Le fonti del cristianesimo (La “mala” religione) 77

Altra cosa importante da sottolineare: la Chiesa Cattolica, ancor prima di assumere un aspetto unitario, ha proceduto alla sistematica distruzione di tutta la documentazione "diversa" da quella compatibile con la sua ortodossia nascente. Tutti i numerosi documenti, infatti, contrastanti con il "canone", citati dai Padri della Chiesa, non esistono più. O distrutti, o imboscati in qualche segreta del Vaticano.

I Vangeli canonici sono ritenuti unanimemente il fondamento portante di tutto l’edificio cristiano, ma essi sono considerati opere mitologiche e devozionali, non storiche. Non ci raccontano, quindi, la verità storica di Gesù (anche se ne lasciano intravedere qua e là dei frammenti, dai quali noi possiamo ricavare molti indizi, come ad esempio, che alcuni apostoli erano sicuramente zeloti), ma teologia dedotta dagli scritti di Paolo.

Essi furono redatti fuori e lontano da Israele, in centri di cultura “ellenistica”; si svilupparono, quindi, dal cristianesimo non ebreo ma da quello pagano fondato da Paolo e dai suoi seguaci gentili. Sono stati scritti dopo le Lettere di Paolo e paiono una loro derivazione.

L’essenza dei Vangeli, che ce li rende così spiritualmente pregnanti, come la loro insistenza sulla pace, l’amore per il prossimo, il perdono dei nemici e la fratellanza universale, sono una creazione completamente paolina. Se Paolo non fosse esistito, non solo non avremmo avuto i Vangeli, ma nemmeno il cristianesimo.