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venerdì 8 aprile 2011
Il diritto di NON CREDERE
No, questo concetto è troppo riduttivo perché ignora gli altri due diritti fondamentali al riguardo: quello di poter cambiare religione quando scopriamo che non soddisfa più le nostre aspettative, e quello, importantissimo, di poter non credere a nessuna religione.
È quest'ultimo diritto, quello di non credere, ad essere ostacolato in tutti i modi nel nostro Paese in cui la credenza cristiano-cattolica di alcuni cittadini condiziona i diritti di tutti gli altri.
Anche se questi “alcuni” fossero la maggioranza, ma non lo sono perché tra atei, agnostici, indifferenti, scettici e credenti in altre religioni oggi è difficile sostenerlo, l’ingerenza religiosa della Chiesa in Italia, Stato laico per costituzione, condiziona e limita la libertà religiosa sotto questo aspetto.
La prova? La continua guerra scatenata da papa Ratzinger contro gli atei considerati diabolici depistatori perché spingono la gente ad esercitare la libertà di pensiero, a ragionare con la propria testa, a non lasciarsi abbindolare dalle religioni che vogliono imporre, con le buone o con le cattive, le loro false verità.
Una seconda prova eclatante che conferma la discriminazione degli atei in Italia l'abbiamo avuta all'inizio del 2009 quando l'UAAR, l'associazione storica degli atei italiani, allo scopo di acquistare visibilità nel nostro Paese, ma anche di stimolare i non credenti ad affermare pubblicamente le proprie convinzioni e a segnalare eventuali discriminazioni nei loro confronti, imitando l'esempio di Spagna e Inghilterra, ha provato a far affliggere a pagamento su due autobus genovesi un banner contenente la frase: “La cattiva notizia è che dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno”, successivamente modificato in un'altra frase: “Nè Giove nè Geova, nè Cristo nè Allah. Tutti gli dei sono invenzioni degli uomini”.
La reazione dei rappresentanti delle tre religioni abramitiche, sempre in lotta fra loro per affermare che il proprio dio è l’unico vero e ce l'ha più duro degli altri, ma qui unite per combattere un nemico comune, è stata durissima e l'affissione del banner è stata, con mille pretesti, impedita.
La Chiesa ha accusato l'UAAR non solo di voler offendere i credenti ma anche di aver proposto una pubblicità ingannevole. Accusa assurda perché l'affermazione che tutti gli dei sono invenzioni è suffragata dal fatto che nessuno mai è riuscito a dimostrare la loro esistenza.
Quindi è ingannevole proprio affermare che dio esiste e non il contrario. L'ignobile sopraffazione imposta agli atei italiani ha dimostrato la lapalissiana differenza tra laici e clericali (non solo cattolici ma di qualsiasi altra religione): i primi, da veri democratici, ritengono che ogni organizzazione possa esprimere la sua opinione, i secondi, da autentici teocratici, impongono invece che si possa esprimere soltanto la loro.
Se le gerarchie ecclesiastiche fossero certe della bontà delle proprie idee e dell'ampiezza del consenso che pretendono di ricevere, non avrebbero certo bisogno di imporre divieti. Il loro comportamento, come quello degli altri capi religiosi, denota invece, la loro paura davanti alla secolarizzazione del mondo occidentale: secolarizzazione che avanza ad un ritmo sempre più veloce e inarrestabile.
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Informazioni personali
- leo zen
- Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)
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