Durante
una spedizione punitiva contro i cristiano-ellenisti di Damasco, su
incarico dal sommo sacerdote Caifa che gli aveva ordinato di
arrestarli e tradurli a Gerusalemme, Paolo fu folgorato da una
visione celeste che lo portò ad una radicale conversione personale.
Così passò dalla parte di quelli che fino ad allora aveva così
ferocemente perseguitato, i cristiano-giudei, diventando, da
quel momento in poi, altrettanto fanatico nella divulgazione della
parusia (ritorno di Gesù dal cielo) quanto lo era stato prima nel
tentare di ostacolarla.
Questa sua conversione coincise
con una rovinosa caduta (da cavallo?) che possiamo sicuramente
attribuire ad un improvviso attacco epilettico.
Gli
studiosi non hanno dubbi sull'epilessia di Paolo. Il
neurologo
A. Ragot scrive: “Paolo era soggetto a crisi epilettiche:
oscuramento, aura luminosa e sonora, caduta, coma, cecità, afasia
che regrediscono nei giorni seguenti, paralisi che migliora
progressivamente lasciando ogni volta conseguenze emiplegiche
definitive.”(A.Ragot.
Paolo
di Tarso,
Quaderno del Circolo Renan, 4° trim., 1963). Tutti
fenomeni accaduti a Paolo durante la sua prima rivelazione.
Ma
la
medicina odierna, a proposito dell'epilessia, spiega dell'altro.
Secondo Vilayanur Ramachandran
(Che
cosa sappiamo della mente,
Mondadori, Milano, 2004)
dell'Università San Diego di California, sono numerosi e ben
documentati i casi di persone che,
colpite da una crisi epilettica, hanno riferito di aver vissuto
esperienze mistiche e di aver ricevuto rivelazioni religiose
direttamente da un’entità ultraterrena. Si tratta di allucinazioni
intense che accadono specialmente nelle “crisi estatiche” che
provengono dal lobo temporale. Nonostante
la brevissima durata, questi episodi provocano la sensazione di
grandiose visioni celesti, fanno udire voci arcane e determinano una
gioia così intensa da non poterla descrivere.
Il
celebre scrittore russo, Fyodor Dostoevskij, che era soggetto a
questi episodi di “crisi estatiche”, li descriveva come “il
tocco di Dio”. “È venuto da me, Dio esiste. Ho pianto e non
ricordo niente altro. Voi non potete immaginare la felicità che noi
epilettici proviamo il secondo prima di avere una crisi. Non so
quanto possa durare nella realtà ma tra tutte le gioie che potrei
avere nella vita, non farei mai scambio con questa”. A
conferma della stretta relazione epilessia-visioni celesti, nel
Campus della Laurentian University in Canada il neuroscienziato
Michael Persinger facendo indossare a centinaia di volontari un casco
che emette dei campi magnetici complessi a frequenza molto bassa (il
casco Koren o casco di Dio) è riuscito a provocare nei loro lobi
temporali dei micro-attacchi di epilessia che inducono epifanie
divine, apparizioni, sensazioni extracorporee ed altre forti
allucinazioni. Tutti
i partecipanti all'esperimento, in base al loro retroterra religioso,
hanno visto Gesù, la Madonna, lo Spirito Santo, Maometto e altre
divinità; in taluni casi perfino Satana. Persinger, a seguito di
questi suoi numerosissimi esperimenti è giunto a concludere che
tutte le esperienze spirituali altro non sono che semplici
allucinazioni collegate a forme epilettiche. (Persinger, M.A. e
Koren, S.A. “Esperiences of spiritual visitation”,
Perceptual and Motor Skills,
2001)
Anche
per il ricercatore Orrin Devinsky e i suoi colleghi neurologi
l'attacco epilettico provoca una dissociazione mentale che genera un
profondo stato di alterazione della coscienza e causa
allucinazioni e visioni così vivide da sembrare più reali della
realtà per cui queste allucinazioni non hanno un'origine
sovrannaturale ma sono parte della normale esperienza umana.
Determinano però in alcuni pazienti un cammino di conversione
religiosa (Devinsky Orrin, Lai Giorgio, La
spiritualità e la religione in epilessia,
Epilessia
e comportamento,
maggio 2008, vol.12).
Esattamente
come è accaduto in Paolo.
Ecco
quindi come si deve spiegare la folgorazione di Damasco, le ripetute
testimonianze delle sue visioni e i presunti rapimenti al terzo
cielo. D'altronde è lo stesso Paolo che nelle Lettere conferma
indirettamente la sua malattia, accennando spesso
ad una spina nel fianco, forma allegorica per indicare un disturbo
fisico ricorrente, che più volte aveva chiesto a Dio di togliergli,
e scrivendo in Galati: “Voi sapete, fratelli, che fu a causa di una
malattia del corpo che vi annunciai il vangelo” (da lui sempre
dichiarato una rivelazione divina) (Galati 4,13). Ai suoi tempi
l'epilessia era considerata un morbo sacro che gli dèi riservavano a
coloro che sceglievano come loro intermediari.
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