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sabato 3 dicembre 2011

La superiorità intellettuale, morale e civile del laicismo. (La mala religione) 244

“O si pensa o si crede” diceva Arthur Schopenhauer. Basandosi su questa massima, Richard Lynn, professore di psicologia dell’Università di Ulster, in un recente articolo pubblicato sulla rivista "Intelligence" (2008) afferma che non credere in dio e nei dogmi religiosi, rende più intelligenti, e che l'ateismo, proprio delle persone dotate di un alto quoziente intellettivo, è il prodotto dell’evoluzione e dello sviluppo inarrestabile della scienza.

L'indubbio declino dell’osservanza dei precetti religiosi nell’ultimo secolo è una innegabile dimostrazione dell'aumento dell’intelligenza media generale e del risveglio della mente dal sonno oscurantista della religione.

Questa superiorità intellettuale, oltre che morale, dell'ateismo, è dimostrata dal fatto, che l'ateo è indubbiamente più razionale del credente.

Se dobbiamo ammettere che la religione, come confessa Tommaso d'Aquino, è un'assurdità cui dobbiamo credere ciecamente, senza poterla sottoporre ad una indagine critica, e che, per di più, è sconfessata ogni giorno dalla scienza, come possiamo ritenere intelligente una persona, magari con tanto di laurea in tasca, che l'accetta?

Significa che, come minimo, non si è mai posto il problema della sua veridicità. E già questo depone a svantaggio della sua intelligenza.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)