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domenica 5 febbraio 2012

L'enigma svelato (Il lato oscuro della verità) 103


"Una bella fregatura", fece Giuda, allargando le braccia sconsolato.
"Hanno creato soltanto una nuova setta in aggiunta alle tante che già ci sono e che non darà alcuna spinta all'evoluzione spirituale dell'uomo".

"È ancora troppo presto, per trarre delle conclusioni" fece Davide, intuendo i suoi pensieri. "Diamo tempo al tempo. Può darsi che qualcosa di nuovo nasca in seguito".
"E la gente, come reagisce?" continuò Giuda, cercando di approfondire la situazione.

"Da principio, come ho detto prima, è rimasta molto sbalordita, per non dire scandalizzata. Credeva di trovarsi di fronte a degli ebbri o a degli esaltati. Poi, alcuni hanno cominciato ad ascoltarli con interesse, non solo a Gerusalemme, ma anche nelle località limitrofe. Tra i neofiti ce ne sono alcuni di lingua greca, rientrati dalla diaspora o arrivati in città per il pellegrinaggio al Tempio. Sono i più focosi e determinati. Contrariamente ai giudei della Via, che si limitano a diffondere la notizia della resurrezione di Gesù, a praticare molte opere di carità e ad esigere la più assoluta osservanza della Torà, gli ellenisti, così sono chiamati i seguaci della Via di lingua greca, accusano apertamente i sacerdoti del Tempio di essere i responsabili della crocifissione di Gesù e usano un linguaggio molto pesante nei loro confronti. I sacerdoti sono furibondi per questa accusa, anche se vera, e per la diceria della presunta resurrezione del galileo crocifisso.

“Il sommo sacerdote Caifa, il capo del Sinedrio Ezra e Anania, nuovo capo delle guardie del Tempio, hanno tentato di arrestarne alcuni con l'accusa di sovversione. Ma sono stati fermati dai farisei più illuminati e tolleranti, come Gamaliele, Nicodemo e Giuseppe d'Arimatea. Gamaliele ha usato parole molto dure contro i tentativi di persecuzione. Questi farisei, infatti, sono molto soddisfatti del comportamento dei giudei della Via, perché vanno tutti i giorni a pregare nel Tempio sotto la guida di Giacomo, fratello di Gesù, e applicano le norme della Torà nel modo più scrupoloso. Li considerano gli ebrei più devoti e pii".

"C'è qualcuno che si distingue per zelo tra i persecutori?" chiese Giuda, ricordandosi improvvisamente di Paolo.
"Sì, un giovane di lingua greca" rispose Ptolomeo. "Non ricordo il nome, ma la sua figura l'ho precisa davanti agli occhi".
"Poco più che ventenne, statura bassa, capelli in parte stempiati, gambe storte, naso arcuato e sopracciglia folte e unite?" fece Giuda con un sorriso maligno.
"Sì, proprio così".
"E' lui, Paolo", continuò con sarcasmo. "Viene spesso a Damasco per affari".
"Infatti, svolge contemporaneamente due attività: guardia del Tempio e acquirente, dai sacerdoti, del pellame frutto dei sacrifici. Nonostante la piccola statura è molto vigoroso e audace. Ce l'ha soprattutto coi seguaci della Via ellenisti e col loro capo, un certo Stefano. L'ha già arrestato un paio di volte e fustigato con cattiveria".

"Quando l'ho conosciuto mi ha dato l'impressione di uno sgherro spietato", fece Giuda, esprimendo disgusto. "Dovrò stare alla larga da lui".
"E che dicono di Giuda e di Davide?" riprese dopo un attimo di pausa e con un ampio sorriso sulla labbra.
“Alcuni, come Giacomo di Zebedeo e Cefa, vi considerano i traditori di Gesù e hanno giurato di uccidervi. Non vi chiamano mai per nome ma con epiteti. Tu Giuda sei "il mercante effeminato", e tu Davide "il mago caldeo”.

Ormai era ora di coricarsi. Ptolomeo era visibilmente stanco e Giuda lo condusse nella camera a lui riservata, confortevole e silenziosa.

Ptolomeo rimase a Damasco per più di una settimana, trattato con grande affetto e simpatia. Accettò di partecipare all'affare che Rufo, con grande entusiasmo, stava progettando. Si sarebbe occupato del trasporto a Damasco delle pelli acquistate da Paolo a Gerusalemme.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)