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martedì 28 giugno 2011

Belgio: cattolici in calo

Secondo un sondaggio effettuato dal settimanale cattolico Tertio, la metà dei belgi si dichiara ancora cattolica, contro il 72% del 1981, mentre il numero delle persone che non appartengono a nessuna religione è passato dal 24 al 42% nello stesso periodo.

Il sondaggio rivela anche che solo il 10% della popolazione adulta di oltre 18 anni va in chiesa settimanalmente, contro un 20% che vi si reca non più di una volta al mese o in occasione di feste religiose, e il 70% che non frequenta mai o soltanto eccezionalmente.

“Quasi un quarto dei Belgi non cresce più in un ambiente cattolico”, scrive Le Vif. “Circa la metà della popolazione atea, che è tanto consistente nei territori valloni quanto in quelli fiamminghi, lo è da almeno due generazioni. Tale gruppo è in crescita e rappresenta circa un quarto della popolazione”.

Secondo quanto scrive ancora Le Vif, la credenza in Dio è passata negli ultimi trent’anni da un 80% al 60% e ciò dipenderebbe in buona sostanza da una diversa rappresentazione della sua immagine, che per oltre un terzo dei belgi non è più altro che una “forza vitale o uno spirito”.

Altro dato rilevante è quello sulla credenza: soltanto un belga su tre crede ancora al paradiso e ad una vita dopo la morte, e soltanto un belga su tre accorda ancora fiducia all’istituzione della Chiesa.

I dati forniti dal sondaggio sono molto significativi anche se prescindono dal fatto più importante che ha recentemente colpito la Chiesa belga: i numerosi scandali della pedofilia pretesca e vescovile.

A questo riguardo comunica il sito di RTL: “La Chiesa cattolica belga ha riconosciuto la propria responsabilità morale negli scandali dei preti pedofili, e s’impegna ad indennizzare le vittime” singolarmente ed in maniera proporzionale al danno ricevuto da ciascuna.

Allo scandalo della pedofilia si deve aggiungere le dure proteste del mondo dei gay per le ripetute dichiarazione offensive del primate belga, cardinale Andrè-Joseph Leonard nei loro riguardi che gli sono costate due torte un faccia. Qualcuno, ironizzando, ha detto che l’unica cosa che i belgi devono salvare della loro Chiesa è la birra trappista.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)