Intorno
al 30 d.C., nel clima rovente della Palestina travagliata da
continue sommosse antiromane, s'affaccia sulla scena d'Israele un
personaggio, per molti aspetti carismatico, conosciuto come Giovanni
Battista.
Di
lui possiamo affermare che era sicuramente un esseno. Sono
molti e importanti gli elementi che collegano questo personaggio
alla comunità di Qumran:
1.anzitutto
il fatto che visse in regioni desertiche della Giudea, dove si
trovava quella setta.
“Visse
in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele”
(Luca 1,80). “In quei giorni comparve Giovanni il Battista a
predicare nel deserto della Giudea” (Matteo 3,1).
2.In
secondo luogo perché somministrava il battesimo in prossimità dello
sbocco del Giordano nel Mar Morto, vicino all’insediamento di
Qumran, e questo rito in Israele era praticato solo dagli esseni.
“[...]si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un
battesimo di conversione” (Marco 1,4).
3.In
terzo luogo perché la sua predicazione era tipicamente messianica in
quanto prevedeva imminente la restaurazione del Regno di Jahvè.
“Convertitevi perché il Regno dei Cieli è vicino” (Matteo 3,2).
Anche
il suo nutrimento era tipicamente esseno. “..il suo cibo erano
cavallette e miele selvatico” (Matteo 3,4). Nel Documento di
Damasco, rinvenuto a Qumran, troviamo la prescrizione di come
cucinare le cavallette, gettandole sul fuoco o nell’acqua ancor
vive.
Infine
per le violente invettive e minacce contro gli ebrei corrotti e
conniventi con Roma, che ricalcano quelle di Gesù. “Razza di
vipere! Chi vi ha suggerito di sottrarvi all’ira imminente? (Matteo
3,7). “Già la scure è posta alla radice degli alberi. Ogni
albero che non produce frutti viene tagliato e gettato nel fuoco”
(Matteo 3,10). Parole
che riconducono alla Regola della Guerra degli esseni che annunciava
il giorno in cui Jahvè avrebbe attuato lo sterminio dei figli delle
tenebre, cioè di tutti i figli degeneri di Israele. Nei Vangeli è
presentato come colui che doveva preparare la strada alla venuta del
Messia, da sempre atteso da Israele. Infatti egli parla di "colui
che viene dopo di me" e che "è più potente di me". E
aggiunge: "egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia
e per raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula, la brucerà
con fuoco inestinguibile" (Matteo 3,12).
Gesù
quindi viene presentato come l'atteso Messia, il ricostruttore del
Regno di Jahvè e il destinatario delle profezie messianiche.
Noi
sappiamo, sempre dai Vangeli, che Giovanni aveva un largo seguito di
discepoli e che una parte di essi, dopo la sua decapitazione per
opera di Erode Antipa, si unì a Gesù che allora stava per iniziare
la sua attività pubblica. Da questo fatto possiamo trarre alcune
deduzioni. Forse il Battista aveva tentato di ergersi a Messia
davidico, criticando aspramente la condotta privata di Erode Antipa,
denunciando la collusione tra la classe dirigente israeliana e i
romani e biasimando il lassismo del clero templare nell'osservanza
della Legge. Ma fu prontamente eliminato, perché troppo scomodo non
solo ad Erode ma a tutte le classi alte di Israele. Col battesimo
iniziatico, Gesù, che sicuramente era un suo seguace, ricevette dal
lui una specie di investitura a proseguire la sua opera, nel caso
fosse stato tolto di mezzo. Difatti, i due avvenimenti: l'arresto del
Battista e l'inizio dell'attività pubblica di Gesù, coincidono
cronologicamente.
Notiamo,
anche, a proposito del Battista, chiare discordanze tra gli
evangelisti. Luca, ad esempio, sostiene che il Battista e Gesù
erano parenti stretti (cugini) e contemporanei d'età (Luca 1),
mentre per Giovanni non si conoscevano affatto (Giovanni 1,31).
Ma
non è tutto. Ci sono altre incongruità che non trovano spiegazioni.
Ad esempio: se il battesimo di Giovanni era di carattere espiatorio,
aveva cioè lo scopo di ottenere la remissione dei peccati, quali
colpe aveva Gesù, Figlio di Dio, da farsi perdonare? Le contorsioni
teologiche escogitate dai dottori della Chiesa per conciliare una
tale incongruenza sono semplicemente ridicole. Per Tommaso d'Aquino
col battesimo di Gesù il Signore avrebbe solo voluto santificare
l’acqua.
E,
ancora, se al momento del battesimo, secondo Matteo, Giovanni
proclama Gesù il futuro Messia, perché nello stesso Vangelo, otto
capitoli dopo, mentre è in carcere, mostra di aver del tutto
dimenticato questo clamoroso evento, e a dispetto del cielo aperto,
della colomba e della voce dello Spirito Santo, manda i suoi
discepoli a chiedere a Gesù: “Sei tu colui che deve venire, o
dobbiamo attendere un altro?”(Matteo 11,3-4) Immaginate l'imbarazzo
della Chiesa di fronte a questa smemoratezza del Battista!
E,
per concludere: se il battesimo per Gesù fu così importante, come
ci fanno notare i Vangeli, perché durante la sua attività pubblica
Gesù non battezzò mai nessuno, nemmeno i suoi discepoli? Qualcuno
potrebbe obiettare che gli apostoli ricevettero da Gesù l’ordine
di battezzare in nome della Trinità, come nel Vangelo di Matteo: «E
dunque, andate e insegnate a tutti i popoli e battezzateli in nome
del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo...» (Matteo 28,19). Si
tratta di un ennesimo falso messo in evidenza da due considerazioni.
Anzitutto, al tempo di Matteo, nessuno era a conoscenza della
Trinità, la cui formulazione avvenne soltanto nel IV secolo col
secondo Concilio ecumenico del 381, che inserì il dogma della
Trinità nel cosiddetto credo niceno-costantinopolitano.
In
secondo luogo, Matteo si contraddice avendo scritto in precedenza,
proprio nel suo Vangelo, che Gesù aveva esplicitamente vietato il
missionariato presso i non ebrei. “Non andate tra i pagani e non
entrate in nessuna città dei samaritani, ma andate piuttosto verso
le pecore perdute della casa d'Israele.” (Matteo 10,5-6).
Quindi
il battesimo cristiano nasce, come vedremo in seguito, non da Gesù e
i suoi apostoli, ma da Paolo, che lo derivò da quello pagano dei
riti iniziatici delle Religioni Misteriche. Nell'antico Egitto, tra i
numerosi dei c'era anche il dio Anap, detto il “battezzatore”.
Comunque sia, l'influenza del Battista su Gesù fu senza dubbio
determinante per la sua futura missione ed è valsa come una solenne
investitura a Messia d'Israele.
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