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venerdì 3 marzo 2017

La "Sequela Christi". 299

Agli inizi del IV secolo, il Vescovo Eusebio di Cesarea, residente a Nicomedia nella reggia di Costantino il Grande, potendo consultare gli Archivi Imperiali e visionare gli scritti di Giuseppe Flavio (Antichità Giudaiche e Guerra Giudaica) che raccontavano dettagliatamente gli eventi della Palestina fino alla distruzione di Gerusalemme nel 70, creò, con l'aiuto di altre pie mani e con totale disprezzo della veridicità storica, la sua "Historia Ecclesiastica", una estesa opera consistente nella documentazione omnicomprensiva e fondamentale della tradizione cristiana.

Partendo dai primi vescovi di Gerusalemme e ricostruendo, inventandoli, tutti gli altri vescovi, Padri e dottori della Chiesa e l'innumerevole schiera di martiri, delineò la "Sequela Christi", cioè la continuità interrotta di una gerarchia ecclesiastica da Gesù fino al suo tempo, con i richiami storici di tutti gli eroici protagonisti; stabilì l' evoluzione unitaria della nuova dottrina religiosa, allora infestata da molteplici tendenze ereticali e, infine, elaborò i criteri per la cernita rigorosa dei documenti fondativi del cristianesimo, dovendo eliminare molteplici testi teologici contrastanti tra di loro.

Quella sua premura di "individuare le divine Scritture autentiche da quelle eretiche, assurde ed empie, composte da ciarlatani, strumento dell'attività diabolica, che, come Menandro successore di Simon Mago, ingannavano molti con l'arte del demonio promettendo un'immortalità immediata già in questa stessa vita senza più morire ... ciarlatani che si mascheravano dietro il nome di Cristiani" (HEc. III 26, 1/) non poté prevedere, però, che la dottrina cattolica era allora ancora in fase evolutiva e che il successivo "Concilio di Costantinopoli" del 381 d.C., pur confermando il precedente Credo niceno del 325, ne avrebbe forzato l'assioma fino a comprendere la Santa Trinità e Maria Vergine madre di Gesù Cristo unigenito, nuove verità di fede del tutto ignorate da Eusebio nella sua Historia.

Per cui la "testimonianza" eusebiana è stata sottoposta a molteplici censure da parte degli antichi critici ecclesiastici fra il X ed il XIII secolo d.C., con la stesura di codici molto contrastanti tra di loro fino all'editio princeps che risale al 1544 e che l'ha definitivamente fissata.



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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)