Prendiamo
ora in considerazione l'eucaristia, indubbiamente uno dei
fondamentali sacramenti della Chiesa Cattolica. La sua origine, come
abbiamo già accennato in precedenza, non è biblica, non è
evangelica e neppure apostolica, ma assolutamente pagana. È stata
inserita da Paolo nel suo cristianesimo personale, copiandola dai
riti misterici eleusini.
I
culti misterici risalgono ai primordi dell'umanità, quando era
diffuso il cannibalismo rituale, mediante il quale si credeva che
mangiando la carne di un animale identificato con un Dio, e bevendone
il sangue, si incorporava la sua immortalità che avrebbe permesso
di vivere una seconda vita eterna, in seguito alla resurrezione
dalla morte. Il
rituale più antico e più sacro, in onore del cannibalismo, fu la
sacra eucaristia di Osiride risalente a ben due millenni e mezzo
prima del cristianesimo.
Questa
forma di teofagia, ancora oggi praticata da alcune tribù primitive
dell'Africa e della Nuova Zelanda, subì una graduale trasformazione
nel corso dei secoli, in quanto il sangue, non a tutti gradito, fu
sostituito dal vino rosso.
Il
primo utilizzo del vino in sostituzione del sangue fu fatto in Egitto
1500 anni prima di Cristo dai sacerdoti della dea Iside, come
possiamo ricavare da graffiti dell'epoca.
Successivamente
il rito eucaristico si trasferì nel culto di Attis e Cibele e,
infine, in quello di Dionisio, i cui sacerdoti introdussero per primi
il pane in questo sacramento, come sostanza trasformabile nel corpo
del Dio. Progressivamente, le consacrazioni furono eseguite da
tutte le religioni su questi due elementi: il pane e il vino, più o
meno con le stesse formule e con preghiere e cerimonie sempre più
simili a quelle usate oggi dal cristianesimo.
Ma
qualcuno potrebbe obiettare che nei Vangeli Sinottici (non però in
quello di Giovanni) l’eucaristia venne istituita da Gesù durante
l’ultima cena. È un’autentica falsificazione, dimostrata dal
fatto che questi tre Vangeli sono molto posteriori alla prima
Lettera ai Corinzi nella quale Paolo dichiara di aver ricevuto
l'istituzione dell’eucaristia direttamente dal Signore, durante
una sua visione celeste (una delle tante allucinazioni di tipo
epilettico cui andava soggetto).
“Io,
infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho
trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese
del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il
mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo
stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo:
«Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo,
ogni volta che ne bevete, in memoria di me» (1 Corinzi 11, 23-29).
Parole
identiche a quelle che troviamo nei Sinottici, scritti molto tempo
dopo, copiando Paolo. Dagli Atti noi sappiamo che gli Apostoli non
conoscevano una comunione eucaristica ma si limitavano, dopo le
loro preghiere nel Tempio, a consumare un misero pasto, con
«gaiezza», senza sacerdoti e senza alcun apparato cultuale e
nemmeno sacramentale (Atti, 2, 46; 6, 1 sg.). Negli Atti non si parla
affatto di vino e di calici, ma solo di pane (Atti, 2,42-46)
consumato con acqua. Infatti a dirigere la comunità della primitiva
Chiesa di Gerusalemme era Giacomo, fratello di Gesù, che avendo
fatto voto di nazireato non poteva bere vino, né usare forbici e
rasoi. Tutta la teologia critica non trova alcun collegamento fra il
pasto della comunità cristiana primitiva e il successivo atto
cultuale dell’eucaristia, introdotto da Paolo, per cui il
sacramento cristiano dell’eucaristia è una totale sua invenzione.
La
mistica transustanziazione (il cambiamento cioè del pane e del vino
nel corpo e nel sangue del Signore), divenuta dogma nel 1215, in
occasione del IV Concilio Laterano, per quanto puramente simbolica,
non solo era del tutto estranea alle concezione ebraiche del tempo,
ma addirittura ritenuta empia e blasfema. Prova lapalissiana che
derivava dai riti misterici praticati dai gentili.
I
due più antichi riti cultuali cristiani, il battesimo e la
comunione, non derivano, quindi, da Cristo o dagli apostoli, ma
furono creati da Paolo e dalle comunità ellenistiche in strettissima
relazione coi sacramenti corrispondenti delle religioni misteriche
dell’Ellenismo. Anche nel caso dell'eucaristia siamo nell'orbita
della stregoneria: un po' di farina impastata con acqua, la
pronuncia di una formuletta magica da parte di un
sacerdote-stregone, ed ecco che il tutto si trasforma nella carne e
nel sangue di un Dio. Potenza della magia!
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