Gli
Esseni, come i Farisei, erano gli eredi spirituali dei Chassidim (i
pii, i santi) d’età maccabea, ma le loro strade non tardarono a
dividersi. In attesa della fine del mondo e per protesta contro la
cricca clericale corrotta di Gerusalemme, nel corso del II secolo
a.C. gli Esseni si ritirarono nelle grotte del deserto di Giuda,
prossimo al Mar Morto, dando vita a una comunità di penitenti. In
un secondo momento vissero dispersi nel territorio, ma soprattutto
nei villaggi, sempre organizzati rigorosamente e guidati da un’autorità
centrale.
Non
si sa se gli Esseni dimorassero solo in insediamenti monastici, che
sappiamo allora assai numerosi, ma in ogni caso essi vivevano come un
ordine rigorosamente gerarchizzato, in comunanza di beni, dediti
all’ascesi, al lavoro, alla preghiera e all’esegesi della Bibbia,
come attestano i rotoli di Chirbet Qumran.
Il
monastero di Qumran abitato dagli Esseni a partire dalla fine del Il
secolo a.C., fu distrutto da un terremoto nel 31 a.C. Ricostruito
circa trentanni dopo dai seguaci della medesima setta, venne
infine raso al suolo nel 68 d.C. dalla X legione dell’armata romana
in Palestina al comando di Vespasiano. Da quel momento in avanti
spariscono tutte le tracce dei seguaci della setta: si suppone siano
stati sterminati o ridotti in schiavitù.
Ma
alla loro biblioteca, posta in salvo nelle caverne circostanti
durante l’avanzata dei Romani, dobbiamo le dettagliate notizie
dirette sul movimento, sulle cui basi è possibile dimostrare la
priorità dell’Essenismo rispetto al Cristianesimo primitivo in
numerosi e importanti punti dottrinali e morali.
Ciò
è stato dimostrato dal numero degli scritti pubblicati sugli Esseni
fin dal
1947
che vanta una bibliografia di alcune
migliaia di titoli. Infatti, mentre
molti
studiosi hanno preso atto della sensazionale rassomiglianza dei due
movimenti, dell’identità delle tematiche teologiche e delle
istituzioni religiose, per così dire di un Cristianesimo prima di
Cristo, la Chiesa Cattolica si è sforzata in tutti i modi di
negarlo.
Le
sfere cattoliche, molto imbarazzate dal contenuto dei rotoli
del
Mar Morto, hanno tentato di spostare, talvolta mediante speculazioni
avventurose, la datazione della loro nascita dall’età dei
Seleucidi a quella delle Crociate medievali, o addirittura li hanno
considerati un falso, ipotesi che la ricerca scientifica ha
unanimemente respinto. Analisi archeologiche, paleografiche, ma
soprattutto linguistiche e contenutistiche, hanno stabilito che gli
scritti essenici di Qumran sono da collocarsi circa cento o duecento
anni prima della composizione dei Vangeli, e dunque - ed è la
datazione più accreditata - negli anni fra il 165 e il 150 a.C.
I
rapporti degli Esseni con Giovanni Battista e Gesù sono
incontrovertibili. Giovanni il Battista visse nello stesso deserto
degli Esseni, e appare verosimile che abbia battezzato Gesù non
lontano dal loro monastero, vicino allo sbocco del Giordano nel Mar
Morto. E Giovanni apparteneva senz'altro a quell’ordine, unico in
Israele a praticare il battesimo come rito iniziatico alla setta.
Le
coincidenze delle concezioni esseniche con quelle del Battista e di
Gesù sono manifeste e numerose. Una
conferma del collegamento tra Gesù e i suoi seguaci con la corrente
essena, evidenziata in molti passi dei Vangeli, viene pienamente
data anche dall'identità dei primi giudei cristiani della Chiesa di
Gerusalemme con la comunità qumraniana, come sostiene uno dei più
importanti studiosi dei Manoscritti del Mar Morto, il professor
Robert Eisenman. Secondo lui infatti: esseni e nazirei (i
primissimi cristiano-giudei guidati da Giacomo, fratello del Signore
e da Simon Pietro, chiamati in seguito anche ebioniti), erano in
pratica la stessa cosa.
AI
LETTORI DI QUESTO SITO. Fino al 20 agosto Impegno Laico sospende le pubblicazioni. A
tutti i gentili lettori Leo Zen augura una Buona Vacanza.
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