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martedì 17 luglio 2012

Chi ostacola la contraccezione non lo fa per “difendere la vita”, ma soltanto la sessuofobia religiosa.


Un serio studio della Johns Hopkins University pubblicato sulla prestigiosa rivista Lancet, evidenzia come chi s’oppone alla contraccezione non lo faccia per “difendere la vita”, ma più spesso per obbedire ad un dogma sessuofobico comune alle religioni abramitiche, soprattutto a quelle cristiane . L'ostruzionismo, fortemente ideologizzato di alcuni dei governi dei principali paesi donatori, ostaggi di minoranze cristiane estremiste molto agguerrite, ha ridotto del 55% dal 1995 al 2008 la porzione d’umanità raggiunta dai fondi per la pianificazione familiare, con gravi conseguenze per le donne dei Paesi sottosviluppati.
Sono stati penalizzati soprattutto i paesi che offrono e praticano l’ aborto. I fondamentalisti cristiani sono così arretrati e oscurantisti da voler rimpiazzare i contraccettivi e perfino i profilattici con l'astinenza.
Ma ora, forse, le cose potrebbero cambiare. Un folto gruppo di organizzazioni umanitarie, infatti, ha riacceso l’attenzione sul problema e sta raccogliendo molto denaro, mentre una grande conferenza internazionale sulla pianificazione familiare sta per essere organizzata a Londra dal governo britannico e dalla Bill and Melinda Gates Foundation.
Le donne che ad oggi muoiono a causa di aborti effettuati in condizioni non idonee o di complicazioni post-partum sono oltre 350mila ogni anno, numero che, si stima, potrebbe ridursi massicciamente se a tutte le donne fosse consentito accedere alla contraccezione o all'aborto in condizioni di sicurezza.
È quello che sostiene Melinda Gates moglie di Bill Gates, che pur essendo cattolica praticante ha deciso di combattere il Vaticano, dedicando la propria vita a favore della pratica della contraccezione in tutto il mondo. La Gates ha confermato che subito dopo l’annuncio della sua azione a favore della contraccezione è stata inondata da e-mail di sostegno da parte di donne religiose e non, oltre che da alcune suore, le quali tutte, ignorando gli anatemi della Chiesa, hanno difeso l’autodeterminazione delle donne su tutti i problemi inerenti la maternità.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)