Un'approfondita
indagine critica del cristianesimo, quale questo libro si prefigge di
fare, rende necessarie alcune brevi informazioni preliminari,
indispensabili per un suo inquadramento.
Pochi
credenti sanno che il cristianesimo si è sviluppato in due tronconi,
molto diversi l'uno dall'altro. Il primo, che possiamo chiamare
giudeo-cristiano, ha avuto origine dagli apostoli guidati da
Giacomo, fratello di Gesù; il secondo, che possiamo chiamare
ellenistico-pagano, è stato una creazione personale di Paolo di
Tarso, il san Paolo della Chiesa.
Il
cristianesimo giudaico, nella sua breve esistenza, è rimasto sempre
ligio all'ebraismo più ortodosso e ha praticato, con
straordinario zelo, tutte le pratiche del giudaismo rituale: la
frequentazione quotidiana del Tempio, la partecipazione ai sacrifici,
l'osservanza delle festività e della legge ebraica. Per esso il
cristianesimo non era una nuova religione contrapposta all'ebraismo,
ma un suo completamento e riguardava soltanto gli ebrei della
Palestina e quelli che si erano sparsi nelle molte contrade
dell'impero romano.
Tutti
gli altri: i romani e i pagani in genere, erano esclusi perché
l'etica biblica, ed anche quella evangelica, erano settarie e ostili
agli stranieri. Non dimentichiamo che gli ebrei si consideravano il
popolo eletto, l'unico in cui scorreva sangue divino, e che Mosè,
su preciso comando di Jahvè, aveva condannato a morte e sterminio
tutti i nemici di Israele.
Quali
aspettative aveva il cristianesimo giudaico? Come vedremo più
dettagliatamente in seguito, esso credeva fermamente che Gesù
risorto sarebbe tornato quasi subito, in carne e ossa, per creare il
Regno di Dio in Terra, come avevano annunciato i profeti, e che
avrebbe dato inizio ad un lungo periodo di pace e di armonia per
Israele prima e per il resto del mondo poi.
Il
cristianesimo ellenistico-pagano, fondato da Paolo, si configurò,
invece, come un filone
eretico del vecchio ebraismo, e finalizzato alla creazione di una
nuova religione. Infatti, Paolo inviterà i suoi seguaci cristiani a
rifiutare la Legge, la frequentazione del Tempio e la circoncisione,
e quindi a rinnegare, di fatto, l'ebraismo, e tenderà a diffondere
il suo cristianesimo personale non tanto tra i suoi correligionari
ebrei quanto tra i gentili, cioè tra i pagani. Quali erano le
aspettative di Paolo?
In
un primo tempo, come i cristiano-giudei, cui inizialmente aderì,
anch'egli attese spasmodicamente l'imminente ritorno sulla Terra di
Gesù risorto. Poi, quando questa aspettativa andò delusa e i suoi
seguaci entrarono in crisi, per salvare il suo cristianesimo, gettò
l'ebraismo alle ortiche, abbracciò l'ideologia delle Religioni
Misteriche, assimilata da giovane nella sua città natale, che
ipotizzava l'immortalità dell'anima, rimandò il ritorno di Gesù al
Giorno del Giudizio e trasformò il Messia crocifisso nel Redentore
dell'intera umanità. Il nuovo Regno di Dio, non più terreno ma
celeste, avrebbe riguardato l'aldilà, dove le anime immortali
sarebbero vissute in una eterna beatitudine. Insomma inventò il
nucleo fondamentale che costituisce il cristianesimo attuale. La
sua nuova teologia fu sempre sconfessata dalla Chiesa di Gerusalemme,
rimasta fedele all'ebraismo.
Per
alcuni decenni i due cristianesimi convissero tra contrasti più o
meno palesi. Le Guerre Giudaiche del 70 e del 135, che portarono
alla distruzione di Gerusalemme e della Palestina e alla totale
diaspora degli israeliti sopravvissuti, segnarono la fine definitiva
del cristianesimo giudaico. Quello di Paolo, invece, già diffuso in
gran parte dell'impero romano tra i pagani, rimase l'unico vincente e
diede origine alla nuova religione. Quindi il cristianesimo attuale
deriva interamente da Paolo.
Ciò
premesso, questo libro si prefigge di dimostrare che
il cristianesimo non è una religione rivelata ma semplicemente
inventata; che Gesù non era il Figlio di Dio, immolatosi sulla
croce per redimere l'intera umanità, come ci è stato tramandato dai
Vangeli canonici derivati da Paolo di Tarso e dai suoi seguaci, ma
semplicemente un Messia jahvista, fatto crocifiggere dai romani per
insurrezione armata contro Roma.
La
prima parte di questa approfondita indagine prenderà in esame il
Gesù storico, quale possiamo dedurre dai Vangeli: un nazireo
esseno-zelota che si proclamò Messia davidico e re d'Israele, e
finì condannato dai romani alla crocifissione come un ribelle
jahvista.
Si
esaminerà poi, nella seconda parte, la metamorfosi subita da Gesù
all'indomani della sua pseudo-resurrezione, quando i suoi seguaci,
che diedero origine alla Chiesa cristiano-giudea di Gerusalemme, lo
tramutarono da Messia Crocifisso nel Messia Martirizzato, destinato
a tornare in tempi brevi sulla Terra come Figlio dell'Uomo, per
liberare definitivamente Israele e creare il Regno di Dio.
Si
parlerà della parusia,
cioè dell'attesa spasmodica del ritorno dal cielo del Gesù risorto
in carne ed ossa, ritenuta imminente dai primi cristiano-giudei di
Gerusalemme e anche da Paolo di Tarso in un primo momento, ma poi,
non essendosi verificata, da lui rinviata a sine die, cioè al
Giorno del Giudizio.
Si
arriverà quindi, nella terza parte, all'ultima e definitiva
trasformazione di Gesù nel Cristo Figlio di Dio, incarnatosi come
uomo e poi immolatosi
sulla croce per la salvezza universale, e si scoprirà che fu, in
assoluto, una personale invenzione teologica di Paolo di Tarso.
I
primi due Gesù, di natura esclusivamente umana, riguardavano il solo
popolo ebraico; il terzo, fatto assurgere dai pagano-cristiani al
rango divino, consustanziale al Padre, riguardò il mondo intero.
Nelle
quattro parti successive verranno analizzati, a brevi linee, la
diffusione del cristianesimo paolino, il suo trionfo per opera
dell'imperatore Costantino, l'istituzione della Chiesa, la sua
successiva mondanizzazione e trasformazione in un apparato
oppressivo e criminoso. La nona ed ultima parte, infine, prenderà
in esame le fonti che sono alla base del cristianesimo. Sono quelle
canoniche, riconosciute dalla Chiesa come rivelate da Dio; quelle
apocrife, considerate dalla Chiesa non attendibili; e, infine, quelle
storiche di autori ebrei e romani. Nell'esaminare gli stadi delle
incredibili metamorfosi cui fu sottoposta la figura di Gesù nei
primi secoli della nostra èra, si farà riferimento quasi
esclusivamente alle fonti canoniche.
Queste,
infatti, ad una lettura non convenzionale ma attenta e rigorosa,
nonostante le molte e grossolane manipolazioni messe in opera dalla
Chiesa attraverso i secoli, per difendere la teologia inventata da
Paolo e da essa ereditata, lasciano trasparire numerose tracce, sia
pur velate, che ci consentono di ricostruire parzialmente la vera
vicenda terrena di Gesù, come esposta nei Vangeli, e le sue
successive trasformazioni.
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