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martedì 26 luglio 2011

“Questa è una Repubblica, non il Vaticano”. L'Irlanda contro il papa sulla pedofilia.

In seguito al Rapporto sulla diocesi di Cloyne la situazione della Chiesa in Irlanda si è ulteriormente aggravata Nel Paese cattolicissimo, infatti, è partito un attacco senza precedenti alla Santa Sede per lo scandalo della pedofilia.

Il primo ministro Enda Kenny, e poi il Parlamento irlandese, hanno censurato il papato dopo che “per la prima volta un rapporto sugli abusi sessuali del clero ha messo in luce un tentativo della Santa Sede di frustrare un’inchiesta in una repubblica democratica e sovrana, e questo tre anni fa soltanto, non tre decenni fa”.

Mai prima di oggi il capo di un governo irlandese aveva parlato con tanta forza contro il Vaticano. Kenny, e successivamente il Parlamento, in una mozione approvata all’unanimità, hanno accusato le gerarchie cattoliche romane di aver messo gli interessi della Chiesa davanti a quelli delle vittime degli abusi.

Vicino alle lacrime, l’arcivescovo di Dublino Diarmuid Martin in televisione ha ammesso che le nuove inchieste sulla pedofilia nelle diocesi rischiano di non arrivare a far luce su quanto è successo “se la gente nella Chiesa Cattolica non è pronta a dire la verità”.

Il premier Kenny ha avvertito il Vaticano che le relazioni tra l’Irlanda e la Chiesa non saranno d’ora in poi più le stesse dopo che la settimana scorsa il rapporto sulla diocesi di Cloyne – nella contea di Cork – ha messo in luce le coperture da parte di Roma nel periodo dal 1996 al 2009 sugli abusi su minori commessi da 19 sacerdoti, mettendo a nudo disfunzioni, elitismo e narcisismo che contraddistinguono a tutt'oggi la cultura del Vaticano.

“Questa non è Roma. Questa è la Repubblica d’Irlanda 2011, una repubblica fondata sul diritto”, ha detto il premier aprendo il voto alla mozione che accusa il Vaticano di aver sabotato la decisione dei vescovi irlandesi nel 1996 di cominciare a denunciare i casi sospetti alla polizia.

Finora l’unico commento arrivato da Roma è stato quello, a titolo personale, di padre Lombardi, secondo cui la pubblicazione del rapporto ‘segna una nuova tappa nel lungo e faticoso cammino di ricerca della verità, di penitenza e di purificazione, di guarigione e di rinnovamento della Chiesa in Irlanda.

Intanto il primo ministro di Dublino, Enda Kenny, ha convocato il nunzio vaticano in Irlanda e alcuni parlamentari hanno ventilato l' ipotesi di richiamare l'ambasciatore irlandese presso la Santa Sede.

Una nuova legge sugli abusi sui minori, che sarà probabilmente pubblicata a breve,dovrebbe prevedere l'obbligo per i preti di rivelare tutti i casi di abuso di cui venissero a conoscenza, anche se questo dovesse avvenire nel segreto del confessionale. Si profilano tempi duri per la Chiesa in Irlanda.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)