Prima
di esaminare i Vangeli, sia pur brevemente, dobbiamo fare un'amara
constatazione. Tra essi manca il Vangelo più importante, quello
che, oltre ad essere stato il primo ad apparire, è stato anche la
matrice degli altri. È conosciuto come il "Vangelo degli
Ebrei" e fu definito da San Paolo il "Vangelo
maledetto", perché sconfessava il Gesù teologico da lui
inventato e sosteneva soltanto quello messianico, crocifisso da
Pilato.
Questo
Vangelo fu fatto sparire dai Padri della Chiesa perché considerato
contrario alla loro ortodossia. Scritto in ebraico e utilizzato dai
primi giudeo-cristiani di Gerusalemme, il Vangelo degli Ebrei
risaliva, nel suo nucleo originario, a pochi decenni dopo la morte di
Cristo, ed era molto diverso dai nostri Vangeli canonici in quanto
ignorava tutte quelle aggiunte inverificabili, di natura teologica e
catechistica, che vanno dalla nascita verginale all'istituzione
dell'eucaristia.
Pur
contenendo forti richiami all'ascetismo esseno, escludeva tutti quei
molteplici inviti all'amore per i nemici (che allora erano soltanto i
romani oppressori) e alla non violenza che avrebbero suscitato
scandalo e indignazione in tutto Israele, se fossero stati predicati
nella Palestina del tempo, e scatenata la vendetta inesorabile degli
zeloti. In esso Gesù era considerato il Messia davidico di natura
umana e non divina, venuto a liberare Israele dal giogo romano; un
ebreo ligio all'osservanza della Legge e non il fondatore di una
nuova religione. In altre parole, Gesù non era stato demessianizzato
e degiudeizzato come nei Vangeli posteriori. Veniva attribuito
all'apostolo Matteo ed era chiamato sia il Vangelo secondo gli Ebrei,
sia il Vangelo secondo Matteo.
Secondo
molti studiosi, questo Vangelo è stato il prototipo da cui sono
derivati tutti gli altri ed è chiamato anche la Fonte Q.
Di
esso, ci sono pervenuti soltanto brevi accenni che i Padri della
Chiesa nei secoli II, III, e IV hanno riportato nelle loro opere al
solo scopo di confutare i nazirei e gli ebioniti (nomi coi quali si
designavano i cristiano-giudei della Chiesa di Gerusalemme) che lo
considerarono come l'unico vero Vangelo.
Esaminiamo
con attenzione quanto ci tramandano questi Padri della Chiesa:
"...(gli
Ebioniti) seguono
unicamente il Vangelo che è secondo Matteo e rifiutano l'apostolo
Paolo, chiamandolo apostata della legge..."
(Ireneo, Contro gli
eretici, I, 26, Jaca
Book, Milano, 1981) ;
"...(I
Nazirei)
accettano unicamente
il Vangelo secondo gli Ebrei e chiamano apostata l'apostolo
(Paolo)..."
Teodoreto, Storia
Ecclesiastica, II, 1,
Città Nuova, Milano, 2000);
"...costoro
(gli Ebioniti) pensavano che fossero da rifiutare tutte le lettere
dell'apostolo (Paolo), chiamandolo apostata della legge, e servendosi
del solo Vangelo detto secondo gli Ebrei, tenevano in poco conto
tutti gli altri..." (Eusebio
di Cesarea, Storia
Ecclesiastica, III,
27, op. cit.);
"...Gli
Ebioniti, pertanto, seguendo unicamente il Vangelo che è secondo
Matteo, si affidano solo ad esso e non hanno una conoscenza esatta
del Signore..." (Ireneo,
Contro gli eretici ,
III, 11, op.cit.) ;
"...nel
Vangelo che essi (gli Ebioniti) usano, detto "secondo Matteo",
ma non interamente completo, bensì alterato e mutilato, e che
chiamano "ebraico"... hanno tolto la genealogia di
Matteo..."
Epifanio,
Panarion,
adversus omnes haereses,
XXX, 13, 6, E. J. Brill, Leiden, 1987-1994);
"...(I
Nazirei) posseggono il Vangelo secondo Matteo, assolutamente
integrale, in ebraico, poiché esso è ancora evidentemente
conservato da loro come fu originariamente composto, in scrittura
ebraica.." (Epifanio,
Panarion, adversus omnes haereses,
XXIX, op. cit.);
Da
questi frammenti trasmessici dai Padri della Chiesa noi possiamo
trarre alcune considerazioni importanti.
Anzitutto,
accusando il Vangelo degli Ebrei di essere "non interamente
completo, bensì alterato e mutilato", ci fanno capire che le
mutilazioni riguardavano le mancate aggiunte teologiche inserite nei
Sinottici, quali ad esempio: il processo ebraico, la nascita
verginale, l'istituzione della eucaristia, la degiudeizzazione e
spoliticizzazione di Gesù e così via.
A
conferma di ciò l'asserzione di Epifanio, riportata sopra, che il
Vangelo usato dai Nazirei era "assolutamente integrale, in
ebraico[…]
conservato da loro
come fu originariamente composto", cioè senza le manomissioni e
le aggiunte fatte dai seguaci di Paolo nei Vangeli canonici.
C'è
poi un altro punto importante citato da Ireneo, che recita: " (i
nazirei) non hanno una conoscenza esatta del Signore".
Perché? Perché i cristiano-giudei non credevano che Gesù fosse
Figlio di Dio, avesse cioè una natura divina come voleva la teologia
paolina, ma lo consideravano soltanto un Messia di natura umana, cioè
l'Unto di Jahvé destinato a ricostituire l'antico regno di David.
Con l'eliminazione della versione originale del Vangelo degli Ebrei
da parte della Chiesa abbiamo perduto il documento chiave che poteva
far luce sulla reale personalità di Gesù e sugli avvenimenti
storici che lo riguardavano.
I
Vangeli canonici sono opere mitologiche e devozionali, quindi. Non
ci raccontano la verità storica di Gesù (anche se ne lasciano
intravedere qua e là dei frammenti, dai quali noi possiamo ricavare
molti indizi, come ad esempio, che gli apostoli erano sicuramente
zeloti), ma teologia dedotta dagli scritti di Paolo.
A.N.
Wilson nel suo libro "Paolo"
(Rizzoli,
Milano, 1997) li
definisce "romanzi teologici". Definizione che ritengo
perfetta. Essi furono redatti fuori e lontano da Israele, in centri
di cultura “ellenistica"; si svilupparono, quindi, dal
cristianesimo non ebreo derivato da Paolo e dai suoi seguaci gentili.
Sono stati scritti dopo le Lettere di Paolo e paiono una loro
derivazione.
Le
Lettere di Paolo, infatti, che per prime nominano la parola
"Vangelo", vedono Cristo come il mitico Redentore
immolatosi sulla Croce per la salvezza dell'umanità.
I
Vangeli trasmettono questo messaggio fondamentale e potrebbero essere
visti come storie finalizzate al racconto della resurrezione di
Gesù, intesa come il punto culminante della Redenzione. L'essenza
dei Vangeli che ce li rende così spiritualmente pregnanti, come la
loro insistenza sulla pace, l'amore per il prossimo, il perdono dei
nemici e la fratellanza universale, sono una creazione completamente
paolina. Se Paolo non fosse esistito non solo non avremmo avuto i
Vangeli ma nemmeno il cristianesimo.
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del cristianesimo " ebook € 1,99 (store:
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