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lunedì 2 maggio 2011

“I sapori della laicità” a Mestre, sabato 30 aprile, hanno avuto pieno successo.

Favorita da un sole ridente e da un clima primaverile la manifestazione interregionale dei circoli UAAR di Padova, Pordenone, Treviso, Trieste, Udine, Venezia Verona e Vicenza, dal titolo vagamente eno-gastronomico, “I sapori della laicità”, svoltasi sabato 30 aprile a Mestre, in Piazza Ferretto, pieno centro storico, è stata un grande successo della militanza condito da un’imponente scenografia di ben otto gazebo, uno per circolo, a tema laico, per restituire alla città, che fra qualche giorno ospiterà il papa, il senso di un’Italia altra, quella che propaga lo Stato laico e che si batte contro le leggi liberticide che il parlamento si accinge ad approvare su imposizione vaticana, e contro tutte le limitazioni che una Chiesa oscurantista oppone alle più elementari libertà civili e democratiche, come il testamento biologico, la 194 è umiliata dall’obiezione di coscienza, la mancata tutela delle coppie di fatto, tanto per citare le più urgenti.

Grande partecipazione tra la gente che finalmente poteva constatare che gli atei sono gente normale, simpatica, aperta, sorridente e amante della vita, quella vera, per intendersi, quella gratificata dalla più ampia libertà e autodeterminazione. Tutto quanto riguarda la laicità dello Stato è stato ampiamente discusso: scuola, evoluzionismo, incompatibilità dogma religioso con costituzione e dichiarazione diritti universali, bonifica dai simboli religiosi degli edifici pubblici, riti civili, bioetica, sessualità, riconoscimento delle unioni civili (etero e omo), concordato Stato-Chiesa, eutanasia, testamento biologico,.... e tanto altro.

C'era ’ proprio bisogno di una simile manifestazione per difendere e accrescere la laicità di questa Italia che ha appena compiuto 150 anni ma che non si è ancora emancipata dal potere e dalle ingerenze religiose. Basti pensare a quanto pesino nei media i discorsi del papa e dei prelati oramai invitati in tutte le trasmissioni tv e opinionisti di molti giornali. Basti pensare a quanto tanti, troppi, politici “peschino” in maniera spregiudicata nei valori cattolici della tradizione per fini elettorali, senza curarsi poi delle contraddizioni delle loro posizioni.

E poi ci sono le ingenti risorse economiche che la straricca Chiesa cattolica drena allo Stato italiano, in barba alla nostra Costituzione e con pesanti ricadute sui conti pubblici, sempre più in affanno. Non c'è il solo l'Otto per Mille, che con il suo meccanismo destina quasi il 90% dei fondi ( un miliardo di euro ogni anno) alla Chiesa cattolica a fronte di poco più del 34% delle firme, ma un fiume infinito di finanziamenti, del valore di svariati miliardi, che Ministeri, Regioni, Province, Comuni, Consigli di Quartiere, destinano alla Chiesa Cattolica Apostolica Romana nelle sue molteplici vesti.

Ci sono inoltre le esenzione dalle imposte (Ici, Imu, Irap, Iva, Ires, ecc.), le deduzioni fiscali, e altre mancate entrate, che regalano una cifra di altri miliardi di euro alla “manomorta” della Chiesa. Circa un miliardo va in stipendi per 25.600 insegnanti di religione cattolica, ingombrante presenza confessionale nella scuola pubblica, e ancora ci sono i cappellani nelle caserme, nelle carceri e negli ospedali, gli unici a dare assistenza spirituale-religiosa non come volontari ma in quanto stipendiato in ruolo dallo Stato.

E infine, a pioggia, soldi per le strutture sanitarie cattoliche, per le scuole private cattoliche, per i servizi idrici della Città del Vaticano, per il fondo di previdenza del clero, per il fondo di sicurezza sociale dei dipendenti vaticani e dei loro familiari, per i cosiddetti Grandi Eventi (le visite del S. Padre, il Giubileo, il raduno di Loreto, le Giornate della Gioventù, la beatificazione di papa Wojtyla ecc.).

Un meccanismo spesso clientelare che giostra finanziamenti pubblici di proporzioni inimmaginabili, senza paragoni in Europa. E la maggior parte degli italiani è all'oscuro di questo immorale drenaggio di soldi pubblici.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)