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domenica 25 dicembre 2011

Per festeggiare il solstizio d'inverno Impegno Laico viene sospeso per alcuni giorni e riprenderà lunedì 9 gennaio 2012. A tutti i lettori auguri di buon anno nuovo

Peccato e redenzione (Le due imposture su cui poggia il cristianesimo). Il mito biblico al vaglio della ragione. 36

Sul racconto del diluvio le amenità bibliche si sprecano anche se ancor oggi milioni di americani dalla Bible Belt, indifferenti al ridicolo, lo credono veritiero.

Anzitutto, Noè costruisce l'arca in pieno deserto con l'aiuto di pochi familiari, e la costruisce così grande (150 metri di lunghezza, 25 di larghezza e 15 di altezza) da uguagliare la stazza di un moderno transatlantico. Come avrà fatto e come si sarà procurato l'immenso materiale occorrente? Alcuni Padri della Chiesa (Origene e Sant'Agostino), non sapendo darsi una risposta, hanno supposto che la costruzione sia durata cent'anni. Il che sembra davvero poco verosimile!

La durata delle piogge poi è controversa. Secondo la Genesi è durata quaranta giorni e quaranta notti ma in altre parti della Bibbia la durata si allunga da sessantun giorni ad un anno e dieci giorni.

E che dire degli animali? Chi li radunò davanti all'arca e in numero così grande? "D'ogni animale mondo prendine con te sette paia, il maschio e la sua femmina; degli animali che non sono mondi un paio, il maschio e la sua femmina. Anche degli uccelli mondi del cielo, sette paia, maschio e femmina, per conservarne in vita la razza su tutta la terra " (Genesi 7,23). Un numero stratosferico!

E per il nutrimento di quel giardino zoologico galleggiante? I teologi non si sono scoraggiati, e dando fondo a tutta la loro amena fantasia hanno calcolato anche questo. Per Athanasius Kircher, stravagante gesuita del 1600 che si piccava di aver decriptato i geroglifici ed era seguace dell'occultismo teologico, Noè imbarcò anche 4562 pecore per sfamare gli altri animali carnivori.

E per gli erbivori? E per accudire quella massa d'animali? Facevano pure i loro bisogni! Qualcuno ha pensato di risolvere ogni cosa ricorrendo all'ibernazione che elimina tutti i problemi. E i pesci? Vennero imbarcati nell'arca o rimasero fuori e s'arrangiarono da soli?

Infine, ma i quesiti potrebbero continuare, gli animali e Noè cosa trovarono per sfamarsi una volta usciti dall'arca, dal momento che ovunque c'era solo fango! E pensare che molti, nonostante quello che abbiamo detto, ancora ai nostri giorni sono convinti che sul monte Ararat ci siano i resti dell'arca di Noè!

Athanasius Kircher

L'enigma svelato (Il lato oscuro della verità) 99

L'indomani, rinfrancato nel fisico e molto entusiasta di poter dare inizio ad una nuova attività ricca di prospettive, Giuda si recò a tarda ora nel Foro. La piazza era gremita di gente ma egli trovò subito l'uomo che cercava. Era un ricco mercante efesino di nome Rufo che trattava ogni sorta di commerci e che era informatissimo su tutto. Costui lo accolse con gioia perché aveva molta simpatia per Giuda, avendolo lui aiutato in più di una circostanza difficile.

"Oh, finalmente!" fece Rufo abbracciandolo con affetto. "Son mesi che aspettavo il tuo ritorno. Spero ti fermerai un po' più lungo, questa volta. Ho un sacco di proposte interessanti da farti e sono certo che faremo ottimi affari insieme".
"Mi fermerò più di quanto tu possa immaginare", rispose Giuda contraccambiando il suo abbraccio. "Ho liquidato tutte le mie faccende in Giudea e ho deciso di stabilirmi definitivamente a Damasco. Qui si respira aria libera e leggera. Degli affari parleremo nei prossimi giorni con comodo; ora mi interessa un copista, ma uno coi fiocchi che sappia scrivere in greco, latino e, possibilmente, in demotico. Voglio riaprire la copisteria di Mordekai".

"Ottima idea. Sono molti quelli che ne sentono la necessità, dopo la morte del vecchio. L'esigenza di sapere cresce ogni giorno di più e molti nuovi ricchi aspirano ad avere in casa una piccola biblioteca. Farai affaroni. Solo che non sarà facile trovare il copista che cerchi. Spargerò la voce per tutto il Foro e in poche ore l'intera città sarà al corrente. Se ce n'è uno disponibile, lo troveremo di certo".

"Un'altra cosa" riprese Giuda. "Sono alla ricerca di un giovane schiavo di nome Dianteo, venduto alcuni anni fa. Voglio trovarlo ad ogni costo per prenderlo con me".
"Non sarà facile. È come cercare un ago nel pagliaio. Prova da Crispino, il mercante di schiavi che è subentrato a Sofronio. Dicono che abbia una memoria prodigiosa, che potrebbe essere utile in questa circostanza".

Dopo un rapido accordo sul loro prossimo incontro, Giuda si diresse fuori città, in una specie di accampamento che racchiudeva gli schiavi in vendita. Trovò Crispino molto indaffarato per cui espose la sua richiesta in poche parole. Il mercante di schiavi, che era da poco subentrato al suocero alla guida del campo, dopo qualche attimo di soprappensiero, rispose che il nome Dianteo si associava nella sua mente alla città nabatea di Petra.

Avrebbe subito allertato il suo socio d'Arabia per la ricerca. Gli fece capire che ricordava perfettamente l'acquisto di Afro e Berice da parte di Giuda e ciò gli fece molta impressione. Effettivamente quell'uomo aveva una memoria unica.

Tornò a casa soddisfatti e trovò Davide nella biblioteca intento a fare l'inventario dei libri che conteneva. Le espressioni di meraviglia da parte dell'amico allo scoperta di opere di enorme interesse, alcune delle quali studiate in Caldea, erano continue. E ricordando la frase pronunciata da Callisto nella Biblioteca di Alessandria esclamava convinto: “Qui si inala coltura ad ogni respiro”. Giuda ne fu deliziato.

sabato 24 dicembre 2011

Il falso Jahvè (Genesi e involuzione del monoteismo biblico). L'adozione di Mosè. 54

Mosè non era il solo egizio a guidare le tribù in movimento. Lo accompagnavano tutti quei suoi compatrioti, ex seguaci di Aton, che si erano raccolti attorno a lui per servirlo e proteggerlo, e per proseguire la sua missione.

Questo gruppo costituirà la tribù dei Leviti, i futuri sacerdoti d'Israele. Costoro, pur essendo inferiori di numero, erano più forti per civiltà e dunque erano portatori di una tradizione che agli altri mancava (S. Freud, op. cit., pag. 365).

Il problema fondamentale che Mosè dovette affrontare quando diede inizio all'Esodo fu: come trasmettere ad una popolazione rozza, incolta e idolatra il nuovo concetto di un Dio unico? Come riuscirci senza fallire, senza cioè gettare le perle ai porci come aveva fatto Akhenaton? Come trasformare quell'accozzaglia informe di semiti in un popolo unito che mantenesse incontaminato e rigoroso il nuovo culto monoteistico?

Al fine di dare una esauriente risposta a queste domande così importanti, farò riferimento ad alcuni autori che trattarono l'argomento con particolare acume. Mi riferisco in particolare a J. Spencer, K.L. Reinhold e F. Schiller, già citati in precedenza.

Friedrich Schiller

La figura storica che diede origine al mito di Gesù descritto dai Vangeli (“L'invenzione del cristianesimo”) 6

Dall'occupazione romana, avvenuta nel 62 a.C. quando Pompeo conquistò la Palestina e la annise all'Impero quale Protettorato, fino alla caduta definitiva di Gerusalemme nel 125 d.C. per opera di Adriano, Israele fu ripetutamente scosso da continue e spesso sanguinosissime rivolte politiche provocate da ribelli fanatici che si proclamavano dei Messia inviati da Jahvè a liberare la loro terra dal giogo romano.

La rivolta più sanguinosa avvenne nel 7 d.C. al tempo del censimento ordinato dal governatore della Siria Publio Sulpicio Quirino quando Giuda, detto il Galileo, seguito da una moltitudine di ribelli, devastò l'alta Palestina seminando terrore e morte.

Sconfitto dai romani fu crocifisso assieme a due mila dei suoi seguaci. Nonostante le sempre pronte e spietate repressioni romane, le sommosse degli zeloti (così erano allora chiamati i ribelli) si susseguirono in Israele a ritmo continuo perché il fanatismo era così diffuso che quando qualcuno si proclamava Messia trovava sempre dei fanatici che lo seguivano ciecamente.

Leggendo i Vangeli noi scopriamo che Gesù viene più volte proclamato Messia e legittimo re d'Israele (sei in Marco, cinque in Matteo, due in Luca e otto in Giovanni) e che fu condannato alla crocifissione, pena riservata ai ribelli politici.

Da ciò possiamo dedurre, senza ombra di dubbio, che egli è stato storicamente uno dei tanti Messia falliti del suo tempo il quale, per una serie di circostanze fortuite, che esaminerò nei prossimi capitoli, subì, nei primi quattro secoli della nostra èra, tre incredibili metamorfosi che lo trasformarono da ribelle zelota crocifisso dai romani, quale fu nella realtà, al ruolo di Messia martirizzato, attribuitogli dai suoi seguaci dopo la sua presunta resurrezione, e, infine, all'ultima e definitiva trasformazione nel Cristo Figlio di Dio, incarnatosi come uomo e poi immolatosi sulla croce per la salvezza universale, secondo la personale invenzione teologica di Paolo di Tarso (il San Paolo della Chiesa).

Ecco quindi che la figura mitologica di Gesù si formò adattando un fallito Messia crocifisso all'archetipo di un dio soterico già conosciuto in tutto il mondo antico. Il termine aramaico Messia, che in origine indicava solo il re d'Israele, nei testi neotestamentari scritti in greco diventò Christòs e diede origine al nome cristianesimo.

Pompeo Magno

venerdì 23 dicembre 2011

Censimento del 7 d.C. (Falsi evangelici)

Come prescriveva la legge romana, l’istituzione di una nuova provincia (come quella di Giuda istituita nel 6 d.C. in seguito alla deposizione di Archelao figlio di Erode), comportava il censimento della popolazione ai fini fiscali, cioè per l'accertamento dei redditi e per l'imposizione delle relative imposte.

Il censimento fu decretato da Ottaviano Augusto nel 6 d.C. e attuato da Publio Sulpicio Quirino, governatore di Siria, nell'anno seguente. Secondo l'evangelista Luca, i genitori di Gesù, che vivevano a Nazaret in Galilea e quindi non c'entravano niente col censimento, dovettero recarsi provvisoriamente a Betlemme in Giudea a registrare i loro nomi, e in quel frangente nacque Gesù. La cosa è assolutamente inverosimile per due ordini di motivi.

Primo, perché in un censimento fiscale i redditi dovono essere rilevati nel luogo dove vengono prodotti (nel caso di Giuseppe a Nazaret) e non a decine di chilometri di distanza dal luogo di residenza. Secondo, perché Giuseppe avrebbe dovuto pagare le tasse al fisco di Erode Antipa che governava la Galilea e non a Roma che governava la Giudea.

Queste assurdità ci rivelano che il censimento accampato da Luca fu il pretesto per far nascere Gesù a Betlemme, dove le profezie avevano predetto che sarebbe nato il Messia. A dimostrazione di ciò il fatto che Matteo, l'altro evangelista che narra la nascita di Gesù, non accenna minimamente al censimento.

Erode Archelao

Nessun documento storico certifica l'esistenza di Gesù (“L'invenzione del cristianesimo”) 5

Ho evidenziato nella puntata precedente che la figura di Gesù è stata ritagliata da miti che erano molto diffusi in tutto il mondo antico. Come è potuto avvenire un fatto del genere?

Una spiegazione plausibile potremmo darla tenendo presente che al tempo di Gesù esisteva una grande biblioteca ad Alessandria d'Egitto, dotata di circa un milione di manoscritti provenienti dall'Occidente e dall'Oriente, molti dei quali parlavano diffusamente dei principali miti che allora interessavano l'umanità e che erano molto conosciuti anche in Palestina.

Quindi è facile supporre che l'archetipo che diede origine alla figura di Gesù, fosse conosciuto da molti, anche a livello popolare. Tanto per fare un esempio, il culto del dio Mitra, che molti studiosi considerano la principale fonte del cristianesimo, calcava perfettamente questo archetipo e in più disponeva di sacre scritture come i nostri Vangeli e di sacramenti (battesimo ed eucaristia) riconosciuti dagli stessi primi Padri della Chiesa come identici a quelli cristiani. Solo che erano antecedenti al cristianesimo di qualche secolo. A suffragare maggiormente la teoria che afferma l'origine mitologica della figura di Gesù si possono elencare altri due fatti importanti.

Primo: che dei circa quaranta storici contemporanei a Gesù, nessuno lo menzionò nelle sue opere, nonostante lo scalpore che, secondo i Vangeli, egli suscitò in Galilea e a Gerusalemme.

Il silenzio tombale su di lui riguarda anche i tre massimi storici ebrei che narrano, fin nei minimi dettagli, gli avvenimenti della Palestina da Erode il Grande alla caduta di Gerusalemme. Mi riferisco a Filone Alessandrino, che denunciò la crudeltà di Pilato, a Giusto di Teberiade, che visse a lungo a Cafarnao in contemporanea di Gesù, e, infine, a Giuseppe Flavio che scrisse opere poderose sulle vicende giudaiche.

Qualcuno potrebbe obiettare che nei suoi scritti Giuseppe Flavio accenna a Gesù e a suo fratello Giacomo. Tutti gli storici, compresi quelli cattolici, oggi ammettono senza ombra di dubbio che questi accenni sono dei falsi inseriti da Eusebio di Cesarea, il ciambellano di Costantino, considerato il più grande falsario degli antichi Padri della Chiesa. Concludendo: nessun storico ha mai nominato Gesù. Fatto incredibile se consideriamo le sue imprese ampiamente descritte nei Vangeli.

Secondo: i ventisette testi che costituiscono il Nuovo Testamento, e che quindi sono la fonte di tutto quello che sappiamo di Gesù, sono assolutamente inattendibili, cioè privi di ogni valenza storica.

Essi sono tutti scritti da autori che mai hanno conosciuto Gesù, che riportano su di lui dei sentito dire, che addirittura non erano ebrei ma pagani convertiti. Infatti sono pieni di contraddizioni, incongruenze, falsità e manomissioni di ogni genere. Nel proseguo della mia analisi del cristianesimo metterò in evidenza, di volta in volta, citando sempre i testi canonici, tutte queste incredibili falsità.

giovedì 22 dicembre 2011

Peccato e redenzione (Le due imposture su cui poggia il cristianesimo). Il mito biblico al vaglio della ragione. 35

II racconto prosegue (Gen 4) dicendo: “Ora Caino si unì alla moglie che concepì e partorì Enoch; poi divenne costruttore di una città, che chiamò Enoch, dal nome del figlio.” Da dove salta fuori la moglie di Caino? E come fa egli a costruire da solo una città? E per chi?

Queste incongruenze così palesi sono la conferma che tutto il racconto biblico è falso e illogico. Le successive pagine della Genesi poi ci presentano altre mirabolanti storie del tutto inverosimili, cominciando da quella del diluvio, un'altra leggenda presa, di sana pianta, dalla mitologia babilonese.

Per cominciare, sono passate appena nove generazioni dalla creazione di Adamo e già il genere umano è riuscito a popolare gran parte della Terra. Come avranno fatto? Gli ominidi, nostri veri antenati, hanno impiegato milioni di anni per evolvere e popolare il nostro pianeta. Nella Bibbia bastano nove generazioni.

A questo punto, dio si pente della sua creazione perché l'umanità è diventata corrotta e malvagia e decide di sterminarla con un diluvio che coprirà l'intero globo.

Anche qui ci troviamo davanti alla leggenda quasi identica, fin nei minimi particolari, dell'epopea di Gilgamesh, creata a Babilonia nel 1600 a.C. (James George Frazer, Folk-lore in the Old Testament, vol. I, pagg. 104-136).

Gigamesh

L'invenzione del cristianesimo. Un incredibile indovinello. 4

Prima di iniziare a raccontare la Vita di Gesù, come ci viene tramandata dai Vangeli. invito il lettore a risolvere un indovinello, a dir poco sconcertante. Consiste in questo: dopo aver letto le caratteristiche, qui sotto riportate, cerchi di dare un nome al personaggio descritto.

. ....... è stato generato da uina vergine, il 25 dicembre, in una stalla.
La sua nascita fu annunciata in oriente da una stella e fu adorato da tre importanti personaggi.
Da ragazzo insegnò nel Tempio e fu battezzato all'età di 30 anni.
Ebbe 12 discepoli.
Compì miracoli e risuscitò un uomo chiamato El-Azar-us.
Camminò sulle acque.
Si trasfigurò sulla cima di un monte.
Fu crocifisso, chiuso in una tomba e resuscitato dopo tre giorni.
Fu chiamato la via, la verità, la luce, il figlio di dio, il figlio dell'uomo, il pastore di dio, l'agnello di dio, il verbo.
La sua figura fu associata a quella dell'agnello e del pesce.
Il suo sopranome era Iusa, il prediletto figlio del Padre.
Fu chiamato il KRST ovvero l'unto, il messia.

Chi pensate che possa essere? Ma Gesù, naturalmente. Mettete il suo nome al posto dei puntini iniziali e tutto combacia alla perfezione. Invece NO! Si tratta della descrizione del dio egiziano Horus che precedette Gesù di qualche millennio. E credete che sia l'unico caso in cui Gesù viene così prefigurato molti secoli prima della sua venuta? Vi sbagliate di grosso.

Ecco un altro Gesù, preso a caso fra i tanti che lo hanno preceduto. Si tratta di Krishna, una delle più popolari divinità dell'antica India.

È stato partorito da una vergiSuo padre era un falegname.
La sua nascita fu assistita da angeli, uomini saggi e pastori e gli furono donati oro, incenso e mirra
Egli fu perseguitato da un tiranno che ordinò l'uccisione di migliaia di bambini.
Era di discendenza regale.
È stato battezzato sulle rive del fiume Gange.
Egli operò miracoli e prodigi.
Risuscitò i morti, guarì i lebbrosi, i muti ed i ciechi.
Usava parabole per insegnare alla gente carità ed amore.
Visse da povero ed amò i poveri.
Si trasfigurò di fronte ai suoi discepoli.
Fu crocifisso tra due ladroni. Risuscitò dalla morte ed ascese in cielo.
Era nominato il pastore di dio e il re dei re e fu considerato come il redentore, primogenito, remissore di peccati, liberatore, verbo universale.
Egli era la seconda persona della trinità.
Egli fu considerato come l'inizio e la fine (alfa ed omega) ed anche l'onnisciente, l'onnipresente e l'onnipotente.

Vi basta o devo descrivere le altre decine di divinità, come Mitra, Attis, Marduk, Eracle e così via, nate da una vergine, crocifisse, resuscitate e ascese al cielo, vissute alcuni secoli prima di Gesù, tratte da The World's Sixteen Crucified Saviors di Graves di Kersey Graves?

Il dio Horus

mercoledì 21 dicembre 2011

Il falso Jahvè (Genesi e involuzione del monoteismo biblico). L'adozione di Mosè. 53

Strabone, al pari di Celso, conferma in pieno questa ipotesi facendoci sapere che Mosè era un sacerdote egizio scontento della sua religione, il quale finì per procurarsi un popolo diverso dal suo, un popolo che lo accettò e lo acclamò, e che conseguentemente accolse il culto dell'Ente Divino.

Così Mosè con questo stuolo di seguaci emigrò in Giudea (Strabone, op. cit., XVI 2,35-39). Basandosi su Posidonio, Strabone spiega bene il travaglio interiore di Mosè che rifiuta la tradizione egizia del politeismo zoolatrico per riconoscere che "Dio è quell'Essere Unico che abbraccia noi tutti e la terra e il mare, che noi chiamiamo cielo e terra e natura delle cose" (ibid.).E che per avvicinarsi a questo Dio serviva solo "vivere secondo virtù e giustizia" (ibid.).

Sottolinea anche che, secondo Mosè, l'Essere Unico non andava rappresentato in alcun modo: "Si deve piuttosto tralasciare di fabbricare immagini e adorare la divinità senza rappresentazioni" (ibid.).

Quest'ultima prescrizione, che per Strabone era dettata dall'inadeguatezza iconica a rappresentare la divinità che tutto abbraccia e che non è percepibile coi sensi, diventerà per il Mosè idolofobico e iconoclasta una proibizione assoluta, in quanto le immagini verranno intese come sinonimi di altri dèi.

Gneo Pompeo Strabone

L'invenzione del cristianesimo. Gesù: figura storica o mitologica? 3

Dimostrare che il cristianesimo non è una religione rivelata ma semplicemente inventata; che Gesù non era il Figlio di Dio immolatosi sulla croce per redimere l'intera umanità, come ci è stato tramandato dai Vangeli canonici manipolati da Paolo di Tarso e dai suoi seguaci, ma semplicemente un Messia javista, fatto crocifiggere dai romani per insurrezione armata contro Roma, è quanto mi prefiggo di fare in questo blog in circa 280 brevi puntate, senza la pretesa di essere esaustivo ma cercando di coniugare chiarezza a sinteticità.

Farò ampio riferimento al mio libro L'invenzione del cristianesimo, Editrice Clinamen, Firenze, 2006 (3^ edizione).

Prima di affrontare la vita di Gesù, quale ci viene descritta dai Vangeli, bisogna risolvere il quesito fondamentale che riguarda la sua vera esistenza.

In parole semplici: una persona chiamata Gesù è realmente esistita o è soltanto una figura mitologica? E, se è esistita, quanto ha avuto a che fare col cristianesimo? Infine, i testi canonici che costituiscono il Nuovo Testamento, e che unici ci raccontano la vita di Cristo, hanno una qualche valenza storica o rientrino in quella che fu definita una pia fraus (una pia frode),

Per un credente queste domande sono semplicemente assurde, ma per uno studioso rivestono, invece, un'importanza fondamentale. La massa dei credenti, spesso indottrinata in modo catechistico e devozionale, non è a conoscenza del fatto che esistono parecchi studi che tendono a dimostrare, in maniera logica ed intelligente, che Cristo è soltanto una figura mitologica, quindi una pura invenzione, priva di un qualsiasi riscontro storico.

martedì 20 dicembre 2011

Gli dei del sole precristiani

Cristo fu fatto nascere il 25 dicembre, giorno in cui si festeggiava la rinascita del dio Sole. Era per i pagani il "Dies Natalis Solis Invicti", una festività molto diffusa e popolare che celebrava l'allungamento delle giornate dopo il solstizio d'inverno e che simboleggiava la rinascita della vita.

Tutti gli dei del sole pre-cristiani, fra I quali citiamo: Mitra (Persia), Osiride (Egitto), Attis (Frigia), Tammuz Marduc(Mesopotamia), Adone (Siria), Dioniso-Bacco (Grecia), Ercole (Grecia) hanno avuto in comune una serie incredibile di coincidenze: un dio come padre; una vergine come madre; la nascita in una grotta al solstizio d'inverno (25 dicembre) annunciata da una stella; la minaccia di tiranni che volevano ucciderli effettuando efferati infanticidi; la morte per crocifissione seguita dalla resurrezione dopo tre giorni e la salita al cielo. Tutti (e sono circa quaranta) si proclamarono inviati sulla Terra come salvatori del mondo. (The World's Sixteen Crucified Saviors di Graves di Kersey Graves)

San Giustino Martire e molti altri Padri della Chiesa riconoscevano la rassomiglianza, quasi perfetta, del loro Cristo con le divinità pagane che lo precedettero?.Eccome! Scrive Giustino rivolgendosi ai pagani: “Quando poi sosteniamo che il Logos, prima emanazione di Dio, vale a dire Gesù Cristo, nostro Maestro, è stato generato senza l’atto sessuale, è stato crocifisso, è morto, è risorto ed è salito in cielo, allora non presentiamo nulla di strano al confronto coi vostri figli di Zeus...”(Giustino, Apologia 1,20 sgg.).

Ma come reagirono davanti a questa perfetta rassomiglianza? Mentendo spudoratamente, in quanto affermarono che erano i pagani ad aver copiato il cristianesimo, sorvolando sul fatto che gli dei pagani erano di gran lunga anteriori; oppure ammettevano che il diavolo avesse in epoca precristiana svelato ai pagani tutti i segreti cristiani, per cui se i pagani possedevano degli dei simili a Cristo e in più battezzavano, celebravano il sacrificio di tipo eucaristico, possedevano venerande scritture, compivano miracoli come i cristiani, tutto ciò era semplicemente opera del demonio.

Libro di Kersey Graves

L'invenzione del cristianesimo. Premessa (Seconda parte) 2

Per alcuni decenni i due cristianesimi convissero tra contrasti più o meno palesi. Le Guerre Giudaiche del 70 e del 135, che portarono alla distruzione di Gerusalemme e della Palestina e alla totale diaspora degli israeliti sopravvissuti, segnò la fine definitiva del cristianesimo giudaico. Quello di Paolo, invece, già diffuso in gran parte dell'impero romano tra i pagani, rimase l'unico vincente e diede origine alla nuova religione. Quindi il cristianesimo attuale deriva interamente da Paolo.

Ciò premesso, questo libro si prefigge di dimostrare che il cristianesimo non è una religione rivelata ma semplicemente inventata; che Gesù non era il Figlio di Dio, immolatosi sulla croce per redimere l'intera umanità, come ci è stato tramandato dai Vangeli canonici manipolati da Paolo di Tarso e dai suoi seguaci, ma semplicemente un Messia jahvista, fatto crocifiggere dai romani per insurrezione armata contro Roma.

La prima parte di questa approfondita indagine prenderà in esame il Gesù storico, quale possiamo dedurre dai Vangeli: un nazireo esseno-zelota che si proclamò Messia davidico e re d'Israele, e finì condannato dai romani alla crocifissione come un ribelle jahvista.

Si esaminerà poi, nella seconda parte, la metamorfosi subita da Gesù all'indomani della sua pseudo-resurrezione, quando i suoi seguaci, che diedero origine alla Chiesa cristiano-giudea di Gerusalemme, lo tramutarono da Messia Crocifisso nel Messia Martirizzato, destinato a tornare in tempi brevi sulla Terra come Figlio dell'Uomo, per liberare definitivamente Israele e creare il Regno di Dio.

Si parlerà della parusia, cioè dell'attesa spasmodica del ritorno dal cielo del Gesù risorto in carne ed ossa, ritenuta imminente dai primi cristiano-giudei di Gerusalemme e anche da Paolo di Tarso in un primo momento, ma poi da lui rinviata a sine die, cioè al Giorno del Giudizio, non essendosi verificata.

Si arriverà quindi, nella terza parte, all'ultima e definitiva trasformazione di Gesù nel Cristo Figlio di Dio, incarnatosi come uomo e poi immolatosi sulla croce per la salvezza universale, e si scoprirà che fu, in assoluto, una personale invenzione teologica di Paolo di Tarso.

I primi due Gesù, di natura esclusivamente umana, riguardavano il solo popolo ebraico; il terzo, fatto assurgere dai pagano-cristiani al rango divino, consustanziale al Padre, riguardò il mondo intero.

Nella quarta parte verranno analizzati, a brevi linee, la diffusione del cristianesimo paolino, il suo trionfo per opera dell'imperatore Costantino, l'istituzione della Chiesa e la sua successiva mondanizzazione.

La quinta parte, infine, prenderà in esame le fonti che sono alla base del cristianesimo. Sono quelle canoniche, riconosciute dalla Chiesa come rivelate da Dio; quelle apocrife, considerate dalla Chiesa non attendibili; e, infine, quelle storiche di autori ebrei e romani.

Nell'esaminare gli stadi di queste incredibili metamorfosi cui fu sottoposta la figura di Gesù nei primi secoli della nostra èra, si farà riferimento quasi esclusivamente alle fonti canoniche.

Queste, infatti, ad una lettura non convenzionale ma attenta e rigorosa, nonostante le molte e grossolane manipolazioni messe in opera dalla Chiesa attraverso i secoli, per difendere la teologia inventata da Paolo e da essa ereditata, lasciano trasparire numerose tracce, sia pur velate, che ci consentono di ricostruire parzialmente la vera vicenda terrena di Gesù e le sue successive trasformazioni.

Costantino imperatore

lunedì 19 dicembre 2011

Il falso Jahvè (Genesi e involuzione del monoteismo biblico). L'adozione di Mosè. 52

È probabile, come giustamente osserva Freud nel saggio già citato, che nel periodo di gran conflittualità interna alla società egiziana, provocata dalla controreligione di Akhenaton e dalla successiva restaurazione, il monoteismo incentrato sulla figura divina del sole, abbia determinato una coincidenza, o meglio una simbiosi, tra la parte dissidente della società egiziana che aveva subito il tracollo del sistema di Akhenaton e le popolazioni immigrate, le quali, fino a quel momento, non erano state capaci di attribuirsi né un'identità né una forza come gruppo.

Quando, dopo la morte sospetta di Tut-ankh-Amon e l'avvento al trono dell'ambiguo gran sacerdote Ay, la situazione parve precipitare ulteriormente, Mosè, non tanto forse per il timore della sua incolumità personale, quanto piuttosto per l'intimo, irrefrenabile impulso a voler attuare con un nuovo popolo quella riforma religiosa che era stata il sogno della sua vita, decise di mettersi a capo delle tribù semitiche della sua provincia, liberarle dalla schiavitù e condurle verso la terra di Canaan da dove erano arrivate quattro secoli prima

Sacerdote Ay davanti al faraone

L'invenzione del cristianesimo. Premessa (Prima parte) 1

Un'approfondita indagine critica del cristianesimo, quale questo libro si prefigge di fare, rende necessarie alcune brevi informazioni preliminari, indispensabili per un suo inquadramento.

Pochi credenti sanno che il cristianesimo si è sviluppato in due tronconi, molto diversi l'uno dall'altro. Il primo, che possiamo chiamare giudeo-cristiano, ha avuto origine dagli apostoli guidati da Giacomo, fratello di Gesù; il secondo, che possiamo chiamare ellenistico-pagano, è stato una creazione personale di Paolo di Tarso, il san Paolo della Chiesa.

Il cristianesimo giudaico, nella sua breve esistenza, è rimasto sempre ligio all'ebraismo più ortodosso e ha praticato, con straordinario zelo, tutte le pratiche del giudaismo rituale: la frequentazione quotidiana del Tempio, la partecipazione ai sacrifici, l'osservanza delle festività e della legge ebraica. Per esso il cristianesimo non era una nuova religione contrapposta all'ebraismo, ma un suo completamento e riguardava soltanto gli ebrei della Palestina e quelli che si erano sparsi nelle molte contrade dell'impero romano.

Tutti gli altri: i romani e i pagani in genere, erano esclusi perché l'etica biblica, ed anche quella evangelica, erano settarie e ostili agli stranieri. Non dimentichiamo che gli ebrei si consideravano il popolo eletto, l'unico in cui scorreva sangue divino, e che Mosè, su preciso comando di Jahvè, aveva condannato a morte e sterminio tutti i nemici di Israele.

Quali aspettative aveva il cristianesimo giudaico? Come vedremo più dettagliatamente in seguito, esso credeva fermamente che Gesù risorto sarebbe tornato quasi subito, in carne e ossa, per creare il Regno di Dio in Terra, come avevano annunciato i profeti, e che avrebbe dato inizio ad un lungo periodo di pace e di armonia per Israele prima e per il resto del mondo poi.

Il cristianesimo ellenistico-pagano, fondato da Paolo, si configurò, invece, come un filone eretico del vecchio ebraismo, finalizzato alla creazione di una nuova religione. Infatti, Paolo inviterà i suoi seguaci cristiani a rifiutare la Legge, la frequentazione del Tempio e la circoncisione, e quindi a rinnegare, di fatto, l'ebraismo, e tenderà a diffondere il suo cristianesimo personale non tanto tra i suoi correligionari quanto tra i gentili, cioè tra i pagani. Quali erano le aspettative di Paolo?

In un primo tempo, come i cristiano-giudei, cui inizialmente aderì, anch'egli attese spasmodicamente l'imminente ritorno sulla Terra di Gesù risorto, Poi, quando questa aspettativa andò delusa e i suoi seguaci entrarono in crisi, per salvare il suo cristianesimo, gettò l'ebraismo alle ortiche, abbracciò l'ideologia delle Religioni Misteriche, assimilata da giovane nella sua città natale, che ipotizzavano l'immortalità dell'anima, e trasformò Gesù, da Messia crocifisso destinato a ritornare sulle nuvole, nel Redentore dell'intera umanità. Il nuovo Regno di Dio non più terreno me celeste, avrebbe riguardato l'aldilà, dove le anime immortali sarebbero vissute in una eterna beatitudine.

Insomma inventò il nucleo fondamentale che costituisce il cristianesimo attuale. La sua nuova teologia fu sempre sconfessato dalla Chiesa di Gerusalemme, rimasta fedele all'ebraismo.

San Paolo

domenica 18 dicembre 2011

Peccato e redenzione (Le due imposture su cui poggia il cristianesimo). Il mito biblico al vaglio della ragione. 34

La trasmissione della colpa e quindi del castigo a tutti i discendenti rappresenta la massima incoerenza di dio. Il peccato di due antenati non può ricadere sull'intera specie.

Non è plausibile che uno sbaglio soggettivo diventi collettivo. Se è inaccettabile il passaggio di responsabilità da un padre a un figlio, a maggior ragione lo è da una generazione all'altra. Una ragione lapalissiana per dichiarare improponibile un dio così malvagio, incoerente e assurdo.

Proseguendo nella lettura della Genesi scopriamo che questa favola sumerica s'ingarbuglia sempre più e si arricchisce di continue e assurde contraddizioni che certificano ancor di più la sua intrinseca falsità. Vediamo un esempio. Sappiamo che Adamo ed Eva, dopo la cacciata dal Giardino dell'Eden ebbero due figli: Caino e Abele e che Caino, per invidia, uccise il fratello.

Se diamo per acquisito che la coppia primigenia (Adamo ed Eva) non simboleggia l’umanità, intesa come comunità di viventi, ma l’unione di due singoli individui creati da dio, come spiegare che dopo l’uccisione di Abele, Caino viene condannato a vagare per la Terra per sfuggire alla disapprovazione degli uomini? (Gen 4,14: “Ecco, tu (dio) mi scacci oggi da questo suolo e io mi dovrò nascondere lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi potrà uccidere”).

Ma, perché nessuno lo colpisca, il Signore gli impone un segno. Chi mai poteva essere quel “chiunque mi incontrerà” tanto temuto da Caino se in quel momento oltre a lui c'erano solo i suoi genitori?

Caino uccide Abele

L'enigma svelato (Il lato oscuro della verità) 98

Giuda entrò, presentò il suo amico Davide, e mentre Afro conduceva le asine nella stalla, si fermò a guardare il giardino che appariva già in gran parte fiorito. Era uno splendore. Ne rimase estasiato perché mai l'aveva visto così bello nei brevi periodi che aveva trascorso a Damasco. Anche Davide convenne che il giardino e la casa erano molto belli.

“Qui passeremo il resto della nostra vita in santa pace”, fece Giuda con sollievo. “Qui non ci sono Messia e fanatici messianisti. La gente s'accontenta di adorare i soliti stronzi dèi che non sono per niente gelosi e iracondi come il nostro Jahvè. Qui c'è tolleranza non fanatismo e nessuno pretende di avere nelle vene sangue divino”.

"Finalmente sei tornato, padrone!" disse Afro con gli occhi ancor umidi per la commozione, appena ebbe sistemate le asine. Era molto grato a Giuda perché aveva comperato lui e la moglie da un padrone crudele, sotto il quale avevano sofferto le pene dell'inferno, e, per di più, con somma generosità, aveva subito concesso loro la libertà. Peccato che il loro unico figlio, Dianteo, fosse stato venduto prima del loro acquisto da parte di Giuda e fosse sparito senza lasciar tracce. Ma Giuda aveva promesso che lo avrebbe trovato e riportato a casa. Allora sì che la felicità sarebbe stata completa!

"Ti ho detto molte volte che non voglio essere chiamato padrone" disse Giuda con affetto. "Voi siete la mia famiglia, non i miei servi".
Intanto Berice stava dandosi alacremente da fare per preparare il bagno caldo e la cena.

"Quanto pensi di fermarti?" chiese Afro, abituato alle apparizioni molto brevi del padrone.

"Questa volta, per sempre" ripose Giuda con un mesto sorriso.
"Finalmente!" esclamò Afro con entusiasmo. "E così potrai anche dedicarti alla ricerca di mio figlio. Ogni giorno mi struggo dal desiderio di rivederlo".
"Lo troverò, lo troverò, te l'ho promesso. Sarà la prima cosa che farò appena mi sarò ripreso dal viaggio".

Mentre parlavano Davide ammirava con soddisfazione la casa. Era comoda, spaziosa e articolata in più parti. Quella che Giuda aveva riservato per sé comprendeva varie stanze tra le quali anche la copisteria di Mordekai e la biblioteca, che in parte aveva ereditato da lui. Era questa, per Giuda, la sancta sanctorum, la turris eburnea della sua casa. Quando vi entrava indossava la tunica più bella e i calzari più raffinati. Si sentiva un altro e smetteva di considerarsi un mortale.
Davide scoprì con meraviglia che la biblioteca di Giuda era molto più fornita di quella che aveva Mordekai a Cafarnao e si diede ad esaminare alcuni rotoli con vivo curiosità.

Afro, intuito il forte interesse del giovani per la biblioteca raccontò che, dopo la morte di Mordekai, quasi ogni giorno si presentavano alla porta di casa delle persone colte per chiedere di farsi copiare dei rotoli o per acquistare dei libri e se ne andavano amareggiate ricevendo un rifiuto. Ciò fece a Giuda una grande impressione.

"Hai fatto bene a mettermi al corrente di questa cosa" disse con interesse. "Mi hai fatto balenare l'idea di riaprire la copisteria. Già da domani ci occuperemo della faccenda. Andremo alla ricerca di un copista, anche se non sarà facile trovarlo. Così potremmo guadagnare qualcosa e arricchire la biblioteca, facendo una copia per noi di ogni opera che ci viene portata da copiare. Due piccioni con una fava, come dice il proverbio".

L'idea di dedicarsi ad un lavoro così nuovo e gratificante, e per di più anche molto remunerativo, riempì Giuda di entusiasmo. Anche Davide parve molto interessato alla cosa. La prospettiva di trascorrere molte ore del giorno a leggere opere così importanti e trascriverle gli parve meravigliosa.

"Ottima cena, Berice" disse Giuda soddisfatto. "Sono stato molto fortunato a trovare due brave persone come voi che accudiscono la casa in modo perfetto e sanno far ogni cosa nel migliore dei modi. Me lo diceva sempre anche Mordekai. Aveva per voi una grande stima e un affetto profondo".

"Sei sempre troppo buono e generoso" fece Berice con gli occhi umidi di commozione. "Da quando ci hai riscattati, ogni giorno, anzi, più volte al giorno, preghiamo la nostra dea prediletta Artemide perché ti protegga e ti favorisca. Ora che sappiamo che resterai a Damasco per sempre, ci sentiamo veramente felici".
"Ma lo sarete ancor di più quando ritroverò vostro figlio" fece Giuda. "Ho il presentimento che ciò avverrà presto. E poi, con la nuova attività che intendo intraprendere con Davide, ho bisogno di un giovane che ci dia una mano".

sabato 17 dicembre 2011

Il falso Jahvè (Genesi e involuzione del monoteismo biblico). La controreligione del faraone Akhenaton 51

Anche Freud, il fondatore della psicanalisi, era convinto che per Mosè la morte di Akhenaton e l'abolizione della sua religione significasse la fine di ogni speranza. Avrebbe potuto continuare a vivere in Egitto come proscritto o rinnegato (S. Freud, op.cit.. pag. 384), ma Giuseppe Flavio ci dà su Mosè l'informazione più importante laddove ci fa sapere che durante la restaurazione e il momento di turbolenza politica che ne seguì, si ebbe nell'Alto Egitto l'invasione delle truppe etiopi, e il sovrano (Tut-ankh-Amon), non badando alle rimostranze dei preti di Ammon, affidò proprio a Mosè l'incarico di difendere l'integrità della nazione (Giuseppe Flavio, Antiquitates Judaicae II, 238-257).

Per il momento su Mosè ci fermiamo qui. Nel prossimo capitolo esamineremo a fondo la posizione che egli assunse nei confronti delle tribù semite che vivevano in condizioni di semischiavitù nella provincia di Gosen. Erano tribù che lui forse conosceva bene per averle governate in precedenza, e che adottò come suo popolo per trasmettere loro il monoteismo dei grandi misteri di Akhenaton.

Flavio Giuseppe

La dura lotta per l'emancipazione. (La mala religione) 256

Da sondaggi fatti in Europa e in America risulta che i laici non credenti e gli atei sono molto più numerosi di quanto la gente comune ritiene. In America, lo sdegno suscitato da Bush appecorato all'estrema destra religiosa per negare agli americani molti diritti civili e la libertà di ricerca, ha spinto molti atei al “coming out, a venire allo scoperto.

La Secular Student Alliance, un network di studenti atei, si è diffusa in sei anni in 146 campus universitari e il numero dei «senza religione» è in rapido aumento, secondo i sondaggi dell’American Religious Identification Survey. Iniziative locali, libri sull’ateismo improvvisamente diventati dei best-seller e donazioni per milioni di dollari hanno dato loro coraggio e fiducia.

Ora, col nuovo clima più liberal, inaugurato da Barack Obama con le celebre frase “ Siamo una nazione di cristiani e musulmani, ebrei, hindu e non credenti”, i laici si sentono col vento in poppa.

Anche in Italia i non credenti, gli atei e gli agnostici sono in continuo aumento e raggiungono ormai qualche milione. Però non sono organizzati e fanno sentire poco la loro voce, soprattutto a livello politico. Ancora “non sono usciti dall’armadio”. Si limitano a disertare ogni manifestazione religiosa, senza mai prendere di petto le più macroscopiche interferenze che la religione attua nel campo civile e politico. Manca loro l'orgoglio di essere liberi pensatori, la fierezza di possedere una sana indipendenza di giudizio e di essere, tout court, fuori dalla massa acefala dei credenti.

La loro indipendenza di giudizio non favorisce l'appecoramento, così istintivo nelle persone religiose, e questa è la loro debolezza. Che devono assolutamente vincere, manifestando con orgoglio la loro superiorità intellettuale, morale e civile. Non sarà facile, ma solo in tal modo possono creare un nuovo illuminismo di cui l'Italia e il resto del mondo hanno urgente bisogno.

Questo illuminismo non scenderà dall'alto, come una rivelazione, ma sarà conquistato dal basso, passo dopo passo, favorito oggi più che nel passato, dal rapido diffondersi, a livello planetario, delle conquiste sempre più rivoluzionarie della scienza, della cultura e di tutte le libertà di espressione.

Saranno la scienza e la cultura, infatti, che si espandono sempre più veloci e inarrestabili attraverso i mass media, come una ragnatela che irretisce il pianeta, a salvarci dalla pandemia religiosa, ad abbattere gli antichi idoli, le assurde credenze e gli inutili freni alla libertà individuale, e a convincere l'homo sapiens che se è dotato di quell’organo che è la ragione, è naturale che la usi, ed è invece contro-natura che la ottenebri.

Allora, finalmente, tutti gli infantilismi, intesi come assolute verità di fede – che a salvarci (da che cosa?) basta toglierci il prepuzio, o farci versare un po' d'acqua in testa, o mangiare una cialda condita con formule magiche e altre consimili amenità – saranno considerati per quello che sono sempre stati, delle demenziali stupidità.

Allora sarà chiaro a tutti che il dio d'Abramo è la più ignobile invenzione dell'uomo e che chi, con immensa protervia e con il supporto di paludamenti scintillanti d' oro e d'argento, si arroga oggi il diritto di essere l'infallibile vicario di dio in Terra, millanta una verità semplicemente inventata. Allora, finalmente, ci saremo liberati dai miti della caverna e l'umanità avrà raggiunto la vera “salvezza”.
(Fine)

Barak Obama

venerdì 16 dicembre 2011

Legge 194, Rodotà: “Aboliamo l’ obiezione”.

Stefano Rodotà, professore emerito di Diritto civile all’Università La Sapienza di Roma ed ex presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali, intervistato da Cinzia Sciuto, giornalista di Repubblica, in riferimento alla legge 194 ha dichiarato, senza mezzi termini: «Oggi, a più di trent’anni dall’approvazione della legge sull’interruzione di gravidanza, la possibilità dell’obiezione di coscienza dei medici andrebbe semplicemente abolita».

E ha spiegato: «Quando la legge è stata approvata la clausola dell’obiezione di coscienza era ragionevole e giustificata: i medici avevano iniziato la loro carriera quando l’aborto era addirittura un reato ed era comprensibile che alcuni di loro opponessero ragioni di coscienza. La legge 194 ha saggiamente raggiunto un difficile equilibrio tra il diritto dei medici a non agire contro la propria coscienza e quello della donna a interrompere la gravidanza. Oggi però chi decide di fare il ginecologo sa che l’interruzione di gravidanza è un diritto sancito dalla legge, che rientra nei suoi obblighi professionali e non è più ragionevole prevedere una clausola per sottrarvisi».

Purtroppo, accade sempre più di frequente che il diritto delle donne all’interruzione di gravidanza, nonostante sancito dalla legge, è spesso disatteso e ostacolato in mille modi dietro il paravento dell'obiezione di coscienza. Molti sanitari delle strutture pubbliche lo ostentano per far carriera specie nelle regioni come la Lombardia a governo chiaramente clericale (per poi, magari, praticarlo nelle cliniche private).

Ormai sono appena 150 i medici italiani disposti ad applicare la legge. Ma Rodotà parla chiaro: «Oggi gli ospedali non possono trincerarsi dietro la scusa di non avere medici disponibili a effettuare le interruzioni di gravidanza perché questo è un servizio che deve obbligatoriamente essere fornito, come previsto dall’articolo 9 della legge 194, e le strutture che non lo garantiscono possono essere considerate responsabili sotto il profilo civile e penale».

E nel caso che si debba ricorrere e a non obiettori ‘a gettone’, come già fanno alcuni ospedali, risponde categorico:
«Ritengo di no, per due ragioni: innanzitutto perché per gli aborti terapeutici è necessario avere personale strutturato e in secondo luogo perché non devono crearsi medici di serie A che fanno tutto il resto e medici di serie B che fanno solo aborti, con il rischio di una dequalificazione professionale. Gli ospedali possono, e devono, invece fare dei bandi per l’assunzione di personale strutturato non obiettore».

Oggi molte donne che hanno deciso di interrompere la gravidanza vivono la loro scelta in condizioni di malessere e di angoscia perché non sanno se, quando e in che condizioni riusciranno a interromperla, con evidente violazione del loro diritto alla salute, che è un diritto fondamentale della persona non subordinabile ad esigenze burocratiche o a mancanza di personale.

Naturalmente di tutto ciò dobbiamo ringraziare papa Ratzinger che non smette di incitare medici e farmacisti ad opporsi alle leggi dello Stato democratico che sono in contrasto col suo oscurantismo medievale.

La dura lotta per l'emancipazione. (La mala religione) 255

Anthony C. Grayling, autorevole filosofo inglese, in un editoriale apparso recentemente (2008) sul quotidiano britannico “The Guardian”, dichiara esplicito che “ci sono molte ragioni per cui sarebbe un grande vantaggio per tutti avere un ateo come primo ministro”.

Anzitutto non accetterebbe “di ricevere messaggi dal cielo che gli dicono di andare in guerra” come è accaduto a Bush per l'Iraq. Secondariamente, non sarebbe succube dei gruppi religiosi che ricattano lo Stato pretendendo privilegi, sostanziose prebende economiche, l'immunità dalle critiche e dalle satire e innumerevoli altri benefici. In terzo luogo, salvaguarderebbe meglio i diritti civili, l'autodeterminazione delle persone e la laicità della scuola. Appunto come sta accadendo in Spagna.

Per reagire davanti al quadro desolante di un mondo in gran parte dominato dall'oscurantismo religioso, per aprire la mente dei giovani e avviarli al libero e autonomo pensiero e, infine, per costringere i politici settari a concederci finalmente tutti i diritti civili e una scuola decente, c'è una sola strada percorribile: battersi da uomini liberi, con passione, determinazione e fierezza, per far sorgere nel mondo un nuovo illuminismo che favorisca tutte le forme di libertà e di autentica umanità.

Anthony Grayling

giovedì 15 dicembre 2011

Peccato e redenzione (Le due imposture su cui poggia il cristianesimo). Il mito biblico al vaglio della ragione. 33

E cosa fa allora questo dio stravagante? Si inventa di sottoporre le sue creature ad una prova, pur sapendo, avendo anche l'attributo dell'onniscienza, che la falliranno.

Si può essere più malvagi di così? Voi vi comportereste in tal modo con un vostro figlio? Solo un padre snaturato potrebbe farlo.

Perché sottoporre il figlio ad una prova senza senso e per di più a sicure conseguenze funeste e tragiche, è una forma di efferata malvagità.

Quindi questo chimerico dio, stando alla favola, non ha creato Adamo ed Eva per amore ma per soddisfare i suoi sadici istinti di vendetta. Un dio mostruoso che, stando alla Bibbia, si rivelerà crudele e sanguinario.

Infatti punirà Adamo ed Eva non solo cacciandoli da quella specie di paradiso terrestre in cui li aveva collocati, ma togliendo loro l'immortalità e rendendoli vittime del dolore e della morte, compresi tutti i loro discendenti, per infinite generazioni.

Adamo ed Eva cacciati dal Paradiso Terrestre

La dura lotta per l'emancipazione. (La mala religione) 254

Lo spettacolo indecoroso, antidemocratico e servile dimostrato da noi italiani in quella circostanza, e che ha coinvolto, dal Presidente della Repubblica, tutte le alte cariche dello Stato, dell'opposizione e di gran parte della cultura nazionale, ha dimostrato l'infimo senso civico e il plateale servilismo che da sempre contraddistinguono il nostro Paese e la sua distanza anni luce da un autentico e sano laicismo.

D'altra parte paghiamo lo scotto di quasi venti secoli di Vaticano in casa, che ha reso gli Italiani, secondo il costume nazionale: amorali, superstiziosi, areligiosi e ipocriti conformisti.

Da noi, purtroppo, non si profila ancora all'orizzonte un leader carismatico che sappia coagulare attorno a sé quanti diventano sempre più insofferenti delle continue ingerenze vaticane che permettono alla Chiesa Cattolica di imporre per legge la propria visione morale a tutti i cittadini e di negare loro i diritti civili rendendo, di fatto, l'Italia il Paese più bigotto e arretrato d'Europa.

Il bigottismo politico da noi è bipartisan, e non sono rari i politici di sinistra folgorati sulla via di Damasco, e gli atei che si comportano in modo più reazionario e devoto dei bigotti. Insomma una débâcle.

Ma quanto sta accadendo nella cattolicissima Spagna potrebbe essere il segnale che qualcosa di nuovo potrebbe accadere anche negli Stati di forte tradizione cattolica. In pochi anni, il leader Zapatero, coraggioso e rigoroso difensore della laicità dello Stato, ha saputo dare alla sua nazione un volto nuovo, concedendo agli spagnoli molte libertà civili a loro sempre negate su imposizione del clero.

Oggi, in Spagna si respira un'aria pregna di libertà per merito di questo politico autenticamente laico. Questo importante avvenimento insegna che gli Stati dovrebbero sempre essere governati da leader non credenti per progredire in ogni campo.

Zapatero e papa Ratzinger

mercoledì 14 dicembre 2011

Il falso Jahvè (Genesi e involuzione del monoteismo biblico). La controreligione del faraone Akhenaton 50

La drastica restaurazione determinò un pesante tracollo di quella parte della società egiziana che si era sviluppata alla corte di Akhenaton. Ministri, funzionari e sacerdoti del nuovo culto furono esautorati e caddero in disgrazia. Probabilmente furono anche perseguitati.

E Mosè? È legittimo supporre che lui, principe della casa reale e sacerdote di Eliopoli addetto al culto del Dio Ra, possa essere stato un autorevole esponente della liturgia atoniana.

Chiusa la sfortunata parentesi di Akhenaton, suo probabile parente, si sarebbe appartato alla periferia dell'impero, ripiegando su mansioni amministrative. Infatti Strabone ci fa sapere che Mosè era stato sacerdote ma anche "signore di una parte del Basso Egitto" (Geographica XVI, 2,35).

Strabone

La dura lotta per l'emancipazione. (La mala religione) 253

l papa, non veniva in quel “libero tempio” del “libero sapere”che è l'università per confrontarsi su un qualche dogma del cristianesimo, come ad esempio sulla verginità di Maria, e discuterne da filosofo come si proclama di essere, ma a ribadire, per l'ennesima volta, la sua verità teologica, “data” una volta per tutte, rivelata ed immutabile nei suoi princìpi, anche se le scoperte della scienza la rendono palesemente inverosimile, senza mettere in discussione un bel nulla di questa verità, per cui l’incontro sarebbe stato del tutto incongruo, essendo l'Università il luogo deputato alla continua ricerca filosofica e scientifica, che tutto mette in discussione, tutto rielabora e tutto rinnova alla luce delle sempre nuove scoperte.

La lettera di dissenso dei 67 professori, in uno Stato democratico in cui il dissenso dovrebbe essere non solo legittimo ma sacrosanto, sarebbe dovuta essere accolta con rispetto e attenzione, invece ha suscitato una bagarre mediatica immane, un'orgia di mistificazioni, di ipocrisie, di opportunismi e di falsità d'ogni genere da parte non solo della quasi totalità della nostra “casta politica”, la più bigotta d'Europa anche se in gran parte atea e baciapile, ma di tutti i giornali di destra e di sinistra e dei telegiornali nazionali, in una gara di inverecondo lecchinaggio nei confronti del papa martire.

I 67 professori sono stati additati al ludibrio nazionale come “cattivi maestri”, “cretini”, “liberticidi”, “oscurantisti”, “illiberali”, e così via. Un ex ministro, confondendo la democrazia (dove il dissenso è legittimo) con la teocrazia (dove il dissenso è punito col rogo) ne ha chiesto il licenziamento e la condanna alla galera e li ha definiti nemici della libertà e promotori di odio e di terrore.

Il Senato accademico dell'Università, appecorato al Rettore, dopo la rinuncia autonoma del papa ad accogliere l'invito, ha espresso grande rammarico per la perdita di una occasione di dialogo e riflessione culturale e civile. Secondo quell'aulico consesso, dunque, la prolusione di un papa su verità dogmatiche assolute, eterne e immodificabili, era sinonimo di dialogo e non invece di un diktat da parte di un dittatore del Dogma, che in ogni occasione afferma il primato della fede sulla ragione e sulla scienza.

Rinunciando alla visita, papa Ratzinger ha ottenuto il risultato immediato di apparire un martire, di fronte all'opinione pubblica italiana. In realtà quella rinuncia ha dovuto farla per evitare sgradite e poco rispettose contestazioni di cui i media di tutto il mondo avrebbero dato notizia, provocando una sua caduta di prestigio e di rappresentatività.

Privo di quella copertura fittizia di intoccabilità e di maestosità di cui si ammanta con il supporto dei paludamenti scintillanti d' oro e d'argento. sarebbe apparso ai suoi sudditi com'è nella realtà: un semplice Re Nudo.

Roma. La Sapienza. Senato accademico

martedì 13 dicembre 2011

Lourdes - I dossier sconosciuti (a cura di Luigi Garlaschelli)

Il libro “Lourdes - I dossier sconosciuti” a cura di Luigi Garlaschelli, tende a verificare «se e come» accadono i miracoli. Ciò è assolutamente necessario tenendo presente che continuamente si affacciano nuove metodologie e nuovi studi che affinano la nostra comprensione delle malattie, e di come si può guarire da esse.

Si pensi solo al fatto che la maggioranza dei ‘miracoli’ riconosciuti dalla Chiesa risale a un’epoca in cui non esistevano nemmeno le radiografie.

Ciò ci fa comprendere che la documentazione riferita alla quasi totalità di essi è totalmente fasulla. Infatti il numero dei ‘miracoli’ cala costantemente nel tempo: quasi a confermare, come nota Garlaschelli, «che se i controlli e le verifiche sono prossimi a zero, l’intensità dei fenomeni sembra salire verso il cento per cento.

Ma quando i controlli salgono verso il cento per cento, i fenomeni si riducono allo zero». Non è facile, studiare i ‘miracoli’ perché la Chiesa diffida della scienza che, invariabilmente, tende a negarli.

È stata proprio la datazione al radiocarbonio della Sindone conservata a Torino a rappresentare una sorta di spartiacque in questo genere di ricerche.

Dopo che gli scienziati scelti dalla diocesi confermarono quanto già si supponeva, e cioè che il telo è di origine medievale, le gerarchie ecclesiastiche si sono fatte molto più prudenti e hanno quindi rinunciato a cercare il consenso della scienza e a intensificare, invece, furbescamente, la devozione, sotto forma di pietismo superstizioso, rivestito di falsa spiritualità per così conservare i cospicui interessi di bottega.

La religiosità cattolica, infatti, fa sempre più leva sulla devozione di bassa lega per madonne-patacca, per macabre reliquie e per miracoli stiracchiati e fasulli, vere e autentiche mistificazioni per allocchi.

Ecco perché i più importanti santuari cattolici sembrano essere gli unici a non soffrire della secolarizzazione incalzante. Avendo la Chiesa scelto esplicitamente questa forma di morbosità pietistica, scordiamoci la possibilità di un esame approfondito del sangue di san Gennaro.

Sembra proprio che non lascerà più i suoi materiali sacri in mano a ‘malintenzionati’ (gli scienziati) che potrebbero utilizzarli contro la sua redditizia tradizione di superstizione.

Comunque la miracolomania sta perdendo sempre più terreno se, parafrasando Anatole France che alla fine dell‘800, sornionamente, riscontrava che a Lourdes vi si vedevano «tante stampelle, ma nessuna gamba di legno», cioè tanti miracoli fasulli ma nessun miracolo vero, ora è lo stesso ex direttore del Bureau Medical, Patrick Theillier, a sostenere che «non si è mai visto un soggetto Down guarire a Lourdes». Solo una simile guarigione, infatti, attesterebbe che ci troviamo davanti ad un vero miracolo.

Santuario di Lourdes

La dura lotta per l'emancipazione. (La mala religione) 252

Se abbattere l'oscurantismo religioso nel mondo è un'impresa difficilissima, in Italia, col Vaticano in casa e il servilismo imperante a tutti i livelli della nazione, sarà addirittura un'impresa quasi disperata. Un recente episodio lo dimostra in modo lapalissiano.

Quando papa Benedetto XVI fu invitato dal Rettore dell'Università “La Sapienza” di Roma a tenere il 17 gennaio 2008 la "Lectio magistralis" per l'inaugurazione dell'Anno Accademico, 67 docenti dell'ateneo inviarono al Rettore una lettera di dissenso, ravvisando in quell'invito l'indice di un forte conformismo, di una desolante forma di servilismo e, soprattutto, il tentativo di trasformare l'inaugurazione dell'anno accademico in un mega-evento mediatico da parte del supremo rappresentante della dogmatica ecclesiale che, nel 1990, da cardinale, aveva dichiarato che il processo contro Galileo era stato ragionevole e giusto, suscitando non poche polemiche nel mondo scientifico.

Questo tempio della cultura, della scienza e del sapere perennemente “in fieri”, non poteva, quindi, accogliere chi, come il capo della Chiesa Cattolica, ha negato e represso per secoli ogni forma di libertà di ricerca, e continuerebbe ancora oggi a reprimerla coi roghi, se il secolo dei lumi e la nascita delle democrazie non avesse cambiato le cose.

Galileo

lunedì 12 dicembre 2011

Il falso Jahvè (Genesi e involuzione del monoteismo biblico). La controreligione del faraone Akhenaton 49

La città di Amarna fu abbandonata e la capitale ristabilita a Tebe. Il nome del nuovo faraone, che tutti conosciamo essendo l'unico di cui è stata scoperta la tomba intatta, inclusa la mummia, fu opportunamente corretto da Tut-ankh-aton in Tut-ankh-amon, coerentemente col culto restaurato del Dio Ammon.

Ma anche Tut-ankh-amon morì all’improvviso e inspiegabilmente (oggi sappiamo che venne ucciso dal veleno del potente sacerdote Ay che lo sostituì al potere, sposandone la vedova) e alla sua morte si scatenò una violenta controrivoluzione religiosa.

Dagli elenchi dei re, strumento della cronologia ufficiale, fu cancellato il nome del sovrano del periodo di Amarna e il suo periodo di regno fu attribuito ad Amenofi III e a Haremhab; furono abbattuti tutti i monumenti da lui edificati, distrutte le sue raffigurazioni e le sue epigrafi e fu eliminata ogni possibile traccia della sua esistenza.
Ma, per caso, qualcosa riuscì a sfuggire a questa distruzione e a farci conoscere importanti documenti degli atonisti. Quando il tempio di Aton a Karnak di Tebe venne abbattuto, molti blocchi scolpiti dell'edificio furono impiegati per riempire due torri giganti che facevano da portale al vicino tempio di Amon-Ra.

Negli anni Trenta del secolo scorso, le torri furono smantellate per essere ristrutturate e, al loro interno, vennero alla luce oltre quarantamila blocchi scolpiti che portavano incise le preghiere al Dio Aton e altre informazioni a lui inerenti.

Questi blocchi, oggi chiamati i Talatat di Karnak, sono una vera manna per gli studiosi di Akhenaton.

Amon Ra

La dura lotta per l'emancipazione. (La mala religione) 251

Abbattere lo strapotere che esercitano sulle masse e i sui politici settari i grandi capi religiosi nei Paesi di tutto il mondo sarà una battaglia lunga, aspra e difficilissima.

I grandi stregoni si opporranno con ferocia, scateneranno il popolo bue, facendo leva sulle sue morbosità feticistiche, costringeranno i politici a stare dalla loro parte col ricatto di negar loro il voto.

I mass media, che cavalcano la morbosità e la stupidità popolare, come le tivù spazzatura e molti giornali, saranno sicuramente dalla loro parte per coprire di insulti e di minacce i liberi pensatori, accusandoli di ogni ignominia.

Infine, come suprema arma di ricatto, questi millantati ministri religiosi predicheranno che l'umanità, senza dio, sarà punita dell'ira divina.

Quando nel 2004 lo tsunami ha ucciso migliaia di persone, i più fanatici pastori protestanti d'America hanno additato quel cataclisma come una prova tangibile dell’ira di dio per l’aborto, l’idolatria e l’omosessualità imperanti. Lo stesso fecero per l’inondazione di New Orleans nel 2006.

Perfino la distruzione del World Trade fu attribuita alla resa dell’America all’omosessualità e all’aborto. E molti americani hanno creduto a queste panzane. Dar la colpa dello tsunami ai peccati e non ad uno spostamento della placca tettonica dimostra quanto è grande l'imbecillità umana.

Le Torri Gemelle

domenica 11 dicembre 2011

Peccato e redenzione (Le due imposture su cui poggia il cristianesimo). Il mito biblico al vaglio della ragione. 32

In realtà l'esistenza del male rinnega un altro attributo di dio: quello di essere un essere perfetto. Com'è possibile che un dio, inteso come perfezione assoluta, crei un mondo totalmente imperfetto e soggetto a cataclismi continui, e consenta che si creino e si estinguano milioni di specie diverse ?

La scienza ci dimostra, infatti, che circa il novanta per cento delle specie comparse sulla Terra nel corso di milioni di anni sono scomparse, come, ad esempio, i famosi dinosauri.

Se prendiamo poi in esame più attentamente l'assurdo comportamento del dio biblico nei confronti dei nostri mitici progenitori, scopriamo altri aspetti della sua malvagità . La Bibbia ci presenta dio come un padre amoroso che ha creato Adamo ed Eva per renderli partecipi della sua gloria e della sua beatitudine.

Infatti assegna loro il Giardino dell'Eden, una specie di paradiso terrestre. Dovrebbe essere pago di vederli felici mentre scorrazzano per quel meraviglioso giardino in compagnia degli animali tutti docili e mansueti.

Ogni padre lo sarebbe vedendo i suoi figli trascorrere le giornate nel più sereno e felice dei modi. Invece dio, no. Non gli garba affatto.

Adamo ed Eva

L'enigma svelato (Il lato oscuro della verità) 97

Giunsero a Damasco in meno di una settimana. Le minacce proferite nei loro confronti da Cefa e Giacomo, i due più violenti seguaci di Gesù, li avevano spinti a muoversi con rapidità. Ora però, varcata la porta sud di Damasco, si sentivano finalmente sicuri e sollevati dall'oppressione che avevano provato negli ultimi giorni a Gerusalemme.

Mentre attraversava la città, diretto alla sua casa, si presentò a Giuda il problema della sua nuova identità. Doveva assolutamente tenerla presente per non incorrere in contraddizioni.

A Damasco nessuno sapeva che lui era Giuda, figlio di Simone, soprannominato l'Iscariota; tutti lo conoscevano come Seforo, mercante di Gerico. Si compiacque della sua perspicacia che lo aveva spinto a comprare quella casa a Damasco invece del poderetto sul lago di Tiberiade, che era sempre stato alla cima dei suoi desideri, e di essersi fatto chiamare da tutti, sempre e soltanto, col nome di Seforo.

“Ti raccomando“ disse a Davide, “di non usare più, d'ora in poi il mio vero nome Giuda ma di chiamarmi, anche in privato, col mio nuovo nome di Seforo".
Raggiunta la piazza della città, percorsero per un po' la via principale che menava a levante, quindi piegarono in una viuzza laterale e in pochi minuti si trovarono davanti al portone che immetteva nel giardino della casa di Giuda.

Col battente egli fece rintronare cinque colpi. Attese per pochi istanti, che a lui parvero lunghi, e finalmente si aprì uno spioncino. Un grido di gioia si unì allo sferragliare dei catenacci.

Il portone si spalancò e una donna di circa quarant'anni corse ad abbracciarlo con le lacrime agli occhi. Intanto era accorso anche il marito, anch'egli visibilmente commosso. Erano Berice e Afro, due schiavi che Giuda aveva riscattato alcuni anni prima perché badassero alla casa e accudissero il vecchio Mordekai.

sabato 10 dicembre 2011

Il falso Jahvè (Genesi e involuzione del monoteismo biblico). La controreligione del faraone Akhenaton 48

La controreligione di Akhenaton, a causa della sua intolleranza e iconoclastia, non tardò a trasformarsi in una guerra di religione e a determinare forti risentimenti nel popolo e una dura opposizione da parte della casta sacerdotale, allora potentissima, che si sentiva esautorata da ogni sua mansione e penalizzata dal punto di vista economico.

I grandi sacerdoti, assieme agli aristocratici e ai vertici militari, preoccupati questi ultimi per il pacifismo del faraone che vedevano come foriero di possibili invasioni, tramarono per predisporre la restaurazione del precedente regime e riconquistare così i privilegi perduti.

Intorno al 1362 a.C. Akhenaton, dopo appena diciassette anni di regno, morì improvvisamente e inspiegabilmente, forse vittima di una congiura.

La moglie Nefertiti tentò di continuare la riforma del marito e allo scopo fece salire sul trono il giovanissimo genero Tut-ankh-aton, (figlio di una concubina di Akhenaton e sposo della sorellastra, figlia di Nefertiti), ma alla morte della stessa faraonessa, sacerdoti e aristocratici, approfittando dell'inesperienza del giovanissimo faraone, iniziarono una rapida controriforma per rimettere in piedi gli antichi poteri e la religione tradizionale dell'Egitto.

Tutankhamon

La dura lotta per l'emancipazione. (La mala religione) 250

La tesi sostenuta in questo libro che per imprimere un radicale salto di qualità alla convivenza umana bisogna urgentemente far piazza pulita di tutte le millenarie menzogne che ottenebrano la mente e ostacolano il vero progresso umano e civile, è un pugno nello stomaco per la massa dei bigotti, abbarbicati nel vecchio oscurantismo, e una autentica empietà per tutti i sedicenti ministri divini, che nella religione hanno ravvisato lo scopo supremo della loro vita.

Si ritengono i depositari della verità unica e assoluta e sono disposti a tutto per difenderla, soprattutto perché essa garantisce loro un formidabile strumento di potere, di prestigio e di benessere economico.

Naturalmente, chi propone che l'uomo si liberi, finalmente, dal suo oscurantismo, viene da costoro, e dalla masse da loro plagiate, considerato un cattivo maestro, un corruttore, un pervertitore.

I tre monoteismi hanno sempre avversato il libero pensatore con odio assoluto, lo hanno etichettato con gli epiteti più ignominiosi e considerato una persona obbrobriosa, immoralista, amorale, empia. Dalla Chiesa è chiamato anche ateo, miscredente, agnostico, irreligioso, areligioso e gli vengono riconosciute tutte le malvagità e le perversioni.

Le sue colpe? Non credere ai venditori di fumo, voler ragionare con la sua testa e insegnare agli altri a fare altrettanto. Una vera empietà per i bigotti di tutte le religioni.

Socrate fu condannato a morte per questo. Lo accusarono di corrompere i giovani, solo perché insegnava loro a non credere alle panzane degli dèi. Gli stolidi ateniesi che lo condannarono erano convinti di essere dalla parte della verità. Oggi, noi sappiamo che erano soltanto degli stolidi assoluti e che i loro dèi erano delle chimere.

Socrate

venerdì 9 dicembre 2011

I dogmi mariani

La festa dell'Immacolata, celebratasi ieri 8 dicembre, offre l'occasione di riepilogare brevemente i dogmi mariani, che possiamo annoverare tra le più assurde invenzioni teologiche inventate dalla Chiesa in quanto niente hanno a che fare con la Bibbia e il cristianesimo delle origini.

La madre di Gesù non fu mai oggetto di culto o di venerazione presso gli Apostoli, né tanto meno per Paolo che nelle sue Lettere, dichiarando che Gesù era “nato da donna” (Galati 4,4) la considerò alla stregua di tutte le altre.

Fu la divinizzazione di Gesù, imposta per volontà di Costantino nel Concilio di Nicea del 325, a determinare tutta una serie di implicazioni dottrinali riferite a Maria, che, progressivamente, diedero inizio dal IV secolo al culto mariano.
Poiché Gesù, divinizzato come Figlio di Dio, era stato partorito da una donna, bisognava assegnare a questa sua madre terrena delle caratteristiche se non divine, almeno semi-divine.

Il primo passo fu di considerare il concepimento di Cristo opera di Dio e non di uomo. Ecco allora l’inserimento, nei Vangeli di Luca e di Matteo, dell’annunciazione (ignorata dagli altri due evangelisti) e sicuramente appiccicata a posteriori se lo stesso Girolamo, autore della Vulgata, la metteva in dubbio. A compimento di questo primo passo, nel 431 d.C., con il concilio di Efeso, alla Madonna venne attribuita ufficialmente la qualifica di Deipara, cioè di madre di Cristo inteso come Dio e come uomo, superando le molte perplessità di quanti ritenevano improponibile, per non dire blasfemo, che un essere umano potesse essere la madre di un Dio.

I Vangeli riferiscono concordi, e in più occasioni, che Gesù aveva fratelli e sorelle, e Paolo nelle sue Lettere lo conferma. Ma se Maria avesse generato altri figli, come narrano i Vangeli, il concepimento teogamico di Gesù sarebbe stato dubbio e inoltre il Gesù-Dio avrebbe dovuto spartire la sua divinità coi fratelli. Per negare queste ipotesi fu giocoforza dichiarare la verginità di Maria e relegare i fratelli al ruolo di cugini.

Mai gli apostoli e Paolo avevano affermato che la madre di Gesù fosse vergine e che suo figlio fosse stato concepito da seme divino. In un Vangelo siriaco assai antico, l’attuale versetto di Matteo 1,16 che recita: “Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo”, recita invece “A Giuseppe, al quale la fanciulla era fidanzata, essa generò Gesù” (Nestle, Novum Testamentum graece et germanice, Matteo 1,16).

In base a questo antichissimo documento, Giuseppe è quindi il padre di Gesù, Maria non è vergine e neppure sposata quando genera il figlio. Per noi oggi Gesù sarebbe nato da una ragazza madre o da una coppia di fatto.

Fino al III secolo non solo si ignorava la perenne verginità di Maria ma tutti i Padri della Chiesa, come ad esempio Ireneo e Tertulliano, erano convinti del matrimonio effettivo di Maria e di Giuseppe. Fu intorno al 400 che il Padre della Chiesa Girolamo, nel suo libro Contro Gioviano, formulò l'ipotesi che i fratelli e le sorelle che i Vangeli attribuiscono a Gesù, fossero in realtà dei cugini, e questa tesi assurda fu pienamente abbracciata dalla Chiesa e considerata, da allora, la dimostrazione assoluta della verginità di Maria.

Così il Concilio Lateranense del 649, presieduto da papa Martino I, stabilì con un dogma che “la santa Madre di Dio sempre vergine immacolata Maria... ha concepito senza seme per opera dello Spirito Santo e ha partorito senza corruzione, permanendo indissolubile anche dopo parto la sua verginità” (D. 256 [DS. 503]). Cattolici e ortodossi ne sono tuttora convinti, i protestanti, meno creduloni, no.

Ma voci di dissenso che negano la verginità di Maria si sono sempre fatte sentire nel mondo cattolico, e anche al giorno d’oggi eminenti teologi, come Schnackenburg, Pesch e Lohfink, sostengono – in opposizione all’enciclica Redemptoris Mater del 1987 di papa Wojtyla – che il concepimento verginale biologico da parte di Maria non è verità di fede biblica e quindi non si può scartare a priori l’ipotesi che Gesù abbia avuto fratelli e sorelle.

La vicenda di Maria, però, non finisce qui. Quando Agostino rispolverò il peccato originale che, commesso da Adamo ed Eva, si è trasmesso geneticamente all’intera umanità per cui noi tutti nasciamo con questa tara e abbiamo bisogno del battesimo per togliercela, Maria sarebbe stata a sua volta infettata dalla colpa primigenia e l’avrebbe trasmessa anche al suo pargolo divino. Come rimediare? Semplice, dichiarando che Maria era stata concepita immacolata.

Ma l’esenzione di Maria dal peccato d’origine trovò una forte opposizione in eminenti teologi del passato, come Bernardo di Chiaravalle, Tommaso d’Aquino, Bonaventura, Alessandro di Hales e dall’intero ordine dei frati dominicani, tanto è vero che alcuni di costoro, per questo motivo, finirono sul rogo a Berna il 31 maggio 1509.

Questi oppositori, in pieno accordo con Agostino, ritenevano che la trasmissione del peccato d’origine avvenisse attraverso l’atto sessuale e quindi solo Gesù ne sarebbe stato immune in quanto concepito teogamicamente e non sessualmente. Maria, no. Ma Pio IX nel 1854, considerandosi già allora infallibile come pontefice, non tenendo in alcun conto Agostino e gli altri teologi e dottori che la pensavano diversamente, sancì il dogma dell’Immacolata Concezione.

Sistemata definitivamente la questione del concepimento immacolato di Maria, rimaneva un altro problema in sospeso. La Madonna: Vergine nel concepimento, Vergine incinta, Vergine nel parto, Vergine madre, Vergine perpetua, madre di Dio e concepita immacolata, cioè senza il peccato di Adamo che comporta la morte, poteva morire e disperdere le sue carni, che avevano generato Dio, nella terra come tutti i mortali? Mai più!

Così Pio XII nel 1950, col dogma dell’Assunzione, decretò che la Madonna, al momento del trapasso, in un tripudio di angeli, salì incorrotta al cielo (perdendo la cintola durante l'ascensione, tuttora venerata nel duomo di Prato) smentendo la tradizione, trasmessaci dalla Chiesa delle origini, secondo la quale Maria, dopo la morte, era stata sepolta nei pressi del Getsemani.

E qui, per il momento, la storia di Maria, che da quanto deduciamo dai Vangeli altro non era che la madre di una famiglia molto numerosa che le procurò non poche sofferenze, sembra concludersi.

L'Immacolata

La superiorità intellettuale, morale e civile del laicismo. (La mala religione) 249

A questo punto si potrebbe chiedere alla Chiesa: e il libero arbitrio? È coercitivo anche quello?

Il laico, inoltre, favorirebbe uno stile di vita improntato ad un sano edonismo, mentre le religioni, inventando l'aldilà chimerico, ci fanno disprezzare l'aldiquà reale e ci presentano il mondo come una valle di lacrime e la vita come una perenne mortificazione.

È la loro suprema impostura. Il laico rifiuta sia la demonizzazione del mondo e delle gioe terrene, sia le chimere che la religione offre a piene mani per illuderlo di essere immortale e di poter sopravvivere all’ecatombe planetaria.

Egli è consapevole che solo di questo mondo abbiamo certezza, e che quindi la vita è una sola e dobbiamo viverla nel migliore dei modi possibili e aiutare i mostri simili al raggiungimento del medesimo scopo.

Applicando questi principi laici, che possiamo considerare propri di una grammatica morale universale, l'umanità senza bisogno di rivelazioni, di templi, di libri sacri, di rutilanti liturgie e di papi infallibili, vivrebbe finalmente nella razionalità, nell'armonia e nella fratellanza universale.

giovedì 8 dicembre 2011

Peccato e redenzione (Le due imposture su cui poggia il cristianesimo). Il mito biblico al vaglio della ragione. 31

Se poi passiamo ad esaminare gli attributi che la Genesi attribuisce al dio biblico, riscontriamo che sono contraddittori e irrazionali. La Bibbia ci dice che essendo dio l'essere in assoluto più perfetto, tra i molti suoi attributi ci sono l'onnipotenza e la bontà infinita.

Ebbene già l'antico filosofo greco Epicuro, vissuto qualche secolo prima di Cristo, parlando della bontà e dell'onnipotenza degli dèi, aveva messo in chiaro l'incongruenza tra questi due attributi, facendo riferimento ai molti mali che affliggono l'uomo e il mondo intero.

Se gli dèi sono veramente buoni e vogliono il bene dell'umanità, ma non impediscono il dolore, le malattie e la morte, si chiedeva Epicuro, significa chiaramente che sono impotenti. Se invece sono onnipotenti ma consentono che il male tormenti l'uomo e la natura, sono malvagi.

Se, infine, non possono e non vogliono evitare il male, significa che non sono né onnipotenti, né benevolenti. Lo stesso discorso vale per il dio biblico che, come vedremo in seguito, si rivelerà il più obbrobrioso e sanguinario dio inventato dall'uomo.

Epicuro

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Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)