Visualizzazioni totali

giovedì 2 giugno 2016

Considerazioni sulla dipendenza del cristianesimo da forme precristiane di religione. 263



Abbiamo visto nei precedenti post che la filosofia viene felicemente accolta da alcuni importanti Padri della Chiesa come: Atenagora, Giustino, Clemente Alessandrino, Origene perché, secondo loro, conteneva verità parziali, esortazioni etiche del Vangelo ed era propedeutica alla fede ma, nel contempo, abbiamo visto che viene rigidamente respinta da Taziano, Teofilo, Minucio Felice, Tertulliano e dal vescovo di Milano Ambrogio ai quali si deve aggiungere anche Ignazio, Policarpo, Erma perché, secondo questi ultimi, è colma di contraddizioni, priva di capacità di conoscere il vero e pericolosa in tutto e per tutto.

Ma, nonostante questa apparente contraddizione, risulta evidente la dipendenza del cristianesimo primitivo dalla filosofia greca e da forme precristiane di religione, tanto che il cristianesimo del III e del IV secolo non differisce granché dal paganesimo né nelle forme di devozione né nella teologia. Da entrambe le parti: paganesimo e cristianesimo, vi è la medesima tendenza all’adattamento reciproco, dalla aspirazione all’ascesi alla speculazione teologica, dalla superstizione alla credenza nei miracoli.

Anche la maggior parte dei culti più importanti d’epoca ellenistica possiede esattamente gli stessi patrimoni salvifici del cristianesimo, proprio perché sono la risultante della comune derivazione dalla teologia greco-orientale. Paganesimo e cristianesimo sono religioni salvifiche, conoscono tutte il mito del Redentore fattosi uomo e il dramma cultuale del dio che muore e risorge; hanno in comune sacramenti, in particolare battesimo e pasto sacralizzato, apocalissi, sacre scritture, profezie e miracoli.

Il linguaggio dei filosofi e dei retori spesso non si distingue affatto da quello dei Padri della Chiesa, per cui i passaggi da una fede all’altra, anche dal cristianesimo al paganesimo, si potevano verificare sovente con facilità estrema. E dunque il cristianesimo non superò le religioni e le scuole filosofiche dell’Impero Romano ma semplicemente le assorbì e le continuò sotto altro nome. Quindi, quanto veniva offerto dal sincretismo pagano ed era caro all’uomo d’allora venne mantenuto dalla nuova religione, coincidendo con le idee e le concezioni universalmente diffuse: in ciò consistette uno dei motivi più importanti della sua vittoria sul paganesimo.



Nessun commento:

Posta un commento

Benvenuti nel mio blog

Questo blog non è una testata giornalistica, per cui lo aggiorno quando mi è possibile. I testi sono in regime di COPYLEFT e la loro pubblicazioni e riproduzioni è libera purché mantengano lo stesso titolo e venga citando il nome dell'autore.

I commenti possono essere critici, ma mai offensivi o denigratori verso terzi, altrimenti li cancello. Le immagini le pesco da internet. Qualche volta possono essere mie manipolazioni.

Se volete in qualche modo parlare con me, lasciate la richiesta nei commenti, vi contatterò per e-mail. Dato che il blog mi occupa parecchio tempo, sarò laconico nelle risposte.

Se gli argomenti trattati sono di vostro interesse, passate parola; e, se site studenti, proponeteli al vostro insegnante di religione. In tal caso fatemi sapere le risposte che avete ottenuto. Grazie.

Lettori fissi

Archivio blog

Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)