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lunedì 31 ottobre 2011

Il falso Jahvè (Genesi e involuzione del monoteismo biblico). La religione popolare dell'antico Egitto. 31

Esistevano nell'antico Egitto due forme di religione: una essoterica, cioè manifesta a tutti, imperniata sull'idolatria; e l'altra, esoterica e quindi segreta, riservata a pochi illuminati. La religione essoterica politeistica svolgeva un ruolo importantissimo sotto tutti i punti di vista, soprattutto politico e sociale.

A quel tempo il popolo viveva nella granitica convinzione che il benessere generale dipendesse dallo svolgimento di riti e di cerimonie in onore degli dèi. Gli egiziani non avevano molto sviluppato il senso d'appartenenza a uno Stato, quanto piuttosto quello di appartenenza a una città con le sue divinità, i suoi riti e le sue feste.

Le feste religiose facevano periodicamente uscire le divinità dai templi della città in cui erano rinchiuse per lunghi periodi, durante i quali divenivano inaccessibili a tutti fuorché ai sacerdoti addetti al loro culto; le feste consentivano dunque che fossero mostrate a tutto il popolo e portate per le vie della città in lunghe e festose processioni.

Queste cerimonie erano un momento magico che consentiva a chiunque, anche al più diseredato, di provare un sentimento di vicinanza al Dio e signore di quella città, di accrescere la propria consapevolezza dell’appartenenza sociale nonché le proprie speranze nell'aldilà.

Infatti, seguire con devozione le processioni era considerato il merito più importante per ottenere la felicità ultraterrena. Era pertanto convinzione generale che ci fosse un nesso tra lo svolgimento dei riti e il mantenimento dell'ordine cosmico e la felicità dopo la morte (Jan Assmann, Mosè l'egizio, pagg.48-49).

Le conversioni coatte. (La mala religione) 215

La prova? Duplice. Anzitutto, ai tempi di Gesù nessuno conosceva la Santissima Trinità, perché fu formulata dalla Chiesa appena nel IV secolo e quindi nessuno, al tempo di Matteo, era a conoscenza di essa e poteva invocarla.

In secondo luogo, perché Matteo, in piena contraddizione con questi versetti, aveva scritto in precedenza, proprio nel suo stesso Vangelo, che Gesù aveva esplicitamente vietato il missionariato presso i non ebrei. “Non andate tra i pagani e non entrate in nessuna città dei samaritani, ma andate piuttosto verso le pecore perdute della casa d’Israele.” (Matteo 10, 5-6).

Quindi nessun ordine fu impartito da Gesù a convertire i pagani, ma solo il divieto di occuparsi di loro, paragonati in modo sprezzante, in altri passi del Vangelo, ai porci e ai cani. La Chiesa di Gerusalemme, guidata da Giacomo fratello di Gesù, non si preoccupò mai quindi di diffondere la parusia tra i pagani ma solo tra i giudei della Palestina e della diaspora, che erano sparsi nelle contrade dell'impero romano.

Chi allora decise di rivolgersi ai gentili? Fu Paolo, il millantato tredicesimo apostolo, che, durante i suoi viaggi missionari nel Mediterraneo Orientale, non riuscendo a convertire i suoi correligionari ebrei alla parusia (cioè alla credenza del ritorno di Gesù dalle nuvole) si rivolse ai pagani, timorati di dio, che frequentavano le sinagoghe come uditori e, trovandoli più ricettivi degli ebrei, abbandonò la causa ebraica e si dedicò interamente alla loro conversione, inventando per loro il cristianesimo oggi professato dalla Chiesa.

Da lui, chiamato l'apostolo dei gentili, nacque l'esigenza di diffondere la buona novella (la parusia) in tutto il mondo allora conosciuto, per prepararlo al ritorno di Cristo dal cielo, ritenuto allora imminente.

domenica 30 ottobre 2011

Peccato e redenzione (Le due imposture su cui poggia il cristianesimo). Il mito biblico al vaglio della ragione. 20

Finora abbiamo dimostrato come la favola biblica, scopiazzata dagli antichi sumeri, sia totalmente rinnegata dalla scienza. Ora passiamo ad esaminarla sotto il profilo della razionalità per denunciarne le assurdità, le incongruenze e l'irrazionalità di fondo.

Cominciamo con l'esistenza di dio che nella Genesi crea il mondo in sei giorni e impasta la statuina di Adamo. Ebbene, non esiste alcuna prova oggettiva che dimostri l'esistenza di questo dio o di qualsiasi altra divinità.

Tommaso d'Aquino, il sommo teologo cattolico, dopo aver scritto poderosi volumi di teologia, condensò tutta la sua fede nel celebre motto “credo quia absurdum”.

Credo, cioè, nonostante la religione mi propini delle verità assurde, irrazionali e indimostrate. Riconoscimento lapalissiano che non esiste alcuna prova oggettiva che dimostri l'esistenza di un qualsiasi dio e che tutti i principi di fede, che costituiscono la religione cristiana (e qualsiasi altra religione), sono in aperto contrasto con la ragione.

Tommaso d'Aquino

L'enigma svelato. (Il lato oscuro della verità) 91

L'entrata trionfale a Gerusalemme ebbe un grande successo. I seguaci di Gesù assieme agli abitanti di Betania, accompagnati da donne e bambini, si avviarono verso Gerusalemme agitando foglie di palme e gridando: "Gloria al Messia d'Israele! Gloria al nuovo Re d'Israele".

Lungo il percorso gettavano ramoscelli d'ulivo sotto gli zoccoli dell'asinello cavalcato da Gesù e stendevano mantelli lungo la strada. I discepoli esultavano di gioia. Già immaginavano la conquista della città e si preparavano a sedere ai lati del trono del nuovo re.

Alcuni gerosolimitani incuriositi si erano uniti al gruppo e quando il corteo giunse nei pressi del Tempio la folla sembrava imponente.
I prìncipi dei sacerdoti e i farisei rimasero irritatissimi per quella chiassosa manifestazione. Era loro chiaro che ormai Gesù costituiva un grosso pericolo per Israele e che bisogna sbarazzarsi di lui il più presto possibile.

Ma dopo un simile trionfo non sarebbe stato facile impadronirsi di lui silenziosamente. In una città sovrappopolata e perennemente in tensione, catturarlo in pieno giorno, alla presenza di tanti suoi seguaci, poteva determinare lo scoppio di disordini davvero gravi e dare il pretesto ai romani per una rappresaglia feroce.

Era noto a tutti che Pilato, il procuratore romano della Giudea, non avrebbe tollerato la minima sommossa. Decisero allora di mettere un paio di spie alle calcagna di Gesù, per controllare ogni sua mossa e sapere in ogni momento dove si trovasse. Così avrebbero potuto catturarlo al momento opportuno, in un luogo tranquillo e lontano dalla gente.

Sapendo che trascorreva la notte a Betania in casa di Lazzaro e della moglie Maddalena incaricarono una spia molto abile, di nome Gioele, a contattare qualcuno della servitù per carpire informazioni fingendosi un fervido sostenitore del Messia.

sabato 29 ottobre 2011

Il falso Jahvè (Genesi e involuzione del monoteismo biblico). Mosè l'egiziano. 30

Neppure la storia dell'adozione regge. Nell'antico Egitto, specie ai tempi di Mosè, i faraoni erano considerati esseri divini e le loro figlie potevano generare figli solo congiungendosi a consanguinei stretti, scelti dallo stesso faraone.

Il matrimonio ideale era quello tra fratello e sorella, che avevano pari sangue divino. Date queste circostanze nessuna principessa sarebbe stata autorizzata dal faraone ad adottare un figlio che non fosse, almeno parzialmente, di origine regale. Figurarsi il figlio di schiavi semiti, discendenti dagli hyksos, i nemici più detestati dagli egiziani!

Ma c'è un'ulteriore prova, ricavata direttamente dalla Bibbia, che ci attesta che Mosè era egiziano: il suo notevole impaccio a parlare col popolo di origine semita che aveva adottato in quanto, non conoscendone la lingua, faticava ad esprimersi e doveva ricorrere, come interprete, al suo presunto fratello Aronne.

La "lingua tarda" di Mosè, di cui parla la Bibbia (Esodo 4,10) sarebbe altrimenti inconcepibile nella bocca di un principe e condottiero, che "fu istruito in tutta la sapienza degli egizi ed era potente in parole ed opere" (Atti 7, 22).

Una volta messo in chiaro che Mosè era un egiziano di altissimo rango "potente in parole e opere", prima di spiegare come divenne il fondatore del monoteismo e il condottiero del gruppo eterogeneo di semiti che successivamente darà origine al popolo d'Israele, cerchiamo di capire che cosa significa "che fu fatto istruire in tutta la sapienza degli egizi".

Mosè e Aronne

Le conversioni coatte. (La mala religione) 214

Molti crimini commessi dalla Chiesa attraverso tutta la sua storia, riguardano la sua vocazione al proselitismo, cioè all’obbligo categorico di imporre la sua fede a tutto il genere umano con ogni mezzo, ivi compresa la "guerra santa", che storicamente appartiene anche agli altri due monoteismi: ebraismo ed islam..

Per il cristianesimo questa vocazione missionaria viene giustificata dall'ordine impartito da Gesù stesso agli apostoli, come leggiamo negli ultimi versetti del Vangelo di Matteo (28,18-20) che recitano:"Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato".

Chiaro? Chiarissimo! Solo che Gesù queste parole non le ha mai dette e Matteo non le ha mai scritte. Sono stati appiccicate al suo Vangelo dopo il IV secolo.

venerdì 28 ottobre 2011

La morale umana ha una radice comune con quella delle grandi scimmie.

L'affermazione che senza Dio «il mondo diventa un inferno», pronunciata da Benedetto XVI il 3 settembre 2010, è una assoluta idiozia comprovata in ogni istante del nostro tempo dai continui conflitti religiosi che provocano intolleranze, persecuzioni, eccidi e attentati terroristici in ogni angolo del pianeta.

Non ci fosse dio, e quindi le religioni che lo suppongono, il mondo sarebbe, infatti molto più pacifico e la gente viverebbe senza guardare in cagnesco il vicino che crede in un dio diverso dal suo.

Naturalmente l'affermazione del papa ripropone il logoro luogo comune, ripetuto come un mantra dagli stregoni di ogni religione, che senza dio l'uomo vivrebbe come un bruto. Che, tradotto in soldoni, significa che solo la morale derivata da un chimerico dio ci può salvare dalla barbarie.

Nell'ottobre 2010, un mese dopo la prolusione papale, il New York Times pubblicò, una riflessione del titolo “Morals without God?”di Frans de Waal nella quale Il primatologo olandese ricordava come una base morale biologica condivisa dagli umani esisteva già al tempo dei gorilla e degli scimpanzè ed è quindi più antica della più antica religione.

Proprio in questi giorni si è avuta una conferma altamente scientifica di questa teoria. Infatti, una ricerca testé conclusa, condotta dall'antropologo Michael Krützen, dell'Università di Zurigo, ha mostrato come le grandi scimmie abbiano non solo la capacità di apprendimento sociale ma anche che le innovazioni comportamentali vengono trasmesse culturalmente da una generazione all'altra per un gran numero di generazioni.

Nel nuovo studio, pubblicato sulla rivista Current Biology, Michael Krützen e i suoi ricercatori hanno utilizzato il set di dati più grande mai compilato per una specie di grandi scimmie.

Hanno analizzato oltre 100.000 ore di dati comportamentali, creato profili genetici di oltre 150 oranghi selvatici e, grazie anche a immagini satellitari e avanzate tecniche di telerilevamento, hanno misurato le differenze ecologiche tra nove popolazioni di orangutan di Sumatra e del Borneo e hanno concluso: "Ora sappiamo che le radici della cultura umana vanno molto più in profondo di quanto si pensasse: essa è costruita su una solida base vecchia di molti milioni di anni e condivisa con la altre grandi scimmie ".

Michael Krutzen

La Santa Inquisizione. (La mala religione) 213

A credere e a propagare simili mostruosità non era solo il popolino incolto ma i massimi dottori della Chiesa, come Giovanni Crisostomo, Agostino, Alberto Magno, Tommaso d’Aquino, Bonaventura ecc.. e tutti i papi.

Ancor oggi la Chiesa ha un corpo speciale di sacerdoti, chiamati esorcisti, che ha l’incarico di scacciare gli spiriti maligni. Con l'affermarsi delle cure psichiatriche e della psicanalisi, però, gli spiriti maligni sono oggi in netto calo e, col progredire della scienza, se ne presume una rapida estinzione.

L’esecuzione degli «eretici» avveniva nei giorni di festa e nella piazza più importante della città. Era considerata dalla Chiesa un’esibizione della sua illimitata potenza, perciò tutto il popolo era obbligato ad assistervi, e a chi offriva la legna per il rogo veniva concessa l’indulgenza plenaria.

Sulla via che conduceva al luogo dell’esecuzione il condannato, agghindato col berretto dei pazzi, veniva dileggiato e insultato. Si erigevano tribune speciali per godere, a pagamento, la vista migliore. Il popolo vi assisteva con grande gioia, beandosi delle sofferenze delle vittime. I romani antichi si divertivano accorrendo ai giochi crudeli del circo, i cristiani, più modestamente, assistendo all’arrostimento degli eretici e delle streghe.

Quanti ne furono bruciati? Una strage. Se potessimo consultare gli archivi segreti del Vaticano vi troveremmo una moltitudine di scheletri. Voltaire ha calcolato che il numero dei cristiani ammazzati per motivi di fede fu di circa 10 milioni.

giovedì 27 ottobre 2011

Peccato e redenzione (Le due imposture su cui poggia il cristianesimo). Il mito biblico al vaglio della scienza. 19

Eppure, nonostante tutti questi dati di fatto, secondo un sondaggio della CNN del 2010, il 53% degli intervistati negli Stati Uniti d'America crede ancora nel creazionismo, cioè nella favoletta sumerica copiata nella Genesi.

Il 31% crede nell'Intelligent Design (Progetto Intelligente) che sostiene che l'uomo si è effettivamente evoluto in milioni di anni partendo da forme primitive, ma secondo un processo guidato da dio (ma in questo caso si salva dio come creatore e si butta Adamo e il peccato originale alle ortiche). Soltanto il 12% crede in ciò che afferma la teoria dell'evoluzione.

E in Italia dove il Vaticano la fa da padrone e la classe politica bipartisan è ad esso totalmente appecorata? Di fatto la teoria evolutiva non viene trattata nella scuola dell'obbligo. Infatti nel 2004 (DL 19 febbraio n.59),

l'allora ministra della Pubblica Istruzione, Letizia Moratti, fece togliere ogni riferimento a Darwin e all'evoluzione nei programmi scolastici del primo ciclo, facendoli scivolare nel pieno Medio Evo. Si doveva tornare al racconto del mitico vasaio, in base al dogma del primato della fede sulla ragione, sostenuto dalla Chiesa.

Quando, di fronte alle proteste del mondo scientifico, la ministra fu costretta a fare marcia indietro, obtorto collo concesse agli insegnanti, che lo desideravano, di accennare all'evoluzionismo (come si trattasse di un optional) nella speranza che non lo facessero. Per cui è rimasto spesso vistosamente ignorato.

La nostra scuola, come è dimostrato in numerose classifiche europee, è mostruosamente arretrata in campo scientifico.

Letizia Moratti

La Santa Inquisizione. (La mala religione) 212

Dapprima finirono sul rogo tutti coloro che venivano accusati, o solo sospettati, di eresia, anche in base ad accuse anonime e inventate.

Ma quando Innocenzo VIII nel 1484 avvallò, con una Bolla papale, la delirante superstizione che il diavolo di notte si univa carnalmente con donne, esplose in tutta Europa la caccia alle streghe.

Da allora, fino al 1782, quando Anna Goeldi, l'ultima donna ad essere condannata a morte per stregoneria, fu decapitata a Glarona in Svizzera, l’Europa fu disseminata di continui roghi che bruciarono una moltitudine di donne innocenti, di tutte le età ed anche bambine.

Queste vittime venivano costrette a confessare la loro unione carnale col diavolo per mezzo di atroci torture. Le più fortunate erano quelle che riuscivano a strozzarsi in carcere per por fine al loro suplizio.

Fu un delirio collettivo, una mostruosità dovuta al fatto che la Chiesa aveva avallato la grottesca psicosi demoniaca che il mondo era invaso da spiriti maligni, che si univano alle vergini per procreare mostriciattoli, cioè individui affetti da malformazioni, diffondere malattie, inquinare le acque e così via. Chi rifiutava di ammettere la stregoneria, relegandola a stupida credenza, finiva sul rogo come eretico.

Papa Innocenzo VIII

mercoledì 26 ottobre 2011

Il falso Jahvè (Genesi e involuzione del monoteismo biblico). Mosè l'egiziano. 29

Grazie ad una campagna travolgente Mosè ricacciò gli invasori e successivamente sposò una principessa etiope per suggellare la pace (Giuseppe Flavio, Antiquitates Judaicae II, 238-257). Il matrimonio di Mosè con una principessa etiope è confermato anche dalla Bibbia: in Numeri 12,1 si narra come Mosè avesse sposato una donna cushita; per tradizione, la Terra di Cush è proprio il paese di cui parla Giuseppe Flavio, vale a dire l'Etiopia.

Se Mosè era un principe della corte del faraone, governatore, gran sacerdote e condottiero. doveva essere anche d'origine egiziana e non semita.
Altro elemento fondamentale che ci aiuta a determinare l'origine egizia di Mosè è il suo mitico salvataggio dal Nilo, che non regge all'esame storico e sa tutto di leggenda.

Otto Rank (Il mito della nascita dell'eroe), equiparando la nascita di Mosè a quella d'altri grandi personaggi mitici dell'antichità, quali Sargon, Ciro, Paride, Edipo, Romolo, Giasone e così via, aveva scoperto che le nascite di questi eroi seguivano un comune schema narrativo precostituito, che includeva: il concepimento da parte di una vergine o di una donna d'altissimo lignaggio, la nascita segreta, l'esposizione del neonato alle fiere o in un canestro sulle acque di un fiume, il salvataggio fortunoso, l'adozione di una famiglia umile o di alta nobiltà, il superamento di molte vicissitudini, la trasformazione del bambino in eroe o sapiente e, infine, il ritorno per riottenere i suoi diritti e vendicare gli oltraggi subiti.

Nel caso di Mosè la nascita da umili ebrei era indispensabile, altrimenti i nazionalisti israeliti mai avrebbero accettato come loro gran legislatore e liberatore uno straniero

Otto Rank

La Santa Inquisizione. (La mala religione) 211

All'inizio del capitolo abbiamo evidenziato che la Chiesa, una volta istituzionalizzata, divenne la religione più persecutrice e intollerante del mondo. L’apice fu raggiunto nel Medioevo durante l’Inquisizione, quando milioni di cristiani, dissidenti o ritenuti tali, finirono sul rogo.

Fu la bolla “Ad extirpanda”, emanata nel 1252 dal Papa Innocenzo V a segnare l’inizio della carneficina. Il testo di riferimento per questa infame persecuzione, che riguardò l'intero mondo cristiano e imperversò fini al XIX secolo (l’ultimo auto-da-fé si tenne in Messico nel 1850), fu il Deuteronomio (17,12-13) che impone esplicitamente agli ebrei di uccidere chiunque, persino i membri della famiglia, si fosse convertito all'idolatria per venerare un dio diverso da Jahvè.

Solo che il Deuteronomio, oltre all'uccisione dell'infedele, ordina anche la distruzione del suo patrimonio. Cosa che la Chiesa si guardò bene dall'attuare, decretando, invece, che tutti i beni di proprietà di un eretico condannato, venissero da essa confiscati per spartirli con le autorità locali e con gli accusatori della vittima. Con ciò, facendo crescere a dismisura l'esercito dei delatori.

Papa Innocenzo V

martedì 25 ottobre 2011

Credo quia absurdum (seconda parte)

Nel post precedente ho messo in rilievo che i tre monoteismi abramitici, originati dalla Bibbia, si considerano reciprocamente falsi e bugiardi. In questo post descrivo alcune delle metamorfosi assurde e incredibili che il sanguinario totem tribale Jahvè ha subito dopo che san Paolo lo ha adottato nel cristianesimo da lui inventato.

Anzitutto, divenendo cristiano, il dio biblico ha scoperto, con sua enorme meraviglia, di avere un figlio, chiamato Gesù, e un nipote conosciuto come Spirito Santo. Di queste due persone mai si era fatto cenno nella Bibbia ebraica. Infatti furono imposte da Costantino durante il Concilio di Nicea del 325 d.C. per assecondare tradizioni religiose di origine orientale.

Quindi Jahvè, nella nuova religione, da uno si è fatto trino. Con ciò rinnegando il dogma fondamentale dell'ebraismo che lo considerava il solo e unico dio d'Israele, al punto che era decretata la lapidazione per chi metteva in dubbio questo principio.

Ma anche il decalogo, considerato la legge fondamentale dell'ebraismo, fu completamente alterato in uno dei comandamenti più importanti. Quello, tuttora osservato rigorosamente da ebrei e musulmani, che vieta, pena la lapidazione, di rappresentare la divinità con statue o immagini.

Il cristianesimo lo buttò subito alle ortiche e, seguendo il costume pagano, sancì l'idolatria di statue e raffigurazioni pittoriche di ogni genere, aggiungendo anche quella per sudari dipinti (sindoni), corpi di presunti santi più o meno necrofilizzati, e una miriadi di reliquie dalle più fantasiose alle più macabre.

Insomma un'orgia iconografica spalmata non solo nelle chiesa, ma anche nelle strade e negli edifici pubblici. Ne sa qualcosa l'Italia dove immagini di madonne e di santi si trovano anche nei posti più inverosimili.

Ma l'invenzione più nefanda attribuita dal cristianesimo al vecchio dio biblico fu quella dell'inferno e del paradiso, totalmente sconosciuti nella vecchia Bibbia. Jahvè non aveva mai minacciato il suo popolo con pene eterne e nemmeno lo aveva lusingato promettendo una perenne felicità dopo la morte.

Lo aveva costantemente minacciato di dure rappresaglie terrene (malattie, pestilenze, schiavitù e dominazione straniera) in caso avesse tradito la sua fede, adorando altri dei. Mentre lo aveva solo lusingato di farlo assurgere a grande potenza politica e militare in premio della sua fedeltà.

Lusinga, però, totalmente fasulla, perché proprio quando Israele, sotto re Giosia, raggiunse il massimo della fedeltà al suo dio, fu sterminato e deportato a Babilonia e, da allora, rimase sempre sottomesso a potenze straniere. Ciò a dimostrazione che le promesse delle divinità inventate dagli uomini valgono come il due di picche.

Tutto, però, era riferito esclusivamente nell'adiqua. Per gli ebrei non c'era nessun aldilà dopo la morte.

L'antisemitismo. (La mala religione) 210

A questo punto nasce spontanea una domanda: questo immane olocausto sarebbe stato possibile se la Chiesa, per più di 1700 anni, non avesse vilipeso, additato al pubblico ludibrio, e ferocemente perseguitato i figli d’Israele?

Non è significativo, a questo proposito, il fatto che soltanto nel 1965, durante il Concilio Vaticano II, la Chiesa abbia ritirato ufficialmente l’accusa collettiva di «deicidio» nei confronti del popolo ebraico? Non è altrettanto significativo che l'attuale papa Benedetto XVI abbia ripristinato nelle preghiere l'invocazione a dio per la conversione dei giudei (pro perfidis iudaeis?

Le mancate scuse del Vaticano per non aver condannato lo sterminio degli ebrei sotto Hitler sono state imposte dal dogma che i papi sono, per definizione, infallibili, per cui la Chiesa ha sempre ragione e non c'è nulla nella storia ecclesiastica che richieda un mea culpa.

Di conseguenza, nessun papa può le azioni del suo predecessore e deve garantire, sempre e comunque, la totale autoassoluzione della Chiesa. Papa Giovanni Paolo Il, nonostante le sue aperture verso gli ebrei, non ha mai pronunciato una sola parola per Pio XII, e Benedetto XVI, con somma protervia, sfidando l'opinione pubblica mondiale, lo ha proposto per la beatificazione.

Papa Benedetto XVI

lunedì 24 ottobre 2011

Il falso Jahvè (Genesi e involuzione del monoteismo biblico). Mosè l'egiziano.28

Infine, Giuseppe Flavio, il massimo storico antico del popolo ebraico, quasi contemporaneo di Cristo, attribuiva al sacerdote egizio Manetone, che sotto i Tolomei poté accedere ai più antichi papiri, l'affermazione che "il sacerdote (Mosè) che formò la costituzione e le leggi degli ebrei fosse originario di Eliopoli" (Giuseppe Flavio, Contra Apionem I, 250, 265 e 286). Eliopoli era una città santa, tutta templi e obelischi, capitale del XIII nomo del Basso Egitto.

Su Mosè principe della casa reale abbiamo due ulteriori testimonianze di Strabone e Giuseppe Flavio le quali aggiungono nuovi particolari.

Scrive infatti Strabone che Mosè era stato sacerdote ma anche "signore di una parte del Basso Egitto" (Strabone, Geographic, XVI 2,35), cioè governatore, probabilmente, della provincia di Gosen dov’era concentrata la maggior parte dei semiti ridotti in schiavitù.

E Giuseppe Flavio c'informa che quando le truppe etiopi invasero il sud dell'Egitto, il faraone Tut-ankh-Amon affidò a Mosè l'incarico di respingere l'aggressione.

Strabone

L'antisemitismo. (La mala religione) 209

Le leggi razziali, emanate dal fascismo, non furono mai contestate da questo papa e nel 1942 egli rifiutò di associarsi alla condanna espressa dagli Alleati per l’uccisione degli ebrei.

Quando cadde il fascismo e Badoglio chiese al Vaticano cosa fare di quelle leggi infami, gli fu risposto di mantenerle in vigore. Furono gli anglo-americani, infatti, che imposero a Badoglio di abrogarle.

Sotto il pontificato di questo papa nessun nazionalsocialista di base, nessun nazista di alto livello o appartenente allo Stato maggiore del Reich, è stato scomunicato; nessun gruppo è stato escluso dalla Chiesa per aver praticato il razzismo, l’antisemitismo o fatto funzionare camere a gas. Adolf Hitler non è stato scomunicato e il suo libro “Mein Kampf” non è stato mai messo all’Indice.

È accaduto, invece, che molte autorità vaticane (tra le quali il vescovo Alois Hudal), aiutarono segretamente membri delle SS, come Adolf Eichmann, Martin Bormann, Heinrich Mueller, Franz Stangi e centinaia di altri, a fuggire in Sud America e in Medio Oriente, per impedire il loro arresto e la loro condanna come criminali di guerra.

Adolf Hitler

domenica 23 ottobre 2011

Peccato e redenzione (Le due imposture su cui poggia il cristianesimo). Il mito biblico al vaglio della scienza. 18

Attraverso continui mutamenti, quali ad esempio il bipedismo, si sono trasformati nel primo ominide (australopiteco), quindi circa due milioni di anni fa nell'Homo abilis, successivamente un milione di anni fa nell'Homo erectus e, finalmente, appena 200.000 anni fa nell'Homo sapiens.

Questa classificazione è stata possibile esaminando i molti resti fossili trovati nelle varie parti del pianeta. L'evoluzione, evidenziata dalla crescita della calotta cranica e quindi del cervello, ha favorito quegli esseri che sono stati in grado di manipolare l'ambiente, creando i primi utensili (selci lavorate in modo da essere taglienti).

Ma al di là dei numerosi fossili (che si accrescono di anno in anno per continui ritrovamenti) per renderci conto che siamo il frutto di un processo evolutivo è sufficiente osservare il nostro corpo.

Ad esempio le dita dei nostri piedi sono l'involuzione di una mano prensile, il nostro bacino presenta un abbozzo di quella che era una coda: il coccige, e i biologi affermano che abbiamo anche del ciarpame inutile ereditato da pesci, girini e serpenti.

Homo erectus

L'enigma svelato. (Il lato oscuro della verità) 90

Impiegarono appena pochi giorni a raggiungere Betania.
Trovarono il villaggio in lutto per la morte di Lazzaro e la sua casa invasa da amici e parenti giunti dalla vicina Gerusalemme per portare conforto alle sorelle. Tra loro c'erano anche ricchi farisei e dottori della Legge.

Quando Maddalena venne a sapere dell'arrivo di Gesù, uscì di casa per andargli incontro. I giudei che la confortavano, vedendola uscire precipitosamente, la seguirono pensando che andasse al sepolcro a pregare. Invece videro che abbracciava Gesù, che era appena arrivato, piangendo a dirotto. A quell'abbraccio Gesù fu colto da un fremito intenso che gli inondò il volto di lacrime. Tutti allora si resero conto di quanto amasse Lazzaro e ne furono commossi.

Appena Gesù si sciolse dall'abbraccio con Maddalena, Davide gli si avvicinò senza dare nell'occhio e lo toccò impercettibilmente. Egli si volse a guardarlo stupito.
“Non è morto”, gli sussurrò Davide sottovoce:”Fa' aprire la tomba e chiama Lazzaro a gran voce”. La cosa era passata a tutti inosservata. Solo Giuda e Maddalena l'avevano notata e aspettavano gli eventi con viva trepidazione.

Gesù si fece portare davanti al sepolcro. Tutti i presenti lo seguirono pensando che volesse dare l'estremo addio all'amico scomparso. Ma egli, dopo essere rimasto per un po' assorto, come in preghiera, disse inaspettatamente: "Togliete la pietra".
A queste parole seguì uno sconcerto generale e Marta gli fece osservare che era una cosa inopportuna, essendo il defunto rinchiuso lì da due giorni. Gesù insistette e i servi si diedero a rotolare la pietra che chiudeva il sepolcro.

Intanto Davide, tutto immerso in se stesso, sentiva Lazzaro ancora incerto tra la vita e la morte e mentalmente gli ordinò di tornare indietro ché il suo tempo non era ancora venuto.

Appena la pietra fu rotolata, Gesù con voce forte che fece quasi rabbrividire tutti i presenti gridò: "Lazzaro, vieni fuori!" E, dopo pochi istanti, che parvero un'eternità, Lazzaro barcollando uscì lentamente, ancora tutto avvolto nelle sue bende, simile ad un fantasma. Un tremito percorse tutti i presenti cui seguì un boato di gioia.

La notizia della resurrezione di Lazzaro, sancita dai notabili presenti, si diffuse rapidamente per tutta la città, suscitando un'enorme impressione. Dunque il nuovo Messia aveva operato un prodigio che appariva a tutti come il segno della potenza di Dio che si manifestava attraverso il suo inviato. Ciò confermava appieno la sua investitura messianica.

I discepoli erano fuori di sé per la gioia. Ora anche i gerosolimitani avrebbero dovuto piegarsi all'evidenza e sostenere la sua missione. Lazzaro e Maddalena erano della stessa opinione. Però bisognava battere il ferro finché era caldo e Lazzaro, ricordando la profezia di Zaccaria che preconizzava l'entrata trionfale del Messia a Gerusalemme a cavallo di un asinello, si diede ad organizzarla, facendo leva sul fatto che gli abitanti di Betania, che lo tenevano in grande considerazione, si sarebbero prestati all'evento.

Davide e Giuda, interpellati da Gesù, disapprovarono quella che essi consideravano una provocazione politica grave e questo suscitò l'ira violenta di Cefa e dei fratelli Giacomo e Giovanni che li minacciarono di morte.

“Siamo in una trappola” dichiarò Giuda sconsolato. “Gesù ci obbliga a rimanere al suo seguito, anche se contraddiciamo le sue iniziative, e contemporaneamente i discepoli più violenti minacciano la nostra vita”. Sentivano sempre più bruciare la terra sotto i piedi. Si rivolsero a Maddalena chiedendo di essere lasciati liberi di partire in quanto non intendevano partecipare alla causa messianica. Ottennero il permesso di lasciare Betania dietro la promessa di stabilirsi a Gerusalemme fino alla Pasqua.

sabato 22 ottobre 2011

Il falso Jahvè (Genesi e involuzione del monoteismo biblico). Mosè l'egiziano.27

Già nel 1906 Eduard Meyer, storico tedesco, si era convinto che il racconto del salvataggio di Mosè fosse stato aggiunto a posteriori, allo scopo di attribuire un'origine ebraica a un personaggio che era palesemente un egiziano (E. Meyer, Die Israeliten und ihre Nachbarstamme, pagg. 46-47).

Per sconfessare lo scriba compilatore dell'Esodo possiamo fare questa considerazione: come avrebbe potuto la figlia del faraone dare un nome ebraico al bambino trovato nel canestro, dal momento che il faraone suo padre, stando alla Bibbia, aveva dato l'ordine categorico di uccidere tutti i neonati ebrei?

In secondo luogo, a dimostrazione dell'origine egizia di Mosè, abbiamo le testimonianze storiche extrabibliche di Strabone, Celso e Giuseppe Flavio. Strabone afferma che Mosè era un gran sacerdote egizio il quale, entrato in conflitto con la società del suo tempo per motivi religiosi, finì per adottare un popolo diverso dal suo al quale divulgò il culto dell'Ente Divino (Strabone, Geographica, XVI 2,35-36, e 2,39). Celso sostiene più o meno le stesse cose, come ci racconta Origene (Contra Celsum III, 5-8).

Edward Meyer

L'antisemitismo. (La mala religione) 208

Progressivamente, sempre per colpa della Chiesa, l’antisemitismo, dapprima solo religioso, si trasformò in razzismo, cioè in odio razziale.

Già nel 1880, in un documento approvato da Leone XIII si proclamava: “Oh quanto sono illusi e in errore coloro che pensano che l’ebraismo sia solo una religione, come il cattolicesimo, e non in realtà una razza, un popolo, una nazione! Poiché gli ebrei non sono ebrei soltanto per la loro religione, sono ebrei anche e specialmente per la loro razza”.

Naturalmente, di razza inferiore, per cui con l'avvento di Hitler vennero sterminati a milioni nei lager nazisti. La Chiesa, guidata da papa Pio XII, si è guardata bene dal contrastare questo eccidio, anzi, col suo assordante silenzio, lo ha quasi incoraggiato.

Infatti, eletto papa nel 1939, Pio XII mise da parte una enciclica contro l’antisemitismo e il razzismo, preparata dal suo predecessore, e, nonostante fosse a conoscenza delle stragi degli ebrei, non reagì con proteste scritte o verbali.

Papa Pio XII

venerdì 21 ottobre 2011

Credo quia absurdum

Per una qualsiasi persona dotata di un modesto senso critico e fornita di una sia pur limitata cultura di base, e avvezza, quindi, a non lasciarsi plagiare facilmente da sciamani, guru, e santoni, la religione, qualsiasi essa sia, altro non è che una congerie di idiozie, più o meno demenziali, dedotte da antichi testi zeppi di favole infantili, e perciò privi di ogni validità storica e razionale, ma, purtroppo, dotati della granitica nomea di essere stati rivelati da un essere supremo, chiamato dio.

Ogni religione, infatti, si considera latrice di una verità assoluta, immutabile nel tempo, da imporre, più o meno coercitivamente, ma spesso puntando una scimitarra alla gola, a tutto il genere umano. Come? Esigendo una fede cieca e assoluta che non dia adito al minimo dubbio e alla minima critica. Adatta quindi non all'homo sapiens della nostra specie ma all'uomo acefalo delle caverne.

Essendo, pero, gli esseri supremi inventati dagli uomini più di uno (a contare tutti quelli del passato arriviamo a centinaia) ne consegue che le verità da essi rivelate sono molteplici, tutte diverse le une dalle altre e spesso anche in completa contraddizione tra di loro.

Ciò non impedisce ad ognuna di ritenersi l'unica assolutamente vera e considerare tutte le altre assolutamente false. Perché ognuna è convinta che il suo dio ce l'ha più duro. Allo stato attuale le religioni più significative che imperversano nel mondo, intenzionate a distruggerlo il più presto possibile, sono i tre monoteismi che hanno dato origine all'ebraismo, al cristianesimo e all'islam.

Originano tutti e tre da quel compendio di leggende sumeriche, condite con fatti storici più o meno inventati, secondo la moderna storiografia, e corredate dal racconto di atrocità di ogni genere, tutte imposte dal totem tribale Jahvè, che deduciamo dalla Bibbia. Libro profondamente immorale oltre che privo di ogni validità storica.

Per ora mi fermo qui. Ma in due prossimi post accennerò brevemente alle incredibili degenerazioni che ha subito il dio biblico Jahvè quando è diventato il dio dei cristiani e alle altrettante incredibili trasformazioni che ha subito Gesù adattandosi alle diverse e contrastanti sette del cristianesimo.

Per concludere che ci troviamo davanti ad un colossale casino che giustifica appieno il motto dell'aquinate: credo quia absurdum. Credo, cioè, malgrado tutte le assurdità che la religione cattolica mi propina a piene mani. Più acefalo di così!

La Bibbia tradotta da Lutero

L'antisemitismo. (La mala religione) 207

Innocenzo III nel 1205 definì gli ebrei «schiavi maledetti da dio» e, anticipando Hitler, impose loro di indossassero determinati vestiti o di portare precisi contrassegni che li distinguessero dai cristiani.

Per la Chiesa tutti gli ebrei avevano ereditato non solo il peccato originale ma anche la colpa del deicidio, quindi erano più rei dei comuni eretici.

Così, in tutta l’Europa cristiana i figli di Israele vennero uccisi a migliaia e migliaia, con le più atroci torture: annegati, bruciati, posti alla ruota, impiccati, squartati, strangolati e sepolti vivi. Su ordine del clero venivano trascinati con funi o per i capelli al fonte battesimale per una conversione coatta.

Nel XV secolo, per sottolineare il ribrezzo della cristianità nei confronti degli ebrei, furono istituiti i ghetti, prototipi dei futuri lager nazisti. Insomma tutta la cristianità, plagiata dalla Chiesa, odiò a morte gli ebrei e coi pogrom diede loro la caccia fino al secolo scorso.1

Papa Innocenzo III

giovedì 20 ottobre 2011

Peccato e redenzione (Le due imposture su cui poggia il cristianesimo). Il mito biblico al vaglio della scienza. 17

Invece coi metodi di datazione per decadimento radioattivo oggi dimostriamo che la nostra Terra geologicamente ha 4.5 miliardi di anni e i primi fossili (monocellulari) risalgono già a 3.5 miliardi di anni fa.

Tali metodi di datazione si basano, per la geologia, sul decadimento di isotopi radioattivi di Uranio 238, che possono datare fino a 13. miliardi di anni fa. Per i composti organici invece si usa il metodo del carbonio 14, capace di datare fino a 58.000 anni fa.

Quindi la teoria di Darwin vanta innumerevoli prove paleontologiche, bio-geografiche, matematico/informatiche nonché prove direttamente osservabili via esperimento sulle attuali forme di vita (ad esempio la resistenza dei batteri agli antibiotici). Chiunque su Internet può approfondire ogni aspetto dell'evoluzionismo.

Anche se oggi milioni di cristiani continuano a credere ciecamente e puerilmente al vecchio creazionismo, è lapalissiano che l'uomo non è stato creato da un dio ma discende da esseri arboricoli terrestri che, a causa di mutamenti climatici, si sono spostati prima dalla foresta alla savana, colonizzando questo nuovo ambiente e adattandosi (per selezione naturale) ad esso, poi nelle altre zone del pianeta.

L'antisemitismo. (La mala religione) 206

L'antisemitismo, che ha seminato milioni di vittime tra i figli d'Israele dal Medioevo ai nostri giorni, è stato voluto e imposto dalla Chiesa. La tendenza antiebraica si sviluppò in essa durissima fin dal II secolo.

Già allora Giustino, Padre della Chiesa, definì gli ebrei: «uomini cattivi, spiritualmente malati, idolatri, scaltri e astuti, iniqui peccatori, assolutamente duri di cuore e privi di ragione».

Esultando per la distruzione della Palestina ad opera dei romani e per la legge che vietava agli ebrei di rimetter piede a Gerusalemme, scrisse: «E’ giusto e buono che vi sia capitato... a voi figli degeneri, genia di adulteri, figli di prostitute» (Giustino, Dialogo con l'Ebreo Trifone 12 sgg; 16 sgg.; 26 sgg.).

Tutti gli altri Padri seguirono il suo esempio e, accusando gli ebrei di aver condannato a morte Gesù, il figlio di dio, li esecrarono coi peggiori epiteti.

S.Giustino

mercoledì 19 ottobre 2011

Il falso Jahvè (Genesi e involuzione del monoteismo biblico). Mosè l'egiziano. 26

Mosè, dunque, non era di origine semitica, come ce lo rappresenta la leggenda biblica, bensì un principe e un gran sacerdote di origine egiziana (Max Weber, Il giudaismo antico, vol. II, pagg. 489 e 564-565).

Le prove sono molte e incontrovertibili. Anzitutto il suo nome, molto frequente in Egitto anche tra i faraoni. Lo si trova scolpito in molti cartigli dei bassorilievi dei templi e degli obelischi: Thut-Mose, Ah-Mose, Ra-Mose, Ptahy-Mose, Amun-Mose e così via.

Era la forma devozionale abbreviata di un nome teoforo (contenente cioè il nome di un Dio) e significava "bambino di, figlio di". Quindi Ra-Mose voleva dire: bambino del Dio Ra o figlio del Dio Ra (Ahmed Osman, Moses, Pharaoh of Egypt, pagg. 66-67).

In Esodo 2,10 troviamo che la figlia del faraone aveva chiamato il bambino che aveva tratto dal Nilo col nome di Mosè perché, diceva, "l'ho salvato dalle acque". Questo accostamento linguistico deriva dal fatto che lo scriba autore dell'Esodo, ricavava il nome Mosè dal termine ebraico "masa" che significa "trarre".

È una forzatura poco convincente, considerata l'origine egiziana del nome, nonché l'ammissione, quasi unanime degli studiosi, che Mosè non fu affatto salvato dalle acque.

Lo schiavismo. (La mala religione) 205

Ma la Chiesa ha anche saputo creare forme nuove di schiavismo. Nel IX Concilio di Toledo del 655, dovendo combattere la dilagante lussuria del clero, decretò che tutti i figli generati dagli ecclesiastici, dai vescovi ai suddiaconi, diventavano per sempre schiavi della Chiesa. Così, durante tutto il Medioevo e fino ai tempi moderni la schiavitù non fu mai condannata dalla Chiesa.

Solo nel 1839 papa Gregorio XVI ne proclamò l'abolizione. Ma nel 1866, quando il missionario Guglielmo Massaia chiese aiuto a papa Pio IX per far cessare la schiavitù in Etiopia, si sentì rispondere dal Sant'Uffizio che non ripugnava al diritto naturale né al diritto divino che lo schiavo fosse venduto, comprato e donato. Pertanto, i cristiani potevano lecitamente possedere schiavi o essere schiavi.

Recentemente, Alessandro Corvisieri in "Chiesa e schiavitù", Paleario Editore, Roma, 2003, con un formidabile lavoro di ricerca compiuto su testi rarissimi, alcuni dei quali introvabili persino nella Biblioteca Nazionale, ha documentato molto bene il coinvolgimento della Chiesa nel mantenimento della schiavitù nei secoli, e ha evidenziato il lavoro di omissione e disinformazione compiuto da preti e intellettuali per nascondere le responsabilità della Chiesa Cattolica a questo proposito.

Papa Gregorio XVI

martedì 18 ottobre 2011

In Italia, l'esigenza di un partito che proclami la laicità come suo primo valore, è sempre più impellente

L'esigenza di una vigorosa e determinata laicità sta prendendo consapevolezza in Europa di fronte alla sempre più oppressiva invadenza delle Chiese, soprattutto di quella cattolica.

Nella cattolicissima Polonia, nella quale un clero oscurantista e intollerante la fa da padrone come in Italia, è già nato il primo partito laico-progressista d'Europa e al suo esordio ha avuto più del 10% dei suffragi.

A ruota, anche in Svizzera, una lista di “senza religione” si presenta alle elezioni politiche che si terranno alla fine di ottobre. Si chiama konfessionslose.ch ed ha come valori “l’autodeterminazione, la libertà, l’uguaglianza davanti alla legge e l’etica laico-umanista”.

Il capolista è il quarantaduenne Andreas Kyriacou, il quale intervistato da Reuters ha detto: “è venuto il tempo che i nostri politici riconoscano che ci sono diverse persone non religiose nel loro elettorato”.

In Italia, l'esigenza di un partito che proclami la laicità come suo primo valore è sempre più impellente perché nel nostro Paese, che ha avuto l'immane sciagura di ospitare per venti secoli il Vaticano, tutti i partiti politici attuali sono profondamente condizionati dalla Chiesa.

Nessuno escluso. Nemmeno i radicali che diventano sempre più inaffidabili, disposti come sono a vendere l'anima per dei pseudo valori che con la laicità non hanno niente da spartire. Non è certo predicando la liberalizzazione delle droghe o l'amnistia di massa o arruolando le Ciccioline di turno, che si difendono i valori laici che la nostra Costituzione ci dovrebbe garantire ma che la nostra casta politica, quasi interamente sotto ricatto permanete della Chiesa, calpesta spudoratamente.

La Chiesa ha capito che il politico italiano, per ottenere il cadreghino in Parlamento e mantenerlo vita natural durante, deve avere appoggiarsi al clero e quindi, per gratitudine, esige da lui non solo privilegi economici sempre più gravosi per l'Italia, ma anche la sistematica negazione dei più elementari diritti civili, come, ad esempio, l'imposizione della tortura obbligatoria a fine vita.

Un partito laico-progressista, totalmente libero da ogni condizionamento religioso, ancorché combattuto aspramente, perché necessariamente anticlericale, da gran parte della società ipocrita e irretita dalla superstizione religiosa, ma anche da pseudo laici e ateo mutandari alla Ferrara, con dura fatica, alla lunga, può innescare nel nostro Paese un nuovo clima politico, imperniato sulla conquista dell'autodeterminazione, della libertà, dell'uguaglianza davanti alla legge e della nascita di un'etica laico-umanista che ponga fine al privilegio, alla corruzione, all'ipocrito appecoramento ai parassitismo religioso.

Milioni di italiani, che in cuor loro aspirano ad uno Stato laico in cui la fede venga considerata una questione esclusivamente privata, aspettano con ansia di uscire allo scoperto.

Kyriacou Andreas

Lo schiavismo. (La mala religione) 204

I Dottori della Chiesa del IV e del V secolo sono concordi nel riconoscere la validità della schiavitù.

Ambrogio la definisce «un dono di dio» (Ambrogio, De paradiso 14,72), Giovanni Crisostomo prospetta per gli schiavi un aldilà più radioso dei loro padroni (Crisostomo, homelia 22), e Agostino ritiene la schiavitù fondata sulla naturale ineguaglianza degli uomini (Agostino, Ennarationes in psalmos 124,7).

Nei primi due secoli chiunque, anche gli schiavi, potevano ricoprire incarichi ufficiali nella Chiesa, ma nel 257 papa Stefano I proibì loro il sacerdozio e l'episcopato.

I papi, divenuti fin dal V secolo grandi proprietari terrieri, si servirono di un gran numero di schiavi, che consideravano come «bene inalienabile della Chiesa», per coltivare i loro immensi latifondi, e altrettanto fecero molti monasteri.

lunedì 17 ottobre 2011

Il falso Jahvè (Genesi e involuzione del monoteismo biblico). Mosè l'egiziano 25

Abbiamo detto in precedenza che gli scribi che redassero la Bibbia nel VI secolo a.C., con grande abilità elessero Abramo a depositario di tutte le aspettative d'Israele, allo scopo di creare l’idea di un'unica progenitura e di uno svolgimento unitario e ideale della storia del loro popolo, ma che, invece, fu Mosè, principe e

Incontriamo nella Bibbia due versetti che pur nella loro brevità si rivelano della massima importanza per la conoscenza di Mosè. Il primo afferma che "L'uomo Mosè era in gran considerazione nel paese d'Egitto" (Esodo 11,3), e l'altro che "Mosè fu fatto istruire in tutta la sapienza degli egizi e divenne potente in parole e opere" (Atti 7, 22).

La prima considerazione che possiamo trarre da questi due versetti è che Mosè era un uomo di potere, e al suo tempo essere uomo di potere in Egitto significava avere sangue reale e appartenere alla corte del faraone.

L'altra considerazione che possiamo trarre è che Mosè, essendo stato istruito in tutta la sapienza degli egizi, era uno dei grandi sacerdoti in quanto solo costoro potevano accedere alla teologia più alta, quella dei grandi misteri.

Mosè

Lo schiavismo. (La mala religione) 203

Mentre Gesù, stando ai Vangeli, non giustificò la schiavitù in nessun passo, anzi tutto lo spirito della sua dottrina considerava gli uomini uguali e fratelli, la Bibbia ebraica permise agli ebrei di possedere schiavi, raccomandando però di acquistarli dagli stranieri (Levitico 25,44-46).

L’unica vera limitazione che Jahvè suggeriva, non per pietà ma per non danneggiare un bene così prezioso, era quella di non picchiarli così duramente da recar loro danno agli occhi o ai denti (Esodo 21). La Bibbia, inoltre, arriva a consentire ad ogni ebreo di vendere la figlia come schiava per motivi sessuali.

In pieno accordo con la Bibbia, ma in completo disaccordo con Gesù, Paolo predicò che ciascuno deve restare nella condizione nella quale si trovava e, se era schiavo, doveva rassegnarsi alla schiavitù (1Corinzi 7,20 sg.).

Non riteneva, dunque, la schiavitù un’ingiustizia, anzi la considerava una condizione naturale dell'uomo, tanto che nella Prima Epistola a Timoteo raccomandava agli schiavi cristiani di servire i padroni credenti con tanto più zelo, proprio in quanto cristiani (1 Timoteo 6,2).

Rifacendosi a Paolo, tutta la Chiesa antica ha energicamente scoraggiato e impedito le tendenze emancipatrici degli schiavi. La Prima Epistola di Pietro segue le stesse direttive e impone agli schiavi obbedienza, anche di fronte ai padroni crudeli e a dure punizioni corporali.

domenica 16 ottobre 2011

Peccato e redenzione (Le due imposture su cui poggia il cristianesimo). Il mito biblico al vaglio della scienza. 16

Oggi nessun scienziato, degno di questo nome, solleva dubbi sulla validità dell'evoluzionismo perché le prove che lo suffragano sono schiaccianti e incontrovertibili.

Con la teoria di Darwin si riusce brillantemente a decifrare fenomeni naturali che il creazionismo non può spiegare. Ad esempio, il ritrovamento di fossili di animali non più esistenti. Se è vero, come afferma tassativamente la Bibbia, che l'universo fu creato 6000 anni fa, nessun essere vivente può essere più antico dell'anno 4000 a.C.

L'enigma svelato. (Il lato oscuro della verità) 89

“Se abbiamo ancora la testa attaccata al collo è un miracolo”, fece Giuda appena furono in strada. E rabbrividendo per il pericolo appena trascorso continuò: “Cosa ti è passato in mente di dire a quel fanatico Messia!”
“Quello che voleva il Potere. Mentre parlava sentivo che stavo attuando la mia missione. Siamo stati mandati qui per impedire che qualcosa di grosso accada”.

“E tu credi di esserci riuscito?”
“No, ancora. Forse dobbiamo ritentare”.
“Sei matto! Dobbiamo svignarcela, il più presto possibile”.
Tornarono precipitosamente a Cafarnao. Giuda si affrettò a vendere in pochi giorni l'ultima merce che gli era rimasta per poi partire subito per Damasco. Guardava alla città siriana come ad un porto di salvezza. Alle loro orecchie arrivava di tanto in tanto l'eco dei trionfi del Messia a Gadara, Ippo e Kursi.
Fu alla vigilia della loro partenza per il nord che giunsero alla loro locanda i fratelli Giacomo e Giovanni.

“Il Messia vuole vedevi”, dissero laconici. Era un ordine, non un invito.
“Stavolta non ne usciremo vivi” mormorò Giuda mentre li seguiva.
All'arrivo, Davide capì che era accaduto qualcosa di nuovo. Fu portato immediatamente al cospetto di Gesù.

“Lazzaro è molto malato”, disse con le lacrime agli occhi. “Dobbiamo andare a Betania per tentare di guarirlo. Tu sei indispensabile per questo scopo e vedremo cosa sai fare. Maddalena ha già raggiunto precipitosamente il fratello e ci aspetta”. Era veramente affranto dal dolore.

Partirono in pochi, per muoversi con più rapidità. Gli altri sarebbero venuti in un secondo momento. Il dolore di Gesù non era condiviso dai suoi fedelissimi che nutrivano una segreta ostilità per Maddalena e la sua famiglia. L'influenza che essa esercitava su Gesù era vista con malcelato fastidio. La presenza di Giuda fu fondamentale per la riuscita del viaggio.

Le sue molte conoscenze gli consentirono di superare in ogni momento qualsiasi imprevisto logistico e di rendere il percorso scorrevole e veloce. Gesù, perfettamente consapevole dell'abilità di Giuda, dovette elogiarlo in più occasioni, suscitando invidia e irritazione nella comitiva.

Giuda e Davide notarono con meraviglia che i più stretti collaboratori di Gesù, oltre ad essere rozzi e incolti, erano dominati da reciproca gelosia. Convinti che nel nuovo regno si sarebbero seduti alle destra e alla sinistra del trono, aspiravano al posto di maggior prestigio. "Quando sorgerà questo nuovo Regno, tu ne sarai il re", chiedevano con insistenza a Gesù "e noi tutti sederemo al tuo fianco". Davide e Giuda erano per loro due intrusi che potevano insidiare le loro posizioni, e perciò li guardavano con sospetto.

sabato 15 ottobre 2011

Il falso Jahvè (Genesi e involuzione del monoteismo biblico). La leggenda dei Patriarchi. Gli hapiru 24

Ci dice la Genesi che la nazione d'Israele ebbe origine con Giacobbe e i suoi dodici figli, i quali si stabilirono in Egitto nella regione di Gosen, nei dintorni della città di Avari, a nordest del delta del Nilo.

Siccome possiamo arguire che vi si trasferirono 470 anni prima della conquista di Gerico, avvenuta intorno al 1320 a.C., possiamo datare l'arrivo degli israeliti in Egitto intorno al 1790 a.C.

Questo periodo corrisponde storicamente alla XIV dinastia, che regnò dal 1800 al 1700 a.C. circa. Sembra molto improbabile, per non dire impossibile, che le centinaia di migliaia di schiavi ebrei, di cui parla la Bibbia al tempo dell'Esodo, discendessero tutti da un solo capostipite, Abramo, vissuto appena quattro secoli prima.

Probabilmente ci troviamo di fronte ad un racconto semplificato che elenca soltanto una piccola componente della cospicua massa del popolo semitico immigrata in Egitto durante il XVIII secolo a.C. Nel 1500 a.C. Tuthmosis III, in una seconda campagna, sconfisse definitivamente gli hyksos nella battaglia di Meggiddo e li ridusse in catene (P.Clayton, op. cit., pagg. 109-111).

Questo potrebbe essere il periodo cui si riferisce Esodo raccontando come gli israeliti vennero fatti schiavi: "Allora gli egiziani imposero agli israeliti alcuni capi perché li opprimessero con i lavori forzati." (Esodo 1.1).

La conferma possiamo trarla dalle pitture tombali della XVIII dinastia, che rappresentano scene in cui si vedono schiavi hyksos che fabbricano mattoni mentre vengono sorvegliati da capisquadra armati di verghe. È proprio quello che secondo l'Esodo toccò agli israeliti.

Tuthmosis III

La distruzione del paganesimo. (La mala religione) 202

Agostino, nella sua Lettera 185 del 414, legittimò le persecuzioni contro i non cristiani, come aveva fatto anche a proposito della distruzione dei templi pagani, affermando: “... v’è una persecuzione ingiusta inflitta dagli empi alla Chiesa di Cristo e v’è una persecuzione giusta inflitta agli empi dalla Chiesa di Cristo (2, 11)”. Naturalmente, gli empi erano gli eretici, i pagani, e chiunque non volesse accettare il cristianesimo.

In conseguenza di questa lotta al paganesimo tutte le più importanti istituzioni culturali e artistiche del mondo antico decaddero e furono cancellate. I giochi olimpici cessarono definitivamente nel 394 e l’università di Atene, la più antica istituzione culturale dell'antichità, venne chiusa nel 529.

Da allora, i filosofi e i letterati non cristiani furono obbligati al silenzio. Cominciò l’oscurantismo culturale che ottenebrò l’Europa fino all’Illuminismo.

venerdì 14 ottobre 2011

In Polonia è nato il primo partito anticlericale d'Europa.

Notizie eclatanti dalla cattolicissima Polonia. Il premier polacco liberal Donald Tusk, al potere da quattro anni e protagonista di un forte boom economico agganciato a quello tedesco, esce vincente dalle elezioni mentre la destra euroscettica, omofoba e clericale di Jaroslaw Kaczynski rimane invece sconfitta.

La vera sorpresa delle elezioni nella cattolicissima Polonia è però il trionfo, al suo esordio sulla scena politica, della formazione, definita anticlericale, di Palikot, terzo partito con oltre il 10% su un programma che punta alla laicizzazione del Paese.

Il fondatore, il magnate Janusz Palikot, è entusiasta del risultato: "Abbiamo dimostrato che tutto è possibile in Polonia dove milioni di persone che vogliono uno stato laico in cui la fede è una questione privata sono uscite allo scoperto".

È un risultato che fa tirare un sospiro di sollievo all'Europa perché la locomotiva dell'Est, la "seconda Germania", proseguirà nel suo corso europeista, liberal, tollerante e riformatore.

Il clericale Jaroslaw Kaczynski, capo di una formazione di destra nazionalpopulista, tipo il nostro Pdl, dichiaratamente euroscettico, omofobico e illiberale, aveva in programma pesanti misure populiste che avrebbero appesantito i conti pubblici, minacciando un declassamento del rating polacco, e si proponeva l'abolizione di tutti i più elementari diritti civili (aborto, divorzio, contraccezione e riconoscimento delle coppie di fatto) secondo i dettami del clero polacco, fra i più arretrati d'Europa.

Il liberale Donald Tusk e il liberista Palitok l'hanno per fortuna fermato, salvando il benessere economico e la libertà dei polacchi.

Anche in Italia urge la necessità che si costituisca un partito che abbia come assoluta preminenza la totale laicità dello Stato. Nessuno degli attuali nostri partititi ha il coraggio di manifestare apertamente questa esigenza, sentita da quanti sono costretti a turarsi il naso e talvolta anche la bocca al momento del voto, dovendo scegliere solo partiti che si sbracano a proclamarsi cattolici e che poi si comportano come quinta colonna vaticana, negando agli italiani i più elementari diritti civili e foraggiando il parassitismo ecclesiastico.

Forse l'esordio di un simile partito, che purtroppo dovrà assumere una posizione anticlericale, potrà essere molto duro, stante il totale appecoramento ipocrita della nostra società e della nostra classe politica.

Ma, alla lunga, i risultati sarebbero eclatanti perché sono milioni gli italiani che aspirano di vivere in uno Stato laico, libero e sovrano, cioè non più ridotto a protettorato vaticano, nel quale sia premiata la meritocrazia al posto del privilegio e del servilismo, o peggio, della mignottocrazia oggi trionfante.

Donald Tusk

La distruzione del paganesimo. (La mala religione) 201

Sotto la guida del clero e di monaci fanatizzati, furono in breve distrutti innumerevoli templi pagani, che contenevano opere d'arte inestimabili. Alcuni di essi si salvarono trasformandosi in chiese.

Nel 391, il vescovo Teofilo di Alessandria, dopo aver distrutto i templi della città, tra i quali quello importantissimo di Dioniso, fanaticamente convinto che la cultura pagana e laica fosse la negazione del cristianesimo, diede ordine di incendiare il Serapeo, la famosa biblioteca di Alessandria, e così tutto il sapere del mondo antico andò in fumo.

Questa biblioteca conteneva, infatti, tutti i classici antichi egiziani, greci e latini, nonché rarissimi libri provenienti dall’India e numerosi manoscritti alchemici. Questi atti vandalici vennero incoraggiati e giustificati dai Padri della Chiesa, come Crisostomo e Agostino.

Teofilo di Alessandria

giovedì 13 ottobre 2011

Peccato e redenzione (Le due imposture su cui poggia il cristianesimo). Il mito biblico al vaglio della scienza. 15

La Chiesa anglicana d'Inghilterra in particolare si scagliò contro Darwin cercando in tutti i modi di delegittimare la sua teoria anti-creazionista.

Solo dopo quasi un secolo e mezzo si è ricreduta e ha formulato delle scuse postume all'illustre scienziato. Un recente comunicato della Chiesa anglicana afferma “La gente e le istituzioni commettono errori e i cristiani e le Chiese non sono un’eccezione. Quando spunta una nuova grande idea che cambia la visione del mondo, è facile sentire che le vecchie certezze sono sotto attacco e che bisogna combattere le novità”.

Meglio tardi che mai, visto che la Chiesa cattolica si è ben guardata da fare altrettanto e le Chiese pentecostali d'America sono ancora ferocemente abbarbicate al creazionismo biblico.

Per loro Adamo ed Eva sono gli unici progenitori dell'intero genere umano e gli ominidi e i cavernicoli sono soltanto bufale inventate dagli scienziati miscredenti e atei, e l'evoluzionismo una teoria satanica.

La distruzione del paganesimo. (La mala religione) 200

Già nel 325 costrinse Costantino a perseguitare i cristiani dissidenti, bollati come eretici (Nestorio, Ario e i Montanisti), e fece bruciare pubblicamente le loro opere. Quindi, si accanì contro i filosofi Nicagora, Ermogene e Sopatro, mandò al rogo gli scritti del neoplatonico Porfirio, autore dell'opera monumentale "Contro i cristiani", in 15 libri.

Da allora, per più di mille anni, filosofare divenne pericoloso e comportò la condanna per eresia con l'esilio, la confisca dei beni e il rogo. La repressione raggiunse il culmine sotto Teodosio I, che nel 380 proclamò il cristianesimo religione di Stato, e poi con Teodosio II e Valentiniano III, i quali, aizzati dalla Chiesa, spinsero i cristiani al saccheggio dei templi pagani e alla loro conversione coatta, pena la condanna a morte e la confisca dei loro beni.

Teodosio I

mercoledì 12 ottobre 2011

Il falso Jahvè (Genesi e involuzione del monoteismo biblico). La leggenda dei Patriarchi. Gli hapiru 23

La loro presenza era mal tollerata, anche se alla fin fine sopportata, in quanto offrivano forza lavoro a basso costo (bastava un po' d'aglio, di pan secco e un tugurio per abitazione) e poteva svolgere innumerevoli compiti nella costruzione delle nuove città.

Queste popolazioni semitiche erano diverse per etnia, lingua e costumi.
Non è quindi assolutamente pensabile che i semiti, stanziatisi in Egitto in quel tempo, fossero un popolo omogeneo per lingua e cultura, in grado di riconoscersi nella denominazione di ebrei e nella discendenza da Abramo, come invece vorrebbe farci credere la Bibbia.

Non erano affatto un popolo che aveva già maturato una sua identità nazionale, anche se avevano un retroterra comune. Ed è per questo che il racconto biblico ci testimonia le grandi difficoltà incontrate da Mosè nel tenere unito questo miscuglio eterogeneo di genti e nell’amalgamarlo in una specie di popolo.

Ovviamente non tutti i nomadi semiti che si trovavano nella terra di Canaan immigrarono in Egitto. Alcuni tentarono di insediarsi stabilmente nella zona. Infatti, nelle tradizioni di alcune tribù israelite non esistono tracce di un soggiorno in Egitto e di un esodo.

Mosè

La distruzione del paganesimo. (La mala religione) 199

Il cristianesimo, nato come messaggio di fratellanza e di pace tra gli uomini, si è trasformato, nel corso dei secoli, in una religione sanguinaria e oscurantista.

Lo storico tedesco Karlheinz Deschner (K. Deschner, Storia criminale del cristianesimo, Vol. 1-9, Ariele, Milano 2000-2009), contemporaneo di papa Ratzinger e quasi suo conterraneo, con la sua “Storia criminale del cristianesimo” sta denunciando al mondo, documentandoli fin nei minimi particolari, gran parte dei suoi crimini.

Ha già riempito nove volumi di circa 500 pagine ciascuno e non ha ancora finito. A leggerli, diventiamo consapevoli che la Chiesa è stata l'istituzione più criminale della storia dell'umanità.

Cominciamo da quando nel 313 ottenne la libertà di culto da Costantino. Finché la Chiesa fu perseguitata invocò incessantemente la tolleranza e la libertà religiosa.

Non appena però ebbe l'appoggio degli Imperatori, divenne, in breve tempo, intollerante e persecutrice, arrivando al punto di annientare con la violenza tutti i suoi nemici interni e tutti i culti antichi pagani.

Karlheinz Deschner

martedì 11 ottobre 2011

Piccola riflessione sulle dichiarazioni di Emma Marcegaglia e del Cardinael Angelo Bagnasco.

In questi ultimi giorni hanno fatto rumore le dichiarazioni  di Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, e del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, a proposito della situazione italiana.

La Marcegaglia, da imprenditrice, ha calcato la mano sulla drammaticità della nostra situazione economica, mentre Bagnasco, da uomo di Chiesa, ha condannato i comportamenti “immorali” in ambito pubblico.

Entrambi hanno chiamato in causa, più o meno chiaramente, il presidente del Consiglio Berlusconi, il suo governo ed i suoi compari per il degrado economico e morale in cui sta sprofondando l’Italia.

Ora la domanda che molti si pongono è: come mai ora? Perché la Marcegaglia, che all'unisono con le confindustria per anni si è scorticata le mani ad applaudire Belusconi, solo ora scopre che il suo malgoverno ha portato l'Italia sull'orlo della rovina?

E come mai essa ha sempre ignorato che il signor Berlusconi non è mai stato un imprenditore di successo, perché se non si fosse avvalso di leggi ad personam, amicizie, fondi di provenienza dubbia, ora forse sarebbe in galera o fallito, come lui stesso disse alcuni anni fa?

E Bagnasco, come mai  nonostante la stampa abbia sommerso l'Italia e l'intero pianeta rivelando le ributtanti intercettazioni che dimostravano che il nostro presidente del Consiglio era un prosseneta boccaccesco, solo ora s'è deciso a dichiararlo eticamente indegno? Domande, purtroppo, senza risposta.

Certo si è che il flautato cardinale non si è limitato solo a rompere l'assordante silenzio della Cei con enorme ritardo ma nella sua prolusione, seguendo il metodo cerchiobottista e usando il solito stile generico e impersonale, ha voluto coinvolgere tutti, anche l'opposizione, al punto che ha subito offerto ai servi sciocchi del signor B. l’opportunità di dire: “Ma non stava mica parlando di lui!”

E ha dato occasione a nove cattolici doc, di notevole spessore, Roberto Formigoni, Raffaele Calabrò, Maurizio Sacconi, Maurizio Lupi, Maurizio Gasparri, Mario Mauro, Gaetano Quagliariello, Eugenia Roccella e Alfredo Mantovano, di inviargli una lettera, pubblicata sull'Avvenire, giornale dei vescovi, e quindi concordata, per cercare di difendere in modo grottesco Berlusconi.

In questa lettera, che trasuda del più becero servilismo, tipico di gran parte della nostra casta politica nei confronti delle eminenze reverendissime, dopo aver annacquato le parole di Bagnasco e averle spalmate su tutti, specialmente sulla «sinistra» e la magistratura, i nove solerti cattolicissimi hanno tirato in ballo i principi non derogabili, tanto cari a Ratzinger, e minacciato sottobanco che se la Cei non ratifica e aggiusta il tiro su Berlusconi avrebbero abbandonato ciò che più sta a cuore al Vaticano: aborto, scuola e matrimonio.

È convinzione di molti, però, che l'intervento del cardinale sia stato tutto fuorché la stoccata finale al toro ormai agonizzante al quale Santa Romana Chiesa ha già spremuto tutto il possibile. O ancora tutto no?

Vediamo quanto durerà: il testamento biologico è già all’attenzione del Senato, basterà aggiungere qualche milione di euro per le scuole cattoliche e qualche altro bonus qui e lì per far dimenticare l’increscioso incidente.

E poi c'è sempre il Fisichella di turno pronto a contestualizzare. Il quale potrebbe far rilevare che quando Berlusconi ha benedetto la consigliera lombarda Nicole Minetti, nuda dopo aver inscenato il consueto spogliarello vestita da suora, appoggiandole un crocifisso sulla testa, tra le gambe e tra i seni non aveva avuto alcun intendimento sacrilego ma erroneamente aveva scambiato soltanto il crocifisso per uno strumento erotico.

Card. Angelo Bagnasco

I crimini delle religioni. (La mala religione) 198

Le religioni sono responsabili dei più atroci crimini che hanno insanguinato l'umanità e che tuttora seminano lutto e morte nelle varie contrade del mondo.

Soprattutto il cristianesimo e l'islam, a causa del proselitismo da loro perseguito, cioè dell’obbligo categorico di imporre la loro fede a tutto il genere umano con ogni mezzo, ivi compresa la "guerra santa", si sono resi colpevoli di atrocità inimmaginabili.

Qui, mi limiterò ad un breve carrellata dei maxi crimini compiuti dalla Chiesa nei due millenni della sua storia.

lunedì 10 ottobre 2011

Il falso Jahvè (Genesi e involuzione del monoteismo biblico). La leggenda dei Patriarchi. Gli hapiru 22

Durante il periodo della dominazione degli hyksos, gli israeliti potrebbero benissimo avere raggiunto nella società egizia l'elevata posizione che la Bibbia attribuisce loro.

Infatti, alcuni studiosi affermano che gli hyksos avrebbero riservato una buona accoglienza ai nuovi semiti arrivati, quali Giacobbe e i suoi figli, affidando loro posti di rilievo.

Quando però il libro dell’Esodo afferma che sorse un re “che non conosceva Giuseppe” si riferirebbe ai faraoni di Tebe, Kamose e Ahmos, che intorno al 1550 a.C. riuscirono a ricacciare gli hyksos a Canaan e a riunificare l'Egitto, riducendo in schiavitù una parte dei vinti.

Va anche però precisato che nomadi d'origine asiatica arrivarono in Egitto per motivi commerciali, oppure come immigrati, per tutto il II millennio a.C.

Specialmente nell'Egitto degli ultimi faraoni della XVIII dinastia e dei primi della XIX, accadde quello che era avvenuto nel paese dei sumeri alcuni secoli prima: gruppi di rozzi nomadi semiti, etnicamente eterogenei, socialmente poco evoluti ed economicamente poveri, entravano alla spicciolata in Egitto in cerca di fortuna, attratti dallo straordinario sviluppo tecnologico delle sue città e dalla loro organizzazione urbanistica e sociale.

E naturalmente queste città erano piuttosto turbate dal continuo giungere di stranieri, rozzi e ignoranti, che venivano chiamati "i figli della sabbia".

Kamose

L'ostruzionismo alla scienza. (La mala religione) 197

E si potrebbe obiettare anche che il "progettista intelligente" sarebbe perfino compatibile con ipotesi non teiste, come per esempio l'introduzione della vita sulla Terra da parte degli alieni, o in base alla teoria della panspermia.

Ma la madre delle domande è: chi avrebbe progettato il progettista? Qualsiasi tentativo di rispondere a questa domanda ricadrebbe nel creazionismo religioso.

Concludendo: oggi più che mai possiamo affermare che grazie allo sviluppo della biologia, della genetica e delle tecniche che permettono di studiare il Dna di qualsiasi essere del passato e del presente, e delle schiaccianti prove paleontologiche, anatomiche e geologiche finora rinvenute, la teoria dell'evoluzione è esatta e il creazionismo è sconfitto per sempre

domenica 9 ottobre 2011

Peccato e redenzione (Le due imposture su cui poggia il cristianesimo). Il mito biblico al vaglio della scienza. 14

Questo spiega perché in seguito all'uscita del libro di Darwin vi fu da parte dei teologi cattolici e protestanti una grande demonizzazione della teoria darwiniana e lo stesso Darwin venne tacciato di eresia. La quasi totalità della stampa laica dell'epoca si schierò apertamente con il clero oscurantista ed i vignettisti si scatenarono a ridicolizzare lo scienziato.

Nessuno voleva accettare che l'uomo, ritenuto fino allora creato ad immagine di dio e posto al centro dell'universo (dogma antropocentrico dei creazionisti) come tutte le religioni lo avevano lusingato a credere, fosse semplicemente il prodotto di un mix di caos e determinismo che lo ha assemblato, con molto ciarpame inutile.

Addirittura, avrebbe potuto essere assemblato in qualcosa di molto diverso da quello che è. Quindi l'evoluzionismo per loro declassava l'uomo da creatura forgiata da dio, a sua immagine e somiglianza, a mammifero pensante inteso come variazione casuale nell'esplosione del vivente.

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Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)