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venerdì 7 dicembre 2012

Monti, il nuovo uomo della Provvidenza.


La storia ci insegna che le gerarchie ecclesiastiche non sono mai state indifferenti alle regalie elargite dal potere politico, anzi le hanno sempre pretese gratificando come uomini della Provvidenza i politici accondiscendenti, a prescindere della loro condotta spesso decisamente peccaminosa e criminale.

È stato Costantino, l'imperatore dell’Editto di Milano del 313 d. C. a dare inizio all'obbrobrioso costume di ricoprire la Chiesa di immensi privilegi che la rendessero ricca e potente per farne un fedele alleato del potere politico e uno strenuo strumento della sua oppressione. Che poi Costantino fosse un despota feroce e crudele, capace di mandare a morte ogni oppositore e perfino i membri della sua famiglia, come la moglie Fausta e il figlio Crispo, non ha scalfito minimamente la sua reputazione di uomo inviato dalla Provvidenza se addirittura la Chiesa ortodossa e quella abissina lo hanno fatto santo. 

Sono innumerevoli i sovrani e i dittatori, sempre crudeli e oppressori, che favorendo in tutti i modi la Chiesa sono stati da essa sostenuti, giustificati, assolti e talora santificati.
Basti ricordare in tempi recenti Mussolini, Franco, Salazar, Peron, Pinochet, Videla e i molti caudilli dell'America latina. Tutti sanguinari ma cattolicissimi e sempre insigni dal titolo di uomini della Provvidenza. 

L'Italia è sempre stata un terreno fertile per far nascere politici disponibili a fare gli interessi del Vaticano anche a danno del nostro Paese. Perché stupirsi allora se il nostro attuale premier Mario Monti usa il rigore estremo verso gran parte del popolo italiano in forte sofferenza economica e nessun rigore verso alcune categorie ricche e privilegiate come la Chiesa? Qualcuno pensava davvero che l’appoggio vaticano al governo fosse senza contropartita, come l'appoggio incondizionato fino ad un anno fa a Berlusconi?

Pur di favorire i privilegi della Chiesa il nostro premier cattolicissimo è andato contro un doppio parere del Consiglio di Stato, contro la Commissione europea e contro una legge che il Parlamento aveva finalmente approvato, ed ha inventato come escamotage un regolamento che determinando un gran caos applicativo comporterà un’esenzione totale dell’Imu alla Chiesa, ma comporterà senz'altro una fortissima penalità per l'Italia, che sarà, come sempre, pagata dal popolo bue.

Monti, bisogna riconoscerlo, sta donando molto al Vaticano senza aver delitti da farsi perdonare e nemmeno una condotta privata riprovevole. Solo qualche peccatuccio verso il suo Paese: una riforma che lascia gli ‘esodati’  privi sia dello stipendio che della pensione; una modifica dello Statuto dei lavoratori che rende più facili i licenziamenti; una lotta all’evasione solo spettacolare; un aumento della tassazione su chi le imposte le ha sempre pagate; uno stanziamento cospicuo per l’acquisto di cacciabombardieri anziché per scuola e sanità in crisi e una serie di tagli spietati ai servizi pubblici essenziali.

 Ma la riduzione dei privilegi dei parlamentari, una legge anticorruzione che finalmente tolga l'impunità ai ladri di Stato e impedisca l'elezione ai criminali politici restano ancora sulla carta. Ciò non gli impedirà di venir proclamato dal Vaticano come uomo della Provvidenza.


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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)