Secondo
la Chiesa Cattolica il papato è di origine apostolica perché
l'apostolo Pietro è stato il primo papa romano. Ma è una
affermazione assolutamente priva di ogni fondamento storico, come
abbiamo dimostrato in precedenza parlando della presunta
collaborazione tra Pietro e Paolo. In realtà Pietro non è mai stato
a Roma e i primi nove papi, rivendicati dalla Chiesa, non sono mai
esistiti.
Nei
primi quattro secoli i vescovi di Roma furono considerati alla pari
degli altri e solo nel V secolo un decreto di Papa Gelasio I decretò
l'istituzione del primato papale su tutti i vescovi della
cristianità, basandosi su un passo di Matteo (16,18), considerato
non autentico dall'esegesi storica perché aggiunto nel IV secolo.
Quindi solo da allora si può ipotizzare l'istituzione del papato
vero e proprio.
Il
crollo dell'impero romano d'Occidente, determinato dalle invasioni
barbariche, aveva provocato in Italia un vuoto politico e
amministrativo che fu subito riempito dal vescovo di Roma divenuto,
in breve, il più importante arbitro delle vicende religiose e
politiche del nostro Pese e dell'intero Occidente.
Ciò
gli consentì di imporre la sua autorità a tutti gli altri vescovi
europei e di erigersi a capo indiscusso di gran parte della
cristianità. Con Gregorio Magno ha avuto inizio anche il potere
temporale del papato, che si costituì grazie alle donazioni del re
longobardo Liutprando e dei re Franchi. Il papa diventò così
contemporaneamente capo della Chiesa e capo di uno Stato,
comprendente Roma e i territori limitrofi. Nel primo Medioevo era
così cresciuto il potere religioso e politico del papa, che egli
tentò di fare dell’Europa un vasto impero teocratico, sotto la sua
dominazione. Pretendeva di nominare e deporre i re e gli imperatori.
Quando vide fallire il suo tentativo, non esitò ad allearsi ai
sovrani che aveva tentato di sottomettere, per favorire l'assolutismo
politico e religioso più integrale. “Trono e altare, spada e
croce”, era il suo motto.
Il
papato impose allora agli Stati europei di perseguitare con rigore
i delitti d’opinione, qualificandoli come eresia, ricorrendo alla
scomunica che comportava la prigione, la confisca dei beni e la pena
di morte. Da allora la Chiesa si è trasformata in un'istituzione
oscurantista e oppressiva che non si è limitata soltanto ad imporre
il suo controllo sull'ortodossia della fede, ma ha voluto
condizionare ogni libertà di pensiero, di coscienza e di parola dei
singoli individui e controllare tutto lo scibile fino allora
conosciuto, per trasmetterlo, solo e in quanto conforme alla sua
dottrina.
Col
potere temporale e con l'imposizione di gravosi tributi a tutto
l'Occidente la Chiesa accumulò enormi ricchezze e Roma divenne per
molti secoli il centro più importante dell'Occidente sotto l'aspetto
mondano e artistico.
A
causa dell'enorme potere che consentiva la carica papale, questa fu
per molti secoli oggetto di enormi e smodati appetiti e ingenerò
imbrogli, intimidazioni e violenza sia da parte dei nobili romani,
che per alcuni secoli ne condizionarono pesantemente l'elezione,
sia da parte degli ecclesiastici, spesso moralmente indegni, che
l'ambivano.
Abbiamo
avuto quindi molti papi (la maggioranza) tutt'altro che pii e
apostolici, passati quindi alla storia come miscredenti, lussuriosi,
crudeli, depravati e rotti ad ogni turpitudine. Caratteristica
comune a tutti, buoni e cattivi, è stata, ed è tuttora, la guerra
ad oltranza ad ogni anelito di libertà di pensiero, di parola, di
ricerca scientifica, di evoluzione sociale e di libertà politica.
Tutti i papi, nessuno escluso, hanno rifiutato anche la più
parziale concessione di queste libertà, anzi le hanno sempre
ferocemente contrastate, ricorrendo ad ogni mezzo (scomuniche,
carcere, condanne a morte, roghi) e appoggiandosi al braccio
secolare (i sovrani assoluti) per impedirle.
Quando,
nei tempi recenti, hanno dovuto accettare la nascita della
democrazia, lo hanno fatto obtorto collo, sempre auspicando il
ritorno delle dittature di tipo fascista (Mussolini, Franco, Salazar,
Pinochet e Peron). Per cui il papato è sempre stato, e sempre sarà
per la sua intrinseca vocazione teocratica, uno strumento di
oscurantismo e di oppressione culturale, sociale e politica, come
possiamo constatare al giorno d'oggi in Italia. In aggiunta a questa
grossa remora, altre due pesanti fardelli hanno caratterizzato il
papato nel passato e sono stati causa della corruzione e del degrado
della Chiesa: la simonia (il commercio delle cariche ecclesiastiche)
e il nepotismo.
Quest'ultimo
ha determinato l'origine di gran parte della nobiltà romana, con
l'assegnazione di titoli nobiliari, feudi e cospicue ricchezze da
parte dei papi ai loro parenti. Spesso i nipoti mascheravano il fatto
che erano i figli dello stesso papa. Il nepotismo, più o meno
mascherato, è durato fino a papa Pacelli.
Illustrare,
seppur sommariamente, tutti i papi, poco o niente degni dell’alta
carica che ricoprirono, richiederebbe la stesura di alcuni volumi, mi
limiterò, quindi, a citarne alcuni. tra i più noti alla storia.
Nel secolo X la Roma papale fu a lungo dominata da donne scellerate e
lussuriose, autentiche Messaline, che elessero e deposero i papi a
loro piacimento. Una di queste, di nome Marozia, generò col papa
Sergio III, miscredente e crapulone un figlio, da lui
riconosciuto, che salì poi, appena sedicenne, al soglio pontificio
col nome di Giovanni XI (931-936).
Un
nipote di Marozia, Giovanni XII (955-963), che divenne papa a 18
anni, condusse una vita così depravata da essere accusato
dall'imperatore Ottone e dal clero romano di ogni turpitudine:
stupro, omosessualità, pedofilia e incesto, oltre che di
innumerevoli delitti. Morì ammazzato in flagrante adulterio. Un
altro discendente di Marozia, Benedetto IX (1032-1048),divenne papa
in tenera età.
Secondo
san Pier Damiani, suo contemporaneo, si coprì di ogni tipo di
nefandezze arrivando al punto di sodomizzare gli animali e di mettere
all'asta il pontificato per ben tre volte.
Papa
Giovanni XXIII (oggi annoverato tra gli antipapi) (1410-1415),
superò tutti i suoi predecessori in malvagità e turpitudine. Era un
uomo d'armi e dopo aver avvelenato papa Alessandro V, mentre era suo
ospite, obbligò con la forza i cardinali ad eleggerlo papa, senza
essere nemmeno prete.
Era
ritenuto dalla vox populi un sessuomane impenitente. Fu deposto nel
1415 dal Concilio di Costanza con le accuse più infamanti (che egli
riconobbe): ateismo, sodomia, simonia, stupro con centinaia di donne,
comprese molte monache, omicidi di ogni genere e incesto con le
sorelle. Imprigionato per ordine dell'imperatore Sigismondo, fu
liberato per intercessione di Cosimo de' Medici che pagò il suo
riscatto.
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