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mercoledì 4 maggio 2011

La Chiesa Cattolica sempre felice di appoggiare regimi repressivi.

In Ungheria la destra autoritaria e religiosa, che dal 2010 controlla due terzi del Parlamento, ha prodotto la prima Legge fondamentale europea che contraddice esplicitamente la Carta dei diritti della Ue, visto che pone esplicitamente in discussione il principio dell’uguaglianza di tutti gli uomini.

Essa prevede pesanti discriminazioni formali per gay e minoranze etniche, riconoscimento dei soli valori cristiani e il divieto d’aborto. Una miscela reazionaria, quindi, condita con uno sostanziale annullamento dell’equilibrio dei poteri a favore del governo e del presidente della Repubblica.  

Il primo ministro Viktor Orbàn, forte della sua maggioranza bulgara, non ha concesso l'istituzione di un'Assemblea costituente per redigere il nuovo testo, e i partiti dell’opposizione sono stati sostanzialmente esclusi.

Il testo della nuova Costituzione ultrareligiosa e ultrareazionaria afferma la centralità della cristianità, fondamento della Nazione, ed attua una cesura con il passato comunista dell’Ungheria, dichiarando nulle le leggi che garantivano i diritti civili entrate in vigore tra il 1944 e il 1989. 

Facendo riferimento a Dio e al Cristianesimo come elemento fondante dell’Ungheria, mischia la nazione “politica” e la nazione “etnica”, considerando parte della nazione gli ungheresi in Ungheria, i non ungheresi che vivono in Ungheria (18% rom) e gli ungheresi che vivono oltreconfine, ingenerando una possibile frizione con i Paesi confinanti, visto che i limiti della Nazione ungherese cristallizzati nel nuovo testo sono ben più ampi dell'Ungheria attuale.

Il preambolo cita Dio, Famiglia e Nazione, lo slogan più abusato delle destre di ogni tempo e luogo , e il testo, come ciliegina sulla torta, riconosce il diritto a possedere armi da fuoco per ogni privato cittadino.

L'Unione Europea (ad eccezione dell'Italia vaticanizzata) è scossa dal nuovo testo ungherese e in particolare la Germania, il Paese che più conta nella parte orientale del Vecchio Continente.

Il Vaticano, invece, ne è entusiasta e ha espresso il suo più sentito apprezzamento per l’inserimento nella Legge fondamentale ungherese di tutte le proposte formulate dal papa al governo magiaro, quali l'invocazione a Dio, l'affermazione delle radici cristiane, la difesa del feto e quindi il divieto dell'aborto, l'esplicito rifiuto del matrimonio gay e il mancato riconoscimento delle coppie di fatto. Insomma, manca solo il divieto del divorzio per tornare al pieno medioevo.

La Chiesa cattolica, come sempre, esulta ogni qual volta trova una classe politica appecorata alle sue direttive e disponibile a far imporre la morale cattolica come legge di Stato per confiscare ai cittadini tutte le libertà civili e umane riconosciute dalla democrazia.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)