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domenica 2 dicembre 2012

Peccato e redenzione. Epilogo. 126


Per non parlare del Vecchio Testamento o Bibbia ebraica che contiene molte pagine obbrobriose (che la Chiesa cerca in tutti i modi di non far conoscere) nelle quali troviamo le più efferate crudeltà imposte da Jahvè. Il dio biblico, infatti, in questo testo, considerato ancor oggi da milioni di credenti autentica parola di dio, ci appare come un'invenzione umana primitiva e ripugnante, una specie di totem tribale che gli israeliti avevano illusoriamente messo a capo del loro popolo. Un essere meschino, collerico, sanguinario, negazione assoluta di ogni attributo divino.

Non una delle sue presunte promesse ad Israele si è avverata, anzi tutto è accaduto all'incontrario di quanto aveva predetto. Ma ciononostante ancora oggi una parte del suo popolo, che continua a considerarsi eletto, persiste nell'attendere febbrilmente il Messia; ciò a dimostrazione che alla stupidità umana non c'è limite.

Se poi prendiamo in considerazione l'operato dei sedicenti ministri divini, che millantano di essere i rappresentanti di Cristo in Terra, scopriamo che altro non fanno che imporci, con minacce infernali, il più medioevale oscurantismo in ogni campo della vita civile e sociale; cioè: nella morale, nella cultura, nella politica e nella scienza. Con i loro principi non negoziabili (ma negoziabilissimi in casi di pedofilia pretesca), dedotti non dalla più genuina essenza umana ma dal loro chimerico dio che noi, miseri mortali, non abbiamo mai avuto l'occasione di conoscere direttamente, ma che loro trattano come compagno di merenda, visto che ne conoscono dettagliatamente i precetti, ci impongono mille assurdi divieti che ci costringono ad una vita grama e infelice, in questo mondo reale. Perché?

Perché vivendo nella penitenza, nel continuo mea culpa, nella sistematica oppressione dei nostri istinti più sani e gioiosi, saremo degni di godere un giorno l'eterna felicità. Dove? Ma nell'aldilà chimerico e fasullo dal quale nessuno è mai tornato a relazionarci e mai tornerà perché non esiste. Quindi ci impongono di sacrificare tutte le gioie della vita reale per poi godere quelle inesistenti dell'aldilà irreale. Una colossale truffa sotto ogni punto di vista.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)