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martedì 31 maggio 2011

A Malta l'ultimo baluardo del divieto di divorziare in Europa è crollato.

Ad una ad una le roccaforti del Medioevo clericale si sgretolano, liberando finalmente l’umanità dalla prigione oppressiva del cattolicesimo, nemico irriducibile di ogni libertà civile.

Domenica è successo a Malta, dove l'ultimo baluardo del divieto di divorziare in Europa è crollato. Con un referendum consuntivo, infatti, i maltesi, nonostante le fortissime pressioni della Chiesa, hanno legalizzato il divorzio con circa il 54% dei voti. Lo ha annunciato, obtorto collo e con vivo disappunto, il primo ministro supercattolico Lawrence Gonzi, che si era impegnato contro.

Secondo Jeffrey Pullicino Orlando, deputato nazionalista, promotore del referendum, la Chiesa ha esercitato un "terrorismo spirituale" di enormi proporzioni per contrastare l'approvazione del divorzio.

Le pressioni verso gli elettori da parte dei sacerdoti sono state durissime e diversi preti hanno affermato che agivano in tal modo per seguire l’appello lanciato da Papa Benedetto XVI quando visitò l’isola l’anno scorso ed esortò i maltesi a mantenere l’indissolubilità del matrimonio.

Vi sono stati episodi di fedeli usciti dalla Messa indignati a causa di prediche troppo schierate e quello di un sacerdote che ha negato la comunione ad una donna dopo aver saputo che intendeva votare a favore del divorzio. Le intimidazioni verso i fedeli sono state così pesanti che la Chiesa si è persino dovuta scusare pubblicamente e riconoscere di avere esagerato.

Comunque i maltesi si sono ribellati al secolare potere politico-religioso della Chiesa ed hanno votato sì al divorzio.

Nello Stato maltese questo problema era diventato sempre più impellente perché l'unico modo per metter fine alla propria unione matrimoniale è oggi rivolgersi al tribunale ecclesiastico della Sacra rota oppure ottenere un divorzio all’estero, che in questo caso viene riconosciuto dalla legge maltese.

Malgrado si tratti di strade difficili, spesso riservate solo ai più abbienti, il numero di unioni sciolte con questi due sistemi è cresciuto negli ultimi anni. Se comprendiamo anche le separazioni legali, l’intero fenomeno ha raggiunto una crescita del 160% negli ultimi dieci anni.

Ora, ha annunciato il primo ministro Lawrence Gonzi “il Parlamento deve elaborare una legge per l’introduzione del divorzio” , perché serve una legge che renda esecutivo il risultato. Purtroppo, con una Chiesa locale che esercita un fortissimo potere politico-religioso su ogni aspetto del Paese, questa legge sarà fasulla come quella italiana.

Frapporrà, cioè, tutti gli intralci possibili per ostacolare in ogni modo il divorzio, rendendolo di fatto impossibile. Così i maltesi, come gli italiani, se vorranno un divorzio rapido ed economico, dovranno recarsi all'estero, come fanno oggi.

Lawrence Gonzi

Il Papato (La “mala” religione) 91

Il papa è oggi la suprema autorità della Chiesa Cattolica ed è nel contempo anche un capo di Stato, con tutte le prerogative che ne conseguono. Il Papa Re è l'unico monarca teocratico rimasto al mondo, quindi rappresenta una vera e propria reliquia storica. Governa con potere assoluto la Chiesa e il suo minuscolo Stato ed esercita un'influenza enorme in Italia e molto forte nell'intero mondo occidentale.

La sua carica è elettiva (viene eletto dai cardinali nel conclave) e dura fino alla morte. Si fa chiamare “santità” e si reputa infallibile, su ispirazione divina, sui problemi della fede.

Secondo la Chiesa Cattolica il papato è di origine apostolica perché l'apostolo Pietro è stato il primo papa romano. Ma è una affermazione assolutamente priva di ogni fondamento e costituisce uno dei falsi più vistosi della Chiesa, finalizzato a suffragare il dogma dell’episcopato universale del vescovo di Roma.

Le prove di questo falso sono molteplici e assolutamente ineccepibili. Cominciamo dalle più antiche. Né Paolo, che scrisse da Roma le sue ultime Lettere citando i nomi di molti dei suoi collaboratori, né gli Atti degli Apostoli, che arrivano fini al 62, accennano mai alla presenza a Roma di Pietro.

Anche gli scritti cristiani, fino alla metà del II secolo. ignorano la questione. Basandosi su questi fatti lo storico Michael Grant ( Saint Peter, Penguin Books, London, 1994) ha messo in evidenza che fra gli otto incontrovertibili motivi che negano sia la presenza romana di Pietro, sia il suo presunto status di vescovo della città, quello più importante è che se Pietro si fosse trovato a Roma all'arrivo di Paolo (o che fosse ancora vivo il ricordo di una sua precedente venuta), Luca ne avrebbe sicuramente data menzione nell'ultimo capitolo degli Atti, come aveva menzionato gli altri incontri tra i due a Gerusalemme e ad Antiochia.

Pure un gran numero di storici e di teologi negano tout court la presenza di Pietro a Roma; fra questi l'abate cattolico francese Louis Duchesne (Histoire ancienne de l'Eglise, Paris, Fontemoing, 1911) autore di una monumentale e rigorosa storia della Chiesa e di un Liber Pontificalis (Liber Pontificalis, t. I-Il, Parigi 1886-1892. Riedizione con un terzo tomo di C. Vogel, Parigi 1955-1957), ricavati dagli archivi del Vaticano, che ricostruiscono con grande rigore storico la genealogia dei pontefici.

Secondo questo autore i primi nove vescovi di Roma, compreso lo stesso Pietro, erano da togliere perché mai esistiti. Pietro, quindi, non fu né il primo vescovo di una presunta successione apostolica né, tanto meno, il primo papa.

lunedì 30 maggio 2011

Quando la religione si tramuta in follia

Negli Stati Uniti, fanatici predicatori, vittime della sindrome dell'apocalisse e di altre deliranti chimere derivate dalla Bibbia, in preda al parossismo escatologico, con sicumerica certezza, annunciano periodicamente,l’Armageddon, cioè l'arrivo del Giorno del Giudizio, specificandone la data fin nei minimi dettagli.

Vengono sempre clamorosamente smentiti ma ciononostante una cospicua massa di creduloni acefali, appena sorge un nuova delirante profezia la accetta ciecamente. Questo perché negli Usa il fanatismo biblico, nonostante l'abissale ignoranza religiosa della popolazione, è fortemente radicato e può esercitare una potente influenza anche sulle politiche governative, costituendo un serio pericolo per il mondo intero.

È risaputo, come ci conferma Sam Harris ((La fine della fede, Nuovi mondi - 2006), che Ronald Reagan esaminava le vicende parossistiche del Medio Oriente con la lente delle profezie bibliche, e che un suo ministro, riferendosi alle norme da varare riguardo alla politica ambiatale, abbia detto:«Non occorre che difendiamo l’ambiente, perché il Secondo Avvento è imminente».

Sulla stessa linea d'onda è sempre stato George W: Bush, che tutti i lunedì chiedeva per telefono consiglio al pastore Ted Haggard, di Colorado Springs. presidente della National Association of Evangelicals, fanaticamente convinto che “tutto è pronto per la battaglia dell’Apocalisse e per la seconda venuta di Cristo”.

L'ultimo episodio di delirio escatologico l'abbiamo avuto proprio in questi giorni per opera di Harold Camping, l’evangelista radiofonico che aveva convinto migliaia di americani che il 21 maggio 2011, alle ore 5.59 esatte, ci sarebbe stato il «Rapimento», l'ascesa al cielo dei cristiani salvati che avrebbe preceduto, secondo l'Apocalisse di Giovanni, la fine del mondo vera e propria.

Molti dei suoi seguaci creduloni si erano dimessi dal lavoro, avevano venduto tutti i loro beni e per mesi erano andati in giro a cercare di convincere altre persone dell'evento imminente.

Ora si trovano senza lavoro e senza casa e con un palmo di naso, ma l'organizzazione protestante Calvary Bible Church, si prenderà cura di questi fratelli rovinati. Harold Camping, nonostante lo smacco non si è perso di coraggio e ha dichiarato che i piani di Dio non sono rimandati, ma solo un po’ spostati,

Parlando dal quartier generale del suo impero mediatico vicino a Oakland, in California, ha dichiarato: “Sono assolutamente, assolutamente convinto che accadrà”. Ha ammesso, bontà sua, che la predizione circa il 21 maggio era sbagliata ma si è detto convinto che la sua profezia si realizzerà invece il 21 ottobre. Al posto del mese numero 5 il mese numero 10, insomma.

Quindi l’Armageddon (la fine del mondo) è rinviato in autunno. Possiamo prenotare tranquilli le vacanze per l'estate.

Alcuni cristiani d’America ora imputano a Camping di aver dato agli atei un nuovo motivo per criticarli. Non li sfiora il dubbio, invece che, la Bibbia sia soltanto un ammasso di favole infantili.

Harold Camping

La Chiesa (La “mala” religione) 90

Verso il V secolo, la Messa, che in un primo momento consisteva nella distribuzione dell'eucaristia, sotto l'influenza pagana si rivestì di tratti magico-sacramentali, di riti misterici derivanti da Eleusi e dalla religione mitraica.

Il tavolo delle offerte si trasformò in un altare fisso, come quello dei pagani; l'edificio del culto assunse forme maestose a similitudine dei templi greco-romani e la cerimonia si rivestì di forme pompose e solenni.

Nello stesso secolo, sotto l’influenza decisiva del cerimoniale cortigiano degli Imperatori, venne introdotto l’uso dell’incensazione durante la messa, come nel culto degli dèi, condannata però da alcuni Padri come «servizio diabolico» (Cirillo di Gerusalemme e Gregorio di Nissa).

Infine la Chiesa, che per secoli aveva celebrato l’eucaristia con i vestiti di ogni giorno, adottò le vestimenta liturgiche delle religioni misteriche, copiandole fin quasi nei minimi particolari, e prese ad indossare i paramenti sontuosi dei nostri giorni.

domenica 29 maggio 2011

Sono numerosi i preti cattolici e i pastori protestanti che non credono a Dio, ma per vilta', per paura di perdere il guadagno o la loro posizione sociale, essi nascondono cio' che pensano.

Ho avuto modo di comprenderlo diverse volte e qualcuno di questi furbi mi ha confessato che essi predicano cio' che considerano menzogna. Non si puo' che avere compassione di questi individui che, oltre che verso gli altri, sono disonesti verso se stessi.
(Lalande - 1732/1807)

L'enigma svelato (Il lato oscuro della verità) 69

Giovanni lo ascoltava esterrefatto, quasi annichilito dallo stupore. Quello che aveva appena sentito gli appariva tanto assurdo quanto blasfemo, fino all'abominio.
"Ciò che hai detto è la più abominevole delle bestemmie" fece con orrore. Il suo viso aveva perso ogni parvenza di dolcezza e aveva assunto un'espressione aspra, quasi violenta. "Per quello che stai dicendo meriti la lapidazione e l'inferno" aggiunse poi, fulminandolo con occhi deliranti. Era scosso da fremiti e sembrava del tutto fuori di sé.

Davide, che di fronte all'indignata reazione di Giovanni si era mantenuto calmo e sereno, tardò qualche momento a rispondere, per dar modo all'amico di riprendere l'autocontrollo.

"Pensavo che ti avrei scandalizzato, ma non fino a questo punto" disse con voce pacata e atteggiando un mesto sorriso. "Sono convinto che quanto ho detto, non soltanto a te ma ad un qualsiasi ebreo o gentile, parrebbe la farneticazione di un folle. Ti avevo premesso, però, che ci vorranno millenni di preparazione per arrivare ad accettare questa specie di religione. Quindi è chiaro che non mi propongo di cominciare a diffonderla adesso.

"E chi mai potrebbe comprenderla? Giustamente, come dici tu, se mi ci provassi, andrei incontro ad un'immediata lapidazione. Quel che conta per te e per me, è riconoscere che entrambi abbiamo da svolgere un'identica missione, sia pure in modi diversi: scuotere le coscienze. Non soltanto degli ebrei ma di ogni altro essere umano".
"E cosa c'entrano i gentili con la salvezza!" urlò Giovanni con ira repressa.
"Siamo tutti scintille di Dio. Per lui gli uomini sono tutti uguali".
"E il popolo eletto, il patto di Jahvè con Israele? "

"Farneticazioni ebraiche. Dio non può essere così meschino da stringere un patto privilegiato con una tribù di nomadi, escludendo il resto dell'umanità. Soltanto il nostro esasperato narcisismo, congiunto ad un fanatismo senza limiti, può farci credere quest'empietà".

"Sicché Abramo, Mosè e i profeti sono stati soltanto dei deliranti fanatici".
"Non proprio. Hanno svolto una missione importantissima, insegnando al mondo occidentale il monoteismo e il concetto della salvezza. Siamo l'unico popolo che, partendo dalla monolatria di Abramo, siamo giunti ad un assoluto monoteismo, punto di partenza fondamentale per un'ulteriore evoluzione religiosa dell'umanità".

Giovanni chiuse gli occhi e portò le mani al petto come in preda ad una grave crisi esistenziale. Tutto il mondo sembrava essergli crollato addosso in pochi istanti. Avvertiva nelle parole di Davide qualcosa di tremendamente assurdo e di tremendamente vero nello stesso tempo. Ma il concetto di Dio come Coscienza Cosmica impersonale lo riempiva di terrore e d'angoscia.

Il suo Jahvè gli appariva ora come un Dio dimezzato, quasi ridicolizzato, come un qualcosa di misero di fronte all'immensità d'una Coscienza Universale. Rimasero entrambi in silenzio per un bel po'. Giovanni sembrava nel frattempo essersi calmato.

"Ogni volta che ti ho incontrato" disse rompendo il silenzio e cercando di dissimulare la profonda tristezza che gli saliva dal profondo, "mi hai sempre spaventato con le tue idee innovative e decisamente al di fuori del comune; salvo poi, almeno in parte, a convenire che avevi ragione. Ma questa volta hai superato ogni mia immaginazione.

"Non vedevo l'ora di rivederti per gridarti che ti avevo finalmente capito", proseguì con sempre maggiore amarezza, "ed ecco che mi trovo di nuovo dall'altra parte dello steccato, su posizioni nettamente diverse dalle tue. Potevamo unire le nostre forze e scuotere dalle radici la coscienza del nostro popolo. E invece.. ".

"E proprio quello che siamo stati chiamati a fare" lo interruppe Davide conciliante e con un sorriso più aperto. "Ma ognuno a modo suo: tu incitando alla penitenza, io all'amore universale".

Seguirono altri momenti di silenzio durante i quali era evidente che nell'animo di Giovanni si stava abbattendo una violenta tempesta di emozioni. Alla fine il suo volto scarnificato e ascetico parve rasserenarsi. Aprì gli occhi, che aveva tenuto sempre socchiusi, fissò Davide con un misto d'ammirazione e di compassione e disse: "Ti aspetta un compito immane. Il mio, al suo confronto, è una cosa piccola, piccola. Ma forse, come hai detto tu, in questo disegno universale che hai delineato, anche la mia modesta funzione avrà la sua importanza.

"Una cosa è certa: io continuerò per la mia strada e dimenticherò tutto quello che mi hai detto. Sento l'alito della morte da dietro alla mia spalla sinistra, e, anche se non mi fa paura, so che mi devo preparare al gran giorno. Ma temo che anche per te la strada sarà irta di ostacoli e di sacrifici".

"Lo so", rispose Davide. "Noi siamo le vittime sacrificali del nuovo corso che si sta aprendo, non per merito nostro ma per volere dello Spirito. Molte cose sono state predisposte perché ciò avvenga. Noi siamo due delle pedine di questo gioco".

Giovanni s'accorse che Davide era molto stanco e provato dal lungo viaggio. Lo rifocillò con un po' di pane e miele, che gli avevano portato alcuni pellegrini, poi lo fece stendere su di una stuoia all'ombra. Davide cadde subito in un sonno profondo che durò molte ore. Subito rivide in sogno il vegliardo come gli era apparso durante l'incidente del carro.

Si sorprese nel constatare che poteva udire perfettamente parte delle sue parole che allora gli erano parse mute. In esse il vecchio saggio gli annunciavano l'inizio della sua missione, lo incoraggiava ad essere fiducioso, perché lo Spirito era con lui e lo avrebbe costantemente ispirato, e s'impegnava ad apparirgli, di tanto in tanto, specialmente nei momenti più difficili e dolorosi. Davide rimase così confortato da quella visione che si ridestò con un aspetto radioso di luce e di spiritualità, che subito colpì profondamente Giovanni e tutti quanti lo avvicinarono.

sabato 28 maggio 2011

Il professor Gerald Steinacher, ricercatore all’ Università di Harvard, getta una nuova luce sulla fuga dei criminali di guerra nazisti.

È notorio a tutti che migliaia di criminali nazisti, che si erano macchiati dei più efferati delitti contro l'umanità, non solo non hanno pagato per quanto commesso, ma sono stati aiutati a fuggire all'estero da personaggi o Istituzioni insospettabili.

Una nuova luce sull'argomento ci arriva dal professor Gerald Steinacher, ricercatore all’Università di Harvard, al quale è stato dato accesso a migliaia di documenti del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) che dimostrano come e perché gli assassini di massa come Adolf Eichmann, Josef Mengele e Klaus Barbie e migliaia di altri, sono riusciti a sfuggire alla cattura da parte degli alleati.

Confrontando le liste dei criminali di guerra ricercati coi documenti di viaggio rilasciati, Steinacher nel suo libro “Nazis on the run: How Hilter’s henchmen fled justice”, sottolinea come furono soprattutto il Vaticano e la Croce Rossa internazionale a consentire la fuga in massa dei criminali nazisti in Spagna (allora governata da Franco), in Argentina ed in altri Paesi sud americani e perfino nel Medio Orente arabo.

La CICR ha rifiutato di commentare direttamente gli accertamenti del professor Steinacher. Tuttavia, l’organizzazione ha dichiarato sul proprio sito: “La CICR ha già deplorato il fatto che Eichmann e altri criminali nazisti hanno abusato dei suoi documenti di viaggio per nascondere le loro tracce e coprire la propria fuga”.

Il Vaticano si è arroccato nel silenzio più assoluto . Ma c'è un fatto, tenuto all'oscuro e di cui nessuno parla, ma estremamente significativo, che getta una luce sinistra sulla Santa Sede. Esiste in Germania una cittadina chiamata Bad Arolsen nella quale sono custoditi 50 milioni di documenti riguardanti i 17,5 milioni di vittime dell'Olocausto.

Carte, filmati, libretti, schede e documenti vari ricavati dagli archivi della Gestapo, dai ghetti dell'Europa Centrale e dai campi di concentramento nazisti sulla fine dei deportati in Germania.

MA ANCHE I FASCICOLI RIGUARDANTI LA FUGA DEI CRIMINALI DI GUERRA NAZISTI E LE CONNIVENZE CHE IN MOLTI CASI LA AGEVOLARONO.

Questa enorme massa di documenti, diligentemente catalogati e custoditi, attende da molti anni di essere aperta al pubblico, cioè di essere messa a disposizione dei discendenti delle vittime nonché degli storici che vogliono ricostruire gli avvenimenti dell'Olocausto.

Ma c'è uno Stato che, esercitando il diritto di veto, ostacola la pubblicazione di questi documenti, suscitando la disapprovazione e l'irritazione dei governi interessati, soprattutto degli Usa.

Ebbene questo Stato è l'Italia. Perché? Secondo l'opinione di uno storico cacciatore di criminali nazisti Efraim Zuroff, sarebbe la Santa Sede a far pressioni sull'Italia ad opporsi all'apertura degli archivi per coprire i nomi di quegli ecclesiastici, spesso di alto rango, che si resero complici della fuga dei nazisti e di collaborazione con questi.

Gerard Steinacher

La Chiesa (La “mala” religione) 89

Al tempo delle comunità paoline e nella Chiesa delle origini il servizio divino era privo di qualsiasi carattere cultuale, non avveniva in luoghi opportunamente designati allo scopo, come le future chiese, non contemplava altari e sacrifici e non prevedeva addetti sacerdotali: lo spirito governava tutto e chiunque dei fedeli era autorizzato a insegnare, profetizzare, parlare in nome di dio e comparire in pubblico, in qualità di sacerdote del Signore.

In altre parole: non c’erano sacerdoti perché ognuno dei fedeli se si sentiva ispirato, diventava in quel momento tale, e non si celebravano sacrifici.

Ma nei templi pagani il sacrificio era il momento culminante del culto e fu così che anche i cristiani, per analogia, furono indotti ad attribuire il significato di sacrificio alle donazioni offerte per i poveri nel pasto comunitario.

Così. alcuni Padri della Chiesa, come Giustino e Ireneo, e soprattutto Cipriano, trasformarono gradatamente la comunione in un sacrificio, inteso come ripetizione incruenta della morte di Gesù sulla croce.

Era nata la Messa, cerimonia liturgica che capovolgeva il significato originario della comunione, da offerta per i poveri ad atto sacrificale per la divinità.

Gli ingredienti eucaristici erano il pane e il vino, che i fedeli portavano da casa ma che non venivano consumati in comune, come al tempo di Paolo, come vedremo meglio parlando di questo sacramento; se ne distraeva il pane e il vino necessari per l’eucaristia e il resto veniva distribuito ai poveri.

venerdì 27 maggio 2011

Gerd Lüdemann, professore dell'Università di Gottinga, rincara la dose di Bart Ehrman

Nel post di ieri affermavo che il dottor Bart Ehrman nel suo ultimo libro “Forget” dimostra che almeno 11 dei 27 libri del Nuovo Testamento sono falsi, e soltanto sette delle 13 epistole attribuite a Paolo sono state probabilmente scritte da lui.

Ora ecco un importantissimo articolo di Gerd Lüdemann, professore di Storia e letteratura del Cristianesimo delle origini all'Università di Gottinga, del titolo “Seven Golden Rules for Christian Theologians concerning the Old Testament and Its Relationship to the New Testament”(Sette regole d' oro per i teologi cristiani riguardo l' Antico Testamento e il suo rapporto col Nuovo Testamento) che rincara la dose di Ehrman.

In questo poderoso articolo vengono espresse alcune durissime critiche sulla validità dell'Antico e del Nuovo Testamento.

Eccone alcune. La storia del popolo di Israele prima della costituzione della monarchia davidica, come narrata nella Bibbia, non è storia, ma letteratura risultante dalla proiezione della cultura ebraica di epoca persiana ed ellenistica al periodo antecedente la monarchia; tradizioni cultuali, legali o sapienziali che non avevano basi storiche ma furono inventate e attribuite a profeti e patriarchi.

Quindi la validità storica delle narrazioni antecedenti l'Esilio è assolutamente nulla.

In secondo luogo, precisa Luderman, è assodato che «nessuno dei libri di Mosè viene da Mosè; nessuno dei salmi di Davide viene da Davide; nessuno degli oracoli di Salomone viene da Salomone; nessuna delle visioni di Daniele viene da Daniele.

Solo pochissime parole dei Profeti provengono dai profeti che danno i nomi a quei libri. Non ci fu Esodo fuori dall'Egitto, nessuna rivelazione sul Sinai, e nessuna trasmissione dei Dieci Comandamenti. Abramo, Isacco, Mosè e Giosuè sono semplicemente dei nomi; Gerico non fu mai conquistata».

Altra importantissima dichiarazione dello studioso di Gottinga: “L' Antico Testamento non è un'anticipazione del Nuovo, e il Nuovo Testamento non è un completamento dell'Antico.

Si tratta di due raccolte di testi tra loro indipendenti, riferite a culture differenti; l' Esodo dall'Egitto e la risurrezione di Gesù, cuore rispettivamente dell'Antico e del Nuovo Testamento, sono storicamente indimostrati. Continuare a sostenere la validità di questi eventi costituisce un errore che mina alle fondamenta la dottrina cristiana”.

E per concludere Lüdemann afferma che gli autori del Nuovo Testamento hanno frainteso praticamente tutte le profezie dell'Antico Testamento che citano; gli autori veterotestamentari non avevano cioè in mente ciò che quelli neotestamentari attribuiscono loro, sia che si tratti di errori, sia che si tratti di manipolazioni ( vedi come esempio le cinque profezie riportate da «Matteo» riguardo la natività di Gesù).

Quindi l'intera Bibbia (Vecchio e Nuovo Testamento) è un'accozzaglia di invenzioni inserite in un testo di fallace storia sacra che ha permesso ai funzionari ecclesiastici e ai politici collaboratori di mantenere il potere per circa 2000 anni apportando un oscurantismo oppressivo e violento in gran parte del pianeta.

È sperabile che l'omino vestito di bianco che vive in Vaticano prenda atto di questi importanti contributi storici o vale l'antico detto che nessuno è più cieco di chi non vuol vedere?

Gerd Luderman

La Chiesa (La “mala” religione) 88

Nel V secolo. alla presenza del vescovo furono imposti il baciamano e la prosternazione e fu introdotti l’uso dell’incensazione, come si faceva in precedenza davanti all’imperatore romano.

Nelle primitive comunità cristiane chiunque, anche uno schiavo, poteva diventare vescovo. Ma progressivamente, sotto Papa Leone I, fu vietato a schiavi, liberti e popolani, di accedere alle cariche ecclesiastiche anche inferiori.

Abbiamo visto che le primitive comunità cristiane erano autonome e indipendenti. Con il consolidarsi del potere dei vescovi si stabilì tra di loro dei legami che divennero sempre più stretti e che diedero origine ad un sistema clericale, minuziosamente regolato e burocratizzato.

Era nata la Chiesa. Inventore del concetto di Chiesa fu Tertulliano. che travasò in essa l’intero edificio giuridico romano.

La Chiesa ha da sempre sostenuto un'ininterrotta successione di vescovi, a partire dall’epoca apostolica, onde dimostrare il trasferimento da dio a Gesù, da Gesù agli apostoli e da questi ai vescovi e ai papi delle cariche e dell’autorità ecclesiastica.

Una successione del genere non è mai esistita. Ma la Chiesa, procedendo a falsificazioni di ogni genere, ha colmato i vuoti tra gli apostoli e i vescovi monarchi inventando tutta una serie di nomi fasulli. Il termine «apostolico» è diventato per essa un collante universale.

La dottrina, i dogmi, le forme di culto, il canone, la Chiesa stessa e quant'altro, tutto secondo essa è di origine apostolica. Ma in realtà si tratta soltanto di un cumulo di falsi.

giovedì 26 maggio 2011

Il professor Bart Ehrman dimostra nel suo ultimo libro che 11 dei 27 libri del Nuovo Testamento sono falsi.

Ho messo in evidenza più volte, sia in questo blog sia nei testi da me pubblicati, che i 27 documenti che costituiscono il Nuovo Testamento (i più importanti dei quali sono: le tredici Lettere di Paolo ,risalenti ad un trentennio dopo la morte di Cristo e quindi i documenti più antichi, gli Atti degli Apostoli, scritti verso la fine del primo secolo da un discepolo di Paolo di nome Luca, e, infine, i quattro Vangeli canonici attribuiti a Marco, Matteo, Luca e Giovanni, senz'altro più tardivi), sono tutti privi di ogni attendibilità e in gran parte degli autentici falsi.

Nessuno di essi ci è pervenuto in originale e tutti, proprio tutti, sono copie riscritte degli amanuensi ecclesiastici, datate nei casi più antichi, al IV secolo d.C. Si tratta quindi di trascrizioni di trascrizioni di trascrizioni sottoposte, attraversi i secoli, al continuo vaglio della Chiesa per essere adattati alle sue esigenze catechistiche e teologiche, e sono giunti a noi dopo aver subito manipolazioni, censure, manomissioni, omissioni, interpolazioni e aggiunte.

Un recentissimo libro di Bart Ehrman, professore di studi religiosi presso la University of North Carolina, Chapel Hill, e considerato una delle massime autorità mondiali nel campo degli studi biblici e  studioso di filologia greca ed ebraica, conferma pienamente questa tesi.

Significativo il titolo del testo: “"Forged: Writing in the Name of God -- Why the Bible's Authors Are Not Who We Think They Are"(Falso: perché gli autori della Bibbia non sono quelli noi pensiamo che siano”. Questo libro di Ehrman rivela "una delle più sconvolgenti ironie della tradizione cristiana primitiva": l'uso dell'inganno per propagandare la fede.

La liceità dell’inganno e della menzogna come «strumenti di salvezza» fu sostenuta già da Paolo (Romani 3,7 e Filippesi 1,15) e in seguito da molti Padri della Chiesa tra i quali san Crisostomo e perfino Origene, forse il più eminente e autorevole dottore cristiano dell’antichità.

"Non solo l'Antico Testamento contiene le inesattezze di errori accidentali, ma anche cose che appaiono agli occhi di tutti come menzogne". Secondo lo studioso biblico, almeno 11 dei 27 libri del Nuovo Testamento sono falsi, e soltanto sette delle 13 epistole attribuite a Paolo sono state probabilmente scritte da lui.

Un esempio di falsificazione operata nel Nuovo Testamento? Eccolo! Il dogma centrale del cristianesimo, quello della Trinità, viene affermato una sola volta nel N.T. (Prima lettera di Giovanni 5, 7-8), ma i versi rilevanti sono mancanti nei più antichi testi in greco. Sono stati in qualche modo inseriti nel successivo testo latino e divennero fondamentali per la fondazione del dogma.

Così importanti che, quando si notò che mancavano negli antichi manoscritti, il testo latino fu ri-tradotto di nuovo in greco per farlo sembrare autentico. Questa versione greca falsificata è la base della dottrina della Trinità, diventata centrale per il cristianesimo.

Bart Ehrman

La Chiesa (La “mala” religione) 87

Erano eletti dal popolo e fino al 483 anche i vescovi di Roma vennero eletti dai fedeli romani.Una carica così importante suscitava sempre enormi e smodati appetiti per cui alla morte di un vescovo, l’elezione del successore spesso avveniva tra risse furibonde, come ci racconta Gregorio di Nazianzio, Padre della Chiesa.

Nel 366, quando i due candidati Damaso e Ursino si contesero il trono episcopale della Città Eterna, i partigiani delle due fazioni si massacrarono crudelmente all’interno delle chiese, disseminandole di centotrentasette cadaveri.

Ci furono anche seggi episcopali ereditari. Policrates di Efeso fu l’ottavo vescovo nella sua famiglia1 Infatti allora i vescovi, come i presbiteri, erano sposati.

Nel corso del IV secolo, le comunità cristiane diventarono più numerose e più ampie e s'accrebbe di pari passo la necessità di una più articolata gerarchia ecclesiastica.

La carica di vescovo diventò sempre più importante e progressivamente fu sottratta al suffragium plebis, l’antico diritto di voto dei laici. Il vescovo venne nominato dall’alto o cooptato da altri vescovi, e al posto dei diritti elettorali ai laici fu concesso quello dell’assenso a cose avvenute.

Non fu più concesso ai laici di chiamare gli ecclesiastici di più alto grado col nome di “Fratelli” ma con quello di “Signori”, e il vescovo col titolo di “Santo Padre”.

mercoledì 25 maggio 2011

Messaggio di Christopher Hitchens agli atei statunitensi.

Christopher Hitchens è un famoso giornalista e saggista statunitense, uno dei cosiddetti «quattro cavalieri» dell'ateismo moderno assieme a Richard Dawkins, Sam Harris e Dan Bennett.

Le critiche di Hitchens, che hanno evidenziato le nefaste conseguenze del pensiero religioso in tutti campi,non hanno risparmiato nessuno e hanno colpito gli esponenti di qualsivoglia religione organizzata, non solo del cattolicesimo. Per esempio egli ha rivolto pesanti critiche al Dalai Lama per aver venduto indulgenze a personaggi famosi di Hollywood seguaci del buddhismo.

Insomma un personaggio urticante. In italiano sono stati tradotti due sui bestseller che vale la pena di leggere: “La posizione della missionaria. Teoria e pratica di Madre Teresa di Calcutta” (Roma, minimum fax 2003) e “Dio non è grande: Come la religione avvelena ogni cosa” (Torino, Einaudi 2007) . Sono entrambi dissacratori al massimo.

Tanto per capire il personaggio ricordo che in un'intervista al Free Inquiry del 1996 ebbe a dichiarare: “Sono un ateo. Non sono neutrale rispetto alla religione, le sono ostile. Penso che essa sia un male, non solo una falsità”. Purtroppo, da un paio d'anni, Hitchens è affetto da un cancro all'esofago fra i più deleteri che minaccia seriamente la sua sopravvivenza.

Invitato recentemente alla conferenza degli atei statunitensi, non ha potuto parteciparvi per la perdita della voce, ma ha ai suoi cari compagni di incredulità mandato un messaggio molto significativo.

Dopo essersi dichiarato molto orgoglioso di aver combattuto contro il diritto dei bulli e dei tiranni ad avanzare l'assurda affermazione di avere dio dalla loro parte, egli scrive: "Aver avuto una piccola parte in questa resistenza è stato il più grande onore della mia vita: il modello e l'originale di tutte le dittature è la resa della ragione all'assolutismo e l'abbandono della ricerca critica e oggettiva.

"Il nome dozzinale di questa illusione letale è religione, e dobbiamo imparare nuovi modi di combatterla nella sfera pubblica, così come abbiamo imparato a liberarcene noi stessi in privato. Le nostre armi sono la mente ironica contro il letterale; la mente aperta contro il credulo; la coraggiosa ricerca della verità contro il pavido e le forze abiette che imporrebbero limiti all'indagine (e che stupidamente affermano che abbiamo già tutta la verità di cui abbiamo bisogno).

" Forse sopra ogni cosa, asseriamo la vita sopra i culti della morte e del sacrificio umano, e abbiamo paura, non dell'inevitabile morte, ma piuttosto di una vita umana che sia intralciata e distorta dalla patetica necessità di offrire irragionevoli adulazioni, o la abominevole credenza che le leggi della natura rispondano ad ululati e incantesimi".

E conclude invitando gli atei americani, in quanto eredi di una rivoluzione secolare, a difendere e sostenere la Costituzione che vigila sul confine tra Chiesa e Stato, contro i sempre più frequenti rigurgiti di fondamentalismo biblico-cristiano rappresentato da un protestantesimo illiberale e settario, come quello delle regioni americane della cosiddetta Bible Bel.

La Chiesa (La “mala” religione) 86

Col procrastinarsi della parusia, l’afflato divino che ispirava gli spirituali (Profeti e Maestri), andò scemando e contemporaneamente crebbe, per contro, l’influenza dei vescovi e dei presbiteri, i quali, essendo i dispensatori di denaro e di altri beni, acquisirono sempre più importanza e prestigio.

Ben presto i vescovi subordinarono i presbiteri e poterono disporre, ad libitum, di tutte le entrate e le donazioni della comunità, senza dover render conto a nessuno del loro operato, se non al buon dio.

Il Sinodo di Antiochia (nel 341), tentò, inutilmente, di mettere sotto controllo il comportamento amministrativo dei vescovi. Essi continuarono a servirsi dei capitali ecclesiastici autonomamente, soprattutto per consolidare la loro posizione personale.

Il loro potere diventò assoluto quando, emarginati del tutto Profeti e Maestri, aggiunsero alle funzioni economiche anche quelle pastorali.

Alla fine del II secolo essi avevano tutto il potere nelle loro mani: economico, religioso e giuridico; inoltre erano inamovibili fino alla morte e governavano la loro comunità come monarchi assoluti.

martedì 24 maggio 2011

Prospettiva cristiana e sapere scientifico, secondo papa Ratzinger.

La connessione tra fede e cultura, «grandezze indissolubilmente connesse», è stata il tema centrale del discorso che Benedetto XVI ha rivolto, l'altro giorno, nell'Aula Paolo VI, agli oltre cinquemila tra dirigenti, docenti e studenti dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, giunti in pellegrinaggio dal Papa per i 90 anni dell'Ateneo.

«La prospettiva cristiana non si contrappone al sapere scientifico e alle conquiste dell'ingegno umano»: anzi, al contrario, «considera la fede quale orizzonte di senso, via alla verità piena, guida di autentico sviluppo», ha poi aggiunto. Dunque papa Ratzinger non vuole arrendersi e finge di non capire che la scienza porta inevitabilmente a posizioni inconciliabili tra credenti e non credenti.

Le religioni rivelate, da cui derivano tutte le fedi, discendono da antiche favole scritte quando l'umanità era priva di ogni nozione scientifica, e di fronte ai misteri della natura sono state costrette a ricorrere al mito o alla superstizione.

Col progredire della scienza, però, molte verità rivelate si sono state dimostrate false e allora i capi religiosi, dopo aver proclamato la fede superiore ad ogni scienza, per secoli hanno tentato di mettere quest'ultima sotto controllo in ogni modo, arrivando al punto di mandare al rogo alcuni suoi cultori.

Oggi, che la scienza avanza in modo talmente rapido, che la mente umana non riesce quasi a seguirla, e sforna scoperte che ci consentono di ampliare di continuo la nostra conoscenza, i capi religiosi si trovano sempre più a disagio e, con mirabili contorsioni teologiche, che rasentano talvolta l'assurdo, tentano disperatamente di conciliare fede e scienza, fingendo di ignorare che la prima discende da una favola indimostrata e la seconda, invece, nasce dall'osservazione razionale e quindi poggia sulla dimostrazione oggettiva.

Tanto per cominciare, Dio, per la scienza, non esiste, non solo perché nessuno l'ha mai visto, ma perché non c'è alcuna prova oggettiva della sua esistenza e viene considerato un'ipotesi inutile, cioè un'inutile proiezione mentale dell'uomo. Ma tutta la scienza è la negazione della fede.

L'evoluzionismo, che dimostra la vera origine della vita nel nostro pianeta e quindi anche quella dell'uomo, riduce in cenere i primi libri della Genesi e sconfessa sia la creazione di Adamo ed Eva, sia la colpa originale da loro commessa che, assieme alla redenzione riparatrice, è il fondamento di tutto il cristianesimo.

Vi sembra che tutto questo possa conciliarsi con la fede? È la scienza, dunque, la vera nemica delle favole religiose.

Benedetto XVI

La Chiesa (La “mala” religione) 85

Le prime comunità cristiano-ellenistiche, di derivazione paolina. che si svilupparono dapprima in Oriente (Siria e Turchia attuali), e poi nel restante impero romano, erano libere, autonome e indipendenti l’una dall’altra.

Non esisteva una funzione direttiva centrale e chi le guidava non veniva imposto dall’alto o eletto dai fedeli, ma derivava la sua autorità per il carisma spirituale che sapeva emanare.

Era chiamato Profeta ed era considerato in grado di avere visioni e di comunicarle alla comunità, come Paolo, i cui rapimenti venivano creduti ciecamente dai suoi seguaci. Il cristianesimo più antico fu, dunque, carismatico e profetico.

Assieme al Profeta c’era anche un altro personaggio importante nella comunità, chiamato Maestro, il cui compito consisteva nell’istruire i fedeli su dio.

Accanto a queste due guide spirituali c’erano altre persone incaricate di funzioni prevalentemente economico-amministrative e sociali: raccolta delle offerte, assistenza dei bisognosi, allora molto numerosi, servizio alle mense e così via. Godevano di un prestigio notevolmente inferiore rispetto ai Profeti e ai Maestri ma erano indispensabili.

Ricorrendo alla terminologia pagana, erano chiamati: diaconi (gli inservienti più comuni), presbiteri (quelli di rango più importante) e vescovi (i controllori).

lunedì 23 maggio 2011

Nuovi peccati si aggiungono ai tradizionali vizi capitali, con grave danno per la salute degli italiani.

Poveri preti, oltre ai peccati tradizionali, che sono tanti anzi tantissimi, devono anche aggiornarsi sui nuovi peccati che, come le nuove epidemie, sono in continua crescita.

La Penitenzeria Apostolica, il dicastero vaticano che si occupa dei problemi di coscienza, ha proprio il compito di scoprirli per aggiungerli ai tradizionali vizi capitali. È il progresso inarrestabile che ne crea sempre di nuovi e chissà quanti me creerà ancora in futuro per la gioia di satanasso.

Le nuove linee emanate dalla Chiesa puntano all’aggiornamento dei sacerdoti alle prese con questi nuovi peccati, per lo più sociali, ma sono indirizzate anche ai fedeli per poterli mettere nella condizione di prendere coscienza delle violazioni della bioetica da parte della scienza e di rivalutare il sacramento della confessione, che non gode più di molta popolarità.

Secondo una ricerca dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, il 60% dei credenti non si confessa più. Pura disaffezione o la sempre più diffusa consapevolezza che i peccati, intesi come offese a Dio, sono delle colpe insignificanti e talvolta infantili?

Tra le nuove forme di peccato – secondo il vescovo reggente della Penitenzeria Apostolica, Gianfranco Girotti - la fecondazione assistita (che comporta tra l’altro il congelamento degli embrioni, che per la Chiesa Cattolica sono “persone”), la ricerca sulle cellule staminali, gli studi sul DNA, la clonazione e le sfide della bioetica che prevedono l'autodeterminazione del proprio corpo, sono quelle che più portano all'esasperazione i vertici della Chiesa, sempre in aperta guerra contro la ricerca scientifica che sta portando enormi progressi alla società contemporanea.

Particolarmente prese di mira sono le tecniche di fecondazione artificiale quale la Fivet, e cioè la fecondazione in vitro, che in Italia ha già fatto nascere almeno 31.000 bambini diventati automaticamente "figli del peccato",

Gli straordinari risultati della ricerca scientifica sulle cellule staminali, che consentono, tra l'altro, di ridare la vista a migliaia di bambini e adulti affetti dalla "retinite pigmentosa", per i gerarchi cattolici non sono guarigioni volute da Dio ma ottenute per intervento satanico.

Gli integralisti cattolici, in maggioranza nel Parlamento italiano, che, con la Legge 40, hanno impedito non solo la ricerca, ma anche l'applicazione in Italia delle terapie derivanti dalle cellule staminali embrionali, sono d'accordo coi gerarchi vaticani.

La loro "cecità" ideologica, che vieta la ricerca scientifica in Italia e danneggia pesantemente il nostro Paese, per fortuna non vale negli altri Paesi europei. Per cui, almeno, chi tra noi è abbastanza abbiente potrà andare all'estero per curarsi con quelle terapie che i nostri parlamentari e i nostri preti ci vietano, per non farci commettere peccato.

Fecondazione assistita

Il dio cristiano (La “mala” religione) 84

Secondo la Bibbia, Jahvè castigava il suo popolo, quando ricadeva nell'idolatria o violava la Legge, infliggendogli calamità di ogni genere: guerre, schiavitù, invasioni, malattie e morte.

Il dio cristiano, inventato da Paolo ed ereditato dalla Chiesa, non entra nelle vicende terrene, con premi o punizioni, ma interviene solo dopo la morte dell'individuo per giudicare il suo operato. In caso positivo, lo premia col paradiso; in caso negativo con le pene eterne dell'inferno.

Il castigo dell'inferno non ammette redenzione ed è la forma più spietata di punizione divina mai immaginata da nessun'altra religione. Talmente spietata che per molti credenti è ritenuta "un assurdo morale" e rappresenta la negazione di dio stesso in quanto gli attribuisce sentimenti di odio e di vendetta, assolutamente inammissibili in un Essere Supremo, considerato sommamente giusto e misericordioso e che sempre ama, perdona e riconcilia.

Un dio giudice inappellabile nega quindi categoricamente che “dio sia un Padre infinitamente buono e misericordioso", come predicano i Vangeli, e contrasta col Gesù evangelico che invitava i suoi discepoli a perdonare settanta volte sette, cioè sempre.

Da quanto sopra esposto risulterà lapalissiano a chiunque usi un briciolo di razionalità che sia il dio biblico che quello cristiano sono stati creati dall'uomo a sua immagine e somiglianza, cioè con tutte le meschinità e le bassezza della nostra specie.

Come è possibile, altrimenti, giustificare il comportamento violento, geloso, vendicativo, tirannico e intollerante di Jahvè e la spietata condanna al castigo eterno del nostro dio trino?

domenica 22 maggio 2011

L'incontrastabile ed assoluto potere della morte e la conseguente paura che essa genera in tutti gli esseri animati (istinto di conservazione) è stato la fonte di tutte le religioni.

L'idea, insidiosamente indotta dai preti, sulla esistenza e sull'immortalità dell'anima ha resistito e si è diffusa solo perchè sopiva, in parte, il timore (istintivo) della morte e soddisfaceva, artatamente, ad una illusione molto potente coltivata dalla presunzione stessa degli uomini: un desiderio assurdo di immortalità: il desiderio di essere "ricordati".
Alateus (il breviario degli atei)

L'enigma svelato (Il lato oscuro della verità) 68

Si alzò dalla pietra su cui era seduto e s'inginocchiò sulla sabbia, posandosi sulle calcagna. "Fin dal nostro ultimo incontro", riprese, " le tue parole sul perdono di Dio, esteso a chiunque lo implorasse, mi avevano roso dentro come un tarlo, mi avevano fatto sentire ingiusto verso tutti gli ebrei che erano al di fuori della nostra comunità. La fede cieca, che io riponevo nelle parole del Maestro di Giustizia, riusciva a tranquillizzare la mia coscienza.

"Ma in realtà i dubbi crescevano di giorno in giorno ed io ero in preda a continue angosce. Finché il nuovo papiro mi aprì gli occhi e mi fece pienamente convinto della giustezza del perdono universale. Allora tentai di discuterne in seno alla comunità. Invano, tutti erano sordi, restii, infastiditi. Finché ebbi chiaro il sentore che a Qumran non ero più gradito, perché in odore di eresia. Me n'andai subito, senza rimpianti. Ed ora eccomi qua, sulla riva del Giordano, ad incitare tutta alla penitenza e al pentimento".

Fece un attimo di pausa, come a prendere fiato. Il suo viso si era fatto serio e grave, quasi preannunciasse qualcosa di triste.
"Devo far presto", riprese, "perché sento, vicina, la morte. Sto dando fastidio a molti. Gli ipocriti del Tempio non sopportano chi dice la verità, chi disturba la loro indifferenza e il loro quieto vivere. Per non parlare di Antipa e di Erodiade. Darebbero l'anima al diavolo per vedermi morto. Ma hanno paura del popolo. Ancora per poco però. Ma io..." e un mesto sorriso aleggiò sul suo viso scarnificato, "io non temo la morte, non temo più niente. Voglio soltanto portare a termine la mia missione: scuotere la coscienza della gente".

Si fermò per qualche attimo, poi, volgendosi a Davide, ancora tutto assorto nelle parole che aveva appena udito, gli disse amabilmente: "E tu, dove sei stato per tutto questo tempo? Molti ti hanno cercato ma sembravi svanito nel nulla" .
"Sono rimasto sempre in un'oasi del deserto, a molte centinaia di leghe da qui, nella terra dei Caldei", rispose egli, dopo alcuni attimi di riflessione. Sembrava un po' restio a voler parlare di sé.
"Sono stato ospite di una comunità di saggi che provengono da terre molto lontane. Ho trascorso il tempo nello studio e nella meditazione".

"Su che cosa verteva la tua meditazione?" fece Giovanni incuriosito.
"Le risposte che ti darò ti sembreranno tutte strane e assurde" ammise Davide con un sorriso appena ironico, per non offendere Giovanni.
"Per cominciare, la meditazione che praticavo ogni giorno per molte ore aveva come scopo il nulla, il vuoto, l'assenza d'ogni pensiero".
"Cosa ?" esclamò Giovanni, sbarrando gli occhi.

"E inoltre la religione che ho imparato, se religione si può chiamare, non ha niente a che vedere né con quella nostra né con quella dei gentili".
"Le tue parole mi stanno riempiendo di stupore e d'incredulità" fece Giovanni visibilmente emozionato. "Di che si tratta, esattamente".

"Non è facile a sintetizzarsi in poche parole, ma ci proverò, anche se presumo faticherai molto a comprendermi, tanto ti parrò assurdo e, forse, blasfemo. Per cominciare, questa religione non ammette nessun Dio personale a somiglianza del nostro Jahvè o del Giove dei gentili o di qualsiasi altra divinità dei nostri giorni. Dio è una forma di pensiero universale, una specie di coscienza cosmica che tutto comprende. Tu, io, la pulce, il granellino di sabbia che calpestiamo, il sole che in questo momento c'illumina e così via, tutto è Dio. Siamo tutti particelle di Dio.

"Ma non lo sappiamo e non lo sapremo ancora per molto tempo, forse per millenni. Abbiamo ancora una lunga e faticosa evoluzione da compiere prima di arrivare a questa forma di conoscenza. Perché, non di una conoscenza intellettuale e razionale si tratta ma di una consapevolezza spirituale e morale, chiamata illuminazione. Soltanto quando saremo arrivati a quello stadio, cominceremo a conoscere la vera realtà, non quella parvenza di essa che vediamo ora e che ci sembra graniticamente autentica. Per arrivare a tanto bisogna, come hai detto tu, scuotere le coscienze, seminare nuovi valori, insegnare all'uomo a vivere rettamente nel pensiero, nelle parole e nelle azioni.

"Il pensiero è la cosa più importante perché è la fonte di ogni bene e di ogni male. È quello che suscita in noi le passioni negative come l'odio, il disprezzo, i desideri; o ci provoca il sentimento d'indegnità che può portarci all'autodistruzione, alla credenza delle possessioni del demonio. Il male non c'è. Se ci fosse sarebbe la negazione di Dio. Quello che noi chiamiamo male è soltanto un momento evolutivo doloroso, che ci è dato per crescere nello spirito. Non c'è nemmeno il peccato, il castigo, il fuoco eterno ed altre cose del genere. E nemmeno l'espiazione. Soltanto evoluzione e autoconsapevolezza, come frutto di esperienze sofferte o gioiose.

"Perché per crescere abbiamo bisogno di soffrire ma anche di gioire. Infine, nemmeno il diavolo esiste, o meglio, esiste solo dentro di noi, come conseguenza della nostra condotta negativa e della disistima o rimorso che essa suscita in noi, del vuoto di valori che avvertiamo perseguendo il piacere, dell'incapacità di dare uno scopo alla nostra vita".

sabato 21 maggio 2011

Il maxiscandalo di don Riccardo Seppia

La sconvolgente vicenda di don Riccardo Seppia, il sacerdote arrestato venerdì sera 13 maggio a Sestri Ponente, nel genovese, con due accuse pesantissime: violenza su minore e cessione di sostanza stupefacente, s'ingigantisce ogni giorno più.

Sembrava all'inizio la solita storia di pedofilia pretesca ma poi si è tramutata in un autentico maxiscandalo con risvolti perfino satanici e di sfruttamento della prostituzione e, infine, con inquietanti domande su come il sacerdote infedele riusciva a procurarsi, a colpi di trecento euro a volta, la cocaina.

La verità più sconvolgente che emerge dalla storia di don Riccardo, che e ha dell'incredibile, è il fatto che la curia sapeva tutto. Almeno tre cardinali e tre vescovi che si sono succeduti ai vertici delle gerarchie ecclesiastiche liguri avevano disposto indagini informali, senza pensare di intervenire di fronte a fatti più che eclatanti.

Don Riccardo non faceva nulla per nascondersi, questa è la verità, mostrando quasi con ostentazione le sue abitudini sessuali e le sue perversioni. La testimonianza di don Piercarlo Casassa, che fu parroco di don Riccardo nel 1985 a Recco, cittadina del Levante genovese, è lapalissiana.

Don Casassa ha raccontato che i comportamenti del prete, appena uscito dal seminario, non gli sembravano adeguati alla vita sacerdotale. Di notte non dormiva quasi mai in canonica, rientrava all'alba e trascurava i suoi doveri sacerdotali.

Ha ricordato di una gita al mare organizzata da lui con i bambini del catechismo e di come i bambini si fossero rifiutati di ripetere l’esperienza. Già ai tempi del Cardinal Tettamanzi la curia era a conoscenza del fatto che nella canonica della chiesa del Santo Spirito, retta da don Riccardo, si svolgevano feste hard omosessuali.

Voci erano arrivate anche al vescovo di Albenga (Seppia aveva vissuto qualche mese a Giustenice, un comune della provincia di Savona) che lo aveva persino convocato e “assolto”. Insomma il classico atteggiamento della gerarchia ecclesiastica, più volte emerso negli scandali di pedofilia pretesca, di non voler rendersi conto di quello che stava accadendo e di voler a tutti i costi insabbiare lo scandalo.

Infatti don Seppia è stato scoperto per caso, nel corso di un’indagine sullo spaccio di droga dell’ambiente milanese. Non per una denuncia presentata da una delle sue vittime e tanto meno dalle autorità ecclesiastiche. “Sconcerto e dolore”, queste le parole usate dal card.

Bagnasco nel commentare le notizie riguardanti il prete infedele. Ma il cardinale si è chiesto come abbia potuto don Riccardo, condurre una doppia vita, frequentare palestre e saune, acquistare droga usandola per attirare i ragazzi (questo è ciò che emerge dagli SMS pubblicati in questi giorni) senza che nessuno si accorgesse di nulla?

Perché sono numerosi i ragazzini, di età compresa tra i tredici e i quindici anni, che in questi giorni sono ascoltati da carabinieri e psicologi, in quanto ritenuti vittime delle attenzione di don Riccardo Seppia. Provengono tutti da “buone famiglie” di fedeli cattolici. Tutti all'oscuro di tutto?

Don Riccardo Seppia col card. Bagnasco

Le fonti del cristianesimo (La “mala” religione) 82

Elementi comuni alle Lettere sono: il rigore etico indispensabile per aspirare alla salvezza; il significato mistico della morte e resurrezione di Gesù; l’attesa spasmodica della parusia (cioè del ritorno di Cristo dal cielo) e l’assoluta fede in Cristo.

Ma al di là dei contenuti comuni, ogni Lettera fa riferimento a situazioni particolari delle singole chiese fondate da Paolo, e reca i consigli per ovviare ai problemi che le travagliavano.

In alcune Lettere ci sono importanti riferimenti personali che ci consentono di conoscere qualcosa della vita di Paolo, dei suoi contrasti con la Chiesa di Gerusalemme, delle sue autodifese nei confronti dell’accusa di essere un millantato apostolo. Non sempre le notizie che ricaviamo dalle Lettere collimano con quelle che riscontriamo negli Atti.

Le Lettere, però, assieme agli Atti, sono documenti di fondamentale importanza per la conoscenza (anche se parziale) del cristianesimo primitivo, e della formazione della teologia paolina. Sono scritte in uno stile appassionato e d’intensa religiosità.

Fin dal loro primo apparire ebbero un’enorme ripercussione presso tutti i cristiani ellenisti, perché venivano lette e commentate in pubblico e scambiate tra le varie chiese ellenistiche. La loro influenza sulla nascita del cristianesimo eguagliò forse quella dei Vangeli, che nella versione attuale, come abbiamo visto, discendono direttamente dall’influsso di Paolo.

Questi sono i fondamentali documenti canonici che sono alla base del nostro cristianesimo, ma che hanno poca attinenza, come abbiamo visto in precedenza, col Gesù storico, cioè con l'uomo crocifisso da Pilato come un ribelle sovvertitore.

Sono tutti di derivazione paolina e sono stati creati allo scopo di trasformare Gesù da Messia fallito, quale fu nella realtà, a Salvatore e Redentore universale, quale ce lo propone la teologia paolina, dopo averlo demessianizzato e degiudeizzato.

venerdì 20 maggio 2011

Un libro del vescovo emerito Girolamo Grillo sulla Madonna di Civitavecchia

Monsignor Girolamo Grillo, vescovo emerito di Civitavecchia e Tarquinia, ha presentato a Roma il suo libro «La vera storia di un doloroso dramma d'amore», edizioni Shalom, che narra molti episodi, mai resi pubblici prima, riguardanti le lacrimazioni della Madonna di Civitavecchia.

Il prelato racconta che, fortemente scettico inizialmente sulla veridicità di queste lacrimazioni, dovette subire animate discussioni con il cardinal Angelo Sodano che lo esortava, a nome del papa, a crederle.

Finché il 15 marzo 1995, dopo aver assistito ad una lacrimazione avvenuta sotto i suoi occhi, cambiò opinione e da scettico impenitente, quale era prima, divenne assoluto credente e fu preso per pazzo.

Si ripropone qui il tema delle Madonne-patacca, più volte accennato in questo blog. Va precisato che le lacrime di sangue che colavano dagli occhi della statuetta della Madonna di Civitavecchia, acquistata a Mejugorje, risultarono essere di sangue maschile. Ciò a dimostrazione che si trattava di una bufala, a meno che la Madonna non avesse cambiato sesso.

A seguito della denuncia del Codacons, il proprietario della statua si rifiutò di sottoporsi all’esame del DNA per un confronto. Nonostante questo, ci fu la costruzione di un santuario con ricco seguito di pellegrinaggi e business annessi e connessi.

Contro i facili creduloni di simili prodigi, nel maggio 1999,alla Radio Vaticana, il gesuita Josè Maria Pilon, parapsicologo, ha spiegato che tutti i casi di Madonne piangenti "alla fine si sono dimostrati falsi, cioè provocati artificialmente".

Va ricordato che le statue piangenti non sono una invenzione prettamente cristiana. Nell'antica Roma, in determinate occasioni, si facevano piangere le statue di Giunone e di Minerva e in India piangono tuttora le statue della dea Laksmi e quella della dea Parvati.

Ai tempi della Russia comunista e atea, a Leningrado, presso il Museo di Storia delle Religioni (Ex Cattedrale di Kazan - Nevskij Prospekt), era possibile far piangere alcune Madonne, dipinte su icone, introducendo nell'apposita fessura, un monetina da 10 copeki. Naturalmente allo scopo di irridere la credulità dei bigotti.

Ma tutto ciò non serve a niente per i madonnari incorreggibili. Uno dei quali era appunto papa Wojtyla, che sbavava per ogni possibile Madonna. Ce lo conferma monsignor Girolamo Grillo raccontandoci nel suo libro che Giovanni Paolo II volle che la Madonnina di Civitavecchia fosse portata nel suo appartamento in Vaticano per poter pregare a lungo davanti alla statuina (che contravvenendo alle aspettative del papa si guardò bene dal lacrimare).

In precedenza, lo stesso papa, in abiti borghesi, si era recato nella piccola Chiesa del Pantano, dove l'effigie era conservata, per raccogliersi in preghiera. Più madonnaro incallito di così!

Mons. Girolamo Grillo e la Madonna di Civitavecchia

Le fonti del cristianesimo (La “mala” religione) 82

Elementi comuni alle Lettere sono: il rigore etico indispensabile per aspirare alla salvezza; il significato mistico della morte e resurrezione di Gesù; l’attesa spasmodica della parusia (cioè del ritorno di Cristo dal cielo) e l’assoluta fede in Cristo.

Ma al di là dei contenuti comuni, ogni Lettera fa riferimento a situazioni particolari delle singole chiese fondate da Paolo, e reca i consigli per ovviare ai problemi che le travagliavano.

In alcune Lettere ci sono importanti riferimenti personali che ci consentono di conoscere qualcosa della vita di Paolo, dei suoi contrasti con la Chiesa di Gerusalemme, delle sue autodifese nei confronti dell’accusa di essere un millantato apostolo. Non sempre le notizie che ricaviamo dalle Lettere collimano con quelle che riscontriamo negli Atti.

Le Lettere, però, assieme agli Atti, sono documenti di fondamentale importanza per la conoscenza (anche se parziale) del cristianesimo primitivo, e della formazione della teologia paolina. Sono scritte in uno stile appassionato e d’intensa religiosità.

Fin dal loro primo apparire ebbero un’enorme ripercussione presso tutti i cristiani ellenisti, perché venivano lette e commentate in pubblico e scambiate tra le varie chiese ellenistiche. La loro influenza sulla nascita del cristianesimo eguagliò forse quella dei Vangeli, che nella versione attuale, come abbiamo visto, discendono direttamente dall’influsso di Paolo.

Questi sono i fondamentali documenti canonici che sono alla base del nostro cristianesimo, ma che hanno poca attinenza, come abbiamo visto in precedenza, col Gesù storico, cioè con l'uomo crocifisso da Pilato come un ribelle sovvertitore.

Sono tutti di derivazione paolina e sono stati creati allo scopo di trasformare Gesù da Messia fallito, quale fu nella realtà, a Salvatore e Redentore universale, quale ce lo propone la teologia paolina, dopo averlo demessianizzato e degiudeizzato.

giovedì 19 maggio 2011

Nella contraccezione l'Italia è più indietro dello Zimbabwe.

La contraccezione, unita ad una corretta educazione sessuale, è indice della civiltà di un popolo: contiene le nascite, evita gli aborti e nella forma del preservativo evita i contagi.

Questo in uno Stato laico. Ma in uno Stato cripto-teocratico come l'Italia, evitare nascite indesiderate,aborti traumatici e infezioni mortali con la contraccezione è un peccato gravissimo per la Chiesa e quindi va ostacolato in tutti i modi.

Ecco perché secondo l’ultimo rapporto sul benessere di madri e figli, stilato dalla ONG Save the Children, l’Italia scende in classifica dal diciassettesimo al ventunesimo posto tra i Paesi industrializzati: un arretramento dovuto alla condizione della donna e alla pratica della contraccezione.

Risulta infatti che in Italia solo il 41% delle donne usi un contraccettivo, a causa dei mille ostacoli per procurarselo, frapposti dalle nostre strutture sanitarie, da medici obiettori, nonché da governatori come Cota, Zaia e Formigoni. Siamo, quindi, lontanissimi dall’82% della Norvegia, ma dietro anche a Botswana (42%), Zimbabwe ed Egitto (58%) e Tunisia (52%).

Questo è una delle molte (troppe) sciagure provocate in Italia dall'aver il Vaticano in casa e una classe politica a lui appecorata. Perché è solo la Chiesa Cattolica, arroccata sui suoi principi antidiluviani dedotti dal sanguinario totem tribale biblico Jahvè (definizione di un teologo), che considera la contraccezione come moralmente equivalente all’aborto, per cui un profilattico o una pillola vengono considerati strumenti di morte.

Altre Chiese cristiane la pensano diversamente. Per esempio i luterani e valdesi accettano la contraccezione e il vescovo luterano Kaessmann ha definito la pillola “un dono di Dio”.

Perché, vi chiederete, la Chiesa Cattolica è così drasticamente contraria alla contraccezione? La risposta è lapalissiana: la contraccezione consente il sesso libero e l'autodeterminazione del proprio corpo. Ciò che per la Chiesa è un peccato mostruoso.

Essa vuole la criminalizzazione di ogni impulso sessuale che non sia finalizzato esclusivamente a fini procreativi, ed esclude del tutto il piacere fisico, psicologico e affettivo che il sesso comporta. Gli islamici e gli ebrei, che derivano la loro religione dallo stesso Dio bilico, sui contraccettivi non hanno queste limitazioni.

Le fonti del cristianesimo (La “mala” religione) 81

Le tredici Lettere attribuite a Paolo sono documenti che hanno subito dal I al IV secolo delle indubbie contraffazioni. Non tutte sono di sicura attribuzione; alcune infatti potrebbero essere degli artifici letterari dei suoi discepoli.

Scritte nell’arco di quindici anni, le Lettere di Paolo sono i documenti più antichi del Nuovo Testamento e di fondamentale importanza per conoscere alcune vicende della vita avventurosa di Paolo e la creazione della sua teologia. La prima Lettera ai Tessalonicesi viene fatta risalire all’anno 50-51.

Nelle Lettere, Paolo parla pochissimo di Gesù, che non ebbe mai modo di conoscere se non attraverso le sue presunte visioni celesti, e degli apostoli. che avvicinò di sfuggita solo quattro volte.

In Galati, dice che Gesù era un ebreo, nato da donna. In Romani, che discendeva da David, si rivolse solo ad Israele, fu senza peccato e siede alla destra di dio, aspettando il giorno del suo ritorno, ritenuto da Paolo imminente.

In Corinzi, che aveva dei fratelli, che fu crocifisso, ma resuscitò il terzo giorno, mostrandosi a Pietro, agli apostoli e allo stesso Paolo. Non accenna alla verginità di Maria e all’annunciazione, invenzioni tardive dei suoi seguaci.

mercoledì 18 maggio 2011

I cittadini di Zurigo respingono quasi all'unanimità l'abrogazione del suicidio assistito

Pesante disfatta per gli integralisti cristiani (sempre accaniti nemici di ogni libertà civile e umana) rappresentati dall’Unione democratica federale e dal Partito evangelico, due partiti conservatori, che hanno chiamato i cittadini di Zurigo a esprimersi sul suicidio assistito.

La richiesta di restringere l’accesso alla pratica ai soli residenti è stata respinta dal 78% dei votanti, mentre l’85% ha detto no alla richiesta di abolire il ricorso al suicidio assistito.

Mentre in Italia fra pochi giorni i seguaci del Grande Torturatore Torquemada agli ordini dei gerarchi vaticani imporranno per legge la Tortura Obblligatoria di Fine Vita, gli svizzeri ci danno una dimostrazione tangibile del loro amore per la libertà e dignità umana.

Ma loro se lo possono permettere perché non hanno il Vaticano in casa e una classe politica come la nostra, pagata da noi per legiferare contro di noi, cioè contro il volere della stragrande maggioranza degli italiani.

I veri nemici della laicità nel nostro Paese sono i politicanti, che a caccia di voti sarebbero pronti anche ad introdurre la sharia. Unica speranza per noi italiani la possibilità di andare in Svizzera per sfuggire ai tormenti fisici e morali cui ci riducono certe malattie. Ma sfuggiranno solo quelli che se lo potranno permettere, mentre gli altri resteranno qui, in un letto di ospedale con aghi, sondini, cateteri e intubati da tutte le parti, per soddisfare il sadismo dei nostri capi religiosi.

I quali, non potendo comandare alle nostre anime, impongono ai nostri politicanti succubi una Legge che stabilisce di fatto la loro proprietà sui nostri corpi.

Secondo le cifre fornite dall'associazione Dignitas, che in Svizzera assiste cittadini stranieri candidati all'eutanasia, nel 2010 sono state 1.138 le persone giunte dall'estero decise a farla finita: 592 dalla Germania, 118 dalla Svizzera, 102 dalla Francia, 18 dagli Stati Uniti e 16 dalla Spagna. Nell'elenco non mancano gli italiani, circa una trentina.

Tutti costoro si sono rivolti alla Dignitas di Zurigo o alla ExInternazional di Berna, le due associazioni che praticano l'eutanasia. Le sofferenze per chi sceglie il suicidio assistito in Svizzera, sono ridotte al minimo, afferma Emilio Coveri, presidente di Exit Italia.

"Il posto è confortevole, si sta con i propri cari, si ha il conforto dei medici e dei volontari. Si prendono due pasticche anti-vomito. Dopo 10 minuti, se si è ancora convinti, viene somministrato un composto chimico contenente un barbiturico e un sonnifero potentissimo che addormenta profondamente. Impiega 3 minuti a far chiudere gli occhi, nei successivi 5 sopraggiunge l'arresto cardiaco. Non si prova alcun dolore naturalmente. Il tutto spendendo non più di 3.000 euro (cremazione compresa), meno di un funerale nel nostro Paese".

Oltre il turismo estero coatto per la fecondazione assistita e per il divorzio breve, gli italiani con la legge Calabrò dovranno sobbarcarsi anche quello per la buona morte. I più fortunati, naturalmente!

Le fonti del cristianesimo (La “mala” religione) 80

Gli Atti degli apostoli che con le Lettere di Paolo e i quattro Vangeli sono gli altri documenti a fondamento del cristianesimo, vengono attribuiti ad un discepolo di Paolo che esplicitamente se ne attribuisce la paternità.

Si tratta di Luca, un medico di origine siriana convertito personalmente da Paolo, che seguì l’apostolo in molti dei suoi viaggi e fu testimone oculare di alcuni avvenimenti che racconta in prima persona.

Nacquero con l’intento di dimostrare che tra i due cristianesimi sviluppatisi dopo la crocifissione di Cristo: quello dei cristiano-giudei della Chiesa di Gerusalemme, guidati da Giacomo, fratello del Signore, di tendenza messianica ed ascetico-essena, e quello dei neo-cristiani ellenisti, fondato e guidato da Paolo, di tendenza universalistica e salvifica, c’era stata una continuità lineare, una derivazione spontanea che escludeva conflitti e divergenze.

Ma il tentativo di nascondere le grosse tensioni scoppiate tra le due Chiese e l’inevitabile scisma di Paolo dall’ortodossia ebraica, fallisce miseramente in mezzo a molteplici incongruenze. Infatti, in questa narrazione delle vicende degli apostoli troviamo dei vuoti incredibili.

Gli apostoli sono accennati, di sfuggita, solo una volta. e nel corso della narrazione si fa menzione soltanto di Pietro, Giovanni e soprattutto di Giacomo, fratello di Gesù. Pietro non compare mai a Roma, dando ragione a coloro che sostengono che i presunti riscontri storici ed archeologici della presenza di Pietro nella capitale dell’Impero sono del tutto inesistenti e quindi risulta privo di ogni fondamento anche il suo martirio sul Colle Vaticano.

Infatti, Simon Pietro svanisce poco prima della metà del testo e di lui non si fa più menzione. Più che gli Atti degli Apostoli potremmo chiamarli gli Atti di Paolo perché gran parte del testo si concentra esclusivamente sul suo operato, esaltandolo oltremodo.

Vanno considerati, quindi, come propaganda finalizzata a convincerci che il neocristianesimo di Paolo discende direttamente dalle visioni celesti (crisi epilettiche) di questo millantato apostolo, che mai conobbe Gesù nella carne, e mai quindi ne apprese la dottrina.

martedì 17 maggio 2011

La Corte Suprema brasiliana riconosce l'unione civile per le coppie omosessuali, ma nello Stato di New York lo scontro per i matrimoni gay è duro.

La Corte Suprema del Brasile ha deciso di omologare le unioni omosessuali al matrimonio eterosessuale, garantendo così alle coppie gay gli stessi diritti goduti oggi dagli eterosessuali.

La decisione è stata adottata all'unanimità dai 10 giudici della Corte, secondo quanto riferito dal suo presidente, Cezar Pelluzo, nonostante la forte opposizione della Chiesa cattolica. "Coloro che hanno scelto l' unione omosessuale non possono essere cittadini di secondo classe", ha detto Carmen Lucia, uno dei giudici che ha votato.

L'Argentina è stato il primo Paese dell'America Latina a legalizzare, già l'anno scorso, il matrimonio omosessuale su tutto il territorio nazionale. Anche l' Uruguay e Città del Messico riconoscono pari diritti alle coppie omosessuali.

Questo riconoscimento è molto importante perché, tra l'altro, comporta per le coppie gay i diritti come la pensione, l'eredità e l'adozione dei bambini.

L'Episcopato cattolico brasiliano e alcune Chiese Evangeliche sono nettamente contrari a questo riconoscimento, ignorando che in uno Stato laico nessun cittadino può essere discriminato per il sesso e che la religione non deve interferire nelle legislazione civile.

Mentre l'America latina si apre con coraggio al riconoscimento dei diritti gay, negli Usa l'opposizione al riconoscimento dei matrimoni tra omosessuali si fa sempre più dura. Ad Albany, negli Stati Uniti, stato di New York, i capi religiosi hanno dato avvio ad una comune campagna di mobilitazione per bloccare la legge che consente le nozze tra persone dello stesso sesso in procinto di essere discussa dai politici.

“I nostri pastori sono inferociti per l’assalto del governatore al matrimonio”, ha fatto sapere il reverendo Jason J. Mc Guire, direttore del New Yorkers for Constitutional Freedoms.

Per il governatore Andrew M. Cuomo, democratico, il matrimonio gay è, invece, una priorità sempre più sentita da molta gente, soprattutto di tendenza democratica. Ma i leader dei gruppi Cattolici, Evangelici ed Ebrei Ortodossi, appoggiati dalla destra politica repubblica non ci stanno e hanno già finanziato un’ondata di 500mila telefonate per invitare gli elettori a contattare i legislatori indecisi.

La coalizione antigay vede in prima fila l’arcivescovo Timothy M. Dolan con tutto l'episcopato cattolico che si oppone attraverso i bollettini diffusi in chiesa, giornali diocesani, sermoni dal pulpito. Si fa leva sui precetti cattolici che condannano l’omosessualità e sul possibile stop dei servizi sociali come l’affido e l’adozione.

Anche il reverendo Ruben Diaz Sr, ministro della Chiesa Cristiana Evangelica Pentecostale, e senatore, è uno dei più accaniti oppositori al riconoscimento. Ha organizzato il 15 maggio una manifestazione anti matrimonio gay.

A dare man forte ai religiosi è schierata la potente lobby National Organization for Marriage, con sede a Washington disposta a spendere un milione di dollari contro ogni senatore repubblicano che vota a favore della legge.

Timothy M. Dolan

Le fonti del cristianesimo (La “mala” religione) 79

Ultima considerazione importante: i Vangeli danno la netta sensazione di non rivolgersi agli ebrei ma ai pagani. Anche in questo caso basti, come esemplificazione, l’istituzione dell’eucaristia, che, come abbiamo visto in precedenza, fu inventata da Paolo adottando un rito misterico, molto diffuso e praticato nei culti pagani teofagici, ma orrendamente sacrilego e blasfemo per gli ebrei.

Nonostante quanto abbiamo detto, ci sono molti studiosi cattolici che si ostinano ad attribuire, almeno due Vangeli, agli apostoli. Mi riferisco soprattutto al Vangelo di Giovanni, ritenuto l’apostolo omonimo.

A parte le considerazioni fatte sopra sulla povertà intellettuale degli apostoli, che nel caso di Giovanni striderebbero ancor più, tenendo conto che il suo Vangelo presuppone, oltre che una conoscenza letteraria del greco, anche una cultura approfondita della filosofia ellenistica del Logos, c’è da tener presente un altro aspetto: Giovanni avrebbe dovuto scrivere questo Vangelo verso i novant’anni, la qual cosa non sembra tanto probabile.

lunedì 16 maggio 2011

Libertà e dignità nella vita e nella morte

L'imminente approvazione del ddl Calabrò ripropone all'attenzione di tutti il problema della barbarie di certe posizioni ideologiche, assunte dal nostro parlamento, che sottomettono i diritti dell'uomo a principi che ignorano l'autodeterminazione e la dignità umana sancite dalla nostra Costituzione per sottostare all'ideologia religiosa.

Nella fattispecie il ddl in questione parte dall'assunto ideologico che l'uomo, in quanto voluto e creato da Dio, dovrebbe abbandonarsi alla Sua Volontà per quanto concerne i tempi e modi in cui la vita ci verrà tolta. Ciò in nome di un essere supremo, assolutamente inventato ai primordi della civiltà e accettato pedissequamente senza essere mai stato dimostrato e che la nostra Costituzione laica ignora.

Tale tipo di atteggiamento sancisce il principio che la persona non può decidere sul suo fine vita, ma deve sottostare ad una legge, decisa dalla maggioranza parlamentare, che la vita non appartiene al cittadino ma a qualcun'altro.

Al soggetto è permesso suicidarsi (ammesso e non concesso che lo possa fare immobilizzato in un letto d'ospedale!) ma non di decidere se la sua qualità di vita sia compatibile con la dignità di essa. Un'auctoritas religiosa o statuale, nella persona giuridica di un medico o di una commissione, deciderebbe quindi “per lui”.

La rivendicazione personale di una qualità della propria esistenza tarata in base ai “propri” principi esistenziali viene negata d'autorità in nome di un'ideologica quantità di vita, che, al giorno d'oggi, la medicina può protrarre quasi all'infinito.

Con ciò violando uno dei punti fondamentali della Costituzione, laddove recita che ogni cittadino è “libero” di autodeterminarsi salvo che ciò rechi danno ad altri” e che «la libertà personale è inviolabile» (Parte I, Titolo I, Art.13).

Una legge che impone una sopravvivenza “non voluta”, è quindi chiaramente illegittima anche se approvata dal 100% del Parlamento, ed è anche totalmente immorale. Infatti impone ad una persona, in condizioni di grave sofferenza fisica o spirituale, di dover subire il perpetuarsi della propria sofferenza come una vera e propria tortura fisica o mentale.

Tutto ciò ci fa comprendere come l'Italia non sia ormai più un Paese laico ma cripto-teocratico perché si legifera in base ad ideologie religiose che sono chiaramente contrarie alla Costituzione e ai più elementari diritti umani e civili sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, firmate dall'Italia ma non dal Vaticano.

Sen. Raffaele Calabrò

Le fonti del cristianesimo (La “mala” religione) 78

I Vangeli hanno alcune caratteristiche fondamentali che li accomunano. Anzitutto sono tutti scritti in greco e almeno in un caso: il Vangelo di Giovanni, in un greco colto.

Ora sappiamo che gli apostoli erano dei semplici popolani, quasi sicuramente analfabeti. Ciò ci fa intuire che nessuno dei Dodici può essere considerato autore di uno di questi Vangeli scritti in greco. Inoltre, la narrazione di gran parte degli avvenimenti evangelici è spesso imprecisa e confusa riguardo ai luoghi, alle usanze, alla terminologia, agli avvenimenti stessi e alle leggi giudaiche.

Il che fa presupporre che chi scriveva non solo non avesse assistito ai fatti ma neppure conoscesse la geografia e le usanze ebraiche, quindi non fosse nemmeno un ebreo (e tanto meno un apostolo).

A riprova di quanto detto, possiamo osservare anche che sia nei Vangeli Sinottici, sia soprattutto in quello di Giovanni, si trovano pregiudizi fortemente antisemiti, introdotti allo scopo di far ricadere sul solo popolo ebraico l’infamia di aver assassinato il figlio di dio e scagionare del tutto i romani, che furono invece i veri responsabili della sua condanna.

D.J. Goldhagen1 ne rileva una quarantina in Marco, ottanta in Matteo, centotrenta in Giovanni, centoquaranta negli Atti degli Apostoli. Nel Vangelo di Giovanni, Gesù stesso afferma che gli ebrei hanno «per padre il diavolo» (Giovanni 8, 44).

Con la storica frase di Matteo: “Pilato(…) presa dell’acqua, si lavò le mani davanti la folla: “Non sono responsabile, disse, di questo sangue; vedetevela voi!” E tutto il popolo rispose: “Il suo sangue ricada sopra di noi e i nostri figli” (Matteo 27, 24-25), ha avuto inizio l’antisemitismo che ha trasformato i figli d’Abramo in una genia di perfidi deicidi, perseguitati e sterminati fino a pochi decenni or sono nel mondo cristiano. Quale ebreo avrebbe scritto cose simili! Solo dei gentili potevano averlo fatto.

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Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)