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giovedì 5 gennaio 2017

Nel primo secolo spesso i cristiani venivano confusi coi messianisti zeloti. 291

A causa della Guerra Giudaica (ordinata da Nerone nel 64) e conclusasi nel 70 con la conquista e la distruzione di Gerusalemme, si sviluppò a Roma un clima di forte tensione contro il giudaismo che si estese anche al cristianesimo, confuso spesso con questo. Ciononostante, coi successori di Nerone: Galba, Vespasiano e Tito, conquistatore di Gerusalemme, per quasi una generazione non ci furono conflitti tra cristiani e l'Impero. Ma Domiziano, fratello di Tito, fece condannare nel 95 alcune personalità d’alto rango per «empietà», fra le quali un cugino dell’imperatore, il Console Tito Flavio Clemente, mentre fece deportare la moglie Flavia Domitilla su un’isola delle coste italiche. Ma anche questa azione punitiva rimase circoscritta a Roma, senza contare che sussiste la quasi certezza che costoro non fossero effettivamente cristiani ma legati in qualche modo al messianismo zelota.

Sempre sotto Domiziano, come ci testimonia Eusebio di Cesarea, ciambellano di Costantino che poté consultare gli archivi imperiali di Roma, accadde un fatto che ci descrive così: ."Della famiglia del Signore restavano ancora i nipoti di Giuda, detto fratello di lui (Gesù) secondo la carne, i quali furono denunciati come appartenenti alla stirpe di David. L'evocatus li condusse davanti a Domiziano Cesare poiché, come Erode, anch'egli temeva la venuta del Messia (Eusebio di Cesarea, Storia ecclesiastica, III, 20)". Domiziano, però, scoprendo che erano del tutto inocui, cioè non avevano alcun seguito politico, li lasciò liberi. Questo per far capire come in quel momento esisteva una grande confusione tra giudei messianisti e cristiani.

Questa testimonianza di Eusebio di Cesarea, uno dei più grandi dottori e Padri della Chiesa, ci fornisce, tra l'altro, l'informazioni importantissima che Giuda, nonno dei nipoti convocati dall'Imperatore, era fratello carnale di Gesù e che quindi Gesù aveva i fratelli decritti nei Vangeli e Maria, anziché vergine, era la madre di ben otto figli. Inoltre ci informa che i famigliari di Gesù, dopo la sua morte, continuarono a perseguire la medesima causa dinastica, per la quale Gesù era stato crocifisso.


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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)