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mercoledì 31 agosto 2011

Il falso Jahvè (Genesi e involuzione del monoteismo biblico). La leggenda dei Patriarchi Il mitico patriarca Abramo 5

Pur non potendo essere considerato un personaggio storico nel senso stretto del termine, essendo menzionato soltanto nella Bibbia che fu scritta molti secoli dopo di lui, possiamo ammettere che Abramo sia in realtà esistito, e questo perché sappiamo con quale cura la tradizione delle genealogie e della storia tribale veniva trasmessa oralmente tra i popoli analfabeti.

Che però Abramo sia anche il patriarca fondatore dell'intero popolo d'Israele, degli ismaeliti e dei protoarabi, nessun storico è disposto ad ammetterlo. Così come nessuno può affermare che sia stato il fondatore del monoteismo.

Stando alla Bibbia, lo possiamo al massimo ritenere un monolatra o un enoteista, come vedremo tra poco. Egli fu senz'altro un capo-tribù amorreo, vissuto al tempo della fondazione dei regni amorrei lungo l'Eufrate e alla comparsa in massa di nomadi in Palestina.

La sua figura fu scelta dagli scribi di re Giosia per fungere, come capostipite, da elemento unificatore delle tradizioni settentrionali e meridionali, collegando nord e sud d'Israele.

Re Giosia


Le nequizie morali della religione (La Mala religione) 163

Ma se dovessimo applicare la morale sessuale della Bibbia ebraica, considerata parola di dio, come dovremmo comportarci? Secondo il Levitico, dovremmo lapidare gli adulteri e gli omosessuali, ed anche chi ha rapporti sessuali con la matrigna o con la nuora, o sposa una donna e sua figlia. In base al Deuteronomio, poi, se un uomo scopre, la prima notte di nozze, che la sua sposa non è illibata, deve lapidarla a morte sulla soglia della casa di suo padre.

Se applicassimo queste leggi mosaiche al giorno d'oggi, il mondo sarebbe veramente un deserto! Però in Numeri, Mosè concede il sesso più immondo come riposo per il guerriero israelita. Al termine di una battaglia dice ai suoi eroi : “ uccidete ogni maschio tra i piccoli, e uccidete ogni donna che ha conosciuto l’uomo giacendo con lui. Ma tutte le bambine che non hanno conosciuto l’uomo per aver giaciuto con lui, tenetele vive per voi”. Bella preda di guerra e bella orgia sessuale col beneplacito divino!

Che nel XXI secolo gli atti sessuali liberi tra persone adulte debbano essere trattati come delitti da punire in conformità alla morale derivata da un modello inumano e mostruoso come Jahvè, ci fa comprendere chiaramente che la religione è qualcosa di insensato.

La vera e unica morale sessuale che dovrebbe vigere in un Paese libero e laico è che ognuno possa godere la sua sessualità come meglio gli aggrada, purché nel privato e senza danneggiare nessuno, e consentire che chiunque altro possa usufruire del suo stesso diritto. Né religione, né Stato dovrebbero occuparsi del problema.

La morale religiosa si ammanta di ferocia non solo nella sessualità, ma in molti altri campi della vita umana. Qui esamineremo alcuni aspetti che riguardano la contraccezione, l'aborto, l'uso degli embrioni per ricerche mediche, l'eutanasia e il vaccino contro il papillomavirus.

Mosè


martedì 30 agosto 2011

La Chiesa ha più santi protettori nel parlamento italiano che in paradiso.

Gli scandalosi privilegi economici e fiscali della Chiesa Cattolica (la Casta dei casti?) sono denunciati da un solo partito, i Radicali Italiani. Tutti gli altri sono dei partiti caccasotto e tacciono come carogne perché non vogliono inimicarsi i loro signori e padroni vaticani. Anzi vanno a gara a difendere la multinazionale più straricca del pianeta, quella che ha come unico e vero idolo il dio Mammona.

Ha scritto sul sito SEL Andrea Sironi: “sostenere che sia giusto far pagare le tasse alla chiesa non è una questione di fede, non è un espediente per mettere gli uni contro gli altri, chi è credente contro chi non lo è, è una questione di coerenza e giustizia, specialmente in un periodo – quale è questo – di profonda crisi economica, dove tutti devono essere responsabilizzati a dare il buon esempio e fare la loro parte”.

Parole blasfeme per l'Avvenire. Come si permette uno "de sinistra" mettersi contro i privilegi dei gerarchi vaticani facendo pagare l'Ici alle chiese e alle parrocchie o ai monasteri dove i monaci fanno i monaci e i seminaristi i seminaristi? E magari alle mense della Caritas che utilizzano quasi sempre locali di proprietà pubblica, sono finanziate da appositi capitoli di bilancio di Regioni e Comuni e utilizzano volontari, e quindi con l'ICI non c'entrano affatto?

Questa è la colossale mistificazione sostenuta oltre che dai gerarchi vaticani dai nostri politici leccaculo e dai giornali del regime vaticaliano (praticamente quasi tutti) che vogliono nascondere le lucrosissime attività commerciali gestite dalla Chiesa.

Cosa chiedono i radicali? Semplicemente che paghino l'ICI i ricchissimi enti religiosi, quelli che per esempio a Roma da alcuni anni stanno sfrattando centinaia di inquilini poveri che però abitano in case del centro storico che appena liberate possono essere riaffittate a prezzi stratosferici ad inquilini ricchi... e senza pagare l'ICI. Vogliono che la legge vigente, votata anche dai comunisti, che impone che non si paghi l'ICI per gli immobili adibiti NON ESCLUSIVAMENTE ad attività commerciali, sia applicata e non ipocritamente aggirata come succede oggi.

Basta, infatti, che in quegli immobili di proprietà religiosa (appartamenti, pii alberghi, piscine, cinema, teatri, ristoranti, campi da tennis, calcio e via dicendo) ci sia una cappella o anche un'immagine votiva di una madonna o di un padrepio con un lumino acceso che automaticamente non sono più "esclusivamente commerciali", ma diventano immobili destinati anche al culto e quindi ESENTATI dall'ICI.

Una truffa gigantesca a danno della collettività e in concorrenza sleale ai laici che gestiscono le stesse attività pagando tasse e contributi.

Vogliamo finirla con l'ipocrita finzione di considerare destinati al culto questi lucrosissimi immobili vaticani sui quali anche la Corte di giustizia di Strasburgo, su ordine del commissario Almunia, ha aperto un'indagine formale dell'Ue per aiuti di Stato incompatibili con le norme sulla concorrenza, della qual cosa tutti i politici italiani sono a conoscenza ma fingono di non sapere?

Corte di giustizia europea


Le nequizie morali della religione (La Mala religione) 162

Negli ultimi tempi, però, è stata costretta ad ammettere la sua complicità in un formidabile racket di violenze e torture infantili, non esclusivamente omosessuali, soprattutto negli Stati Uniti, per merito di giudici coraggiosi.

In Irlanda, Stato in cui la Chiesa, come in Italia, si comporta da padrona, dal Rapporto Governativo Irlandese del 22 ottobre 2005 veniamo a sapere che un prete della diocesi di Ferns ha violentato una ragazza sull’altare della parrocchia, e un frate, tale Sean Fortune, nel 1999, per evitare un processo per lo stupro di 29 bambini, si è suicidato. Secondo stime attendibili, i bambini non molestati nelle scuole religiose irlandesi sono probabilmente la minoranza.

Ciò non impedisce alla Chiesa di tuonare da tutti i pulpiti contro l'omosessualità, alla stregua degli ayatollah più violenti, e di non approvare la “Declaration on human rights, sexual orientation and gender identity”, presentata all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 18 Dicembre 2008 dall'Europa, per condannare ogni forma di violenza, soprattutto la pena di morte, nei confronti di persone omosessuali.

La Chiesa, quindi, con sommo cinismo, e in contrasto coi più elementari principi evangelici, approva le torture, le esecuzioni, i giudizi sommari, le detenzioni di massa, i lavori forzati e i processi rieducativi, cui sono sottoposti in tanti paesi del mondo gli omosessuali, le lesbiche, i bisessuali e i trans.

Padre Sean Fortune


lunedì 29 agosto 2011

Il falso Jahvè (Genesi e involuzione del monoteismo biblico). La leggenda dei Patriarchi Il mitico patriarca Abramo 4

La triade attorno cui ruota la storia d'Israele, e che sta alla base dell'intera Bibbia ebraica, comprende Abramo, Mosè e David. Abramo il capostipite etnico, Mosè il liberatore e il legislatore, e David il primo re che unifica le dodici tribù d'Israele e fonda il regno unito, divenuto, per l'immaginario collettivo ebraico, il prototipo messianico del regno di Dio in Terra.

Di Mosè e David parleremo ampiamente nel proseguo del libro. In questo capitolo ci prefiggiamo di di mettere a fuoco Abramo, il leggendario patriarca che secondo la Bibbia fu il fondatore del monoteismo. Il resoconto biblico della sua vita è la brillante storia di una famiglia e al contempo di tre grandi nazioni di cui Abramo è considerato capostipite.

Insieme alla sorellastra Sara, sua legittima moglie, Abramo generò Isacco, il padre delle dodici tribù d'Israele; con la schiava egiziana Agar generò Ismaele, capostipite dei dodici gruppi di ismaeliti; infine, con Chetura, sposata dopo la morte di Sara, diventò l'antenato di sedici gruppi protoarabi semiti.

Ma non è tutto. Abramo è considerato anche il capostipite delle tre religioni monoteiste mondiali, chiamate per l'appunto abramitiche: l'Ebraismo, il Cristianesimo e l'Islam.

Isacco e Giacobbe


Le nequizie morali della religione (La Mala religione) 161

Già nei seminari, prettamente maschili, dove viene imposta la più spietata sessuofobia e dove viene esclusa come demoniaca la presenza femminile, i giovani aspiranti al sacerdozio sviluppano le cosiddette amicizie particolari, che sfociano, spesso, nell'omosessualità.

Quando poi diventano sacerdoti e si trovano di continuo in contatto nelle loro parrocchie con giovani e giovanissimi, questa si trasforma in pedofilia. D'altra parte il rinunciare completamente alla sessualità, infligge una forzatura violenta e innaturale al nostro corpo e alla nostra psiche, tale da generare scompensi mentali e sofferenze inaudite.

Di fronte a questa situazione, tutti i preti (ma anche vescovi e cardinali) si arrangiano come possono, spesso purtroppo nel peggiore dei modi. I più fortunati sono quelli che riescono ad organizzare la loro doppia vita in modo tale da non ingenerare scandalo.

La Chiesa lo sa e si preoccupa solo di mettere al riparo dalla legge i suoi ecclesiastici pederasti e sadici, quando vengono scoperti, trasferendoli in parrocchie dove la scelta di creature inermi e innocenti magari è più ricca, o imboscandoli, se condannati in contumacia. Ad essa non interessa minimamente la moralità vera ma solo salvare la faccia.

domenica 28 agosto 2011

Peccato e redenzione (Le due imposture su cui poggia il cristianesimo) Il mito biblico del peccato originale 2

I tre monoteismi (ebraismo, cristianesimo e islam) che da secoli affliggono gran parte dell'umanità e che sono la causa dei massimi conflitti mondiali dei nostri giorni, discendono dai primi libri della Genesi biblica che narrano la creazione del mondo e dei nostri presunti progenitori Adamo ed Eva.

Si tratta di una antichissima leggenda sumerica, che troviamo descritta nel "Cilindro della tentazione" (conservato al British Museum di Londra), ben 20 secoli prima che venisse redatta la Bibbia, e alcuni secoli prima che nascesse Abramo, il millantato progenitore del popolo ebraico, e il presunto fondatore del monoteismo.

Questo reperto del British Museum, inserito nel VI secolo a.C. nella Bibbia ebraica, contiene tutti gli elementi fondamentali del racconto biblico, salvo il cambiamento dei nomi e del dio creatore, qui chiamato Marduk.

Molto verosimilmente gli ebrei, durante il loro esilio babilonese, hanno preso di sana pianta questa leggenda e l'hanno copiata nella Bibbia, dove è diventata parola di dio e tale è rimasta fino ai nostri giorni.

Il cilindro della tentazione (particolare)


L'enigma svelato (Il lato oscuro della verità) 82

"Hai parlato molto bene, anche se non hai commentato le parole del profeta" lo interruppe Gionata con malcelata ironia. "Forse ti manca la dottrina per poterlo fare. Fin quando hai abitato qui da noi hai fatto soltanto il falegname come tuo padre. Un falegname di poco conto se paragonato a tuo fratello Joses. Non mi risulta, inoltre, che tu, mentre te ne andavi ramingo chissà dove, abbia frequentato a Gerusalemme le nostre scuole di teologia. Conosco tutti gli scribi e i farisei della Palestina e nessuno, e sottolineo la parola nessuno, ti ha mai sentito nominare. Donde viene questa tua, chiamiamola così, sapienza?"

"Isaia e gli altri profeti non hanno mai frequentato scuole di teologia" rispose Davide, "eppure di sapienza ne avevano in abbondanza".
"Loro erano ispirati da Dio. Ah..., ora capisco"continuò Gionata sempre più sarcastico. "Tu ti consideri un ispirato, un vero profeta. Ecco perché compi dei prodigi".
"Non sono un taumaturgo" fece Davide con accento sincero.
"E l'indemoniato di Betania?"
Davide rimase sconcertato a quelle parole. Era convinto che il suo esorcismo fosse rimasto segreto. Comunque si ripresa prontamente.
"L'ho soltanto convinto ad aver fiducia nel Signore perché lo guarisse. I prodigi, come tu li chiami, sono solo opera di Dio".
"O del diavolo" fece Gionata, scandendo le parole. "Mi risulta che sei stato in Egitto per molti anni. Chi non mi dice che lì un qualche mago non ti abbia istruito nella magia?"

"Sono tornato che era ancora fanciullo. Comunque il diavolo non compie prodigi di questo genere: non può scacciare un altro diavolo. Agirebbe contro se stesso".
Tutti seguivano il dialogo con fiato sospeso e con grande tensione e tutti erano meravigliati della calma e sicurezza di Davide, per niente intimidito da un personaggio come Gionata, che riusciva a far tremare chiunque a Cana.

"Sai destreggiarti molto bene" dovette ammettere Gionata con malcelata stizza. "Ma io ho voluto prepararti una sorpresa. Ora più che le chiacchiere servono i fatti". E volgendosi ai presenti puntò l'indice verso uno di loro e gli disse: "Matteo, mostra a tutti la tua mano rattrappita."
Il povero Matteo si alzò, tremante di vergogna, e si avvicinò a Gionata. Aveva la mano destra come rinsecchita e contratta, e, di tanto in tanto, agitata da un tremito convulso. Il viso era teso in una smorfia di sofferenza e l'andatura rigida e disarmonica.
Davide lo riconobbe per un suo vecchio compagno di scuola. L'infelice si portò tremante vicino a lui.

"Su, fa' vedere cosa sai fare" fece Gionata, rivolto a Davide con un sogghigno.
Egli comprese perfettamente il gioco perfido del fariseo. Se falliva nella guarigione, sarebbe diventato il ludibrio dell'assemblea; se, invece, avesse operato il prodigio, sarebbe stato accusato di violazione del sabato e di connivenza con Satana. Ebbe un attimo d'incertezza e di smarrimento.

L'ostilità di Gionata, condivisa dalla maggioranza dei presenti, ostacolava il suo fluido psichico e lo rendeva vuoto e impotente. Ma il cedimento durò un attimo. Subito dopo avvertì possente in sé l'alito del Potere e colse l'onda calda di sintonia affettiva che gli proveniva da Lia, da quasi tutte le altre donne e da Giuda e Giacomo.

"Come ho già detto, non sono un taumaturgo" disse allora dopo aver ripreso la sua consueta dolcezza, "ma posso tentare di aiutarlo a guarire, inspirandogli fiducia nel Signore".

Si volse a guardare Matteo e lesse nei suoi occhi una desolazione infinita. Capì che questa non dipendeva dalla sua mano rattrappita, dal suo corpo irrigidito, ma dalla sua mente devastata da inconsci conflitti irrisolti. Entrò subito in sintonia con lui e, telepaticamente, gli mostrò la parte più oscura della sua mente. Matteo rabbrividì, tremò tutto, si pose la mano sana davanti agli occhi, come ad impedir loro di vedere e gettò un urlo straziante che fece rabbrividire tutti. Davide gli afferrò la mano malata, la strinse tra le sue e gli sussurrò, così a bassa voce che solo alcuni riuscirono ad intendere: "Dio ha rimesso i tuoi peccati. Ora puoi riaprire la tua mano".

Come si fosse risvegliato da un lungo sonno, Matteo sbarrò gli occhi, stese il braccio e aprì completamente il suo arto rattrappito. Il volto gli si era disteso e tutto il corpo scongelato. Sembrò, al momento, non rendersi conto di quanto gli era accaduto, poi gettò un urlo di gioia e gridò: "Sono guarito, sono guarito!" E non c'era verso di fermare le sue grida.

Gionata, esterrefatto e terreo in volto, non riuscì, per più di un minuto, a proferire parola ma soltanto a balbettare suoni inarticolati.

"Avete visto tutti" gridò appena riprese il controllo di sé "che ha operato con l'aiuto del diavolo, sennò come avrebbe potuto guarire, violando la legge del sabato!" E, in preda ad una rabbia incontenibile si diede ad inveire contro Davide con la bava alla bocca finché alcuni suoi domestici, preoccupati di quello squallido spettacolo, accorsero per ricondurlo a casa.




sabato 27 agosto 2011

Il falso Jahvè (Genesi e involuzione del monoteismo biblico). Prefazione 3

Col cristianesimo poi il Dio-Uno si è trasformato in un Dio-Trino e con l'introduzione del culto della Madonna e di una pletora di santi si è ulteriormente involuto in una forma di politeismo mascherato.

Per poter dimostrare la genesi e l'involuzione del monoteismo trasmesso da Mosè ripercorreremo, per sommi capi, la storia del popolo d'Israele come ci è stata tramandata dalla Bibbia e quindi riesamineremo anche questo sacro testo evidenziando la sua origine e le finalità che lo hanno fatto nascere, nonché tutte le incongruità storiche e teologiche che lo caratterizzano.

Dato quanto sopra esposto è superfluo spiegare che la Bibbia non sarà qui considerata un libro rivelato, come continuano a ritenerlo gli ortodossi ebrei e cristiani e alcune sette protestanti, ma un libro solo e prettamente umano, scritto per esaltare tutte le istanze teologiche, storiche e sociali degli antichi israeliti.

I vari momenti che caratterizzano la storia d'Israele verranno esaminati sotto due punti di vista: quello aderente al racconto biblico e quello che possiamo ricostruire basandoci sugli antichi documenti extra-biblici e i più recenti studi storico-filologici, nonché sulle ultime scoperte archeologiche che hanno rivoluzionato le nostre conoscenze riguardo la storia d'Israele e hanno chiarito il momento storico preciso in cui è nata la Bibbia ebraica e le circostanze teologiche che l'hanno determinata.

Bibbia


Le nequizie morali della religione (La Mala religione) 160

Certe religioni poi, che vietano rigorosamente l'omosessualità e altre deviazioni sessuali, sono invece permissive in altri campi, consentendo vere e proprie violenze sui minori.

In Iran ed in altri Paesi musulmani, ad un adulto è consentito di sposare una bambina di nove anni. Un caso eclatante è scoppiato il 2 maggio 2009 sulla stampa mondiale che ha riportato la notizia che un tribunale di Onayza (Arabia Saudita) aveva autorizzato il divorzio di una bambina di otto anni dal marito quarantasettenne. La bambina era stata venduta dal padre per ripagare un debito di 50mila rial (13mila euro).

Per noi occidentali questi matrimoni si configurano come reati di pedofilia, ma, pur essendo noti a tutti, vengono ipocritamente ignorati dagli organismi internazionali come l'ONU, per non creare attriti con i paesi che li consentono. Matrimoni con bambine sono ammessi anche in India, mentre negli Usa viene consentito ai mormoni di sposare le figlie minorenni con zii e cognati, già coniugati con mogli più vecchie.

Gli assurdi divieti sessuali imposti dalle religioni hanno determinato una repressione che ha avuto, come conseguenza, di favorire l'estrema lascivia. Infatti, tutte le proibizioni sessuali, che alla fine acuiscono i desideri morbosi, vengono al lato pratico sistematicamente violate mediante mille sotterfugi, che l'ipocrisia generale finge di non vedere.

Per cui, più il sesso sano e libero viene represso, più si trasforma in vizio. Ne abbiamo la prova nella pedofilia e nella omofilia del clero cattolico, conseguente alla repressione sessuale imposta dal celibato.

ONU


venerdì 26 agosto 2011

E la Chiesa?

Sta montando di giorno in giorno negli organi di stampa (anche quelli più vicini al centrodestra) la protesta per il fatto che la Chiesa Cattolica, nonostante il suo immenso patrimonio e gli ingenti contributi che riceve dallo Stato non intende rinunciare a nessuno dei privilegi di cui oggi gode rispetto ad altri enti non profit, come l’esenzione dall’Ici per gli immobili non destinati a finalità di culto (ospedali, scuole e università e così via) e la riduzione del 50% dell’Ires sui redditi che gli enti ecclesiastici commerciali producono.

Uno scandalo mostruoso. Il patrimonio della Santa Sede, finora, è sfuggito a tutti i censimenti che sono stati effettuati negli ultimi 81 anni, quanti cioè ne sono trascorsi dal Concordato che regola i rapporti tra Oltretevere e Stato italiano. Ma da informazioni frammentarie presenti sul mercato si può stimare che la Chiesa detenga il 20-22% dell’intero patrimonio immobiliare italiano (al quale andrebbero poi aggiunti i possedimenti esteri) per cui il valore dei beni appartenenti a enti ecclesiastici, congregazioni vaticane, ordini religiosi e società legate alla Chiesa cattolica, anche per via indiretta, è superiore ai 1.500 miliardi di euro (a voler restare nella parte bassa della forchetta).

Una ricchezza spropositata chiaramente in contrasto con lo spirito evangelico. Se si considera, poi, che il gettito Ici frutta al Fisco all’incirca dieci miliardi di euro ogni anno, e l’estensione dell’imposta ai beni della Chiesa porterebbe ulteriori entrate al nostro Stato di non meno di tre-quattro miliardi, più di quanto il Governo prevede di ricavare dal contributo di solidarietà e quasi la totalità del valore della riforma dell’assistenza, la Chiesa italiana dovrebbe sentire l'obbligo morale e civile di dare il suo contributo per il risanamento del deficit nazionale.

In una fase di tagli pesantissimi generalizzati, chi è percettore di un flusso ingente di rendite patrimoniali e di finanziamenti pubblici non può sentirsi “al di sopra delle parti”, se veramente tutti, e non solo le famiglie a reddito fisso, le uniche che pagano le tasse fino all'ultimo centesimo, partecipano ai sacrifici. Ma state pur certi che la gerarchia ecclesiastica si guarderà bene da venire incontro alle esigenze della comunità. Il dio Mammona è l'unico in cui essa crede realmente.

Vescovi e cardinali all'unisono su Avvenire si sono proclamati vittime di rigurgiti anticlericali e di oltraggioso spirito antireligioso. E la nostra classe politica bypartisan, costituita in prevalenza da zuavi pontifici, si è dichiarata pienamente d'accordo. “L'esenzione fiscale di cui gode il Vaticano per i suoi immobili non si tocca”, hanno dichiarato Pier Ferdinando Casini, Rosi Bindi e il ministro Rotondi, anticipando il resto della casta.

E hanno tirato fuori la solita fregnaccia della Caritas che è tanto buona e fa tanto del bene a tutti. Ma hanno dimenticato di dire che nessuno vuol togliere un euro alla Caritas a cui i governi clericali degli ultimi 60 anni hanno delegato tutta l'attività assistenziale che per molti anni faceva capo ai Comuni attraverso gli ECA e altre strutture.

Fingono anche di ignorare che le attività benefiche della Caritas sono finanziate da Stato, Regioni, Province e Comuni con appositi e gravosi capitoli specifici di bilancio, che sono sempre le pubbliche istituzioni quelle che mettono a disposizione locali e strutture, e, infine, che la mano d'opera è quasi tutta volontaria . E i gerarchi vaticani senza pagare un centesimo, perché paga tutto il popolo bue, riscuotono dalla Caritas un enorme ritorno di prestigio e di potere.

La piovra d'oltre Tevere quindi, col suo patrimonio di 1500 miliardi di euro (avete letto bene) viene difesa ad oltranza dai nostri politici codardi e correi della depredazione delle risorse pubbliche, perché per loro foraggera di voti.

On.Rosi Bindi


Le nequizie morali della religione (La Mala religione) 159

Le repressioni sessuali imposte dalla religione, e spesso purtroppo adottate da Stati teocratici e democratici (o pseudo tali) sono infinite. Il sesso orale e anale tra adulti consenzienti è un reato gravissimo, punito penalmente in tutti gli Stati a regime islamico e anche in altri Stati del mondo e perfino in 13 Stati degli Usa.

Quindi l'omosessualità è messa al bando in gran parte del mondo e in taluni casi, come in Iran, punita con la condanna a morte per impiccagione, e in Afganistan con il raffinato metodo di seppellire vivi i colpevoli. Tutto questo in nome dell'integralismo religioso che considera l'omosessualità un vizio contro natura, anche se largamente diffuso nel mondo animale e praticato in molte civiltà antiche senza scandalo.

Un altro aspetto da segnalare è che quasi tutti i Paesi che si accaniscono contro gli omofili considerano reato la sola prostituzione maschile. Perciò le donne, nei Paesi musulmani, possono prostituirsi impunemente, magari dopo aver celebrato un matrimonio formale e ipocrita della durata di un paio di ore, in case appositamente designate, con una dichiarazione di divorzio pronta a faccenda conclusa.

Il tutto fornito da mullah molto comprensivi. Gli uomini invece non possono fare i gigolò, pena castighi durissimi.

Iran. Impiccagioni di omosessuali


giovedì 25 agosto 2011

Peccato e redenzione (Le due imposture su cui poggia il cristianesimo) Introduzione. 1

Venti secoli fa, con la nascita del cristianesimo, ha avuto inizio per gran parte dell'umanità il periodo più oscurantista ed oppressivo della sua storia.

La suprema aspirazione umana alla felicità terrena e alla serena armonia di vivere, sempre perseguita dall'uomo durante la sua lunga e tormentata evoluzione, con l'avvento del cristiano-giudaismo è stata soppiantata da un'etica repressiva, attribuita ad un dio collerico e crudele, il totem tribale biblico Jahvè.

Questa etica ha rinnegato ogni gioia di vivere e ha imposto l'obbedienza cieca a precetti assurdi e disumani, considerati principi divini.

Da allora gran parte del mondo si è riempita di tenebre perché l'uomo è stato coartato a rinunciare alla sua razionalità per abbracciare una fede cieca; a ripudiare ogni gioia terrena per incentrarsi nell'ascesi e nella mortificazione delle passioni; a considerare il suo corpo, non come orgoglioso strumento che gli conferisce bellezza, vigore, forza, gioa di vivere e di operare, ma solo una ignominiosa sede del peccato, della vergogna e della perdizione; a ritenere il mondo, anziché il teatro gioioso delle mille imprese dell'uomo, felice artefice del suo destino, una squallida valle di lacrime dove la vita deve essere vissuta come sofferenza, espiazione, penitenza.

Ogni forma di felicità terrena è stata bandita in cambio dell'illusione di un aldilà utopistico e chimerico, creato da una favola infantile.

Ma che cosa ha determinato un simile stravolgimento che ha portato l'uomo a considerare l'infelicità come il supremo valore che giustifichi la sua esistenza?

A fondamento di questa colossale impostura che per secoli ha sottoposto gran parte dell'umanità ad ignobili oppressioni fisiche, psichiche, morali e intellettuali; che ha seminato il mondo di intolleranze, persecuzioni, crociate, guerre sante e discriminazioni di ogni genere, ci sono due concetti fondamentali, entrambi mitici e infantili, per non dire demenziali: il concetto di peccato, conseguente alla disobbedienza di Adamo a dio, e quello di redenzione per cancellare, con l'immolazione di Cristo, quella colpa primigenia e consentire la salvezza a tutto il genere umano.

Sono questi i due piedi d'argilla che sorreggono l'intera struttura del cristianesimo. Se non fosse esistito il mito del peccato originale di Adamo e il conseguente mito dell'immolazione sulla croce di Gesù per redimere l'umanità peccatrice, l'edificio del cristianesimo non sarebbe mai nato.

Dimostrare la falsità di queste due imposture, e quindi negare ogni validità al cristianesimo, è quanto si propone di fare questo libro nella speranza di aiutare qualcuno a liberare la sua mente dalle tenebre religiose che la opprimono e riscoprire la gioia di vivere in una nuova e pacifica convivenza umana.


Le nequizie morali della religione (La Mala religione) 158

Perché questa proibizione? Che danno arrechiamo agli altri o a noi stessi se facciamo sesso nell'intimo, da soli o con partner consenziente ? Nessuno.

E allora? Tutto quello che facciamo senza recar danno a noi e agli altri e con reciproco diletto, dovrebbe non solo essere permesso ma anche incoraggiato. Edonismo? Perché no, se asseconda la gioia di vivere e l'amore coi propri simili. Purché, ovviamente, non si violi né la libertà dell'altro, né il decoro pubblico e lo si svolga esclusivamente in campo privato.

A smascherare l'ipocrisia delle religioni nella loro guerra contro il sesso basti osservare che esse predicano l'astinenza nella vita terrena per promettere un'eterna gozzoviglia in quella ultraterrena.

Per l'islam, il paradiso è un luogo di delizie anche sessuali, come promette il Corano.

Per il cristianesimo, troppo represso, ciò non viene esplicitamente dichiarato, ma sottinteso se si ammette che nel Giorno del Giudizio rinasceremo non come puri spiriti ma in carne ed ossa e in piena forma fisica.

Cosa ci servirebbe un corpo in piena efficienza e con perfetti attributi sessuali se non potessimo usufruire di tutti i godimenti che questo comporta?

Giudizio Universale (Michelangelo)


mercoledì 24 agosto 2011

Il falso Jahvè (Genesi e involuzione del monoteismo biblico). Prefazione 2

Ma non fu Abramo il vero iniziatore del monoteismo biblico, che è a fondamento dell'Ebraismo e del Cristianesimo, e tanto meno l'unico progenitore delle dodici tribù d'Israele. La prerogativa di avere trasmesso agli ebrei il monoteismo spetta invece a Mosè, il liberatore di quella parte del popolo d'Israele che era schiavo in Egitto.

Non però il Mosè semita, salvato dalle acque e che incontra Dio nel roveto ardente, bensì il Mosè gran sacerdote e principe egiziano, iniziato alla teologia dei grandi misteri e sostenitore del monoteismo del faraone Akhenaton, suo parente e contemporaneo.

Questo libro mira a raccontare la vera nascita del monoteismo non basandosi soltanto sulla documentazione biblica, che come vedremo è in gran parte leggendaria e quindi poco attendibile, ma su quella extrabiblica che possiamo ricavare da antichi documenti egiziani, greci e latini.

Mira, inoltre, ad evidenziare la parabola involutiva che il monoteismo andò incontro quando fu trasmesso al popolo ebraico prima e al cristianesimo poi.

Infatti il monoteismo dei grandi misteri egizi, che rappresentò la più alta forma di religiosità espressa dall'uomo lungo tutta la sua storia, e che in origine era riservato a pochi eletti, quando venne trasmesso da Mosè a un popolo rozzo, incolto e abbruttito da secoli di schiavitù, quale era la schiera di semiti da lui adottata, si ridusse dal concetto del Dio-Tutto: universale, astratto, spirituale, anonimo, invisibile e al di fuori dalla portata della comune ragione umana, a quello di un Dio infinitamente minore, quale ci viene trasmesso dalla Bibbia: teistico, personale e nazionale, di esclusiva appartenenza cioè al popolo ebraico e quindi sganciato da ogni connessione con il concetto originario di divinità universale e assoluta.

Akhenaton


Le nequizie morali della religione (La Mala religione) 157

Diamo ora un'occhiata ad alcune delle più inique imposizioni pseudomorali che ci impongono le varie credenze religiose, diffuse sul nostro pianeta.

Cominciamo dalla sessualità, il peccato che le religioni monoteiste considerano ossessivamente il più perverso. La pulsione sessuale è il motore che spinge la nostra specie a riprodursi e a sopravvivere.

Ma il desiderio che essa produce è così forte da superare le finalità biologiche e da determinare gran parte dei desideri, delle ambizioni e dei conflitti, che riguardano l'umanità. Forse saremmo mammiferi migliori se la nostra sessualità non fosse così preponderante e non occupasse tanta parte della nostra vita, ma dobbiamo accettarci come l'evoluzione ci ha fatti.

Invece le religioni, campando divieti di origine divina, impongono la criminalizzazione di quasi ogni impulso sessuale, e lo vorrebbero finalizzato esclusivamente a fini procreativi, escludendo del tutto il piacere fisico, psicologico e affettivo che esso comporta.

Quindi niente sesso per puro edonismo, come il sesso manuale, il sesso orale, il sesso anale, il sesso in una posizione che non sia quella del missionario, o il sesso con metodi che impediscono la fecondazione. Tutto ciò è assolutamente interdetto da dio e perfino da molte leggi di Stati teocratici e democratici.

martedì 23 agosto 2011

Una squallida carnevalata teologica.

La Chiesa non si smentisce mai e in certe occasione, come l'esposizione della Santa Sindone a Torino l'anno scorso, o in occasione di incontri oceanici mistico-afrodisiaci di giovani cattolici (con scialo di preservativi), come le Giornate Mondiali della Gioventù, non resiste alla tentazione di ricorrere alle solite indegne carnevalate teologiche.

Infatti, il cardinale Antonio Maria Ruoco Valera, arcivescovo di Madrid, affinché i giovani che hanno partecipato alla XXVI Giornata nella capitale spagnola potessero ottenere gli sperati frutti di santificazione (sic), ha decretato che dal 16 al 21 agosto, ogni sacerdote avesse il potere di concedere a tutte le partecipanti al convegno che si fossero confessate, la piena assoluzione per il «delitto di aborto procurato». Una tipica miseranda svendita da fiera di paese.

Per comprendere appieno la portata del provvedimento va ricordato che il peccato dell’aborto è gravissimo, così grave che un semplice sacerdote non ha il potere di cancellarlo, ma per farlo c'è bisogno della dispensa del vescovo. Infatti chi abortisce incorre ipso facto nella scomunica latae sententiae, ossia d'ufficio, automatica.

Ma c’è di più: l’aborto è considerato un peccato più grave della pedofilia come ha ribadito in un’intervista di qualche tempo fa, monsignor Girotti, reggente della Penitenzieria vaticana. Un prete pedofilo se la cava con una confessione normale, mentre una donna che ha abortito necessita di un “permesso speciale”.

Quindi per la Chiesa, che si arroga la facoltà di interpretare il giudizio divino, dio nutre minor disappunto verso un suo ministro che stupra e sodomizza minori – magari a decine – piuttosto che per una donna che si sottopone all’interruzione di gravidanza, spesso obbligata dalla necessità.

Ma il ridicolo è che il perdono divino, con sconti così speciali per un peccato tanto grave, è stato concesso solo in questa occasione e solo a Madrid e tra il 16 e il 22 agosto. Il 23, il giorno dopo, lo sconto è già scaduto con grande disappunto delle peccatrici ritardatarie o fuori sede che si vedranno costrette a cavarsela da sole cercando un vescovo che le assolva.

Ve lo immaginate l'immaginario buon dio intento a controllare le richieste di perdono per l'aborto con tanto di orologio e calendario in mano? Certo, a digerire queste carnevalate teologiche, ci vuole una forte dose di idiozia

Card. Maria Rouco Varela


Le nequizie morali della religione (La Mala religione) 156

È risaputo, anche da individui dotati di modesta cultura, che la civiltà greco-romana, tramite i suoi letterati e filosofi, seppe elaborare una morale rispetto alla quale quella cristiana impallidisce. Quindi, non c’è nessun collegamento tra il senso umano del bene e del male e l’esistenza di una qualsiasi divinità soprannaturale.

La morale religiosa, sia cristiana che musulmana, è di tipo mercantile, un “do ut des”: devi essere buono per meritarti il paradiso, altrimenti vai all'inferno. Un'etica materialistica che fa dire a Einstein: «Se le persone fossero buone solo per timore della punizione e speranza della ricompensa, saremmo messi molto male».

Questa forma di morale sfrutta sistematicamente il senso di colpa. Difatti, i preti. più che incitare il fedele ad agire rettamente, si dedicano ossessivamente a enfatizzare i peccati (e a inventarne sempre di nuovi), per cui i credenti molto rigorosi sviluppano una bassissima autostima e si considerano dei reietti peccatori, spesso con seri turbamenti psichici.

I non credenti, invece, hanno un sistema etico più equilibrato e sereno, agiscono con migliore riflessività e, evitando di angustiarsi per molti peccati immaginari (dispetti a dio), godono di un migliore equilibrio psichico. Sono anche più morali, perché agiscono senza aspettarsi ricompense, fanno il bene per il bene e basta.

Albert Einstein


lunedì 22 agosto 2011

Il falso Jahvè (Genesi e involuzione del monoteismo biblico). Prefazione 1

È opinione pressoché unanime che il monoteismo abbia avuto origine, venti secoli prima di Cristo, col patriarca Abramo e che da lui si sia ininterrottamente tramandato, attraverso il popolo ebraico, fino al cristianesimo che lo ha ereditato.

La Bibbia (Genesi 12, 1-7 e 17, 1-14) ci dice infatti che Abramo in due occasioni – a settantacinque e a novantanove anni – stipulò con l'Eterno il Patto dell'Alleanza col quale lo eleggeva a suo unico Dio e, in premio della sua assoluta sottomissione e fedeltà, ricevette la promessa che sarebbe diventato il patriarca del popolo eletto e il possessore, per diritto divino, della Terra di Canaan.

Oggi la storiografia considera la leggenda del mitico patriarca Abramo un pia preistoria e spiega che gli scribi e i sacerdoti che procedettero alla stesura della Bibbia, al tempo di re Giosia nel sesto secolo a.C., volendo dimostrare che il popolo ebraico discendeva da un unico capostipite ed era originario di Ur, un'antica città storicamente e religiosamente importante, posero retrospettivamente Abramo, un autorevole capo-tribù amorreo vissuto molti secoli prima e tramandato dalla sua gente come una leggenda, a capostipite di tutto Israele e a fondatore del monoteismo e del Patto dell'Alleanza.

Il patriarca Abramo


Le nequizie morali della religione (La Mala religione) 155

Vantando un'origine rivelata, tutte le religioni hanno imposto divieti assurdi e irrazionali per impedire all'uomo di godere delle sue libertà fondamentali, a cominciare da quella sessuale, e hanno camuffato i loro assurdi divieti come divini precetti morali.

Anche l'innato bisogno dell'uomo di sapere, di conoscere e di sperimentare, è sempre stato condannato dalle religioni, nel timore che l'oscurantismo da loro imposto venisse smascherato dai progressi della cultura e della scienza. In questo capitolo esamineremo gli iniqui precetti morali, l'odio mortale verso la libertà e la democrazia, e l'ostruzionismo verso la cultura e la scienza, imposti dalle religioni, soprattutto da quella cattolica.

La quasi totalità dei credenti è fermamente convinta che senza la religione gli uomini sarebbero dei bruti, immersi nella malvagità e nel crimine. Si tratta di uno stupido luogo comune, alimentato ad arte dai capi religiosi, ma sconfessato dal fatto che sono proprio le religioni, con le loro intolleranze, coi loro assolutismi, coi loro integralismi, a violare i più elementari principi morali e a rendere grama e infelice la vita dell'uomo.

Sono proprio loro che, millantando un'origine divina, ci impongono cervellotici divieti comportamentali che negano le nostre libertà, ci infliggono demenziali punizioni corporali (digiuni, astinenze, flagellazioni) e umilianti mutilazioni fisiche (circoncisione e infibulazione), coartano i sani istinti della natura con la sessuofobia, ostacolano ogni sana gioia di vivere e, perfino, mettono a repentaglio la nostra salute fisica (divieto dei profilattici, dei contraccettivi, dell'uso delle cellule staminali, delle trasfusioni) e disturbano il nostro equilibrio mentale, inventando maniacali sensi di colpa.

Insomma, sono proprio le religioni, con le loro assurde verità di fede, che ci impongono una morale spesso nociva, falsa e ipocrita, perché non derivata dalla natura genuina dell'uomo, ma dedotta falsamente da un'entità superiore, chiaramente inventata.

domenica 21 agosto 2011

Le religioni, come il comune raffreddore, sono ormai diffuse in tutto il mondo. (D.Dennet) questo però non impedisce di curarci, di prendere l'aspirina, in attesa che qualche potente vaccino riesca a debellare definitivamente il vibrione della stupidità umana.

Dio è un prodotto dell'ignoranza che la scienza va lentamente ed inesorabilmente sgretolando ed emarginando; è un concetto ancora molto redditizio per pochi ma che rischia di perpetuare la servitù di molti.

Viviamo perciò serenamente dimenticandoci di dio!
(Alateus)

L'enigma svelato (Il lato oscuro della verità) 81

Il sabato mattina l'intera popolazione di Cana era riunita nella sinagoga. Gionata sedeva davanti a tutti, nel posto riservato alle persone importanti. Quel posto gli spettava per diritto: era dottore della Legge e aveva fatto restaurare l'edificio a sue spese. Per di più, era di gran lunga il più ricco del villaggio.

Con la coda dell'occhio controllò che anche Davide e il suo amico Giuda fossero intervenuti. Notò, con viva soddisfazione, che solo Giacomo sedeva accanto al fratello. Joses e gli altri parenti, erano seduti discosto da lui. Nel reparto riservato alle donne spiccava Lia. Sentiva gli strali dei suoi occhi trafiggergli il collo e la nuca. Quella donna maledetta lo odiava a morte.

Al momento della lettura il rabbino aprì il rotolo, sollevò lo sguardo per guardare l'assemblea e parve allora accorgersi, con sorpresa, della presenza di Davide e di Giuda. Atteggiando un sorriso di benevolenza, che sapeva d'ipocrisia lontano un miglio, disse rivolto ai nuovi ospiti: "Vedo con piacere che tra noi c'è oggi un nostro caro compaesano che mancava da molti anni. Ho saputo che è molto considerato a Gerusalemme quindi sarei lieto se fosse lui ora a leggere il testo che ho scelto per la nostra conversazione".

Davide si alzò, prese il rotolo già aperto e cominciò a leggere con voce calma e sicura. Era un brano del libro d'Isaia che recitava: "Lo spirito del Signore è su di me. È lui che mi ha unto col crisma per portare ai poveri un lieto annuncio; e mi ha inviato a guarire coloro che hanno l'afflizione nel cuore, e a proclamare ai prigionieri la liberazione; ad annunciare ai ciechi la vista, a restituire la libertà ai detenuti e a indire un tempo di benedizione del Signore".

Restituito il rotolo, Davide si mosse per tornare al suo posto, ma il rabbino lo trattenne dicendogli: "Siamo tutti ansiosi di sentire il tuo commento".
Davide sorrise e, nel silenzio più assoluto, rivolse il suo sguardo all'assemblea che lo fissava con manifesto imbarazzo. Capì che gli erano quasi tutti contro ma non si perdette d'animo perché avverti l'alito dello Potere soffiare dentro di lui.

"Lo Spirito del Signore è in ciascuno di noi" esordì con pacata dolcezza, "quando ci rivolgiamo a lui nella preghiera, dedichiamo la nostra attenzione agli afflitti, perdoniamo le offese ricevute, e, soprattutto, chiediamo perdono per le offese che abbiamo arrecato. Ma queste opere di pietà e di carità dobbiamo farle con purità di cuore. Perciò quando preghiamo non dobbiamo essere come gli ipocriti che si pongono agli angoli delle strade perché tutti possano ammirarli mentre pregano, ma ritirarci nella nostra camera, chiudere la porta e pregare il Padre nel segreto del nostro cuore.

"E la nostra preghiera sia solo di lode e di ringraziamento. Non occorre che preghiamo per le nostre necessità. Dio, che è un padre amoroso, le conosce meglio di noi e ci soccorre con la sua bontà. E quando facciamo l'elemosina non sappia la nostra sinistra quello che fa la nostra destra. Chi suona la tromba, con la scusa di attirare i poveri, in realtà fa l'elemosina per se stesso e ha ricevuto la sua ricompensa".

venerdì 19 agosto 2011


Non sempre il male viene solo per nuocere.

Se la legge Calabrò sulle Dichiarazioni anticipate di trattamento verrà approvata in autunno, cosa che accadrà quasi sicuramente, l'accanimento terapeutico che essa comporterà arriverà alle stelle e le torture cui fu sottoposta la povera Eluana Englaro saranno applicate a chissà quanti infelici con enormi spese per lo Stato e infinite sofferenze per i familiari.

E tutto questo perché la maggior parte della nostra classe politica legifera non come desidera la stragrande maggioranza della popolazione, ma come impone il Vaticano, di cui l'Italia è ormai una colonia. Ma forse, come recita il proverbio, non tutto il male viene solo per nuocere.

Perché l'entrata in vigore di questa legge funesta determinerà quasi immediatamente la raccolta delle firme per indire un referendum che la abolisca. E allora ne vedremo delle belle. La Chiesa s'illude che il referendum fallirà come fallì quello sulla legge 40, ma sbaglia di grosso.

La legge 40 sulla procreazione assistita riguardava una stretta minoranza ed era quindi molto lontana dagli interessi generali. La legge Calabrò, invece, riguarda tutta la popolazione ed è sentita, da quasi l'ottanta per cento degli italiani, come un calamità, e in più è fortemente avversata anche dai medici (che rischiano l'incriminazione per omicidio se seguono le volontà del paziente). e perfino da molti cattolici.

Il referendum scatenerà lotte feroci e la gerarchia vaticana, schiumando di rabbia, vomiterò tutte le più inimmaginabili menzogne per ingannare il popolo. Il quale però non è totalmente stupido come ci ha dimostrato l'esito dei recenti referendum, e non abboccherà.

E la vittoria del referendum, ampiamente prevista da tutti gli organi di informazione, darà alla Chiesa, e alla parte politica che ne fa da portavoce, una sonora sconfitta con due impostanti risultati: il primo, l'abolizione della legge, e il secondo, molto più importante, la possibilità di introdurre in Italia il diritto di morire anche di una morte medicalmente assistita all'interno del Servizio Sanitario Nazionale.

In altre parole, consentirà di applicare una tecnica eutanasica, sia pure di tipo passivo, fortemente contestata dalla Chiesa, ma sempre più voluta dalla popolazione di molti Stati europei e già in vigore in alcuni di essi.

Quindi comincerà a farsi strada, anche in Italia, attualmente il Paese più ottenebrato d'Europa, la più sublime e nobile delle libertà, quella che consente la totale autodeterminazione sulla scelta di morire quando la vita non è più degna di essere vissuta perché devastata da dolorosissime sofferenze, senza vie d'uscita, e dalla perdita della propria dignità.

Sen. Raffaele Calabrò


Le reliquie (La mala religione) 154

Abbiamo dimostrato in modo lapalissiano che la totalità delle reliquie riferite al Vecchio Testamento e alle origini del Cristianesimo sono al di fuori di ogni plausibile razionalità.

Altrettanto dobbiamo dire dei luoghi santi di Gerusalemme e della Palestina, dopo quanto avvenne in seguito alle due guerre giudaiche del 70 e del 135, che portarono alla distruzione totale di ogni riferimento religioso sia giudaico che cristiano., inventati, come abbiamo spiegato, da Sant’Elena nel IV secolo e dai crociati nel Medioevo.

Così come sono altrettanto fasulle le due case considerate dimora della Madonna: la casa di Efeso (Turchia) e la Santa Casa di Loreto. La prima, secondo la mitica leggenda che racconta che gli apostoli Luca e Giovanni accompagnarono Maria da Gerusalemme ad Efeso, è ritenuta, per gli ingenui credenti, l'ultima dimora della madre di Gesù, e fu oggetto di culto dei papi Paolo VI e Benedetto XVI che la visitarono.

La seconda, nella quale Maria avrebbe avuto l'annunciazione, che secondo la leggenda fu portata da Nazareth a Loreto in volo da alcuni angeli. In realtà furono i crociati a portare per nave prima a Tersatto (Croazia) nel 1291, e poi a Loreto nel 1294, le pareti di una piccola casa comune trafugata in Palestina, su ordinazione della famiglia Angeli Commeno, regnante in Epiro e imparentata con la corte imperiale di Costantinopoli.

A conclusione di questo capitolo risulterà chiaro a chiunque che gran parte delle reliquie, tutti i luoghi santi e tutti i miracoli, altro non sono che colossali bufale della Chiesa che alimentano invereconde forme di feticismo, di superstizione e di dabbenaggine ma anche colossali business a tutti i livelli.

La santa Casa di Loreto


mercoledì 17 agosto 2011


Critiche e riserve per la ventiseiesima edizione della giornata mondiale della gioventù a Madrid.

La ventiseiesima edizione della giornata mondiale della gioventù, che si terrà a Madrid in questi giorni (16-21 agosto), non promette bene almeno stando alle adesioni pervenute finora e stando alla dura presa di posizione di molte associazioni cattoliche e di non pochi preti.

Sarebbero poco più di 400mila i pellegrini che hanno confermato la presenza. Non si tratta quindi di moltissimi se si pensa che 25mila sono sacerdoti e religiosi, 774 i vescovi e circa 4mila giornalisti della stampa accreditata. Si sperava in almeno un milione di fedelissimi che avrebbero potuto assistere alla cinque giorni di preghiera, canti sacri e notti in sacco a pelo accanto ai papaboys e alle papagirls provenienti da tutto il mondo.

Sembrano davvero lontani i fasti di Sidney del 2008 e le glorie woodstockiane di Roma del 2000 in cui duecentomila preservativi usati, consumati in una sola notte, pari a sette quintali di lattice umidiccio, vennero raccolti nel piazzale di Tor Vergata che ospitava la serata di chiusura del raduno dei cattolicissimi papaboys e delle papagirls. A dimostrazione che la celebrazione della messa papale era stata più afrodisiaca che mistica.

Ma ora alla scarsa partecipazione si sono aggiunte non poche riserve, talvolta pesantemente critiche, di molte forze cattoliche. Nel Foro Curas de Madrid, 120 preti che lavorano per lo più in parrocchie di periferia, giudicano negativamente le eccessive spese del raduno denunciando come la maggior parte dei giovani percepiscano la Chiesa ormai come un’istituzione attaccata “ai privilegi del denaro e del potere”.

Il Foro punta il dito sulle banche e le imprese finanziatrici dell’evento (a cui il governo spagnolo ha garantito esenzioni fiscali fino all’80% dei fondi investiti). Oltre le critiche del Foro si segnalano le prese di posizione ugualmente forti delle Redes Cristianas, un cartello di 150 gruppi e movimenti cattolici di base spagnoli, e della Iglesia de Base de Madrid che in un lungo documento, tradotto dalla rivista Adista, dal titolo significativo Así no queremos que vengas (”Così non vogliamo che vieni”) accusano direttamente Benedetto XVI di “allearsi e lasciarsi sovvenzionare dalle grandi banche, dalle multinazionali e dai potenti della terra” vedendo in questa visita “una legittimazione spettacolare dell’unione idolatrica tra le pratiche capitaliste più inumane e un settore della Chiesa che, per conservare la propria ambizione di potere e il proprio fasto, non si ferma neppure dinanzi a gesti in flagrante contraddizione”. Secondo El Pais il viaggio del Papa potrebbe costare circa 50 milioni di euro.

Uno schiaffo morale per il 21% dei disoccupati spagnoli, la cui metà è composta essenzialmente di under trenta. Ecco spiegato perché più di un centinaio di preti indignados della diocesi di Madrid ha denunciato l’esorbitante spesa e la presenza di troppe multinazionali spagnole come sponsor ufficiale di un evento che dovrebbe sempre tenere a modello la semplicità e l’umiltà del messaggio cristiano. «Nessuno può essere al servizio di due padroni.

Non si può servire Dio e il danaro» affermano con convinzione questi sacerdoti, per lo più dei quartieri poveri della città. Ma l'alto clero spagnolo, guidato dal card. Antonio María Rouco Varela, arcivescovo di Madrid, e la curia romana, ignorano critiche e riserve e non prendono troppo sul serio la storia della crisi economica.

Mons. Maria Rouco Varela


Le reliquie (La mala religione) 153

Un fenomeno inverecondo è accaduto tempo fa a Portorotondo, dove l'esposizione del cadavere di Padre Pio (un mistificatore), imbalsamato e col volto perfettamente ricostruito con una maschera di cera (che il popolino scambiava per vero, gridando al miracolo), ha suscitato forme anacronistiche di delirio superstizioso e di morbosità patologica che hanno messo in ridicolo il nostro Paese di fronte all''Europa per il suo feticismo necrofilo, ma che ha comportato per il santuario e la città, visitati da oltre un milione di persone in poco tempo, un business colossale.

Padre Pio imbalsamato


martedì 16 agosto 2011


170 membri della casta politica in transumanza spirituale nella Terra Santa.

Ogni anno il vicepresidente della Camera, il ciellino Maurizio Lupi , organizza una transumanza spirituale per il membri della casta politica più pseudocattolica d'Europa.

Quest’anno l’iniziativa ha suscitato un inaspettato successo raccogliendo ben 170 parlamentari con l'immancabile codazzo di mogli, concubine, figli e figliastri.

La rosa dei partecipanti è ricca di nomi illustri e, soprattutto, bipartisan, a cominciare dal presidente del Senato Renato Schifani, per seguire col neosegretario del Pdl ed ex ministro della Giustizia Angelino Alfano, il ministro agli Affari regionali Raffaele Fitto, il sottosegretario alle Politiche per la famiglia Carlo Giovanardi, il sindaco di Roma Gianni Alemanno,  l’ex ministro Pd Livia Turco, l’immancabile teocon col cilicio Paola Binetti dell’Udc e numerosi parlamentari della Lega, ormai diventata un partito più clericale della vecchia DC.

Il pellegrinaggio guidato da mons. Rino Fisichella, un pezzo da novanta all’interno della Santa Sede, ex cappellano della Camera e presidente del Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione, non è un semplice viaggio, seppur a carattere religioso, tra colleghi in ferie.

Secondo Fisichella: «è un’esperienza molto positiva perché serve a far vivere ai parlamentari un momento particolare della loro esperienza di fede. Visitare i luoghi Sacri al nostro Credo li invita a riflettere sull’essenziale della vita, così da affrontare i problemi del Paese con intensità ed efficacia». Cioè i nostri parlamentari non andranno in Terra Santa per un’esigenza personale di fede, bensì  per assorbire maggiormente i valori cristiano-cattolici da portare poi nelle aule.

Andranno lì per “testimoniare” collettivamente la presenza di dio nel parlamento italiano, per raccomandarsi a lui affinché li aiuti a svolgere al meglio (ossia secondo i precetti di Santa Romana Chiesa) le loro funzioni al servizio del Paese e potersi appecorare vieppiù al Vaticano. Infatti il nostro parlamento aveva inizialmente tarato la riapertura delle Camere sulla data del pellegrinaggio, neanche fosse un irrinunciabile corso di formazione.

Ma l'inopportunità di sospendere i lavori parlamentari per oltre un mese (3 agosto – 12 settembre) allo scopo di consentire alla carovana parlamentare (parodia di una comitiva aziendale fantozziana), di visitare salmodiando i luoghi sacri, oltre a coprire il parlamento di ridicolo ha pure suscitato grosse riserve, dato il momento così grave per la situazione politico-economica del Paese, e così le ferie parlamentari sono state ridotte di una settimana e il pellegrinaggio rinviato.

A meno che non venga anticipato a Ferragosto, dato che il solleone fortifica la fede e dio non va mai in ferie.

Mons. Rino Fisichella

Le reliquie (La mala religione) 152

L’epoca d’oro del culto delle reliquie fu certamente il Medioevo. Il Boccaccio nel suo Decameron, nella novella che vede Frate Cipolla come protagonista, ci illustra in modo memorabile la credulità popolare del suo tempo attorno alle reliquie e l’uso strumentale che gli ecclesiastici senza scrupoli ne facevano. Ma questo culto è sempre perseguito, raggiungendo talora forme inimmaginabili di feticismo necrofilo.

A questo proposito vale la pena di ricordare quanto accadde, quattro secoli fa, al cadavere del cardinale Roberto Bellarmino (il grande inquisitore che condannò Galileo e Giordano Bruno), morto in odore di santità.

Il Vaticano per placare il popolino che, in preda a morbosa esaltazione, richiedeva una reliquia dell'ecclesiastico defunto, prima fece distribuire la biancheria del cardinale, fatta in minuscoli pezzetti, poi, non bastando questo a placare il fanatismo popolare, ordinò di squartare e di sezionarne pubblicamente il cadavere del futuro santo per consentire a chiunque di poter intingere pezzetti di stoffa nel suo sangue e avere qualche minuscolo brandello della sua carne.

Una forma di delirio collettivo.

S. Roberto Bellarmino


domenica 14 agosto 2011


“Debbono farsi tutti gli sforzi possibili acciocché si permetta il meno possibile la lettura del Vangelo…Basti quel pochissimo che suol leggersi nella Messa, né più di quello che sia permesso di leggere a chicchessia. Finché gli uomini si contentarono di quel poco, gli interessi della Santità Vostra prosperarono ma quando si volle leggere di più, cominciarono a decadere.

"Quel libro, insomma (il Vangelo), è quello che più di ogni altro ha suscitato contro di noi quei turbini e quelle tempeste per le quali è mancato poco che noi fossimo interamente perduti.

"Ed invero, se qualcuno lo esamina interamente e diligentemente, e poi confronta le istruzioni della Bibbia con quello che si fa nelle nostre chiese, si avvedrà subito della discordanza e vedrà che la nostra dottrina è molto diversa e più spesso ancora ad essa contraria: la qualcosa se si compredesse dal popolo, non cesserebbe di reclamare contro di noi, fino a tanto che tutto non sia divulgato, ed allora diverremmo oggetto di dispregio e di odio in tutto il mondo.

"Perciò bisogna sottrarre la Bibbia alla vista del popolo ma con grande cautela per non suscitare tumulti.”

“Avvisi sopra i mezzi più opportuni per sostenere la Chiesa romana”, inviato da una commissione di prelati al Papa nel 1533. – Bologna 20/10/1533 – Foglio “B” n° 1088 – Vol. II – pagg. 641-650. Documento conservato nella Biblioteca nazionale di Parigi.

L'enigma svelato (Il lato oscuro della verità) 80

L'indomani, conversando col fratello Giacomo, fu messo al corrente che Gionata negli ultimi tempi era molto cresciuto in ricchezza e prestigio e si era fatto costruire una nuova casa, circondata da uno splendido parco, in cui trascorreva gran parte dell'anno. Ormai si dedicava totalmente allo studio delle Scritture, che interrompeva soltanto per ricevere quanti venivano a consultarlo da ogni parte della Galilea.

Avendo raggiunto la più assoluta convinzione che Jahvè controllasse, personalmente, il più minuto rispetto dei dettami della Legge, si era dedicato in modo maniacale allo studio della Mishnà, cioè del metodo di esegesi delle Scritture, ed era arrivato a comporre un prontuario che gli consentiva di risolvere, quasi seduta stante, qualsiasi controversia religiosa inerente i dettagli più banali della vita quotidiana.

Ciò lo aveva reso famoso in gran parte della Galilea e numerosi rabbini e dottori venivano quotidianamente a consultarlo, con sua immensa soddisfazione. Ma anche la gente qualunque, che voleva rispettare rigorosamente tutti i dettami della Torà, si presentava di continuo alla sua porta, accolta sempre a braccia aperte.

Quando, ad esempio, l'umile popolano veniva a chiedendogli se il piatto che aveva incrinato accidentalmente si dovesse ritenere puro o impuro. "Impuro, impuro", rispondeva Gionata prontamente, con granitica sicurezza, dopo averci gettato uno sguardo. Se un altro chiedeva la dimensione esatta delle pagnotte, secondo la Legge: "piccole così", rispondeva mostrando col palmo della mano la misura esatta. Ma c'erano anche questioni più complesse.

Poteva un contadino usare un otre da vino acquistato da un gentile? "Dipende", rispondeva Gionata, assumendo un'espressione grave. "Se l'otre acquistata presenta un'apertura a foro rotondo, è impura; se a taglio diritto, pura". La casistica era infinita e riguardava ogni minuzia della vita quotidiana, dalla forma e grandezza delle ciotole e delle padelle, al taglio dei capelli e alla foggia del copricapo.

Per non parlare di tutti i più minuti dettagli della santificazione del sabato. "È lecito nel giorno del riposo, mettere il coperchio sopra il cibo caldo?" chiedeva il bigotto. "No", urlava Gionata, strappandosi le vesti dall'orrore. "È lecito, di sabato, sollevare un infermo perché possa adempiere le sue funzioni corporali?" "Nemmeno", rispondeva sempre più irritato. "In questo santo giorno il riposo deve essere assoluto", sentenziava imperioso.

Altra questione importantissima riguardava i rapporti sessuali. Sull'argomento le disquisizioni erano interminabili e spesso tempestose. C'era un dilemma che ancora non aveva chiarito e che gli faceva passare le notti insonni. Per rispettare il riposo del sabato si doveva versare il sale nella pentola riempita precedentemente di acqua o, viceversa, versare l'acqua nella pentola che già conteneva il sale? Era un dilemma terribile la cui mancata soluzione lo riempiva d'angoscia.

Il continuo andirivieni di rabbini, dottori e farisei, nonché di gente comune, gli avevano fatto crescere la fama di essere ormai uno dei massimi dottori della Legge. Questo alto riconoscimento, che lo riempiva d'orgoglio, era però amareggiato in quei giorni dal pensiero ossessivo di Davide che oltre ad averlo umiliato quando aveva difeso la vedova Marta, da poco era passato alla ribalta guarendo gli indemoniati, come aveva saputo in via riservata da un fariseo di Gerusalemme.

Il fatto che quel perfido mistificatore, illetterato e senza dottrina, avesse compiuto un simile prodigio e fosse tenuto in gran considerazione da importanti farisei della capitale, lo esasperava alla follia.

Per lui, ormai, era tutto chiaro: ci si trovava di fronte ad un pericolosissimo impostore, ad un falso profeta. Bisognava fermarlo subito. L'arma più sottile per riuscirci era la denigrazione, facendo leva sul fatto che era soltanto uno sconosciuto provinciale, senza scuola, senza autorità sancita dalla dottrina, senza riconoscimenti ufficiali.

Appena saputo dell'arrivo di Davide elaborò un piano preciso per smascherarlo davanti a tutti e, magari, riuscire a farlo lapidare dalla folla inferocita con l'accusa di essere un servo di Satana. Concordò col rabbino che, se Davide fosse entrato nella sinagoga, lo avrebbe invitato a leggere un brano che lui aveva scelto e lo avrebbe spinto a fame il commento. Al resto avrebbe provveduto lui.

venerdì 12 agosto 2011

Lacrime e sangue in arrivo per i soliti noti, non per le due caste più parassitarie: i politici e i preti.

Lacrime e sangue per i soliti noti, vale a dire: pensionati, lavoratori e cittadini a reddito basso e medio ma non per per le classi ricche e nemmeno per le due caste più parassitarie: i politici e i preti.

Allarme rosso per il prossimo Consiglio dei Ministri in cui certamente con Decreti Legge alla traditora saranno trovati i quaranta e passa miliardi necessari per uscire dalla crisi.

Ma alle voragini che alimentano il debito pubblico più alto d'Europa come le inutili province che ci costano più di una decina di miliardi l'anno, l'enorme evasione fiscale, la corruzione pubblica ormai giunta a cifre stratosferiche (60 miliardi), dobbiamo aggiungere quella della nostra famelica casta politica, la più pagata d'Europa e quella che alimenta il fiume di quattrini che Stato, Regioni, Province e Comuni fanno affluire nelle casse del sistema di potere della Chiesa Cattolica.

È significativo il silenzio della Chiesa, sempre pronta a mettere bocca negli affari italiani, a proposito della stangata lacrime e sangue in arrivo. E ha ottimi motivi per farlo. Nessuno degli ingenti tagli che il ministro dell’Economia prevede per pareggiare il disastroso bilancio italiano tocca i contributi economici e gli sgravi fiscali che lo Stato italiano concede al Vaticano ogni anno.

Mentre tutti noi saremo più poveri, ci sobbarcheremo di ulteriori dazi per risanare i conti dello Stato, la teocrazia d’Oltretevere potrà continuare a contare come se nulla fosse sul nostro congruo e fedele finanziamento.

Non c'è solo l'Otto per Mille, che con il suo meccanismo destina quasi il 90% dei fondi ( un miliardo e duecento milioni di euro quest'anno) alla Chiesa cattolica a fronte di poco più del 34% delle firme, ma un fiume infinito di finanziamenti, del valore di svariati miliardi, che Ministeri, Regioni, Province, Comuni, Consigli di Quartiere, destinano alla Chiesa Cattolica Apostolica Romana nelle sue molteplici vesti. E poi ci sono le esenzione dalle imposte (Ici, Imu, Irap, Iva, Ires, ecc.), le deduzioni fiscali, e altre mancate entrate, che regalano una cifra di altri miliardi di euro alla “manomorta” della Chiesa.

Circa un altro miliardo va in stipendi per 25.600 insegnanti di religione cattolica, ingombrante presenza confessionale nella scuola pubblica, e ancora ci sono i cappellani nelle caserme, nelle carceri e negli ospedali, gli unici a dare assistenza spirituale-religiosa non come volontari ma in quanto stipendiati in ruolo dallo Stato.

E infine, a pioggia, soldi per le strutture sanitarie cattoliche, per le scuole private cattoliche, per i servizi idrici della Città del Vaticano, per il fondo di previdenza del clero, per il fondo di sicurezza sociale dei dipendenti vaticani e dei loro familiari, per i cosiddetti Grandi Eventi (le visite del S. Padre, il Giubileo, il raduno di Loreto, le Giornate della Gioventù, la beatificazione di papa Wojtyla ecc.). Un meccanismo spesso clientelare che giostra finanziamenti pubblici di proporzioni inimmaginabili, senza paragoni in Europa.

E la maggior parte degli italiani è all'oscuro di questo immorale drenaggio di soldi pubblici erogati in barba alla nostra Costituzione e con pesanti ricadute sui conti pubblici, sempre più in affanno.

Le reliquie (La mala religione) 151

Mentre colti Padri della Chiesa e dotti teologi almanaccavano, con somma dottrina, su questa reliquia (Cristo, dopo la resurrezione, era asceso al cielo in corpo e spirito con o senza il prepuzio che gli era stato tolto 33 anni prima?), le giovani vergini rinchiuse nei chiostri, bramose degli abbracci del loro dolcissimo e amatissimo Gesù, lo eleggevano a loro anello di fidanzamento.

Santa Caterina da Siena, nei suoi momenti mistici mostrava rapita al suo confessore incredulo (perché non lo vedeva) il prepuzio che portava al dito, regalatole da Gesù in persona, affermando che per lei era perfettamente visibile. Un autentico delirio erotico!

Oggi questa santissima reliquia non è più oggetto di morbosa venerazione perché la Chiesa, nel 1900, in un raro momento di resipiscenza, resasi conto dell'aberrazione demenziale in cui era caduta, ha vietato a chiunque di scrivere o parlare del Santo Prepuzio, pena la scomunica (Decreto no. 37 del 3 febbraio 1900), e successivamente ha rimosso dal calendario liturgico la festività della Circoncisione, precedentemente celebrata in tutto il mondo il 1 gennaio di ogni anno.

Spesso alle reliquie erano associate particolari indulgenze. Così i pellegrini che nel Duecento si recavano a Roma in San Pietro per venerare l'immagine di Cristo impressa sul presunto sudario di Veronica, guadagnavano da novemila a dodicimila anni di purgatorio.

S.Caterina da Siena

martedì 9 agosto 2011

I diritti dei Lgbt in Europa.

Nelle maggior parte dei Paesi europei occidentali  sono state introdotte le unioni civili, uno strumento giuridico tramite il quale il legislatore riconosce le coppie di fatto, formate da etero o da gay.

Questa normativa non equivale all’uguaglianza dei diritti, anche se sana in parte le discriminazione più odiose vissute dalle persone della comunità LGBT. Il panorama europeo è comunque ancora molto variegato, perché nonostante la Carta di Nizza che garantisce l’uguaglianza a tutti i cittadini, ancora in alcuni Stati europei la comunità Lgbt viene discriminata.

Sono gli Stati nei quali le destre di ispirazione cristiana, soprattutto cattolica od ortodossa, si oppongono con grande vigore ai matrimoni omosessuali. Al momento ci sono sette Stati europei all’interno dei quali, nonostante la veemente opposizione della Chiesa cattolica e le rumorose e scomposte manifestazioni di massa da essa organizzate per impedirlo, le coppie omosessuali hanno pieni diritti, incluso ovviamente anche quello di sposarsi.

I Paesi Bassi sono stati i precursori, seguiti dal Belgio, dalla Spagna,  e poi da tre Paesi del Nord Europa, Svezia, Norvegia ed Islanda. L’ultima Nazione in ordine di tempo a legalizzare i matrimoni omosessuali è stata il Portogallo, grazie al governo socialista di Socrates. La situazione è, però, in continuo movimento.

In questi giorni il Parlamento tedesco sta discutendo se parificare o meno i diritti delle coppie di ogni orientamento sessuale. Dal 2001 vige in Germania un regime legislativo simile ai Pacs francesi, con le cosiddette partnership registrate. I diritti però non sono gli stessi, e in occasione del decennale la maggioranza delle forze politiche tedesche vorrebbe introdurre il matrimonio omosessuale. La sinistra, in tutte le sue articolazioni, è compatta.

Socialdemocratici, Verdi e anche la Linke, la forza post comunista erede di un regime non certo simpatetico rispetto alle persone omosessuali, hanno promosso  o condiviso da tempo progetti di legge che estenderebbero pari diritti alle coppie dello stesso sesso. La maggioranza liberal conservatrice si è invece spaccata tra una forza di ispirazione laica come la Fdp favorevole e un partito di matrice cristiana come la Cdu, nettamente contrario.

In Francia, pioniera nel 1999, allorché creò i Pacs anche per gli omo, il matrimonio omosessuale non è ancora stato riconosciuto per l'opposizione dell’Ump di Sarkozy, insieme ai centristi di Bayrou, che hanno sposato le posizioni della destra reazionaria di ispirazione cattolica. Ma il partito socialista ha messo la questione delle unioni gay in agenda tra le sue priorità, nel caso di vittoria alle politiche del 2012.

Anche il Regno Unito sembra ormai vicino all’introduzione del matrimonio gay, superando così le unioni civili introdotte dal governo Blair. La maggioranza laburista non si era mai espressa in aperto sostegno all’uguaglianza delle persone omosessuali, ma con il pensionamento dei due leader simbolo della lunga stagione di governo, Tony Blair e Gordon Brown, il Labour ha mutato orientamento.

Durante la stagione congressuale dell’anno scorso ogni candidato a leader di partito si era espresso a favore del matrimonio gay, e da quando Ed Miliband è diventato la guida laburista, il sostegno alle nozze omosessuali è diventata una politica ufficiale del partito.

La sinistra britannica è stata anticipata dai Liberaldemocratici attualmente al governo con i Conservatori, perché prima della campagna elettorale per le ultime politiche il leader Nick Clegg si era espresso in modo chiaro a sostegno dell’uguaglianza dei gay. Comunque i Tories britannici non sono pregiudizialmente contrari ai matrimoni tra persone dello stesso sesso.

Anche nella cattolicissima Irlanda, dove da poco è stata approvata una legge che tutela le coppie di fatto, tra le quali anche quelle omosessuali, la Corte Suprema potrebbe aprire le porte alla piena uguaglianza.

E l'Italia, colonia vaticana, dove non si muove foglia che il papa non voglia? La recentissima bocciatura dell’aggravante di omofobia per i reati contro chi ama le persone dello stesso sesso l'ha trasformata nel Paese più oscurantista e antidemocratico dell'Occidente. Ma di questo parleremo in prossimo post.

Ed Miliband

Le reliquie (La mala religione) 150

Ma la reliquia delle reliquie, che fino a qualche mezzo secolo fa faceva andare in delirio (ma anche in deliquio) gran parte delle vergini consacrate a dio nel chiuso dei monasteri, scatenando la loro libidinosa fantasia, nonché molte sante e non pochi papi ed ecclesiastici? Il santissimo prepuzio di Gesù.

Il destino di questa sacra pellicina del pene che Gesù aveva dovuto perdere con la circoncisione nell'ottavo giorno dalla nascita aveva preoccupato non poco numerosi Padri della Chiesa. Poi Carlomagno risolse il problema rivelando di averlo ricevuto direttamente da un angelo (che a sua volta lo aveva ricevuto da Maria) e, con somma magnanimità, lo offrì in dono a papa Leone III.

A questo punto avvenne il miracolo della moltiplicazione dei prepuzi divini, per cui oggi ben tredici luoghi vantano il possesso di questo prezioso pezzo d’antiquariato prepuziale tra cui Calcata (VT) (dove fino a pochi decenni fa, veniva esposto alla pubblica adorazione nel giorno di Capodanno, ricorrenza della circoncisione, nella Chiesa parrocchiale) e Roma (Laterano) e altre undici città europee.

Il culto di questa “santissima reliquia”, che potrebbe regalarci il Dna di Gesù (ma troveremmo sicuramente tredici Dna diversi), fu molto diffuso nel Medioevo, tanto che nel 1427venne persino fondata la Confraternita del Santo Prepuzio. La sacra pellicina, a cui erano attribuiti effetti miracolosi sul parto, fu oggetto di continui pellegrinaggi di donne incinte e di solenni uffici in suo onore.

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Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)