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giovedì 15 dicembre 2016

La prima persecuzione contro i cristiani fatta da Nerone fu un fatto storico o una colossale bufala inventata dalla Chiesa? Terza parte 288

Ad ignorare del tutto la persecuzione di Nerone contro i cristiani, che troviamo soltanto negli Annali di Tacito, non furono soltanto i cronisti imperiali del suo tempo ma anche il più importante storico ebreo Giuseppe Flavio (37-105 d.C.), autore di opere fondamentali sulle Antichità Giudaiche e sulla Guerra Giudaica del 70.


Questo storico, come da lui riferito nella sua "Autobiografia", redatta alla fine del I secolo, afferma con precisione che tra la fine del 63 e la prima metà del 65 fu a Roma, per un anno e mezzo, ospite di Poppea, moglie di Nerone, in quanto doveva difendere alcuni rabbini, accusati di connivenza con gli zeloti che allora insanguinavano la Palestina con continui attacchi terroristici. Pur accennando al grande incendio del 64 che distrusse gran parte dell'Urbe, Giuseppe Flavio ignora totalmente l'eccidio di "Cristiani", il cui nome, per lui che parlava aramaico e conosceva il greco, avrebbe dovuto essere famigliare in quanto significava "messianisti".


Ad uno scriba Fariseo membro del Sinedrio che conosceva perfettamente la Bibbia, il significato di "Messia" era ben chiaro per la sua importanza vetero testamentaria ebraica; quindi il silenzio dello storico giudeo sull'ecatombe di "messianisti", se realmente esistita, risulta inconcepibile. Conoscendo l'importanza del personaggio, la rigorosa scrupolosità dei dettagli, anche i più insignificanti, che osserviamo nei suoi scritti, un fatto così abnorme e di efferata crudeltà che riguardava anche suoi connazionali non poteva essere del tutto ignorato. Quindi, oltre il mutismo di tutti gli storici del tempo anche quello di Giuseppe Flavio, il più importante degli storici ebrei conferma che i versetti del cap. 44 del XV libro degli Annali sono un falso conclamato.


Ma non è tutto. Anche la mancata testimonianza di tutti gli scribi cristiani e di tutti i Padri” “apostolici” e “apologisti” della Chiesa cristiana, dalle origini al IV secolo, quelli cioè coevi o più vicini al grande martirio neroniano della Chiesa è una eclatante ulteriore dimostrazione che Nerone non crocefisse i seguaci di Gesù e che nel corso dei primi due secoli non esistevano né Padri, né Vescovi, né martiri, perché le “prove” della loro esistenza verranno costruite successivamente.


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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)