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martedì 5 luglio 2011

I matrimoni gay? Un colossale business per New York

Appena il matrimonio gay nello stato di New York è stato approvato dal parlamento statale, il comune di New York ha messo in piedi una campagna pubblicitaria per chi vuole approfittarne per celebrare nozze dello stesso sesso.

Il sindaco Michael Bloomberg, che appena proclamata la vittoria ha marciato alla testa della parata del Gay Pride insieme al governatore Andrew Cuomo, è subito partito con una campagna dal titolo NYC I Do, ovvero New York dice sì. I soldi in arrivo saranno tanti.

Secondo un comunicato del braccio del comune che si occupa di marketing, l’arrivo delle coppie gay che vogliono sposarsi in città porterà “milioni di dollari di ricadute economiche per il turismo a New York”.

Si prevedono 400 milioni nei prossimi tre anni di introiti aggiuntivi a livello statale, per l’arrivo di coppie gay che si sposano, comprese le spese per ricevimenti e il gettito fiscale da Iva e licenze di matrimonio.

Sono circa 20.000 le coppie già residenti nello stato che si sposeranno entro un anno, e più di 40.000 coppie di altri stati sceglieranno New York per sposarsi.

Il sito web del comune di New York dedicato ai turisti ha già una sezione dedicata alla nuova legge, che fa pubblicità agli hotel che fanno sconti per i matrimoni gay. A sentire i sondaggi, l’onda lunga dell’opinione pubblica statunitense sta spostandosi sempre più a favore della parità di diritti degli omosessuali.

Secondo una rilevazione Gallup di maggio, per la prima volta c’è una maggioranza pro nozze gay: il 53 per cento. Solo nel 2004 a vincere erano nettamente i no.

La Chiesa cattolica (e parte di quella protestante) si dice «delusa e turbata da una legge che modifica radicalmente e per sempre l'idea stessa di matrimonio quale ''unione d'amore aperta ai bambini» e ammette che le sue convinzioni sulla natura del matrimonio saranno ridicolizzate.

Incapace di comprendere che la società sta evolvendosi alla velocità della luce e che l'aspirazione ai diritti umani e civili è sempre più dirompente, è destinata quindi a fossilizzarsi sempre più nel suo medioevale oscurantismo.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)