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giovedì 30 giugno 2011

La recente vittoria dei gay a New York ha riproposto in Italia il riconoscimento dei diritti degli omosessuali.

I diritti degli omosessuali sono ormai riconosciuti praticamente da molte confessioni cristiane e dalla maggioranza degli Stati occidentali ma totalmente negati in Italia che sia avvia a diventare, a causa dell'oppressione vaticana e della codardia della nostra classe politica, lo Stato più socialmente arretrato e antidemocratico dell'Occidente.

La recente vittoria dei gay a New York ha riproposto su tutti i giornali italiani e su alcuni TG (ma non tutti), con una certa enfasi, il diritto al pieno riconoscimento della parità di diritto a sposarsi per tutte le coppie che si amano, indipendentemente dal sesso anagrafico.

Ma la nostra classe politica al servizio delle gerarchie vaticane che campano di rendita sulla discriminazione e perfino l’incitamento alla violenza sulle persone omosessuali, hanno approvato con codardia le feroci critiche delle religioni omofobe (Chiesa Cattolica e ortodossa) e si sono guardate bene dal sollevare il problema.

A schiumare di rabbia e di invidia sono soprattutto le cripto-checche, vale a dire gli omosessuali “velati” che per convenienza di carriera politica o ecclesiastica fanno finta di essere etero e sono in prima fila a protestare e a condannare confratelli e consorelle di pari orientamento sessuale.

Ma statene certi che il giorno magico in cui anche in Italia una legge riconoscerà a tutti i cittadini, nessuno escluso, il diritto a formare una famiglia i primi omosessuali che correranno a sposarsi saranno sicuramente quelle cripto-checche politiche e religiose che oggi fanno le vergini offese dalla ventata di libertà che arriva da New York. All’epoca dell’approvazione del divorzio è successa la stessa cosa.

Fra i primi a uscire allo scoperto e a usufruire della nuova legge furono proprio i principali avversari politici (destri e democristiani in testa) che si erano battuti come iene per mantenere il matrimonio indissolubile.

Quello che stupisce ogni giorno più è l'ostinazione della Chiesa Cattolica a non voler riconoscere che sta avvenendo una profonda e irreversibile evoluzione nel costume e nelle convinzioni del mondo occidentale che spinge la gente, soprattutto i giovani, a non accettare più le assurde limitazioni delle libertà civili e umane da essa imposte. La sua è una chiara lotta contro i mulini a vento (la libertà) di donchisciottesca memoria.

New York

Le assurdità religiose. I dogmi. (La “mala” religione) 117

La vicenda di Maria, però, non finisce qui. Quando Tertulliano e Agostino rispolverarono il peccato originale che, commesso da Adamo ed Eva, si è trasmesso sessualmente all’intera umanità, per cui noi tutti nasciamo con questa tara e abbiamo bisogno del battesimo per togliercela, Maria sarebbe stata a sua volta infettata dalla colpa primigenia e l’avrebbe trasmessa anche al suo pargolo divino.

Come rimediare? Semplice, dichiarando che Maria era stata concepita immacolata. Ma l’esenzione di Maria dal peccato d’origine trovò una forte opposizione in eminenti teologi del passato, come Bernardo di Chiaravalle, Tommaso d’Aquino, Bonaventura, Alessandro di Hales e dall’intero ordine dei frati dominicani, tanto è vero che alcuni di costoro, per questo motivo, finirono sul rogo a Berna il 31 maggio 1509.

Questi oppositori, in pieno accordo con Agostino, ritenevano che la trasmissione del peccato d’origine avvenisse attraverso l’atto sessuale e quindi solo Gesù ne sarebbe stato immune, in quanto concepito teogamicamente e non sessualmente. Maria, no.

Ma Pio IX nel 1854, considerandosi già allora infallibile come pontefice, non tenendo in alcun conto Agostino e gli altri teologi e dottori che la pensavano diversamente, sancì il dogma dell’Immacolata Concezione.

mercoledì 29 giugno 2011

Diritti umani, in Italia sempre gli ultimi

Che l'Italia sui temi che riguardano i diritti e le discriminazioni sia agli ultimi posti in Europa non è una novità.

La conferma ci è arrivata in questi giorni dal Rapporto “L’Italia ad un anno dalle raccomandazioni del consiglio Onu per i diritti umani” che contiene il monitoraggio delle azioni intraprese dal governo italiano a un anno dalle 92 raccomandazioni che il Consiglio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ci ha riservato l’anno scorso, considerando il nostro Paese in forte debito rispetto agli standard minimi richiesti.

Le 92 raccomandazioni del 2010, riguardavano i diritti dei migranti e dei rifugiati, le discriminazioni razziali, i diritti delle minoranze etniche e le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale.

Circa la discriminazione in base all’orientamento sessuale, il rapporto scrive: «Evidenziamo come in questo Paese l’approvazione di una norma contro gli atti di discriminazione, aggressione e violenza verso le persone lesbiche, gay bisessuali e trans incontri una sistematica e ferrea opposizione da parte del governo e del parlamento nazionale».

E conclude: «L’Italia avrebbe urgente bisogno di recuperare un ritardo colpevole e adeguare la propria legislazione a tutela di una fascia di popolazione particolarmente esposta a discriminazione e violenza.

Ogni ritardo in tal senso è un atto di complicità morale». Come dargli torto? Il nostro ministero delle Pari opportunità non è andato oltre l’aver capito (bontà sua) che la comunità Lgbt non è costituita da assassini e criminali (o peggio da “malati”) ma non ha mosso una virgola per proteggerla.

Se lo responsabilità dei nostri politici è lapalissiana ancor più lo è quella della Chiesa Cattolica che ha fortemente impedito al nostro parlamento di concedere i diritti civili ai gay, ormai riconosciuti in quasi tutti gli Stati occidentali e fortemente osteggiati solo in quelli musulmani. Per fortuna che nel campo religioso qualcosa si muove anche da noi e si pone in aperto contrasto con l'oscurantismo cattolico.

È la Chiesa valdese italiana a officiare, in questi giorni, il primo matrimonio gay in Italia. «Nelle nostre Chiese, valdesi e metodiste, si era cominciato da molto tempo a dibattere della possibilità di testimoniare, anche a livello liturgico, l’accoglienza e il riconoscimento delle unioni di vita di persone dello stesso sesso, consci come siamo che ogni patto d’amore realizzato nella libertà, nella responsabilità e nella piena reciprocità per i credenti è prezioso agli occhi di Dio e si nutre della sua promessa” - ha spiegato il pastore Giuseppe Platone, della chiesa valdese di Milano.

Finalmente una Chiesa per la quale il sabato è fatto per l'uomo, non l'uomo per il sabato.

Le assurdità religiose. I dogmi. (La “mala” religione) 116

I Vangeli riferiscono concordi e in più occasioni che Gesù aveva fratelli e sorelle, e Paolo nelle sue Lettere lo conferma. Ma se Maria avesse generato altri figli, come narrano i Vangeli, il concepimento teogamico di Gesù sarebbe stato dubbio, e inoltre il Gesù-dio avrebbe dovuto spartire la sua divinità coi fratelli. Per negare questa ipotesi fu giocoforza dichiarare la verginità di Maria e relegare i fratelli al falso ruolo di cugini.

Così il Concilio Lateranense del 649, presieduto da papa Martino I, stabilì con un dogma che “la santa Madre di Dio sempre vergine immacolata Maria... ha concepito senza seme per opera dello Spirito Santo e ha partorito senza corruzione, permanendo indissolubile anche dopo parto la sua verginità” (D. 256 [DS. 503]). Cattolici e ortodossi ne sono tuttora convinti, i protestanti meno creduloni, no.

Ma voci di dissenso che negano la verginità di Maria si sono sempre fatte sentire nel mondo cattolico, e anche al giorno d’oggi eminenti teologi come Schnackenburg, Pesch e Lohfink sostengono – in opposizione all’enciclica Redemptoris Mater del 1987 di papa Wojtyla – che il concepimento verginale biologico da parte di Maria non è verità di fede biblica e quindi non si può scartare a priori l’ipotesi che Gesù abbia avuto fratelli e sorelle.

Teologo Gerhard Lohfink

martedì 28 giugno 2011

Belgio: cattolici in calo

Secondo un sondaggio effettuato dal settimanale cattolico Tertio, la metà dei belgi si dichiara ancora cattolica, contro il 72% del 1981, mentre il numero delle persone che non appartengono a nessuna religione è passato dal 24 al 42% nello stesso periodo.

Il sondaggio rivela anche che solo il 10% della popolazione adulta di oltre 18 anni va in chiesa settimanalmente, contro un 20% che vi si reca non più di una volta al mese o in occasione di feste religiose, e il 70% che non frequenta mai o soltanto eccezionalmente.

“Quasi un quarto dei Belgi non cresce più in un ambiente cattolico”, scrive Le Vif. “Circa la metà della popolazione atea, che è tanto consistente nei territori valloni quanto in quelli fiamminghi, lo è da almeno due generazioni. Tale gruppo è in crescita e rappresenta circa un quarto della popolazione”.

Secondo quanto scrive ancora Le Vif, la credenza in Dio è passata negli ultimi trent’anni da un 80% al 60% e ciò dipenderebbe in buona sostanza da una diversa rappresentazione della sua immagine, che per oltre un terzo dei belgi non è più altro che una “forza vitale o uno spirito”.

Altro dato rilevante è quello sulla credenza: soltanto un belga su tre crede ancora al paradiso e ad una vita dopo la morte, e soltanto un belga su tre accorda ancora fiducia all’istituzione della Chiesa.

I dati forniti dal sondaggio sono molto significativi anche se prescindono dal fatto più importante che ha recentemente colpito la Chiesa belga: i numerosi scandali della pedofilia pretesca e vescovile.

A questo riguardo comunica il sito di RTL: “La Chiesa cattolica belga ha riconosciuto la propria responsabilità morale negli scandali dei preti pedofili, e s’impegna ad indennizzare le vittime” singolarmente ed in maniera proporzionale al danno ricevuto da ciascuna.

Allo scandalo della pedofilia si deve aggiungere le dure proteste del mondo dei gay per le ripetute dichiarazione offensive del primate belga, cardinale Andrè-Joseph Leonard nei loro riguardi che gli sono costate due torte un faccia. Qualcuno, ironizzando, ha detto che l’unica cosa che i belgi devono salvare della loro Chiesa è la birra trappista.

Cardinale Andrè Joseph Leonard

Le assurdità religiose. I dogmi. (La “mala” religione) 115

Matteo e Luca nell’annunciazione ci fanno sapere che un angelo informa sia Giuseppe sia Maria della prossima venuta di un figlio divino (Matteo 1,20 sgg.; Luca 1,26 sgg.).

Ma quando Gesù inizia la sua attività pubblica, Maria sembra ignorare del tutto le parole dell'angelo e, assieme agli altri suoi figli, tenta di ricondurre Gesù a casa con la forza, ritenendolo fuori di senno (Marco 3,20-21). Tertulliano, di fronte ad un fatto così incredibile, rinfaccia Maria di non aver creduto al Cristo (Tertulliano, De carne Christi 7).

Infatti quest’episodio ci fa comprendere che l’annunciazione è una favola posticcia. Fino al III secolo non solo si ignorava la perenne verginità di Maria ma tutti i Padri della Chiesa, come ad esempio Ireneo e Tertulliano, erano convinti del matrimonio effettivo di Maria e di Giuseppe.

La divinizzazione di Gesù, iniziata con Paolo e imposta per volontà di Costantino nel Concilio di Nicea del 325, determinò tutta una serie di implicazioni dottrinali, riferite a Maria, che, progressivamente, diedero inizio verso il IV secolo al culto mariano.

Poiché Gesù, divinizzato come figlio di dio, era stato partorito da una donna, bisognava assegnare a questa sua madre terrena delle caratteristiche, se non divine, almeno semi-divine.

Il primo passo fu di considerare il concepimento di Cristo opera di dio e non di uomo. Ecco allora l’inserimento, nei Vangeli di Luca e di Matteo, verso il IV secolo, dell’annunciazione, ignorata dagli altri due evangelisti e ritenuta dubbia da Gerolamo, autore della Vulgata.

A compimento di questo primo passo, nel 431 d.C., con il concilio di Efeso (convocato dall’imperatore Teodosio I), alla Madonna venne attribuita ufficialmente la qualifica di Deipara, e cioè di madre di Cristo inteso come dio e come uomo, superando le molte perplessità di quanti ritenevano improponibile, per non dire blasfemo, che un essere umano potesse essere la madre di un dio.

lunedì 27 giugno 2011

New York, sì alle nozze tra omosessuali .

Un voto a sorpresa anche dai Repubblicani fa dello stato della Grande Mela il sesto stato dell’Unione ad approvare il same-sex marriage, il matrimonio fra omosessuali. New York diventa così lo stato più grande dell'Unione nonché il sesto in ordine di tempo a consentire il matrimonio gay dopo Connecticut, Iowa, Massachusetts, New Hampshire e Vermont, più il District of Columbia.

La misura era già stata approvata dalla Camera dello stato e Va ora alla firma del governatore Andrew Cuomo. Entrerà in vigore 30 giorni dopo la promulgazione e quindi le prime coppie gay potranno sposarsi a New York già quest'estate. Un esponente repubblicano, prima di votare, ha deciso di spiegare ai suoi elettori perché disobbediva agli ordini del suo partito.

“Mi scuso con chi si sentirà offeso. Non posso negare ad una persona, un cittadino, un contribuente, un lavoratore, alla gente del mio distretto e in tutto lo stato, alla gente che fa grande questo stato, lo stato di New York, i diritti che io ho con mia moglie”. La forza dell’uguaglianza ha dunque fatto breccia anche tra i conservatori più ostinati.

La vittoria dei gay segna una pesante sconfitta per la Chiesa cattolica, potente a New York in particolare tra le comunità italo-americane, irlandesi e polacche e nemica implacabile della parità dei diritti in campo sessuale. La conferenza dei vescovi si è battuta contro fino all’ultimo per sostenere il suo oscurantismo medioevale.

Ma i fautori della parità per i gay hanno spostato alcuni consensi decisivi anche nelle comunità dei credenti che comincia a ignorare le assurde preclusioni della Chiesa. La quale non vuole riconoscere che dietro i cambiamenti legislativi c’è una profonda evoluzione nel costume e nelle convinzioni.

Secondo l’ultimo sondaggio Gallup ormai il 53% degli americani è favorevole alla legalizzazione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso. Sul fronte legislativo la battaglia sui matrimoni omosessuali, diventati un punto di scontro tra due culture e due visioni etiche alla pari dell’aborto segna a New York un'importante vittoria ma a livello nazionale è lungi dall'essere conclusa. La legalizzazione ha conosciuto avanzate e battute d’arresto, tra voti nelle assemblee legislative degli Stati, referendum e sentenze dei tribunali.

A livello federale i repubblicani, che hanno la maggioranza alla Camera, hanno più volte annunciato di voler mettere al bando i matrimoni gay in pieno accordo con la Chiesa Cattolica, ma l'esito di New York, dove tre deputati repubblicani hanno disobbedito agli ordini del partito, dimostra che la loro battaglia fallirà e che la parità dei diritti umani è destinata a trionfare.

Le assurdità religiose. I dogmi. (La “mala” religione) 114

I dogmi riguardarono tutti gli aspetti dell'ortodossia cristiana e servirono a codificare alcune delle più assurde invenzioni teologiche, che non discendono dalla Bibbia e dal cristianesimo delle origini.

Nessun dogma infatti deriva direttamente da Gesù o dagli apostoli e nemmeno dalla cristianità più antica. Essi derivano tutti dalla Chiesa e vengono proclamati da un concilio (assemblea di vescovi) o dal papa in prima persona, e impegnano tutti i cristiani a credervi per fede

I principali dogmi riguardano la trinità, la divinità di Gesù, l'esistenza dell'aldilà, l'infallibilità del papa, la Madonna e l'esistenza degli angeli. Prenderemo qui in esame, come esempio, i dogmi che sono alla base del culto mariano e dell'aldilà.

La madre di Gesù non fu mai oggetto di culto o di venerazione presso gli apostoli, né tanto meno per Paolo che nelle sue Lettere (i più antichi documenti del Nuovo Testamento), la considerò una “donna” come tutte le altre, dichiarando che Gesù era “nato da donna” (Galati 4,4) senza aggiungere altro.

Mai gli apostoli e Paolo, quindi, affermarono che la madre di Gesù fosse vergine e che suo figlio fosse stato concepito da seme divino. In un Vangelo siriaco assai antico, l’attuale versetto di Matteo 1,16 che recita: “Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo”, recita invece “A Giuseppe, al quale la fanciulla era fidanzata, essa generò Gesù” (Nestle, Novum Testamentum graece et germanice, Matteo 1,16).

In base a questo antichissimo documento, quindi, Giuseppe è il padre di Gesù, Maria non è vergine e neppure sposata quando lo genera. Per noi, oggi Gesù sarebbe nato da una ragazza madre o da una coppia di fatto.

domenica 26 giugno 2011

Affermare che la terra gira intorno al sole è un errore come affermare che Gesu non è nato da una vergine.
(Card. Bellarmino - Processo a Galileo/1615)

L'enigma svelato (Il lato oscuro della verità) 73

Ma, ad un certo punto, quella vita troppo vuota cominciò a non appagarlo più e subentrò la noia. Naomi era troppo intelligente per non capire cosa stava accadendo e cercò di mettervi riparo assoldando un decrepito letterato greco col compito di trasmettergli un po' di cultura.

E fu così che, dapprima svogliatamente, poi con interesse crescente, cominciò, sotto la guida di quel letterato, a leggere e a scrivere la lingua greca e a studiarne la letteratura. Fu per lui come una illuminazione. Mai aveva immaginato che la cultura fosse così appagante. Imparò anche il latino e l'egiziano. La passione per le lettere diventò ben presto travolgente e Naomi cominciò ad esserne gelosa e a fare frequenti scenate.

Arrivò al punto di nascondergli i rotoli e di trovare scuse meschine per non comprarne di nuovi. Giuda entrò in una profonda crisi perché ormai sentiva improcrastinabile la scelta tra Naomi e i suoi amati papiri. Quando alla fine costei gli diede l'aut aut, non ebbe esitazioni: scelse i libri e con essi la libertà. Fu un distacco straziante ma inevitabile.

Naomi, che si sentiva ancora molto legata al marito e che, forse, si era resa conto della sua possessività, volle un commiato dolce. Gli disse che, in qualsiasi momento lo avesse voluto, avrebbe potuto ritornare da lei e, lasciandolo, gli fece dono di un congruo gruzzolo che lasciò Giuda senza fiato.

Tornato in Giudea aveva ripreso il suo lavoro, ma trattava soltanto rotoli di papiro, di pergamena e di rame e un nuovo tipo di libro, che si stava diffondendo in quel periodo, conosciuto col nome d'incunabolo. Fece ottimi affari. Viaggiò in lungo e in largo, non solo in Palestina, ma anche nei paesi limitrofi, giungendo fino ad Antiochia e a Damasco.

In quest'ultima città, che aveva trovato bellissima e intellettualmente molto vivace, aveva comprato una casa con un ampio giardino, nella quale aveva ospitato gratuitamente Mordekai, che a Cafarnao non poteva più vivere a causa delle persecuzioni degli zeloti.

Dovunque andasse, teneva le antenne all'erta per captare il più piccolo segnale della presenza di Davide. Ma invano. Egli sembrava sparito, volatilizzato. Soltanto Mordekai gli fece capire di sapere dove si era nascosto, ma rimase molto sul vago. Parlava di una scuola di sapienza nella terra dei Caldei.

Continuò a frequentare il covo dei ladri alla ricerca di manoscritti trafugati. Quei razziatori, nella loro immensa ignoranza, li trattavano come merce di scarto e se ne servivano talvolta per accendere il fuoco.

Soltanto quando ebbero da Giuda la promessa che li avrebbe acquistati tutti, s'impegnarono a non distruggerli più. In questo modo si era costituito, a prezzi irrisori, una cospicua biblioteca che conservava in gran parte nella sua casa di Damasco.

sabato 25 giugno 2011

Perché la Chiesa Cattolica in Italia si avvia al declino.

La Chiesa Cattolica non è mai stata così forte, in Italia, sotto il profilo politico ed economico come ai nostri giorni. La quasi totalità della classe politica italiana vive in aperta e costante violazione dei precetti religiosi e praticamente fuori dalla Chiesa.

È, infatti, composta in maggioranza da divorziati, sposati civilmente e conviventi, e spesso anche (ma lo ammettono solo in privato) da non credenti. Eppure tutti dichiaratamente cattolici, tutti proni al Vaticano, tutti a gara a slinguazzare gli anelli ecclesiastici, ad accodarsi nelle celebrazioni di una qualsiasi cerimonia civile al codazzo prelatizio che si configura come il vero protagonista di ogni evento pubblico, ma, soprattutto, tutti disposti ad elargire, senza scrupolo, enormi contributi economici e privilegi anticostituzionali ed immorali al clero.

Perché, diciamola chiaramente, senza l'appecoramento dei nostri politici e senza i 10 e più miliardi di euro all’anno che i contribuenti italiani versano nelle casse del Vaticano e della CEI, la Chiesa Cattolica non sarebbe così pimpante come dimostra di essere oggi.

Ma nonostante tutto questo, nonostante gli squilli trionfalistici, ci sono segni fortemente premonitori che essa, inesorabilmente, sta avviandosi al declino. Come mai? Per mancanza della materia prima, cioè di preti. Lo dice uno studio socio-demografico della Fondazione Agnelli, benedetto dai vescovi italiani.

Conoscete qualcuno che oggi abbia voglia di farsi prete? O suora? I seminari sono deserti. I monasteri vuoti. Mentre i preti e le suore nostrani si stanno esaurendo la Chiesa cerca i rincalzi dal terzo mondo.

In pratica, con i nostri soldi, la Chiesa Cattolica importa manodopera clericale dai Paesi sottosviluppati nei quali il sacerdozio è ancora una professione ambita. Gli unici disposti a fare lavori umili (le suore) e a sparare stupidaggini senza senso (i preti) per un tozzo di pane al servizio della ben pasciuta gerarchia ecclesiale, sono quindi i poveracci del terzo mondo. Siamo costretti ad importare badanti e preti.

Bisognerebbe farlo presente ai leghisti che, se si accorgessero di questo trend di immigrazione di clero clandestino, magari la smetterebbero di essere così clericali.

In Italia sono 1.500 i sacerdoti stranieri, nati all’estero ma incardinati nelle diocesi italiane. Mica pochi: sono il 4,5 per cento dei preti diocesani, e destinati a crescere sempre più. La regione con più preti stranieri è il Lazio, dove ce ne sono ben 462 (il 21,3 per cento del clero totale). Segue la Toscana con 230 (il 10,3 per cento); il Triveneto (un tempo serbatoio di vocazioni) con 106, e le altre regioni.

Da dove vengono i preti nati all’estero? Dalla Polonia innanzitutto, importati dal papa polacco In totale, sono 232 i sacerdoti prestati all’Italia dal paese di Wojtyla. Poi dallo Zaire: 96, dalla Colombia: 86, dall’India: 82 , e da molti altri Paesi: Romania, Brasile, Nigeria, Filippine, Argentina, Venezuela, Congo ecc..… I preti stranieri sono molto più giovani, hanno un’età media molto più bassa dei nostrani.

Saranno loro la salvezza della Chiesa Cattolica? Forse per qualche tempo. Poi, anche in quei Paesi il trend antivocazioni esploderà e allora la Messa sarà, finalmente, finita per tutti.

Le assurdità religiose. I dogmi. (La “mala” religione) 113

I sacramenti, come abbiamo visto, sono delle assurde invenzioni della Chiesa, in parte scopiazzate dai pagani. I dogmi, invece, ancora più assurdi sotto certi aspetti, sono le verità fondamentali del cristianesimo cui i fedeli devono credere ciecamente, pena la scomunica per eresia.

Sono di esclusiva invenzione della Chiesa e hanno determinato, fin dal loro apparire, persecuzioni feroci, culminate talvolta in veri e propri eccidi, come vedremo meglio parlando dei crimini della religione.

Dopo Costantino, la Chiesa istituzionalizzata e vincente si trovò ad affrontare tutta una serie di problemi che derivavano dal rinvio, a tempo indeterminato, della parusia, cioè dell'aspettativa imminente del ritorno di Gesù dal cielo come avevano creduto i primi cristiani, e dal continuo proliferare di ideologie, spesso contrastanti, riguardanti le sue origini e la sua dottrina.

Dovette perciò elaborare un criterio di verità che non sarebbe dipesa, come per l'Antico Testamento, dai dati storici (gli avvenimenti biblici), ma sarebbe discesa direttamente della sua autorità, attraversi i vescovi.

Una verità di fede, quindi, prodotta e sancita dalla gerarchia ecclesiastica attraverso continue e sempre più complesse elaborazioni teologiche, a seconda delle esigenze determinate dall'espansione dell'ortodossia. Ad elaborare questa verità di fede furono proposti esclusivamente i vescovi.

I fedeli ne furono del tutto esclusi. Ben presto le verità emanate dalla gerarchia si tramutarono in dogmi, cioè in verità considerate rivelate, di diretta emanazione divina, assolute e indiscutibili, e furono imposte senza la possibilità di essere modificate.

Chi le contrastava diventava, ipso facto, eretico con tutte le conseguenze che ne derivavano: esilio, confisca dei beni e talvolta anche la pena di morte.

venerdì 24 giugno 2011

La secolarizzazione in Europa avanza inarrestabile

Prendiamo in esame due Paesi europei: Svezia e Germania.
La Chiesa di Svezia, luterana, è stata fino al 2000 Chiesa di Stato e fino al 1996 i cittadini ne erano automaticamente membri dalla nascita. L’appartenenza alla Chiesa comporta il versamento d’una tassa di poco inferiore all’1% dell’imposta sul reddito. Il che assicura al clero protestante un finanziamento più che cospicuo.

Ultimamente la Chiesa ha affidato a un sondaggio un’indagine circa le aspettative che i fedeli hanno nei suoi confronti e per appurare come le sia possibile esercitare ancora un’influenza significativa nella società attuale.

The Local, sito di notizie svedesi in lingua inglese, riferisce gli interessanti esiti dell’indagine. Solo il 15% dei 10.000 membri interrogati dice di credere in Gesù, mentre altrettanti si professano atei e si stima che un quarto dei circa 6.600.000 svedesi siano agnostici; i praticanti sono circa 400.000; la disaffezione cresce fra i giovani.

Molti hanno risposto di aderire alla Chiesa un po’ per fede, ma soprattutto per il buon lavoro che essa svolge in campo sociale e per il sostegno che dà a tradizioni importanti, però senza riconoscerle rilevanza nella loro vita individuale.

L’articolo di The Local evidenzia anche, sorprendentemente, casi di abusi sessuali ai danni di ragazzi che frequentano le istituzioni religiose a similitudini si quanto accade nella Chiesa Cattolica. E sì che il clero protestante non ha l'obbligo del celibato come quello cattolico.

Per quanto riguarda la Germania c'è da evidenziare la drammatica crisi numerica che ha colpito le Chiese tedesche. Un articolo di Mimmo De Cillis pubblicato sul Manifesto la esplicita chiaramente.

L'autore spiega come la Germania sia “Una terra che il settimanale Der Spiegel dipinge oggi come attraversata da una «profonda crisi di fede»: un «paese scristianizzato», dove, secondo un recente sondaggio, soltanto i due terzi dei tedeschi dichiarano di credere in Dio. Una terra che riduce le chiese ad «agenzie matrimoniali e funebri», dove «ogni 75 secondi un fedele abbandona la chiesa», mentre i battesimi crollano e i fedeli cattolici (27 milioni su 82 milioni di abitanti) sono in netto calo.

A conferma di quanto afferma il Manifesto vi è un articolo di Henri Tincq, vaticanista di Le Monde, dal titolo “Benoît XVI rend visite à une Eglise allemande fragile et contestataire” (Benedetto VI si appresta a visitare una Chiesa tedesca fragile e contestatrice).

Il quadro che traccia è desolante: La diocesi di Essen deve vendere metà delle sue chiese e sopprimere un migliaio di posti di lavoro… Tutti i budget sono rivisti al ribasso… In un land cattolico come la Baviera, non si contano più di sei battesimi ogni dieci nati… mentre il numero di preti (meno di 14.000) è in caduta libera… Oggi, la popolazione si divide in un terzo di cattolici, un terzo di protestanti, e un terzo di agnostici.

Henri Tincq

Le assurdità religiose. I sacramenti (La “mala” religione) 112

Lo stato di penitente era all’inizio molto gravoso. Doveva confessare il suo peccato pubblicamente e sottoporsi a dure penitenze che implicavano: severi digiuni, rigorose astinenze e lunghe pratiche di pietà.

Nell’VIII secolo, fu introdotta la “Penitenza tariffata” in basa alla quale per ogni peccato da espiare occorreva pagare un “prezzo” o “tariffa” penitenziale. Gli abusi che ne seguirono furono enormi, per cui dovette essere abolita.

Nel XII secolo la situazione peggiorò perché fu introdotto l’uso della “Compositio”, cioè il riscatto della penitenza con il versamento di una somma in denaro. Questa istituzione si trasformò ben presto per la Chiesa in un affare colossale perché consentì ai ricchi, elargendo terre e somme di denaro, di cancellare in tal modo i loro peccati, e alla Chiesa di arricchirsi e aumentare il suo potere. La penitenza diventò un autentico mercato.

Nel 1477 le indulgenze a pagamento furono estese persino ai defunti. Così, la Chiesa poté lucrare anche sui morti. Lo scandalo della vendita delle indulgenze fu la scintilla che diede origine alla Riforma Protestante che staccò gran parte della cristianità dalla Chiesa Cattolica.

Ma a tutt'oggi a che punto è la confessione in Italia? In caduta libera. Ha scritto l'Osservatore Romano, organo ufficiale del Vaticano: ”Dopo le vocazioni e il matrimonio, anche il sacramento della penitenza deve confrontarsi con un periodo di crisi che si acuisce sempre più e comincia addirittura a varcare le soglie dei seminari, dei collegi e degli istituti ecclesiastici”.

Infatti, circa il 60 per cento dei fedeli, secondo la sua indagine, negli ultimi anni si sarebbe allontanato dai confessionali. E la frana è inarrestabile. Soprattutto i giovani considerano la confessione estranea al loro modo di pensare non avendo più senso, per loro, molti dei cosiddetti peccati (come l'uso del profilattico) considerati tali dalla Chiesa.

Che giudizio si può dare della confessione? Molti secoli prima di Freud la Chiesa ha scoperto una specie di psicanalisi spiccia ma efficace. Confidi al prete i tuoi sensi di colpa, lui li ascolta e poi recita la sua formuletta e voilà, le tue colpe svaniscono e tu ridiventi puro come un angelo. Se poi hai una ricaduta, non c'è problema. La carne si sa è debole ma la confessione si può iterare all'infinito.

giovedì 23 giugno 2011

La legalizzazione dell’eutanasia attiva volontaria trova sempre più consensi nel Regno Unito.

Il documentario 'Choosing to Die' mandato in onda dalla BBC alcuni giorni fa ha riproposto il dibattito sull'eutanasia in Gran Bretagna. Il film documenta l'ultimo viaggio di Peter Smedley in Svizzera, dove il 71enne, affetto da una malattia terminale neuro-motoria, viene aiutato a morire dall'organizzazione Dignitas con una dose letale di barbiturici.

È stato accolto da giudizi contrastanti e ha diviso l'opinione pubblica fra chi sottolinea il valore della vita in se stessa e chi pone invece l'accento sulla dignità di vivere e sull'inutilità di protrarre a lungo la sofferenza senza scampo. Di fronte alle accuse, l' emittente britannica si è difesa affermando che il programma vuole "dare alla gente la possibilità di farsi una propria idea sull'argomento".

Difesa più che legittima perché l'eutanasia, stanti gli enormi progressi della medicina, si propone come ultima valvola per sfuggire all'accanimento terapeutico imposto dalla barbarie religiosa, che non accetta l'autodeterminazione sulla propria vita.

Il noto scrittore Sir Terry Pratchett, malato di Alzheimer, è intervenuto nel dibattito, sostenendo che dovrebbe essere possibile per chi è affetto da una malattia devastante e senza speranza di scegliere di morire in pace, con l'aiuto medico e con l'apporto affettivo dei suoi cari, invece che soffrire pene dolorosissime, perdere ogni dignità e creare enormi problemi ai familiari.

Accusando il governo di aver deciso di ignorare la questione, l'autore britannico ha sottolineato il valore della dignità della vita, schierandosi a favore del suicidio assistito per chiunque sia nell'età del consenso.

Nell'opinione pubblica l'eutanasia sta riscontrando un favore sempre più crescente. L'anno scorso aveva suscitato enorme scalpore in Inghilterra la sentenza che assolveva Kay Gilderdale, una ex infermiera cinquantacinquenne di Stonegate, East Sussex, dall'accusa di avere aiutato la figlia Lynn, affetta da un male incurabile e sottoposta a continue e atroci sofferenze, a togliersi la vita. Questa decisione senza precedenti aveva sorpreso tutti per tre ordini di considerazioni.

Primo, l'assoluzione era stata data con formula piena e all'unanimità. Secondo, era stata lungamente applaudita del pubblico e accolta favorevolmente dalla maggioranza dell'opinione pubblica, Terzo, il giudice aveva apertamente rimproverato in aula la pubblica accusa, sostenendo che la donna non avrebbe dovuto mai essere processata: "Cosa ci fa questa imputata in tribunale?” aveva dichiarato scandalizzato.

Naturalmente, i Torquemada religiosi, sia cattolici che anglicani, per i quali la vita è un'imposizione divina alla quale l'uomo non può sottrarsi, hanno giudicato la trasmissione della BBC come “propaganda pro-suicidio assistito travestita da documentario".

Per essi, chi decide di por fine ai suoi ineludibili tormenti deve ricorrere ad un suicidio violento e disumano e non morire serenamente assistito dal medico e attorniato dall'affetto dei suoi cari.

La religione, per questi Torquemada, che considerano il nostro mondo una valle di lacrime, si propone il fine di rendere la vita dell'uomo la più infelice possibile nell'aldiquà, nella prospettiva di godere un aldilà radioso, ma col piccolo difetto di essere soltanto immaginario.

Sir Terry Pratchett

Le assurdità religiose. I sacramenti (La “mala” religione) 111

Il sacramento della confessione, o penitenza, è invece di esclusiva invenzione della Chiesa ed è nato con lo scopo di consentire al fedele di ottenere da dio la remissione dei peccati e quindi la salvezza nell’aldilà.

Nel cristianesimo primitivo la remissione delle colpe avveniva solo con una penitenza unica e irripetibile: il battesimo. Solo questo sacramento lavava ogni macchia e dava la purificazione che consentiva l’accesso al paradiso.

Tutte le colpe successive rimanevano indelebili e non c’era modo di toglierle. Ecco perché molti dei primi cristiani rimandavano il battesimo per molto tempo, spesso fino agli ultimi istanti della vita, come abbiamo visto in Costantino.

Con una sola penitenza durante l’intera vita, nessun cristiano si sarebbe potuto salvare e la Chiesa avrebbe dovuto chiudere bottega. Così nel II secolo, il papa Callisto concesse la possibilità di una seconda penitenza, ma per una volta soltanto, soprattutto per i peccati di lussuria, omicidio e apostasia, allora i più frequenti.

L’apostasia era considerato il peccato più grave perché riportava il penitente alla stregua di un pagano e lo escludeva dalla Chiesa Durante le persecuzioni erano numerose le abiure, non solo dei semplici fedeli ma anche dei vescovi, tanto che sotto Diocleziano abiurò anche papa Marcellino.

Per ricondurre nella Chiesa tutti questi peccatori i papi successivi estesero la penitenza per tre volte, ma siccome anche queste erano insufficienti, concessero ai sacerdoti di rimettere i peccati in qualsiasi occasione. Era nata la confessione.

Non senza aspre polemiche, però, perché fu vista da molti come un incoraggiamento al peccato. Ma la Chiesa era salva e per di più con la confessione prendeva due piccioni con una fava: controllava capillarmente i suoi fedeli e li ricattava con la minaccia dell’inferno se negava loro l’assoluzione.

Nel IV Concilio Laterano del 1215, la confessione divenne obbligatoria per i cattolici, almeno una volta all’anno.

mercoledì 22 giugno 2011

A Roma calano i battesimi e le nozze in chiesa.

In un recente articolo del quotidiano romano Il Messaggero, viene lanciato l’allarme per il calo dei battesimi e dei matrimoni religiosi nella Capitale. Se nel 1990 i nuovi nati a Roma venivano battezzati all’85%, il dato è calato nel 2000 all’80%, per scendere sensibilmente nel 2010 al 55%. Parimente anche i matrimoni in chiesa hanno subito un calo significativo.

Mentre quelli civili sono rimasti sostanzialmente invariati dal 1990, quelli religiosi sono caduti drasticamente: dagli 8.417 del 1990, a soli 5.078 nel 2010. Diminuzione evidente anche delle richieste per licenze matrimoniali rilasciate dal Vicariato, che passano dalle 11.750 del 1990 alle 6.000 del 2010.

Il giornale ha interpellato una mamma che non ha fatto battezzare la figlia. Lei si è dichiarata atea e ha spiegato la sua scelta come un comportamento coerente, perché non voleva far entrare la piccola “nelle fredde statistiche” dei battesimi. Quindi una decisione più che legittima da parte sua che voleva intendere il rifiuto dei vincoli che il battesimo di fatto crea grazie alle leggi di questa bene ordinata repubblica che riconosce il concordato.

Il catechismo della Chiesa cattolica, infatti, recita che il battesimo «incorpora alla Chiesa» e «il battezzato non appartiene più a se stesso perciò è chiamato a essere “obbediente” e “sottomesso” ai capi della Chiesa». Qualora non lo sia, le autorità ecclesiastiche sono giuridicamente autorizzate a “richiamare” pubblicamente il battezzato.

Ricordo che nel 1958 il vescovo di Prato mons. Pietro Fiordelli definì “pubblici peccatori e concubini” una coppia di battezzati, sposatasi civilmente. Ma c'è di più. Il rifiuto del battesimo intende affermare anche la libertà religiosa che viene violata quando si impone col battesimo un marchio religioso a chi, data l'età infantile, non può attuare una libera scelta di fede responsabile e matura.

Per quanto riguarda, invece, il quasi dimezzamento dei matrimoni, la spiegazione più ovvia è da ricercare nell'esplosione inarrestabile delle coppie di fatto che in Italia si diffondono sempre più, stante la quasi impossibilità di divorziare, se il matrimonio fallisce, e stante anche la necessità di un periodo di rodaggio per instaurare una convivenza stabile.

Per andare incontro alle aspettative della gente, quindi, le soluzioni sono due, come abbiamo ricordato giorni fa: il divorzio breve e il riconoscimento giuridico delle coppie di fatto. Ma il Vaticano, che ricatta l'intera classe politica col voto dei cattolici, impedisce entrambe le soluzioni e l'Italia, in questo campo, resta il Paese più arretrato d'Europa.

Mons. Pietro Fiordelli

Le assurdità religiose. I sacramenti (La “mala” religione) 110

Negli Atti non si parla affatto di vino e di calici, ma solo di pane (Atti, 2,42-46) consumato con acqua. Infatti a dirigere la comunità della primitiva Chiesa di Gerusalemme era Giacomo, fratello di Gesù, che avendo fatto voto di nazireato non poteva bere vino, né usare forbici e rasoi.

Tutta la teologia critica non trova alcun collegamento fra il pasto della comunità cristiana primitiva e il successivo atto cultuale dell’eucaristia, introdotto da Paolo, per cui il sacramento cristiano dell’eucaristia è una totale sua invenzione.

La mistica transustanziazione (il cambiamento cioè del pane e del vino nel corpo e nel sangue del Signore), divenuta dogma nel 1215, in occasione del IV Concilio Laterano, per quanto puramente simbolica, non solo era del tutto estranea alle concezione ebraiche del tempo, ma addirittura ritenuta empia e blasfema. Prova lapalissiana che derivava dai riti misterici praticati dai gentili.

Le due più antiche manifestazioni cultuali cristiane, il battesimo e la comunione, non derivano, quindi, da Cristo o dagli apostoli, ma furono create da Paolo e dalle comunità ellenistiche in strettissima relazione coi sacramenti corrispondenti delle religioni misteriche dell’Ellenismo.

Anche nel caso dell'eucarestia siamo nell'orbita dell'assurdo: un po' di farina impastata con acqua condita con una formuletta magica e voilà, il tutto si trasforma nella carne e nel sangue di un dio. Potenza della magia!

martedì 21 giugno 2011

Risoluzione ONU: “Nessuna discriminazione basata sull’orientamento sessuale”

Una risoluzione sui diritti degli omosessuali è stata approvata dal comitato ONU sui diritti umani. L’International Gay & Lesbian Human Rights Commission la definisce già una decisione “storica”.

Il testo promuove e sottolinea l’universalità dei diritti umani, che non possono essere violati basandosi sull’orientamento sessuale. Esprime inoltre preoccupazione a proposito degli atti di discriminazione e violenza basati sull’orientamento sessuale e l’identità di genere.

Il documento, proposto dal Sudafrica, è stato approvato con 23 voti a favore (di paesi europei, americani e asiatici), 19 contrari (africani, islamici, ortodossi) e  3 astensioni (tra cui la Cina).

Anche l’Italia, nonostante l'orientamento omofobico del Vaticano, ha sostenuto la risoluzione. Secondo TmNews “la risoluzione prevede anche uno studio sulle eventuali leggi discriminatorie e sulle violenze nei confronti di individui o gruppi a causa del loro orientamento sessuale”, il che, confrontato con il DDL Concia sulla che è stato affossato alla nostra Camera, e le ripetute violenze omofobiche, fa ritenere che l'Italia sia messa sotto accusa.

Dall'analisi della votazione notiamo il fatto che l'omofobia più dura non è prerogativa soltanto dalla totalità dei Paesi musulmani (per i quali, secondo il *Corano *gli omosessuali non sono graditi ad Allah e dovrebbero essere condannati a morte) ma anche dei Paesi dell'ex Unione Sovietica, in piena restaurazione ortodossa, nei quali molti diritti civili, tra i quali il diritto di aborto, conquistati sotto il regime comunista, stanno per essere cancellati su pressione della Chiesa russa.

Ciò a dimostrare che sono le religioni le vere nemiche della libertà e della felicità umana.

ONU

Le assurdità religiose. I sacramenti (La “mala” religione) 109

Ma qualcuno potrebbe obiettare che nei Vangeli Sinottici (non però in quello di Giovanni) l’eucaristia venne istituita da Gesù durante l’ultima cena. È un’autentica falsificazione, dimostrata dal fatto che questi tre Vangeli sono molto posteriori alla prima Lettera ai Corinzi nella quale Paolo dichiara di aver ricevuto l'istituzione dell’eucaristia direttamente dal Signore, durante una sua visione celeste (una delle tante allucinazioni di tipo epilettico cui andava soggetto).

“Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me» (1 Corinzi 11, 23-29).

Parole identiche a quelle che troviamo nei Sinottici, scritti molto tempo dopo, copiando Paolo. Quindi l’eucaristia è una pura invenzione di questo millantato apostolo, che non conobbe personalmente Gesù e non partecipò all’ultima cena, e fu più volte denunciato dai veri apostoli come “uomo di menzogna”.

Come spiegare, infatti, che il quarto evangelista, che secondo la tradizione era un apostolo e quindi presente all’ultima cena, ignori totalmente l’istituzione dell’eucaristia, pur dedicando a quell'evento una maggiore attenzione, rispetto ai Sinottici, e rivelando particolari importanti, ignoti agli altri, come la lavanda dei piedi?

E come spiegare che gli Apostoli non conoscevano una comunione eucaristica ma si limitavano, dopo le loro preghiere nel Tempio, a consumare un misero pasto, con «gaiezza», senza sacerdoti e senza alcun apparato cultuale e nemmeno sacramentale (Atti, 2, 46; 6, 1 sg.)?

lunedì 20 giugno 2011

È Tremonti il capro espiatorio della doppia sberla delle amministrative e del referendum presa dalla maggioranza.

La destra e la Lega fingono di credere che la doppia sberla delle amministrative e del referendum sia da attribuire al ministro Tremonti, troppo parsimonioso nella spesa pubblica e totalmente insensibile al grido di dolore di calare le tasse.

Il ministro si difende dicendo che le casse dello Stato suono vuote e quindi la riforma del fisco invocata comporterebbe una crescita del debito pubblico (che ha raggiunto la bella cifra di 1890 miliardi di euro) e porterebbe l'Italia alla bancarotta come le Grecia. Moody’s addirittura minaccia di declassare l’Italia. Ma tanté!

I ministri leghisti e i sindacati alleati del governo (Cisl e Uil), insistono con durezza e Tremonti è costretto a promettere di trovare qualche risorsa che gli consenta di ritoccare le aliquote. Dove? Come al solito strozzando il welfare e la scuola.

Dovrà tagliare un'altra fetta dei nostri, sempre più miseri servizi sociali, e taglieggiare ancor più la scuola dove gli studenti devono portarsi la carta igienica da casa e i genitori spesso pagare di tasca loro i supplenti.

Una presa in giro: calare le tasse per aumentare il costo dei servizi. Prendere con la mano destra e restituire con la sinistra, aggiungendo il sovra più.

Ma il modo di recuperare grosse entrate e risolvere un mucchio di problemi ci sarebbe e lo conosce anche un sprovveduto come il sottoscritto che non ha fatto studi di economia. Basterebbe dare u

Tanto per cominciare cancellare le province (come previsto dal programma di governo) che ci costano più di 10 miliardi l'anno; accorpare migliaia di piccoli comuni che incrementano una burocrazia pletorica e inutile; dimezzare le spese della casta, diminuendo il numero di ministri e sottosegretari, ridimensionando gli stipendi sibaritici dei parlamentari e tagliando le enormi spese per la auto blu e le consulenze fasulle; dare finalmente un giro di vite all'enorme evasione fiscale, e, infine, porre un argine al fiume miliardario di soldi che confluisce nelle casse di Santa Romana Chiesa.

La Chiesa è una vera e propria piovra che ogni anno, con il miliardo e 200 milioni dell'otto per mille, il miliardo per gli insegnati di religione, i due miliardi per l'esonero dell'ICI sugli immobili adibiti a lucrosissime attività commerciali, il mezzo miliardo per le scuole cattoliche e i molti altri rivoli di elargizioni da parte di regioni, province e comuni ci viene a costare somme stratosferiche, certamente superiori ai 10 miliardi, pari quindi ad una buona fetta della finanziaria.

E tutte queste prebende vengono elargite in barba ai dettami della Costituzione. Ecco dove il ministro dovrebbe cercare i fondi per diminuire le tasse e aumentare il welfare.

Ma statene certi che neanche un copeko verrà tolto alla piovra parassita della Chiesa e a tutti gli altri parassitismi di Stato. A rimetterci sarà sempre il solito popolo bue.

Ministro Giulio Tremonti

Le assurdità religiose. I sacramenti (La “mala” religione) 108

Prendiamo ora in considerazione l'eucaristia, indubbiamente uno dei fondamentali sacramenti della Chiesa Cattolica. La sua origine, come abbiamo già accennato in precedenza, non è biblica, non è evangelica e neppure apostolica, ma assolutamente pagana. È stata inserita da Paolo nel suo cristianesimo personale, copiandola dai riti misterici eleusini.

I culti misterici risalgono ai primordi dell'umanità, quando era diffuso il cannibalismo rituale, mediante il quale si credeva che mangiando la carne di un animale identificato con un dio, e bevendone il sangue, si incorporava la sua immortalità che avrebbe permesso di vivere una seconda vita eterna, in seguito alla resurrezione dalla morte.

Questa forma di teofagia con un dio, cibandosi della carne dell'animale che lo rappresentava, ancora oggi praticata da alcune tribù primitive dell'Africa e della Nuova Zelanda, subì una graduale trasformazione nel corso dei secoli, in quanto il sangue, non a tutti gradito, fu sostituito dal vino che doveva essere rosso e dolce perché lo eguagliasse il più possibile.

Il primo utilizzo del vino in sostituzione del sangue fu fatto in Egitto, 1500 anni prima di Cristo, dai sacerdoti della dea Iside, come possiamo ricavare da graffiti dell'epoca. Successivamente il rito eucaristico si trasferì nel culto di Attis e Cibele e, infine, in quello di Dionisio, i cui sacerdoti introdussero per primi il pane in questo sacramento, come sostanza trasformabile nel corpo del dio.

Progressivamente, le consacrazioni furono eseguite da tutte le religioni su questi due elementi: il pane e il vino, più o meno con le stesse formule e con preghiere e cerimonie sempre più simili a quelle usate oggi dal cristianesimo.

domenica 19 giugno 2011

Bisogna mettersi d'accordo sulle premesse: e' l'uomo solo uno sbaglio di dio o dio solo uno sbaglio dell'uomo?
(F.Nietzche)

L'enigma svelato (Il lato oscuro della verità) 72

Mentre rientravano alla masseria Lazzaro, in preda a viva eccitazione chiese a Davide: “Ma tu chi sei? Un profeta? Solo i profeti possono compiere questi prodigi”.

Davide sorrise amabilmente e rispose: “Macché profeta, macché prodigi. Io sono uno come te e basta. Ho solo imparato ad aiutare qualcuno ad autoguarirsi. Perché non sono stato io a guarire Giona, l'ho aiutato solo a guardare dentro di sé, a capire la causa della sua angoscia e liberarsene”.

Ma Lazzaro e Marta, pur ammirati della modestia di Davide, non vollero credere alle sue parole e continuarono a considerarlo un essere superiore e un taumaturgo.

Alla masseria trovarono Giuda. Tobia, da autentico segugio, lo aveva scovato mentre faceva colazione in una lussuosa taverna della città e l'aveva prontamente portato a Betania. Davide e Giuda si abbracciarono commossi, con le lacrime agli occhi. Siccome avevano un mucchio di cose da raccontarsi, Lazzaro li fece sedere all'ombra di un sicomoro del giardino in attesa del pranzo, fuori dagli occhi indiscreti della casa.

Davide, per prima cosa, volle osservare il gran cambiamento d'aspetto che era avvenuto nel suo amico. Giuda era vistosamente dimagrito e ciò lo rendeva più gradevole e giovanile. Aveva barba e capelli molto curati e indossava abiti e calzari di pregio. Insomma aveva un'aria raffinata. Anche i suoi modi erano radicalmente cambiati.

Gestiva con compostezza, parlava sommesso e con linguaggio forbito, da intellettuale. Davide ne rimase strabiliato e, naturalmente, volle sapere com'era avvenuta quella specie di metamorfosi. Molto compiaciuto dell'ammirazione ricevuta, Giuda non si fece pregare e raccontò, con dovizia di particolari, gli accadimenti d'Egitto, dopo la sua partenza.

Raccontò che fu personalmente Ciù Quo, con parole strane e sorrisi ambigui, a metterlo al corrente della sua misteriosa e improvvisa sparizione. Lui n'era rimasto annichilito ma Naomi lo aveva prontamente rincuorato, proponendogli di sposarla subito. A nozze avvenute, però, si era ben presto rivelata una donna possessiva e gelosa: l'obbligava a rimanere sempre con lei e gli impediva di svolgere una qualsiasi attività. In compenso era sempre affettuosa e prodiga di carezze e lo assecondava in tutti i suoi capricci.

Fu lei ad imporgli abiti eleganti e ad abituarlo ad una cura scrupolosa del corpo. Pur facendo preparare ogni giorni manicaretti squisiti, riuscì anche a farlo dimagrire insegnandogli, o meglio imponendogli, di mangiare lentamente e di masticare a lungo.

Da principio Giuda aveva trovato quella vita molto confortevole e si era adagiato nel lusso e nella mollezza. Aveva anche scoperto che Naomi era molto più ricca di quanto non volesse far credere e che era un'abilissima donna d'affari. Era riuscita, col suo fiuto, a centuplicare la modesta eredità del marito.

sabato 18 giugno 2011

Don Carlo Rebagliati, indagato per induzione alla prostituzione, fa coming out.

Don Carlo Rebagliati di 64 anni, parroco di due piccole parrocchie nel Savonese ed ex economo della diocesi, sieropositivo dal 1994 e indagato per induzione alla prostituzione e percosse, non è un sacerdote qualsiasi. In Liguria lo conoscono in tanti.

Per anni si è dedicato ai tossicodipendenti. Poi ha gestito i conti della Curia di Savona e infine ha assunto per anni la guida di due parrocchie che ora sta per lasciare su invito del vescovo per curare la sua salute ma soprattutto per fare i conti con la sua vita.

È un uomo provato, sofferente ma sincero che mette a nudo il dramma che travaglia gran parte del clero e che la Chiesa non vuole affrontare: “Il bisogno di una vita affettiva dei sacerdoti”. “La vera sofferenza è vivere nel nascondimento. Perfino nella menzogna, che rischia di contagiare tutta la tua vita”, egli confessa.

Don Carlo non parla apertamente della sua omosessualità, la sottintende. “Nel 1994, - ha rivelato- mi hanno detto che ero sieropositivo, forse il primo sacerdote in Italia. Ma decisi di non nascondermi, ogni mattina mi mettevo in coda per la terapia con decine di persone che mi conoscevano”.

Ascoltando alcune esperienze della sua vita, raccontate con estrema sincerità, comprendiamo appieno la tendenza omofiliaca di gran parte del clero. “Una notte in seminario vidi due ragazzi in un letto, li sgridai, pensavo lottassero. Dopo capii. Fu il primo episodio, ce ne furono tanti altri”.

Quando il suo vice gli confessò: “Sono omosessuale, ma non riesco ad ammettere che Dio abbia sbagliato quando mi ha creato”, don Carlo non lo condannò perché consapevole che l'omosessualità era il problema di molti sacerdoti.

Ma la rivelazione più significativa riguarda il suo soggiorno nella capitale. “A Roma c’era l’autobus, il 64 da Termini al Vaticano, dove era un continuo strusciarsi, scambiarsi appuntamenti. Soprattutto tra ecclesiastici”.

Le sue disavventure ebbero inizio quando si espose in prima persona denunciando alcuni casi di pedofilia di cui era venuto a conoscenza, e che il vescovo della sua diocesi fingeva di ignorare.

Il primo riguardò un suo collega, don Nello Giraudo (che ora ha ottenuto dalla Santa Sede la dispensa dallo stato clericale), ex parroco di Spotorno.

Il secondo, riguardò un ex postino e collaboratore di una parrocchia del Savonese, che aveva molestato diversi bambini, quando in qualità di volontario organizzava gite e campi estivi per conto della parrocchia.

Don Rebagliati non ha mai accettato la pedofilia e l'omertà della Chiesa al riguardo. “Bisogna proteggere tutti. Prima di tutto le vittime. Ma anche i colpevoli, che sono persone. La Chiesa non può risolvere il problema tacendo o sbattendoli via. Perché poi continuano a comportarsi così, anche senza l’abito”.

Ma nelle maglie dell’inchiesta sugli episodi di pedofilia nella diocesi, condotta dai carabinieri, c’è finito pure lui. Don Rebagliati infatti avrebbe, secondo l’accusa, indotto a prostituirsi un ragazzo maggiorenne in cambio di favori.

A giorni il pubblico ministero potrebbe chiedere il rinvio a giudizio del sacerdote, che comunque resta in “carica” nelle due parrocchie fino al 19 giugno.

Don Carlo Rebagliati

Le assurdità religiose. I sacramenti (La “mala” religione) 107

“La libertà religiosa è un diritto politico” ha dichiarato Papa Benedetto XVI il 18 aprile 2008 all’ONU. Ma a violarla è la Chiesa che impone il battesimo ai neonati e gli Stati dell'Occidente democratico, che non impediscono un tale sopruso.

L'11 gennaio 2009, in una delle sue quotidiane prolusioni che i media italiani non perdono occasione di trasmettere con sollecito servilismo, Benedetto XVI ha dato una nuova definizione del concetto di “libertà religiosa”, dichiarando che i genitori non devono far crescere i loro figli in ''piena autonomia'' secondo un atteggiamento considerato ''libertario'', ma con un atteggiamento educativo che conduca i piccoli alla ricchezza della vita e della vera liberta.

Come? Imponendo ai neonati il cristianesimo, che non è ''una violenza'' o una imposizione alla coscienza dei figli, ma “un atto di libertà”. (Ansa 12.01.09). Quindi, per il papa, che spesso ama capovolgere il significato delle parole, la libertà consiste nell'essere obbligati a diventare coercitivamente cattolici.


Per concludere, voglio qui richiamare una curiosità storica. Perché l’imperatore Costantino, quello che concesse la libertà di culto ai cristiani, volle ricevere il battesimo solo in punto di morte? Per una tardiva conversione? Non proprio; la spiegazione è un’altra.

Allora il battesimo era visto come l’unica possibilità di cancellare, istantaneamente, tutte le colpe commesse durante l’intera vita. E Costantino di colpe ne aveva commesse tante, anzi tantissime.

Tra l’altro aveva fatto uccidere la moglie e un figlio. Ma in punto di morte, con l’immersione nell’acqua lustrale e la recita di una formuletta, eccolo, da perfido peccatore, trasformarsi in una candida colomba, pronta a volare in cielo! .Almeno così s’illudeva. A quanto pare la demenzialità umana non ha limiti.

venerdì 17 giugno 2011

In Italia calo record di matrimoni

Sempre più grave la crisi del matrimonio tradizionale. In Italia. Lo conferma l’Istat che ha diffuso giorni fa un documento che dimostra che in Italia “in soli due anni si registrano quasi 30 mila matrimoni in meno: nel 2008 erano stati 246.613, nel 2010 poco più di 217 mila nel 2010 ”.

La tendenza alla riduzione delle nozze, scrive l’istituto, è in atto dal 1972, ma nel biennio 2009-2010 il calo è stato particolarmente accentuato, e ha interessato tutte le aree del Paese. Le regioni più colpite sono: Lazio (-9,4%), Lombardia (-8), Toscana (-6,7), Piemonte e Campania (-6,4 in entrambi i casi).

Le cause? Molteplici. Soprattutto la sempre più prolungata permanenza dei giovani in famiglia, determinata da una congiuntura economica sfavorevole che, verosimilmente, ha contribuito ad accentuare un diffuso senso di precarietà e d'incertezza. Poi, le grosse spese che il matrimonio tradizionale comporta e che vengono valutate, mediamente, a 30 mila euro.

Ma a queste cause si può aggiungere l'espansione inarrestabile delle convivenze di fatto che semplificano enormemente i rapporti di coppia e in caso di incompatibilità, fenomeno che diventa sempre più diffuso, consentono uno scioglimento rapido e quasi indolore. Che, viceversa, il matrimonio in Italia non consente perché irrigidito da leggi medioevali, imposte dal Vaticano, che rendono il divorzio lungo, costoso e spesso gravato da pesanti strascini. Per cui, prima di sposarsi, la gente ci pensa su parecchio.

È chiaro che un divorzio rapido e poco costoso, favorirebbe di molto il matrimonio. Ma la Chiesa, imponendo un divorzio quasi impossibile, lo ha distrutto irrimediabilmente. Le unioni di fatto, che superavano il mezzo milione nel 2007, oggi sono molto aumentate e si avvicinano al numero dei matrimoni.

Ciò ha comportato la nascita di bambini al di fuori del matrimonio che è in continuo aumento e s'avvia verso il 30%. Di fronte a questa realtà, evidente anche al più sprovveduto, la nostra classe politica, se avesse veramente a cuore il benessere dei cittadini, adotterebbe subito due provvedimenti risanatori: il divorzio breve e il riconoscimento giuridico delle coppie di fatto.

Allo Stato non costerebbero niente ma porterebbero enormi benefici a milioni di cittadini. Come mai non si fanno? Perché il Vaticano non lo vuole, confermando che l'Italia non è uno Stato indipendente ma una colonia dominata dai gerarchi d'Oltretevere.

Le assurdità religiose. I sacramenti (La “mala” religione) 106

Il catechismo della Chiesa cattolica (n. 1267 e 1269) recita che il battesimo «incorpora alla Chiesa» e «il battezzato non appartiene più a se stesso perciò è chiamato a essere “obbediente” e “sottomesso” ai capi della Chiesa».

Qualora non lo sia, le autorità ecclesiastiche sono giuridicamente autorizzate a “richiamare” pubblicamente il battezzato. Nel 1958 il vescovo di Prato definì “pubblici peccatori e concubini” una coppia di battezzati, sposatasi civilmente. La coppia intentò causa al vescovo per diffamazione e la perse perché, essendo essi formalmente cattolici, continuavano ad essere sottoposti alla sua autorità.

Ogni prelato può, quindi, permettersi esternazioni denigratorie od ostili nei confronti dei battezzati che non si mostrano ligi alla Chiesa, come: infliggere la scomunica, rifiutare i sacramenti, il funerale religioso (vedi il caso Welby) e così via.

L'accusa di concubinaggio non è più pubblicamente denunciata dalla Chiesa solo perché i matrimoni civili e le coppie di fatto sono divenute ormai un costume sempre più diffuso e incontrollabile.

Il battesimo, quindi, è da considerarsi una vera e propria violenza che impedirà a chi lo subisce in età infantile di poter aspirare, da adulto, ad una libera scelta di fede responsabile e matura.

Se, infatti, per libertà di religione intendiamo il diritto ad una personale scelta di vita, questa per essere tale deve essere attuata in piena libertà e consapevolezza. Qualità che non troviamo senz’altro nel neonato.

Pier Giorgio Welby

giovedì 16 giugno 2011

Sul web la campagna per boicottare la visita del papa a Berlino in settembre.

La visita del papa a Berlino in settembre sta suscitando un forte movimento di protesta contro la sua venuta. La dura politica di Ratzinger in materia di diritti omosessuali e libertà civili ha fatto nascere il comitato “Der Papst kommt” che promuovere online il boicottaggio dell’evento.

Sta dilagando in tutta la Germania la raccolta delle adesioni sul web che si annunciano numerose. Benedetto XVI troverà nel suo Paese una poderosa comunità che lo contesterà pacificamente ma duramente. Ecco il testo della risoluzione del comitato “Der Papst kommt!”

“A Settembre 2001 Papa Benedetto XVI visiterà la Germania. Durante questo periodo parlerà anche di fronte al Parlamento. Noi protestiamo contro questo. Il Papa appoggia una politica che discrimina gli uomini sui temi di genere e di sesso. 

" Noi protestiamo contro il Papa perché è uno dei maggiori responsabili dell’oppressione dei gay, delle lesbiche e delle trans nel mondo. A livello mondiale il Vaticano combatte a fianco delle più brutali dittature contro i diritti per la comunità LGBT.  Secondo Ratzinger la decisione di parlamenti eletti democraticamente di riconoscere le coppie dello stesso esso è una legalizzazione del male, che i cattolici devono contrastare.

 "Noi critichiamo il disprezzo dei diritti delle donne, che il Vaticano compie quando lotta contro la parificazione dei sessi e contro l’aborto. Condanniamo la politica sessuale e sui preservativi del Papa.

"Impedisce la prevenzione del virus Hiv in molti Paesi, condanna gli uomini alla malattia e porta loro alla morte. Protestiamo contro la visione antidemocratica di Papa Benedetto XVI, che definisce una società liberale come una dittatura del relativismo.

"Queste critiche sono condivise da molti cattolici che invitiamo a protestare insieme a noi. Ci contrapponiamo al tentativo del Papa di imporci i suoi dogmi morali come leggi delle nostre Nazioni. Una simile politica non può essere tollerata nel silenzio, per questo invitiamo a tutti a protestare pacificamente a Berlino".

Benedetto XVI

Le assurdità religiose. I sacramenti (La “mala” religione) 105

Con questo sacramento (un po' d'acqua versata sulla testa e la recita della formuletta di rito), che come un superdetersivo cancella ogni colpa passata e in più imprime a vita l’appartenenza del battezzato alla Chiesa, viene violata la più elementare forma di libertà di religione, perché il battesimo è inalienabile, una specie di marchio a fuoco impresso nell’anima.

Chi volesse toglierselo, afferma la Chiesa, non lo può fare. Si può, volendo, eliminare gli aspetti formali del battesimo, costringendo le parrocchie, mediante una procedura prevista dalla legge, a cancellare il nome del richiedente dalle liste dei battezzati.

Ma questi sbattezzi sono per la Chiesa solamente formali in quanto si rimane sempre cristiani anche se, in base al diritto canonico, gli sbattezzi sono considerati un’apostasia (abbandono della religione) e comportano la scomunica automatica, con l’esclusione dai sacramenti e dal funerale religioso.

L'imposizione del battesimo ai neonati è quindi la più eclatante violazione della libertà di religione strombazzata in tutte le costituzioni degli Stati democratici dell'Occidente perché, per mezzo di esso, viene imposto al neonato, che si trova nell'assoluta incapacità di intendere e di volere, un marchio indelebile di appartenenza religiosa, che praticamente segna la sua entrata obbligata nella religione degli antenati, dalla quale gli sarà molto difficile, e in taluni casi impossibile, uscire.

mercoledì 15 giugno 2011

Netto calo della religiosità nei giovani del mondo occidentale.

Un’inchiesta del prestigioso Pew Research Center, i cui risultati sono stati diffusi pochi giorni fa, evidenzia che nel mondo giovanile USA aumenta la popolazione non credente.

Un giovane su cinque, tra quelli compresi tra i 18 e i 25 anni, sostiene di non far parte di alcuna religione o di essere ateo o agnostico. La percentuale è circa il doppio di quella riscontrata a fine anni Ottanta.

Come se non bastasse, solo il 4% del campione ritiene che tra gli obbiettivi importanti nella vita dei giovani di oggi vi sia il diventare più spirituali. Dati simili riguardano la quasi totalità dei giovani del mondo occidentale, compresa l'Italia, anche se in Italia molta gente pensa di fare brutta figura nel dichiararsi non credente.

Siamo un Paese meno libero e la libertà influisce anche sulla schiettezza delle persone. Secondo un sondaggio commissionato da Messa in latino all’istituto demoscopico Doxa, il 24% degli italiani preferisce non dichiararsi cattolico: un percentuale che sale al 37% nella fascia degli uomini tra i 15 e i 34 anni.

Sempre secondo questo sondaggio il numero di italiani che frequenta la messa domenicale sarebbe del 26%, e, a sorpresa, i due terzi dei cattolici praticanti si sono dichiarati favorevoli alla messa in latino. Come mai?

Per il semplice motivo che nel nostro Paese quasi il 22% della popolazione è over 65 anni di età. Sono questi, infatti, i più assidui frequentatori della messa domenicale, i quali, ricordando le cerimonie liturgiche celebrate in latino nella loro giovinezza, ne mantengono inalterata la nostalgia.

Nostalgia più che comprensibile se si pensa che la messa, per la stragrande maggioranza di essi è una forma di partecipazione ad una rito espiatorio, ad una pratica magica che, se viene celebrata in un linguaggio misterioso e iniziatico come il latino, risulta molto più suggestiva.

Nel ricordo degli anziani il latino trasformava la messa in una forma di sottofondo musicale che assieme all’atmosfera creata dal profumo dell’incenso e dal canto gregoriano creava un'aria di magia.

La comprensibilità delle parole liturgiche, invece, toglie a queste ultime quell’alone di mistero che affascina e finisce per banalizzare il tutto. Quindi parrebbe giustificata l'insistente volontà di Benedetto XVI di ripristinare il vecchio, caro, magico ‘latinorum’ nella messa.

Ma gli anziani, ormai, vanno scomparendo, e le chiese si fanno sempre più vuote perché ai giovani la messa, con o senza il latino, non interessa più.

Messa in latino

Le assurdità religiose. I sacramenti (La “mala” religione) 104

Appurato che il battesimo è di origine prettamente pagana, che fu introdotto nel cristianesimo da Paolo e non da Gesù o gli apostoli, che inizialmente era soltanto un’iniziazione che sostituiva per i cristiani la circoncisione ebraica imposta dalla Chiesa di Gerusalemme, dobbiamo affrontare ancora un importante quesito: perché è stato poi imposto ai neonati, in palese violazione della libertà di religione?

Fu Tertulliano prima, seguito poi dal sommo dottore sant’Agostino, a riscoprire il peccato originale, ignorato sia da Gesù, sia dagli apostoli, e ad imporlo come dogma fondamentale della Chiesa.

Questa riesumazione dell’antica colpa primigenia, che trasformava l’intera umanità in una «massa dannata», per cui i neonati venivano al mondo con una natura decaduta che, in assenza di battesimo, li avrebbe privati dell'accesso al paradiso, portò presto a sancire che il battesimo era indispensabile per cancellare quella tara e per impedire che i non battezzati fossero esclusi dal regno dei cieli.

Ecco quindi l’esigenza di amministrarlo subito dopo la nascita e perfino al feto, non ancora nato, se c’era minaccia d’aborto. Esigenza mantenuta anche quando la Chiesa, riconoscendo la mostruosità dell'inferno per i neonati morti senza battesimo, inventò per loro il limbo, rimasto in vigore fino ai nostri giorni.

Oggi, però, anch'esso è stato abolito da papa Ratzinger che ne ha ammesso la palese assurdità. Ogni tanto anche nella Chiesa affiora qualche briciola di resipiscenza.

martedì 14 giugno 2011

La teocon del cilicio, Paola Binetti, querelata per le sue infelici dichiarazione sul suicidio del regista Mario Monicelli.

Avevo scritto nel post del 2 dicembre scorso che per evitare la Tortura Obbligatoria di Fine Vita, voluta da un clero cattolico sadico e dai suoi chierichetti politici, il grande laico Mario Monicelli a 95 anni si era suicidato, buttandosi dal quinto piano dell’ospedale San Giovanni di Roma.

Il celebre regista, sofferente e senza speranza di una vita decente e con la certezza assoluta di dover subire le più inaudite torture previste dall'accanimento terapeutico imposto in Italia per ordine del Vaticano e vedersi il corpo seviziato da cannule, siringhe, sonde, tubicini, e altri infernali aggeggi allo scopo di protrarre senza fine la sua agonia, non aveva esitato a compiere un gesto estremo e violento per chiudere al più presto la partita.

Solo questo è possibile in Italia dove non si può ricorrere all'eutanasia, cioè ad una morte indolore e dignitosa, consentita nei Paesi dove esiste la libertà di decidere con autodeterminazione laica, del nostro corpo, della nostra salute e della nostra vita.

Solo a questo deve ricorrere per por fine alla sua desolazione chi, come Monicelli, riteneva che “La vita non è sempre degna di essere vissuta; se smette di essere vera e dignitosa non ne vale la pena”.

In seguito al grande scalpore suscitato dal suicidio di Monicelli la nostra teocon del cilicio, Paola Binetti, deputata Udc e zuava vaticana, che considera la libertà personale, il principio di autodeterminazione e il rifiuto dell’accanimento terapeutico principi satanici, e la sofferenza di vivere nelle condizioni più degradanti, un dono di dio, aveva giustificato in pieno Parlamento il gesto estremo del regista come «una scelta di fronte ad un abbandono da parte di tutti».

Una dichiarazione totalmente falsa che aveva scatenato forti polemiche a cominciare dalla moglie del regista, dal regista Ettore Scola, grande amico di Monicelli, da quasi tutto il mondo del cinema e perfino da tutto il rione Monti in cui risiedeva il regista e che considerava con grande affetto il «sor Mario» uno di loro.

Tanta indignazione per queste infelici dichiarazioni della teocon è sfociata in una querela per ribadire che Mario non era stato mai abbandonato, era stato l'uomo meno abbandonato di tutto il mondo. Gli erano stati vicini i familiari, gli amici e i colleghi e soprattutto il rione Monti.

Così la querela contro la Binetti è stata firmata da mezzo cinema italiano. «Volevano tutti partecipare alla querela - ricorda la Rapaccini - ma era impossibile portare le 900 persone del rione in uno studio legale».

La querela però è rimasta sulla carta. «La commissione parlamentare l'ha respinta in virtù dell'impunità parlamentare goduta dalla Binetti». In Italia un membro della casta politica è intoccabile come un bramino indiano. Può commettere qualsiasi nefandezza. Rimarrà sempre impunito.

Ma dopo il no del Parlamento, la Rapaccini, il regista Scola e gli altri firmatari non si sono dati per vinti e hanno fatto ricorso. «Sappiamo che sarà difficile arrivare al nostro obiettivo, ma è una battaglia che deve essere combattuta in nome di Mario, che non sopportava le ingiustizie».

On. Paola Binetti

Le assurdità religiose. I sacramenti (La “mala” religione) 103

Se il battesimo per Gesù fu così importante, come ci fanno notare i Vangeli, perché durante la sua attività pubblica Gesù non battezzò mai nessuno, nemmeno i suoi discepoli?

Qualcuno potrebbe obiettare che gli apostoli ricevettero da Gesù l’ordine di battezzare in nome della Trinità, come nel Vangelo di Matteo «E dunque, andate e insegnate a tutti i popoli e battezzateli in nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo...» (Matteo 28,19). Si tratta di un clamoroso falso aggiunto a questo Vangelo nel IV secolo, come dimostreremo più avanti, parlando del proselitismo della Chiesa.

Quindi il battesimo di Gesù fu solo iniziatico alla setta degli esseni, presso i quali egli quasi sicuramente soggiornò a lungo prima dell’inizio della sua attività pubblica, e fu una specie di investitura a proseguire l’opera del Battista, nel caso costui fosse stato tolto di mezzo.

Difatti, i due avvenimenti: l’arresto del Battista e l’inizio dell’attività pubblica di Gesù, coincidono cronologicamente.

lunedì 13 giugno 2011

Sempre più omertosa la Chiesa nei riguardi della sua pedofilia.

L'omertà prescritta nelle “Crimen Sollicitationis” e “De Delictis Gravioribus” emanate da papa Ratzinger quando era cardinale preposto al Sant'Ufficio, persiste intatta per la Chiesa, nonostante le smentite del Vaticano.

Ce lo conferma il fatto che don Pier Carlo Casassa, ex parroco di Recco, per aver denunciato il comportamenti di don Riccardo Seppia, è stato di fatto allontanato da tutte le chiese della zona e invitato ad abbandonare Recco.

“Da quando ho dichiarato alcuni trascorsi di don Seppia”, si legge negli interrogatori ai carabinieri del 3 giugno, di cui alcuni stralci sono riportati da La Repubblica, “i parroci della zona non vogliono che mi rechi in chiesa, e se ci vado, lo faccio di nascosto”.

Convocato dal vescovo vicario di Genova, mons. Luigi Palletti, per parlare con il card. Angelo Bagnasco il primo giugno, è stato accolto con grande freddezza e invitato con insistenza ad allontanarsi da Recco per rifugiarsi a Genova. In parole semplici: è stato emarginato perché ha denunciato.

Ufficialmente, la Curia dice di offrire la massima collaborazione all'indagine. Di fatto, però,chi denuncia viene considerato un traditore e intorno a lui viene innalzato un muro di riprovazione. L'omertà della Curia è palesemente sentita anche dagli inquirenti, i quali, intenzionati ad interrogare gli ex compagni di seminari di don Seppia che potrebbero rivelare qualche segreto importante, temono, però, che chi parla, sia messo in un angolo.

Don Silvio Grilli, parroco di Bogliasco e direttore del settimanale della Curia “Il Cittadino”, avrebbe detto che i parenti di don Seppia e le forze dell’ordine “potrebbero accusare” proprio don Casassa per non aver denunciato nel 1985 il fatto che don Seppia, allora vice parroco, mostrava comportamenti equivoci con alcuni ragazzini della parrocchia di Recco. Ma don Casassa si discolpa affermando di aver riferito della condotta di don Seppia all'allora cardinale Siri che non la prese in considerazione.

Le dichiarazioni spontanee dell'ex parroco di Recco , ancorché di scarsa rilevanza penale, sono risultate, però, estremamente imbarazzanti per la Chiesa di Genova perché hanno reso palesi le omissioni e le responsabilità della Curia nel caso di don Seppia, e ciò spiega la dura reazione nei confronti di don Casassa, reo di aver detto alcune imbarazzanti verità.

Don Riccardo Seppia col card. Bagnasco

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Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)