Siamo alla follia pura ma non nuova se si pensa che nel 1992, l’allora cardinale Ratzinger, scriveva che l’omosessualità è un «disordine morale» che sta «minacciando seriamente la vita e il benessere di un gran numero di persone». Di fronte ad un messaggio così apertamente discriminatorio pronunciato da un capo religioso che è anche capo di Stato, ci si aspetterebbero da parte degli altri capi di Stato europei (ma non dall'Italia, colonia vaticana) delle vibrate proteste per la sua furia omofoba. Dobbiamo infatti tener presente che nelle ultime settimane il Parlamento europeo si è occupato delle discriminazioni contro l’omosessualità producendo un testo nel quale si «deplora profondamente il fatto che l’omosessualità rimanga un reato in 78 Stati, in cinque dei quali è punita con la pena di morte”, e sostenendo che i diritti degli omosessuali saranno maggiormente tutelati se vengono approvati leggi come le unioni registrate o il matrimonio. Ma Ratzinger, replicando che questi istituti sono «una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace», ha apertamente sconfessato l'Europa.
Sarebbe fin troppo facile rilevare che le sue parole sono apertamente sconfessate dalla realtà dei fatti. Negli Stati in cui esiste questo istituto (Paesi Bassi, Belgio, Spagna, Portogallo, Canada, Sudafrica, Svezia, Norvegia, Danimarca, Islanda, Argentina e in nove Stati USA) non sembra che ci sia qualche “guerra”, mentre la stessa cosa non si può dire per quei settantotto Paesi (principalmente dell’Africa e del Medio Oriente) in cui l’ omosessualità è un reato. Ma tant'è: oltre i politici italiani anche quelli europei da autentici pecoroni non hanno reagito alle antievangeliche dichiarazioni papali. Intanto la Chiesa non solo si oppone ai matrimoni o alle unioni civili per le coppie dello stesso sesso ma vede con favore gli Stati che concretizzano la dottrina cattolica prevedendo pene per gli omosessuali: non a caso il Vaticano si è opposto nel 2008 alla depenalizzazione universale dell’omosessualità proposta dall’Onu.
In questa frattura è chiaro che non si può avere una posizione ambigua e chi si oppone alla criminalizzazione dell’omosessualità deve essere consapevole che la strada maestra è opporsi alla Chiesa e attuare l’introduzione del matrimonio o delle unioni civili per le coppie dello stesso sesso: insomma o con l’Europa dei diritti civili o con il Vaticano che benedice gli assassini dei gay come l’omofoba cattolica Kadaga che si propone di introdurre per essi la pena di morte in Uganda.
Nessun commento:
Posta un commento