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martedì 1 novembre 2011

Ad Assisi l'ennesimo e ignobile attacco ateofobico di papa Ratzinger

Quella di Assisi doveva essere una giornata di riflessione e di dialogo interreligioso. Ma le parole pronunciate da Benedetto XVI: "Mai più violenza! Mai più guerra! Mai più terrorismo! In nome di Dio ogni religione porti sulla terra Giustizia e Pace, Perdono e Vita, Amore!" sono state da lui prontamente contraddette e trasformate nell'ennesimo attacco agli atei, nonostante la presenza di quattro non credenti da lui invitati.

Per questo papa medievale, sempre più oscurantista e teocratico, la libertà religiosa, da lui più volte strombazzata, non riconosce il diritto di non credere alle fregnacce religiose, e la sua connaturata ateofobia gli fa dire colossali falsità storiche.

“L’assenza di Dio”, ha tuonato il pontefice con spudorata mala fede, sarebbe causa di violenza e persino dei campi di concentramento, perché la negazione del divino “corrompe l'uomo, lo priva di misure, gli fa perdere l'umanità”. Niente di più ignobile, assurdo e storicamente falso.

Più volte gli è stato ricordato che in nome dell’ateismo non è stata mai combattuta alcuna guerra, non è stato compiuto alcun attentato, né perpetrate intolleranze e violenze, e che i Paesi con il maggior numero di atei sono quelli dove il tasso di criminalità è minore, dove la tolleranza è assoluta e dove vige il massimo grado di civiltà.

Sono, invece, i Paesi dominati dalle caste religiose, soprattutto cattoliche, nei quali trionfano la criminalità, la corruzione, il privilegio e la negazione dei diritti civili e della libertà democratiche. Quanto ai campi di concentramento, essi sono il frutto del millenario antisemitismo cristiano.

Adolf Hitler era cattolico (vige tuttora in Germania il suo concordato con la Chiesa cattolica) e credeva in dio al punto di mettere gli atei fuorilegge durante il nazismo.

Ratzinger lo sa benissimo, avendo servito nell’esercito tedesco e avendo portato nel suo cinturone la scritta blasfema "Dio è con noi” che era il motto della Wehrmacht.

Raffaele Carcano, segretario UAAR, così commenta le parole del papa:“Il suo attacco agli atei, e la pretesa di annettersi gli agnostici, sono il chiaro tentativo di demonizzare l’incredulità, che si va sempre più diffondendo nel mondo: come ammette lo stesso papa, evidentemente preoccupato”.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)