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venerdì 3 febbraio 2017

108– Il falso Jahvè. La scomparsa del quarantesimo libro della Bibbia 3

Secondo Genesi 17,7-8, Dio aveva scelto Abramo come padre della sua nazione e gli aveva promesso che tutta la sua discendenza avrebbe fatto parte del popolo eletto. Ma più avanti, in Genesi 28,13-15, è Giacobbe, figlio di Isacco e nipote di Abramo, a diventare il padre della nazione scelta da Dio. Esaù, suo fratello, il vero erede disegnato dal padre, a causa della tresca orditagli dalla madre Rebecca viene diseredato a livello divino, con tutti i suoi discendenti. Ciò in aperto contrasto con la promessa fatta da Dio ad Abramo che tutta la sua discendenza avrebbe partecipato all'elezione. E allora cosa c'entra Abramo come padre della nazione e la promessa fatta da Dio riferita a tutti i suoi discendenti? Non bastava far iniziare la genealogia da Giacobbe? Ma forse bisogna ammettere che Giosia, il re integralista che distrusse Bethel e tutti gli Alti Luoghi del vecchio Israele e che fece scrivere il Deuteronomio, oppure il sacerdote che si occupò della redazione di Genesi, abbiano inventato la storia del diseredamento di Esaù per ripudiare gli edomiti che custodivano Bethel e gli altri centri del culto come Teman.
Da Edom, infatti, discenderebbero gli edomiti. Secondo il Libro di Jashar, quando Giacobbe e i suoi si trasferiscono in Egitto, Edom e la sua famiglia rimase in Palestina sul monte Seir.
C'è un altro punto nella Bibbia in cui il nome di Jashar viene censurato: si tratta dell'episodio di Debora, una dei Giudici d'Israele nel periodo che seguì la conquista di Canaan. Il Cantico di Debora (Giudici 5,1-31), che può ben essere datato al XII secolo a.C., è uno dei canti più importanti della Bibbia e ci spiega che Debora e il suo generale Barak riuscirono ad unire alcune tribù israelite di fronte a un nemico comune (Giudici 20).
La cosa strana è che in Giudici non viene chiarito come questa donna singolare arrivasse a rivestire una carica così importante. Nel Libro di Jashar, invece, troviamo la spiegazione: Debora era la figlia di Jashar e dopo la morte di Giosuè, avendo Jashar ripreso il comando dell'esercito, la nominò sua erede. Per le sue origini edomite e la sua parentela con Jashar, il cui libro risultava in netto contrasto col pensiero giudeo, la genealogia familiare di Debora fu cancellata dalla Bibbia ebraica. Ma qualche traccia di lei è rimasta:
"Quando muovevi dai monti di Seir, quando marciavi nella steppa di Edom, Signore, la terra tremò, il cielo si scosse, e le nubi si sciolsero in acqua. I monti si nascosero per paura del Signore, il Dio del Sinai, per paura del Signore, il Dio d'Israele [...] Campagne abbandonate, non più contadini in Israele; poi sei comparsa tu, Debora" (Giudici 5,4-7).


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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)