciascuno di decidere sulla propria vita è per il papa sfrenato laicismo. Ma per il cittadino laico è puro e semplice diritto democratico, sancito dalla Costituzione.

I cattolici, in uno Stato laico sono sempre liberi di comportarsi secondo coscienza: nessuno li costringe ad abortire, a ricorrere alla fecondazione eterologa, a essere omosessuali, a rifiutare alimentazione e idratazione artificiali in caso di coma vegetativo, a frequentare le scuole statali, a sposarsi secondo il rito civile.

Perché allora la Chiesa, che nello Stato laico gode di tutte le libertà per i suoi fedeli, vuole imporre la sua morale radicale dedotta da un dio inventato e non dalla natura umana e coartare ogni autodeterminazione anche in chi non si riconosce in un credo religioso? Questa è una laicità teocratica, una totale negazione della vera laicità. In parole povere: l'ossimoro degli ossimori.

Paradigma di una religione inventata. (La “mala” religione) 60

I cristiano-giudei, molto stimati a Gerusalemme per la loro ligia osservanza della Legge, riuscirono ad incrementare i loro i proseliti, che ritenevano imminente il ritorno di Gesù, fino a raggiungere alcune migliaia.

Dobbiamo tener presente, però, che il cristianesimo in questa prima fase, era tutt'altra cosa da quello pacifista, degiudeizzato, spoliticizzato e salvifico che conosciamo oggi, dopo la trasformazione teologica operata da Paolo e divenuta definitiva in seguito alla distruzione della Chiesa di Gerusalemme nelle guerre giudaiche del 70 e del 135. Esso era ancora strettamente legato al messianismo jahvista e in stretta relazione con la setta degli zeloti e l'essenismo.

Ma, probabilmente nel 36 d.C., accadde un fatto nuovo che determinò un grave scompiglio nel cristianesimo giudaico. Irruppe nel loro gruppo un ebreo della diaspora che, nel volgere di un paio di decenni, trasformò radicalmente il cristianesimo giudaico in un cristianesimo personale, di sua esclusiva invenzione.

Quest’ebreo, di nome Paolo, era nato a Tarso (attuale Turchia) da una famiglia ebraica che godeva del privilegio, per quei tempi importante, di possedere la cittadinanza romana.

Ancor giovanissimo, venuto a Gerusalemme per studiare da fariseo, si era messo al soldo dei sacerdoti del Tempio per dare la caccia ai seguaci di Gesù, da lui ritenuto un pericoloso messianista, fatto crocifiggere da Pilato come un pericoloso ribelle.

giovedì 21 aprile 2011

A Malta i ragazzi di Santa Venera denunciano nuovamente la strategia dilatoria attuata dal Vaticano nei confronti dei preti pedofili.

Per la comunità delle vittime maltesi le cose vanno di male in peggio. Da una parte il processo penale contro i sacerdoti pedofili, dopo sette anni, è ancora in alto mare e proprio in questi giorni l’avvocato che li assiste, Gianella Caruana Curran, ha depositato un’istanza alla Corte costituzionale maltese contestando la “sovraesposizione mediatica”dei suoi assistiti, non ancora giudicati: un artificio legale, a istruttoria conclusa, per prendere tempo in vista della sentenza.

Dall'altra, l’inazione della Curia e la strategia dilatoria attuata dal Vaticano hanno fatto si che il processo ecclesiastico, solennemente promesso dal papa durante la sua visita nell'isola un anno fa, non è neppure cominciato nonostante che la “investigatio previa”, l’indagine interna condotta dal “Response team” della Curia maltese che segue i casi di pedofilia, sia già stata conclusa.

Con l’apertura del processo ecclesiastico, infatti, tutto potrebbe essere chiarito definitivamente. Ma ciò non garba affatto al Vaticano e nemmeno a quella parte della popolazione, molto religiosa, che ha paura di toccare i preti.

Lawrence Grech, portavoce delle vittime, ha accusato apertamente la Chiesa di tattiche dilatorie per protrarre i casi all'infinito e far cadere tutto nell'oblio. “La miglior arma della Chiesa è il silenzio” ha affermato sconsolato.

Ricordo che gli ex ragazzi dell'orfanotrofio di Santa Venera dell'isola di Malta, furono a lungo costretti a vestirsi da donna per assecondare, di notte, le perversioni sessuali dei sacerdoti che li assistevano.

Questi sacerdoti, uno dei quali è stato trasferito nella parrocchia italiana di Albano Laziale, per sfuggire il processo, sono tuttora a piede libero e scorrazzano per l'isola.

Purtroppo per la Chiesa il prete pedofilo è soltanto un peccatore che ha offeso dio, non un criminale che ha commesso un reato gravissimo contro una persona indifesa. Quindi deve soltanto vedersela con dio, non con la giustizia umana e civile.

Lawrence Grech

Paradigma di una religione inventata. (La “mala” religione) 59

Mai passò per la mente dei seguaci di Gesù che la fede nel ritorno del Risorto volesse preludere alla nascita di una nuova religione, staccata dall'ebraismo. Anzi, consideravano questa aspettativa come un suo completamento, secondo quanto avevano detto le Scritture e i profeti.

Quindi essi non avevano alcuna cognizione della natura divina di Gesù; lo ritenevano semplicemente un uomo prescelto dal Signore, una specie di profeta. Infatti rimasero sempre fedeli alle religione giudaica.

Se avessero proclamato la divinità di Gesù-dio non avrebbero mai potuto frequentare il Tempio e avrebbero rischiato la lapidazione per la violazione del principio fondamentale dell'ebraismo: il monoteismo.

Non solo ignoravano la deificazione di Gesù ma anche la sua nascita verginale (tra loro c'erano i fratelli di Gesù) e tutte le altre invenzioni mitologiche dei Vangeli posteriori, compresa l'istituzione del battesimo e dell'eucaristia.

Gesù, durante il suo apostolato si era rivolto esclusivamente ai suoi correligionari ebrei e non aveva mai tentato di convertire i pagani, paragonati in modo rozzo e sprezzante a “cani e porci”. I suoi primi seguaci, quindi, seguendo la sua linea, continuarono a diffondere la nuova dottrina esclusivamente tra gli ebrei.

mercoledì 20 aprile 2011

L'inferno esiste ancora? Magari!

I liberi pensatori considerano Satana e l'inferno delle bufale per gli allocchi inventate per ricattare, col terrore psicologico, i fedeli più ingenui e obbligarli a credere ciecamente alle menzogne religiose.

Sono senz'altro le due più terribili e devastanti invenzioni della Chiesa. Il castigo dell'inferno, infatti, è la forma più spietata di punizione divina mai immaginata da nessun'altra religione perché non ammette la redenzione.

È talmente spietata che per i credenti più evoluti è ritenuta "un assurdo morale" e rappresenta la negazione di dio stesso in quanto gli attribuisce sentimenti di odio e di vendetta, assolutamente inammissibili in un Essere Supremo, considerato sommamente giusto e misericordioso e che sempre ama, perdona e riconcilia.

Un dio giudice inappellabile nega quindi categoricamente che “dio sia un Padre infinitamente buono e misericordioso", come predicano i Vangeli, e contrasta col Gesù evangelico che invitava i suoi discepoli a perdonare settanta volte sette, cioè sempre.

Non pochi ecclesiastici, particolarmente illuminati, pur non rinnegando in modo palese il diavolo e l’inferno, di fatto ne ignorano l’esistenza, non parlandone mai nelle omelie domenicali e nelle catechesi. Ma papa Ratzinger non è di questo avviso e non perde occasione di ricordarci il Maligno e il suo regno sulfureo.

Nell'ultimo numero di Time, il reverendo Robert Bell, 40 anni, che ha pubblicato da poco negli Stati Uniti il libro Love wins: a book about Heaven, Hell, and the fate of every person who ever lived ((L’amore vince. Un libro sul paradiso, l’inferno, e il destino di ogni persona che abbia mai vai vissuto), arrivato nella top ten dei libri più venduti su Amazon, ha riaperto il dibattito sull’esistenza dell’inferno e sulle sue caratteristiche.

Robert Bell, figlio di un giudice federale e cresciuto in un ambiente molto devoto, ha fondato nel 1999 la comunità religiosa di Mars Hill, nel Michigan. Si tratta di una Chiesa non confessionale, formalmente autonoma, alle cui celebrazioni assistono ogni settimana più di 8.000 persone.

Nel suo libro egli apre le porte del paradiso non solo ai cristiani credenti ma a tutti gli uomini, indipendentemente dal loro credo. Come si può sostenere, dice Bell all’inizio di Love wins, che Gandhi è all’inferno perché non ha creduto nella morte e resurrezione di Gesù?

Quindi egli sostiene la scomparsa della dimensione punitiva che è assicurata dall’esistenza dell’inferno, aprendo un nuovo modo di intendere la spiritualità che si fa largo negli Stati Uniti, soprattutto tra le giovani generazioni.

Naturalmente viene criticato dai pastori più tradizionalisti, ma anche dalla destra più conservatrice che lo hanno bollato come «sovversivo». Il suo libro ricalca il pensiero, espresso alcuni decenni fa, del teologo svizzero Hans Urs von Balthasar, secondo cui l’inferno esiste, ma è vuoto.

Per Ratzinger e la Chiesa oscurantista e per tutti i cristiani integralisti delle varie confessioni protestanti, dover rinunciare all'inferno e al Maligno suona blasfemo perché toglie loro l'arma più micidiale usata per terrorizzare psicologicamente milioni di ingenui fedeli e inoltre li farebbe apparire, come sono nella realtà, dei nudi venditori di menzogne.

In quanto a me, mi spiace veramente che l'inferno non esista perché ci ficcherei volentieri, almeno per qualche stagione, tutti i Torquemada che utilizzano la religione per oscurare e torturare il genere umano.

Paradigma di una religione inventata. (La “mala” religione) 58

Quell’annuncio fu come una folgorazione che dileguò, per incanto, il loro sconforto e trasformò la sensazione di sconfitta, causata dalla morte del loro presunto Messia, nell’euforica certezza della sua resurrezione.

Una nuova speranza messianica si aprì alle loro menti: il Messia di discendenza davidica era risorto e, asceso al cielo alla destra di dio Padre, sarebbe presto tornato sulla Terra, come Messia Martirizzato, sotto le spoglie del Figlio dell'Uomo, preconizzato nel Libro di Daniele.

Circonfuso di potere e di gloria, avrebbe, dopo la cacciata definitiva degli oppressori d'Israele, rifondato il regno di David e restaurato l'antico Tempio di Salomone.

Il nuovo regno sarebbe stato santo e imperituro e avrebbe costretto i gentili ad adorare Jahvè. Ebbe inizio così la parusia, cioè l'attesa febbrile del ritorno imminente di Gesù dal cielo, in carne ed ossa, che diede origine al cristianesimo giudaico.

martedì 19 aprile 2011

È uscito "Sex and the Vatican" che svela i lati oscuri della Chiesa tra festini e sadomaso.

Nel luglio scorso aveva fatto molto scalpore un’inchiesta sulle notti brave dei preti gay di Roma con tanto di violazione del voto di castità.

Il giornalista Carmelo Abbate di Panorama, con l’aiuto di un complice gay, si era inserito negli ambienti omosessuali romani e aveva scovato alcuni preti omosessuali che “di giorno erano sacerdoti in abito talare, di notte, smessa la tonaca, uomini perfettamente integrati negli ambienti omosessuali della capitale”.

L'inchiesta presentava anche diverse foto e persino filmati compromettenti. In questi giorni lo stesso giornalista, ultimata la sua inchiesta, ha dato alle stampe Sex and the Vatican (Piemme, p. 420, euro 18,50) in cui racconta tante storie sulla vita sessuale (etero e omo) di sacerdoti e suore, in Italia e negli altri Paesi.

Emergono non solo numerosi episodi dal sapore boccaccesco, ma anche tematiche più spinose come quelle che riguardano i figli dei sacerdoti, gli aborti clandestini e le adozioni per nascondere gravidanze indesiderate. “Il quadro che ne esce è sconcertante, le cifre sconfortanti” secondo un'anticipazione di Libero.

Il sesso orgiastico è così ampiamente diffuso tra il clero e le suore, secondo il giornalista, al punto che anche il Vaticano è costretto ad ammettere, in una nota ufficiale, l’esistenza di comportamenti indegni.

“Le notti brave dei preti gay” descritte nel libro, tra incontri sadomaso, messe blasfeme con tanto di comunione post coitum, fellationes in sacrestia, usi impropri del calice e via discorrendo fanno impallidire le dissipazioni erotiche di una certa parte della classe politica nostrana.

La casistica è ampia, le percentuali impressionanti. Negli Usa il 48% dei preti sarebbe gay; in Austria il 22% avrebbe relazioni con donne; il 41% di preti brasiliani ha ammesso di aver avuto rapporti sessuali; The Guardian ha parlato di mille casi di figli di preti cattolici; in Spagna il 20% del corpo sacerdotale sarebbe costituito da preti sposati; in Italia un sondaggio di Gay.it dice che il 37% degli intervistati ha avuto un approccio sessuale con uomini di Chiesa.

I fedeli sono al corrente, in molti casi, di queste situazioni ma fingono di non vederle. Il Vaticano lo sa pure ma, finché non scoppia apertamente lo scandalo, anch'esso non interviene sia perché il costume è sempre più diffuso, sia perché non saprebbe come rimpiazzare i sacerdoti costretti a lasciare, dato il rapido crollo delle vocazioni.

Ma, ipocritamente, infierisce con sempre maggior livore contro gli omosessuali, contro le coppie di fatto, gli aborti e la contraccezione, tutte cose ampiamente praticate dai suoi sacerdoti.

Paradigma di una religione inventata. (La “mala” religione) 57

Dopo due anni di peregrinato in Galilea, Gesù calò a Gerusalemme ove fece un ingresso trionfale, acclamato come figlio di David e re d’Israele, e provocò gravi disordini nel Tempio.

Perciò fu considerato politicamente pericoloso dai sacerdoti e dagli erodiani filoromani, che paventavano le conseguenze del suo messianismo, e su loro denuncia venne fatto arrestare e condannare alla crocifissione dal prefetto Ponzio Pilato, con l’accusa di insurrezione armata contro l’autorità imperiale. Una condanna, quindi, esclusivamente politica e non religiosa.

I romani non condannarono mai nessuno per le sue idee religiose, a meno che queste non prevedessero la ribellione ai poteri dello Stato, e non s'impicciarono mai delle beghe religiose dei popoli sottomessi, lasciandoli liberi di agire secondo le loro consuetudini.

In Israele, per il reato religioso più grave, la blasfemia, di cui fu accusato Gesù nei Vangeli, era prevista la lapidazione che veniva attuata su delibera del sinedrio o a furor di popolo e che non richiedeva il consenso dei romani.

All'arresto di Gesù i suoi seguaci, colti dal panico, fuggirono, considerando fallita la missione politico-religiosa del loro capo. La crocifissione che seguì fu per essi un trauma assoluto. Si erano illusi di sedere alla destra e alla sinistra del trono del nuovo re d’Israele e si trovavano rintanati nei pressi della piscina di Siloe, tremanti d’orrore e di paura.

Ma mentre, frastornati e increduli dell’ignominiosa fine del loro capo, s’accingevano a rientrare alla chetichella in Galilea, Maria di Magdala, in preda a viva esaltazione, corse ad annunciar loro che aveva trovato la tomba del Maestro vuota.

lunedì 18 aprile 2011

In Francia e nel resto d'Europa crescono i Pacs, in Italia su di loro un silenzio di piombo.

Quando furono creati nel 1999, Jacques Chirac, ricorda Le Monde, giudicò i Pacs “inadatti ai bisogni della famiglia” ma oggi sono penetrati così tanto nel costume francese che anche uomini politici di destra si augurano che si offra ai conviventi la possibilità di celebrare la cerimonia in municipio, anche e specialmente per le coppie omosessuali.

Da circa 20mila coppie francesi l’anno nel 1999 siamo passati a 150mila nel 2008 (circa 3 Pacs ogni 4 matrimoni) ma attualmente sfiorano la parità. Per di più il 53% dei neonati è figlio di coppie non sposate.

E in Italia, feudo vaticano? Da quando nella precedente legislatura il tentativo di istituire i Pacs è stata una causa non secondaria della caduta del governo Prodi, sulle coppie di fatto è calato, da tre anni a questa parte, un silenzio di piombo.

Il cardinale Bagnasco e i pluriconiugati e pluridivorziati eroi del Family Day vegliano sulla sacralità del matrimonio, e l’Italia è ormai l’ultimo Paese dell’Europa occidentale a non riconoscerle. E non si tratta delle coppie omosessuali, ma di quelle etero.

Ha ragione il ministro Maroni: è tempo di uscire dall’Unione Europea per entrare in quella Africana, costituita da Paesi le cui legislazioni sono molto più vicine alla nostra. Se poi prendiamo in considerazione che i matrimoni omosessuali sono legali anche in Sudafrica, tempo qualche anno, e forse anche l’Unione Africana comincerà a trovarci arcaici, il Paese, cioè, più arretrato del mondo.

È lapalissiano che il veto vaticano sui Pacs costituisce una delle più insopportabili oppressioni dei diritti civili e umani imposte al nostro Paese da una religione oscurantista, se non fosse che la nostra classe politica lo accetta senza battere ciglio, tradendo la Costituzione e le aspettative di una fetta sempre più numerosa di popolazione che si riconosce nelle coppie di fatto.

Un censimento in merito dimostrerebbe che anche in Italia, come in Francia, le coppie conviventi eguagliano ormai quelle coniugate, con in più una caratteristica: di essere molto più giovani e di fare anche più figli. Ma tant'è. La sana laicità di Ratzinger non le accetta, mentre la civile “laicità” dei cittadini, sia credenti che non credenti, ne avverte sempre più urgente la necessità.

Ma rimarrà delusa fintantoché non si costituirà in Italia un partito esclusivamente laico e centrato sulle difesa ad oltranza di tutti i diritti umani e civili, nel quale sia bandito, come antidemocratico, ogni riferimento al cattolicesimo e a qualsiasi altra religione, ma si proclami solo la difesa rigorosa della laicità espressa dalla Costituzione senza appecoramenti oscurantisti.

Paradigma di una religione inventata. (La “mala” religione) 56

In realtà, stando alle più antiche versioni del Vangelo di Marco, non solo questi ma tutti gli apostoli appartenevano alla cerchia degli zeloti, perché erano chiamati col nome di battaglia “Boanerghes”, cioè “figli del tuono” (Marco 3,17).

R.H. Eisenman,1 direttore dell'Istituto per lo studio delle origini giudeo-cristiane alla California State University, conferma che tutti gli apostoli erano zeloti, come abbiamo evidenziato sopra, e getta una luce inquietante sui discepoli di Gesù, vero covo di accesi messianisti e non di persone dedite alla non-violenza, alla fratellanza e alla salvezza spirituale dell’umanità.

Il filosofo greco Celso nel suo “Discorso Veritiero” scritto nel 180 d.C., distrutto dalla Chiesa ma riportato in parte da Origene,2 afferma senza mezzi termini: “Colui al quale avete dato il nome di Gesù era in realtà un capo brigante”.

Quindi si intuisce facilmente perché Gesù e il suo movimento fossero considerati una minaccia dai romani e dai giudei moderati e reazionari e perché costoro abbiano collaborato con Pilato per la sua condanna a morte.

domenica 17 aprile 2011

La religione è, per la sua stessa natura, una macchina per spaventare; deve necessariamente fallire e crollare di mano in mano che l’uomo progredisce nella conoscenza, perché la conoscenza non è soltanto potere, è anche coraggio.
Henry Louis Mencken

L'enigma svelato (Il lato oscuro della verità) 64

L'indomani, alle prime luci dell'alba, dopo un semplice e commovente commiato dall'intera comunità che lo aveva ospitato per anni e nella quale aveva trascorso i momenti più intensi e sereni della sua vita, Davide s'avviò a piedi verso un'oasi vicina dove era atteso, in giornata, il passaggio di una carovana. Un cammelliere, frequente ospite della stessa comunità e da Davide conosciuto molto bene, gli avrebbe fatto da guida fino ai confini dell'Idumea da cui avrebbe proseguito per la Giudea.

La carovana - che come tutte le altre si presentava come una babele di fogge, di lingue e di razze - parve a Davide, dopo gli anni di solitudine trascorsi nel deserto, un po' troppo rumorosa e vivace, per cui, in un primo momento, preferì seguirla appartato da tutti, con brevi contatti col suo amico cammelliere.

Poi, specie durante il pasto serale e il riposo notturno, cominciò a familiarizzare con alcuni e, in particolar modo, con un ricco mercante che viaggiava con cinque cammelli carichi di spezie e che Davide giudicò, in un primo momento, d'origine greca per il suo fluido eloquio in quella lingua, salvo poi a scoprire che era un giudeo di Gerico di nome Fineas.

Costui, fin dalle prime parole che si scambiarono in aramaico, affermò, ridendo compiaciuto, che Davide era un galileo, dal suo inconfondibile accento, tipico di quella regione. Era un uomo alto e imponente, di parecchi anni più anziano di Davide, ma, nonostante l'età matura, traboccante d'energia e di vigore.

Col passare dei giorni si affezionò al giovane Davide e tra i due nacque una confidenza affettuosa. Il ricco mercante comprese subito che il suo nuovo amico era assente dalla Palestina da alcuni anni, ma per delicatezza non fece domande indiscrete sul motivo per il quale si trovava in quella carovana e in quella sperduta parte del mondo. Si diede piuttosto ad informarlo degli ultimi avvenimenti che riguardavano la Palestina.

Raccontò che Erode Antipa, tetrarca della Galilea e della Perea, quindi anche di Davide, nonostante si fosse dimostrato un sovrano, tutto sommato, abile e capace, stava scandalizzando l'intero mondo ebraico avendo sottratto al fratellastro Filippo, la bellissima moglie Erodiade, unendosi a lei in un matrimonio doppiamente incestuoso. Lei infatti si trovava ad essere, contemporaneamente, sua nipote di sangue ed ex-moglie (a quanto pare nemmeno ripudiata) del fratellastro di Antipa.

Sebbene il sommo sacerdote di Gerusalemme e l'aristocrazia sadducea del Tempio, per quieto vivere, non avessero condannato quell'unione doppiamente incestuosa, il popolo n'era furente. A farsi interprete del sentimento generale della nazione ebraica era da poco sorto un asceta, tutto fuoco e passione, di nome Giovanni, che viveva sulle rive del Giordano come un anacoreta, vestito di pelli e nutrendosi di cavallette e di miele selvatico.

Ogni giorno, questa specie di profeta si rivolgeva ai discepoli, che accorrevano sempre più numerosi da tutta la Palestina per ascoltare la sua severa parola, annunciando l'arrivo imminente del Regno di Dio e invitando tutti a praticare la penitenza e il perdono. Egli annunciava una grande ira incombente, che avrebbe prodotto terribili catastrofi. Soltanto chi avesse cambiato radicalmente la sua vita, praticando la penitenza e il perdono, si sarebbe salvato al cospetto del Signore.

Le sue parole infuocate, però, non si limitavano soltanto ad incitare tutti alla penitenza ma prendevano di mira i sacerdoti, i farisei, i dottori della Legge e soprattutto l'incestuoso Antipa. Il popolo era convinto che Giovanni fosse Elia redivivo o lo stesso Messia e gli dava ogni giorno più credito, ma l'aristocrazia sacerdotale, e soprattutto il tetrarca e la sua consorte Erodiade, erano furenti e avrebbero voluto farlo tacere a tutti i costi.

La popolarità di Giovanni però si era così saldamente radicata in pochi mesi che i suoi molti nemici non osavano metterlo a morte. Ma non era detto che prima i poi non ci sarebbero riusciti. Il racconto del mercante impressionò moltissimo Davide e subito si accese in lui il profondo desiderio di incontrare questo nuovo profeta. Sentiva che, in qualche modo, poteva essere collegato alla sua missione.

Cercò di ricavare altre notizie che si riferissero a Giovanni ma il mercante, che parlava per sentito dire e che era anche lui da qualche tempo assente dalla Giudea, poté aggiungere soltanto piccoli dettagli. Riferì che Giovanni era probabilmente di stirpe sacerdotale e proveniva da Ebron.

Non seppe dire se era appartenuto alla comunità essena di Qumran. Sapeva per certo che soltanto da pochi mesi la sua fama sia era rapidamente diffusa. Fineas completò le sue informazioni sulla Palestina parlando degli zeloti, sempre più violenti e sanguinari. Soprattutto in Galilea e nel Golan, vere centrali del dissenso contro Roma. Lo mise in guardai perché erano molto pericolosi.

sabato 16 aprile 2011

Ha ancora senso parlare oggi, all'inizio del terzo millennio, di guarigioni miracolose?

Per la Chiesa sì, anche se in netto calo di anno in anno, i miracoli sussistono ancora. Ma per quanto ancora? Per la scienza no, i miracoli non sono mai esistiti.

L'occasione di riparlare dei miracoli nasce dalla notizia che, alcuni giorni fa, è stato riconosciuto il sessantottesimo miracolo avvenuto a Lourdes dall'11 febbraio 1548.

Però la guarigione della gamba semiparalizzata di Serge François, un artigiano di Angers in pensione, miracolosamente avvenuta nella grotta di Lourdes, secondo il vescovo, Emmanuel Delmas (che, ironia della sorte, è medico di formazione) e stata giudicata una guarigione "remarquable", apparendo troppo presuntuoso il termine miracolo.

L'eufemismo del prelato si spiega con le prudentissime regole della Chiesa in materia di guarigioni, ulteriormente irrigidite nel 2006, ma soprattutto col progredire della scienza medica sempre più restia a riconoscere come miracolose molte guarigioni spontanee di natura chiaramente psisomatica.

Perché per la scienza nessun vero miracolo è mai avvenuto. Infatti, nessun prodigio né psicosomatico né divino ha fatto mai crescere un arto perduto o guarito un bambino affetto della sindrome di Down. Sono questi i veri miracoli, ma non sono mai accaduti perché avverrebbero in violazione delle leggi naturali ordinarie.

Se il miracolo dipendesse da dio, che ha l'attributo dell'onnipotenza, potrebbe avvenire anche in violazione delle leggi della natura. Ma essendo dio è un'invenzione dell'uomo questo non potrà mai verificarsi.

Ironicamente lo scrittore francese Anatole France, in visita al santuario dei Pirenei aveva sintetizzato la sua incredulità affermando: «Vedo molte stampelle, ma nessuna gamba di legno», cioè molti pseudomiracoli e nessun miracolo vero.

Le remissioni spontanee dei tumori e di altre malattie gravissime, che sono dell’ordine di una su diecimila, secondo i dati scientifici, possono avvenire scatenando nella nostra psiche una "corrente guaritrice", indotta da una forte emozione, anche, ma non solo, di tipo religioso.

Infatti avvengono in tutto il mondo a prescindere dalla religione del luogo Secondo gli studiosi di statistica, poi, le guarigioni miracolose che avvengono nei santuari, tipo Lourdes, in cui affluiscono milioni di ingenui pellegrini, sono molto inferiori (una su un milione di pellegrini) rispetto quelle che avvengono spontaneamente (una su diecimila ammalati) al di fuori di essi.

Quindi, osserva ironicamente il matematico Piergiorgio Odifreddi, a un malato di cancro converrebbe cento volte di più starsene a casa piuttosto di fare un pellegrinaggio a Lourdes, oltre tutto faticosissimo.

Le statistiche sui miracoli di Lourdes ci dicono che delle 68 guarigioni avvenute finora, l'80 % ha riguardato le donne (più facilmente suggestionabili emotivamente), soprattutto francesi; inoltre, sono in netto calo, nonostante il continuo flusso di pellegrini, e molte si esse, specie quelle avvenute molti anni fa, di scarsa attendibilità.

Grotta di Lourdes

Paradigma di una religione inventata. (La “mala” religione) 55

Sempre Simone, soprannominato da Luca senza mezzi termini, lo Zelota (Luca 6,15), viene chiamato da Marco “cananaios ” (Marco 3,18) e da Matteo ”cananites”(Matteo 10,4), termini tradotti nei Vangeli attuali con l’aggettivo “cananeo”, cioè proveniente da Cana.

Niente di più falso. Il termine aramaico “qanana” da cui deriva quello greco cananaios, equivale a “zelota, fuorilegge, terrorista”, esattamente come bariona.

Infine, il termine Kefas o Cefa, significava in aramaico “Roccioso” e allude alla durezza combattiva e al carattere violento attribuiti a Pietro sia dai documenti apocrifi (Vangelo di Maria di Magdala) sia dagli stessi Vangeli canonici che riportano il fatto che, al momento dell’arresto di Gesù, l’apostolo con un colpo di spada tagliò netto l’orecchio di Malco, servo di Caifa (Giovanni 18,10).

Quindi questi tre termini indicano inequivocabilmente che Pietro non era il pacifista descritto dalla tradizione ma uno spietato combattente per la causa messianica.

Altro esempio. Taddeo nel Vangelo di Matteo più antico è definito a chiare lettere “Ioudas zelotes” . Taddeo, in aramaico, era il suo soprannome di battaglia che significava “coraggioso”; cioè, in parole semplici: ribelle coraggioso.


Anche Giuda Iscariota, il presunto traditore di Gesù, viene considerato dagli studiosi uno zelota. Difatti l’appellativo Iscariota (che deriva dall’ebraico ekariot, che significa sicario, e non da Keriot città della Giudea, mai esistita ma semplicemente inventata dalla Chiesa), veniva attribuito a quei ribelli più oltranzisti che eseguivano azioni di terrorismo anche in forma isolata.

Essi, secondo lo storico ebreo Flavio Giuseppe quasi contemporaneo di Gesù, commettevano assassini in pieno giorno nel mezzo della città mescolandosi alla folla con nascosti sotto le vesti dei piccoli pugnali coi quali colpivano i loro avversari.

venerdì 15 aprile 2011

L'eutanasia attiva

Circa un anno fa aveva suscitato un gran scalpore in Inghilterra il caso del direttore d'orchestra 85enne Sir Edward Downes e di sua moglie Joan che, entrambi gravemente malati, avevano scelto di morire con il suicidio assistito in una clinica di Zurigo gestita dall'associazione Dignitas.

I figli che li avevano accompagnati nella struttura sanitaria per dar loro assistenza fisica e soprattutto morale in un momento così drammatico avevano rischiato di essere perseguiti legalmente in quanto nel Regno Unito è illegale aiutare o incoraggiare qualcuno a commettere suicidio.

Un sondaggio-choc pubblicato dal Times sull'episodio ha stupito l'opinione pubblica rivelando che la stragrande maggioranza degli inglesi sostiene la necessità di una modifica legislativa a favore del suicidio medicalmente assistito.

Circa tre quarti (74%) dei cittadini britannici chiede, infatti, che i medici possano aiutare i malati terminali a procurarsi una morte rapida e indolore e che gli amici e i parenti possano assisterli senza il rischio di essere incriminati. I più convinti assertori di questa riforma sono le persone di età compresa fra i 55 e i 64 anni.

I medici britannici si erano opposti ad ogni cambiamento della legislazione in materia, con una percentuale di due su tre contrari alla riforma. Ma in seguito al clamore suscitato dal sondaggio-choc e dal nuovo orientamento rivelato dall'opinione pubblica, anch'essi si sono dichiarati disponibili ad accoglierla.

Il prestigioso 'Royal College of Nursing' ha lasciato cadere la sua opposizione al suicidio assistito per adottare una posizione "neutrale". Gli allievi infermieri riceveranno d'ora in poi tutti gli insegnamenti necessari sui diversi modi con cui un paziente può affrontare la malattia terminale.

Si fa così strada in un altro Paese europeo l'esigenza di abbattere uno dei più pesanti retaggi dell'oppressione della Chiesa, quello che impedisce all'uomo, invocando assurdi e cervellotici divieti divini, di disporre liberamente della propria salute, del proprio corpo e della propria vita come meglio gli aggrada.

E in Italia, roccaforte del massimo oscurantismo religioso, imposto dal Vaticano? Poche speranze di arrivare ad un così alto livello di libertà personale fintantoché saremmo governati da una classe politica che legifera per i cattolici e non per tutti i cittadini..

Paradigma di una religione inventata. (La “mala” religione) 54

Per capire le vere identità dei discepoli della cerchia di Gesù, ritenuti combattenti, partigiani, per non dire terroristi, bisogna prima far riferimento ai testi evangelici nelle versioni più antiche e, in un secondo tempo, analizzare questi nomi nella lingua aramaica, nella quale i soprannomi partigiani risultano evidenti. Vediamo alcuni esempi.

L’apostolo Simone risulta avere nei Vangeli tre appellativi: Bariona, Cananites e Kefas. Vediamo qual è il loro significato cominciando dal primo “bariona”.

Secondo la versione attuale dei Vangeli, Pietro viene chiamato da Gesù: “Simone, figlio di Giona” (Matteo 16,17) facendo riferimento al testo greco “Simon bar Ion) ” . Ma questa traduzione è un falso.

Infatti nel testo greco antico si legge: Simon Bariona dove Bariona è un unico vocabolo che in aramaico, al tempo di Gesù, significava “fuorilegge, terrorista, partigiano alla macchia”, cioè zelota o sicario. Quindi non “figlio di Giona” come traduce falsamente la Chiesa.

giovedì 14 aprile 2011

Pubblicata in Inghilterra la “Bibbia laica” di A.C. Grayling.

Il filosofo inglese Anthony C. Grayling ha pubblicato "The Good Book. A Secular Bible "(Il buon libro. Una bibbia laica).

L’opera si propone di  offrire agli atei una loro “bibbia”, racchiudendo in un solo volume la saggezza degli antichi filosofi greci, dei saggi confuciani, dei poeti medievali e le scoperte della scienza moderna.

I dieci veteri e obsoleti comandamenti ebraici vengono sostituiti da “dieci principi atei” qui elencati sinteticamente: “ama bene, cerca il buono in ogni cosa, non danneggiare mai gli altri, pensa da solo, prenditi le tue responsabilità, rispetta la natura, dai il massimo, sii informato, sii gentile, sii coraggioso”.

Grayling, in un'intervista spiega che “l’umile proposta del “Buon libro” è che esistono tante buone vite quante sono le persone che hanno il talento per viverle, e che le persone devono prendersi la responsabilità di pensare da sole e prendere decisioni da sole”.

A differenza dei libri di Dawkins e di Hitchens, decisamente anticristiani, il “Buon libro” non è contro la religione anche se in esso non ricorrono mai le parole ‘Dio’, ‘aldilà’, o altre di questo tipo. "È un libro positivo, e non contiene nulla di negativo”. Ma farà comunque arrabbiare un certo numero di cristiani.

A.C. Grayling, che è stato appena eletto presidente della British Humanist Association, parteciperà sabato 7 maggio al convegno In un mondo senza Dio, organizzato a Genova dall’UAAR e dalla Federazione Umanista europea.

Nel 2008, in un editoriale apparso sul quotidiano britannico “The Guardian”, Anthony C. Grayling, aveva suscitato un certo scalpore dichiarando esplicitamente che “ci sono molte ragioni per cui sarebbe un grande vantaggio per tutti avere un ateo come primo ministro”.

Anzitutto non accetterebbe “di ricevere messaggi dal cielo che gli dicono di andare in guerra” come è accaduto a Bush per l'Iraq.

Secondariamente, non sarebbe succube dei gruppi religiosi che ricattano lo Stato pretendendo privilegi, sostanziose prebende economiche, l'immunità dalle critiche e dalle satire e innumerevoli altri benefici e negano i diritti civili, l'autodeterminazione delle persone e la laicità delle istituzioni pubbliche.

Tutto quanto succede in Italia dove primi ministri e quasi l'intera casta politica sono sempre stati e lo sono ogni giorno di più, succubi della Chiesa Cattolica che sta cercando in ogni modo di trasformare la fragile democrazia italiana in una debole, ma devastante per noi, teocrazia vaticana.

Anthony C. Grayling

Paradigma di una religione inventata. (La “mala” religione) 53

Sul numero e il nome degli apostoli ci sono grosse discordanze tra i Vangeli, specialmente tra i Sinottici e il quarto.

In Giovanni sono assenti ben sei apostoli che si trovano nei Sinottici: Bartolomeo, Matteo, Giacomo d'Alfeo, Simone lo Zelota e i due fratelli Giacomo e Giovanni figli di Zebedeo.

In compenso troviamo un apostolo mai citato dai Sinottici: Natanaele di Cana ed anche un apostolo anonimo e misterioso chiamato "il discepolo che Gesù amava", dalla Chiesa ritenuto, erroneamente, l'apostolo Giovanni, ma che molto probabilmente era Lazzaro, il fratello della Maddalena.

Secondo lo studioso americano R. Eisenman1 gli apostoli appartenevano al messianismo jahvista, cioè alla setta degli zeloti, considerati dai romani dei ribelli spietati e crudeli, alla guisa dei briganti.

Le prove della loro appartenenza a questa setta sono molteplici e trapelano in molti punti dei Vangeli, ma sono state abilmente camuffate dalla Chiesa con traduzioni fuorvianti che hanno creato falsi patronimici o innocui aggettivi geografici.

mercoledì 13 aprile 2011

Il professor De Mattei, fondamentalista e dogmatico, non è consono con la carica che ricopre di vice del CNR.

Cresce sempre di più il numero di scienziati e di intellettuali, ma anche di semplici cittadini, che chiedono al Consiglio Nazionale delle Ricerche le dimissioni da vicepresidente del Prof. Roberto de Mattei, per l'evidente incompatibilità con l'incarico conferitogli e le sue affermazioni che lo pongono al di fuori del pensiero razionale e quindi dal metodo scientifico.

Le sue dichiarazioni andate in onda su Radio Maria nelle quali afferma che lo tsunami in Giappone e gli enormi lutti che ha comportato sarebbero un "castigo di Dio", "un modo per purificare" il mondo dall'inquinamento morale; che le catastrofi sono "sicuramente un'esigenza di giustizia divina" delle quali "Dio se ne serve per raggiungere un fine alto della sua giustizia", e quindi sono espressioni di una benevola misericordia di Dio, hanno suscitato in gran parte dell'opinione pubblica sconcerto e indignazione per l'enorme arretratezza dimostrata da uno che ricopre una importante carica in un organismo scientifico di altissimo livello.

Non pago delle sue frasi choc sulla tragedia che ha sconvolto il Giappone, l'esimio professore si è esibito in un nuovo intervento radiofonico per sostenere che l'impero romano, sarebbe caduto per colpa degli "invertiti" che infestavano Cartagine. La Provvidenza, infatti, si sarebbe servita dei barbari per liberare l'impero romano dagli omosessuali.

Queste assurde dichiarazioni che De Mattei ha tratto, avvalorandole, da un autore cristiano del V secolo, Salviano di Marsiglia, autore dell'opera "De Gubernatione Dei", hanno fatto imbufalire tutti gli studiosi del ramo per la loro assoluta antistoricità.

Il fondamentalista cattolico Roberto De Mattei, storico del Cristianesimo, direttore di “Radici Cristiane” e presidente della Fondazione Lepanto, nominato ad un'importante carica scientifica per pressione vaticana, senza possederne una minima preparazione, se in privato è libero di credere e pensare ciò vuole - superstizioni comprese - da Vicepresidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche non può esternare certe assurdità del tutto incompatibili con la carica che ricopre, come quelle dette a Radio Maria, né altre dichiarazioni antiscientifiche come quella che l’evoluzionismo è indimostrabile sul piano sperimentale e di fatto è un mito che si sta sgretolando. Con ciò ridicolizzando il CNR davanti alla comunità scientifica mondiale.

È noto a chiunque che chi ricopre cariche pubbliche è tenuto ad assumere un comportamento consono al suo ufficio. In particolare quando tratta di tematiche inerenti al ruolo dell’ente di cui è dirigente.

Quindi è assolutamente improcrastinabile la rimozione di un così ingombrante personaggio che oltre a denigrare il mondo scientifico italiano danneggia anche la Chiesa stessa perché sostiene posizioni indifendibili e imbarazzanti. Qualcuno potrebbe pensare che è pagato dagli anticlericali per dimostrare l’arretratezza della Chiesa.

Prof. Roberto De Mattei

Paradigma di una religione inventata. (La “mala” religione) 52

Perché allora Gamala, la probabile vera città natale di Gesù, è stata sostituita nei Vangeli da un villaggio fittizio di nome Nazareth? Secondo gli studiosi per due motivi strettamente legati al ruolo messianico di Gesù.

Il primo, perché Gamala era la patria di Giuda il Galileo, che si era proclamato Messia ed era stato crocifisso dai romani con i suoi due mila seguaci, per cui era diventata la città più malfamata della Palestina, sinonimo di ribellione e brigantaggio, e ai tempi di Gesù, Galileo significava ribelle, sovversivo (oggi diremmo: terrorista).

In secondo luogo, perché, come spiega l'eminente studioso M. Craveri, analizzando l'etimologia di Nazareth, si voleva negare l'appartenenza di Gesù alla setta dei nazirei.
1
Verso i trent’anni Gesù si fece battezzare da Giovanni Battista con un rito d'iniziazione essena e da quel momento diede inizio alla sua attività pubblica itinerante.

Convinto di essere il Messia profetizzato dalle Scritture per scacciare gli oppressori romani e ripristinare il Regno di dio in Israele, con l'aiuto di Jahvè e dei suoi angeli, Gesù per due anni peregrinò in Galilea, che era ritenuta allora, secondo Flavio Giuseppe, il focolaio del dissenso politico contro Roma.

La sua attività pubblica fu, quindi, di tipo soprattutto messianico. Rimase sempre un ebreo assolutamente ligio alla Legge, che intendeva integrare con l’aggiunta dell’ascetismo esseno, e non annunciò mai l’intenzione di fondare una nuova religione, né mai si proclamò figlio di dio, consustanziale al Padre (se lo avesse fatto, sarebbe stato immediatamente lapidato a furor di popolo).

Non disse mai di essere nato da una vergine, non battezzò mai nessuno e non istituì alcun sacramento. Durante il suo vagabondare nei villaggi e nelle campagne della Galilea fu costantemente seguito da un piccolo gruppo di fedelissimi, chiamati apostoli, che erano dei semplici popolani, quasi sicuramente analfabeti.

Lo deduciamo dai Vangeli stessi che spesso mettono in chiara luce la loro pochezza nel comprendere le parole del Maestro. Infatti, la loro ottusità, meschinità e viltà sono sparse largamente per tutti i quattro racconti.

martedì 12 aprile 2011

Tempi duri per l'alto clero belga.

Due episodi eclatanti, accaduti in questi giorni ad un vescovo e un cardinale, dimostrano che l'opinione pubblica belga non sopporta più certi comportamenti, finora tollerati obtorto collo, dell'alto clero.

Il primo riguarda mons. Roger Vangheluwe, ex vescovo di Bruges che, dimessosi dopo aver confessato di aver abusato sessualmente di un minorenne, è stato costretto dall'indignazione popolare a espatriare.

Per Vangheluwe si attendeva il processo per violenze, ma quando si è scoperto che ormai i reati erano prescritti l'opinione pubblica è insorta e l'ha sottoposto a critiche durissime che lo hanno costretto a chiedere asilo all’ambasciata della Santa Sede a Bruxelles, che ne ha disposto l’espatrio.

La disposizione è arrivata direttamente dalla Congregazione vaticana per la dottrina della fede, come reso noto dalla Nunziatura, per “iniziare un periodo di cura spirituale e psicologica”.

L'altro episodio riguarda l’ arcivescovo cardinal Andrè Joseph Leonard, primate della Chiesa belga, molto criticato in patria per le sue posizioni su aids, aborto e scandali di pedofilia. Già alcuni mesi fa era stato al centro di numerose polemiche per le sue affermazioni sull'Aids da lui definito «una sorta di punizione divina» per chi è gay, che gli omosessuali del Belgio avevano vivacemente contrastato accusandolo di omofobia.

Così domenica primo novembre scorso, festa di Ognissanti, mentre nella cattedrale l'arcivescovo s'avviava al podio dell'altare per prendere la parola un giovane gli si era avvicinato fulmineo e gli aveva spiaccicato una torta sul viso tra gli sguardi sbigottiti dei sacerdoti che concelebrano la messa, dileguandosi rapidamente uscendo dalla cattedrale. Un dei fedeli presenti alla funzione aveva avuto la prontezza di filmare l'accaduto che, caricato su Youtube, è diventato il video più più cliccato in Belgio.

Il fatto si è ripetuto poche sere fa quando il cardinal Leonard e’ stato “intortato” a Louvain-la-Neuve, cittadina universitaria dove il primate della Chiesa belga si era recato per partecipare a un dibatto su come conciliare fede e scienza.

 Al suo ingresso all’università, una prima torta alla crema è piombata sull’alto prelato e poco dopo, in tre riprese successive, è stato colpito di nuovo da altrettante torte, lanciate ad arte da un gruppo di quattro ragazzi al grido “Intortiamo, intortiamo l’omofobo pretone”.

Come si vede le polemiche sulle demenziali accuse dell'arcivescovo ai gay sono tutt'altro che chiuse.

Cardinale Andrè Joseph Leonard

Paradigma di una religione inventata. (La “mala” religione) 51

Diciamo subito, a scanso di equivoci, che molti studiosi, anche cristiani e cattolici, hanno raggiunto la certezza che Nazareth ai tempi di Gesù non esistesse nemmeno.

Qualcuno potrebbe obiettare, però, che oggi il villaggio di Nazareth esiste ed è meta continua di pellegrini. Ad una attenta analisi archeologica, storica, letteraria e geografica, niente ci fa ritenere che esso corrisponda a quello in cui visse Gesù ma che, al contrario, la Nazareth attuale sia stata inventata, forse durante le Crociate, per gli ingenui pellegrini cristiani (che ancora oggi vi possono ammirare la fucina di Giuseppe).

Se noi confrontiamo la Nazareth attuale col villaggio in cui, secondo i Vangeli, visse Gesù, scopriamo che non c'è nessuna corrispondenza.

Infatti il villaggio evangelico è caratterizzato dalla presenza di un monte con uno spaventoso precipizio che a Nazareth non c'è, ed è lambito da un mare vicino (cioè il lago di Tiberiade) che invece dalla Nazareth attuale dista decine di miglia.

La descrizione del villaggio evangelico calza perfettamente invece con la città di Gamala, scoperta dagli Israeliani in occasione della cosiddetta Guerra dei Sei giorni nel 1967, che corrisponde a quella descritta da Flavio Giuseppe, nella quale troviamo il monte, il precipizio e il mare poco lontano. L'attuale Nazareth di essi non presenta alcuna traccia, anzi si adagia in un avvallamento leggermente collinare.

lunedì 11 aprile 2011

Quando la religione diventa disumanità.

Quando l'uomo rinnega i principi che derivano dalla sua natura umana per sottoporsi ai falsi precetti attribuiti ad un dio inventato, diventa, ipso facto, stupido, disumano e crudele. Ecco un caso di religione ridotta a pura disumanità.

Padre Valeriano Paitoni, un missionario italiano che da 33 anni in Brasile assiste bambini e adolescenti contagiati dall’Aids e ha creato per essi tre strutture-asilo mantenute con grandi sacrifici, ha ricevuto dai suoi superiori l'ordine di chiudere ogni attività e rientrare in Italia.

Perché? Perché padre Valerio ha sempre difeso strenuamente, contro i dettami del Vaticano, l’uso del preservativo. “Per me il preservativo non è un male minore – ha ribadito con convinzione – ma il bene maggiore”.

Lui che vive in contatto quotidiano con una delle malattie più devastanti del pianeta sa benissimo che per impedirne la diffusione serve soprattutto la prevenzione che può essere aiutata enormemente dall'uso dei profilattici.

Ma la Chiesa, nella sua immensa disumanità, li ha vietati categoricamente perché li considera peccaminosi strumenti anticoncezionali alla stregua, quindi, di strumenti assassini.

Dice che glielo ha ordinato dio in persona. Quale dio? Ma il biblico totem tribale Jahvè o Geova che agli israeliti, durante la conquista della Terra Promessa, ordinava di sterminare ogni essere che respirasse fuorché le fanciulle vergini da utilizzare per i sollazzi sessuali dei vincitori.

La Chiesa, osservando i precetti di questo pseudo-dio ripugnante (lo ha così definito un teologo), preferisce vedere un uomo morto (per Aids) che vivo (con l'uso del profilattico).

I parrocchiani brasiliani della chiesa ‘Nossa Senhora de Fatima’ di Imirim, un quartiere periferico di San Paolo, sono insorti contro l'allontanamento di Padre Valeriano.

Ma non servirà a niente perché alla Chiesa non interessa salvare i bambini ammalati da Aids ma soltanto affermare i suoi chimerici principi inderogabili.

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Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)