Finché
la Chiesa fu perseguitata invocò incessantemente la tolleranza e la
libertà religiosa. Non appena però ebbe l'appoggio degli Imperatori
divenne intollerante e persecutrice, arrivando al punto di annientare
con la violenza tutti i culti antichi pagani. Seguendo l'ordine del
Dio ebraico Jahvè che nel Vecchio Testamento imponeva agli ebrei di
travolgere gli altari dei pagani, di spezzare i loro templi, di
bruciare le loro statue e di uccidere gli infedeli «fino all’ultimo
uomo» (Deuteronomio 7,2 sgg.), la Chiesa trionfante costrinse i
successori di Costantino ad attuare una feroce persecuzione contro
coloro che non accettavano o mettevano in discussione la sua dottrina
e contro la cultura e la
religione pagana. Già nel 325 Costantino (rinnegando l'Editto di
Milano che concedeva libertà di culto ai cristiani ma anche a
qualsiasi altra concezione religiosa) aveva cominciato a
perseguitare i cristiani dissidenti, bollati come eretici (Nestorio,
Ario e i Montanisti) e fatto bruciare pubblicamente le loro opere.
Quindi
si era accanito contro i filosofi Nicagora, Ermogene e Sopatro, e
aveva mandato al rogo gli scritti del neoplatonico Porfirio, autore
dell'opera monumentale "Contro i cristiani", in 15 libri,
di cui è scomparsa ogni traccia. Da allora, per più di mille anni,
filosofare divenne pericoloso e comportò la condanna per eresia che
implicava l'esilio e la confisca dei beni. La repressione raggiunse
il culmine sotto Teodosio I, che nel 380 proclamò il cristianesimo
religione di Stato, e poi con Teodosio II e Valentiniano III che
aizzarono i cristiani al
saccheggio dei templi, all'esproprio dei loro beni e alla conversione
coatta dei pagani, pena la condanna a morte e la confisca dei loro
beni. Sotto la guida del clero e soprattutto di monaci fanatizzati
furono in breve distrutti innumerevoli templi pagani, che contenevano
opere d'arte inestimabili. Alcuni di essi si salvarono trasformandosi
in chiese. Nel 391 il
vescovo Teofilo di Alessandria, dopo aver distrutto i templi della
città, tra i quali quello importantissimo di Dioniso, organizzò con
gli arredi e i simulacri sacri da essi prelevati, delle processioni
blasfeme e irridenti e con l'accetta fece a pezzi, di sua mano, la
statua colossale di Serapide, costruita da Briasse, grande artista
ateniese (Socrate Scolastico, Storia della Chiesa 5,16). Per di più
questo vescovo
fanaticamente convinto che la cultura pagana e laica fosse la
negazione del cristianesimo, diede ordine di incendiare la famosa
biblioteca di Alessandria con annesso il Serapeo [la scuola
scientifica], e così tutto il sapere del mondo antico andò in
fumo. Questa biblioteca conteneva, infatti, tutti i classici antichi
egiziani, greci e latini, nonché rarissimi libri provenienti
dall’India e numerosi manoscritti alchemici. Di somma importanza
era l’intera opera di Manetone, il sacerdote egizio vissuto ai
tempi di Tolomeo I e, secondo la tradizione, autore di una
monumentale storia dell'antico Egitto, ricavata dagli archivi dei
faraoni. Altrettanto famosi erano i testi del fenicio Moco, nei
quali si parlava di teoria atomica e il favoloso Libro di Toth
(Sozomeno, Storia
della Chiesa 7,15).
Non si infierì solo
contro i monumenti del culto pagano ma anche contro le persone di
cultura che non condividevano il cristianesimo. Così ad Alessandria,
nel 415, aizzati dal patriarca Cirillo, sanguinari monaci cristiani
assassinarono nel modo più brutale Hypatia, l’ultima grande
filosofessa del Neoplatonismo, celebrata in tutto il mondo antico per
la sua dottrina e virtù. I monaci, che allora vivevano quasi allo
stato brado e si nutrivano brucando l'erba come le capre, furono
odiosamente attivi in questa furia devastatrice. Tutti questi atti
vandalici vennero incoraggiati e giustificati dai Padri della Chiesa
come Crisostomo e Agostino. Per Agostino, il più settario di loro,
la distruzione degli antichi luoghi di culto e delle statue degli dei
erano un atto di autentica devozione cristiana (Agostino, Epistola
91).
Il
Codice Teodosiano, emanato dall'imperatore Teodosio, accentuò la
persecuzione contro i non cristiani. A questi cittadini rimasti
pagani, infatti, vennero soppressi i diritti civili e tolta la
possibilità di partecipare al governo della città, all'insegnamento
e alle magistrature.
Furono
vietati i matrimoni tra cristiani ed ebrei e si diede inizio alla
prima persecuzione contro i figli di Israele. Furono imposti
la confisca dei beni non cristiani
e la definitiva distruzione dei templi pagani e delle sinagoghe per
far posto a chiese.
San
Giovanni Crisostomo, a seguito di quell'editto, incitò gruppi di
monaci fanatizzati a distruggere i santuari dei gentili e nella sua
"Omelia sulle statue"
giustificò gli
editti di Teodosio e la violenza contro i pagani.
Agostino,
uno dei più influenti Padri della Chiesa, nella sua Lettera 185 del
414 legittimò le persecuzioni della Chiesa contro i pagani, come
aveva fatto anche a proposito della distruzione dei loro templi,
affermando: "...
v'è una
persecuzione ingiusta inflitta dagli empi alla Chiesa di Cristo e v'è
una persecuzione giusta inflitta agli empi dalla Chiesa di Cristo (2,
11)".
Naturalmente
gli empi erano gli eretici, i pagani e chiunque non volesse accettare
il cristianesimo.
In
conseguenza di questa lotta al paganesimo tutte le più importanti
istituzioni culturali e artistiche del mondo antico decaddero e
furono cancellate. I giochi olimpici cessarono definitivamente nel
394 e l'università di Atene, la più prestigiosa istituzione
culturale del mondo antico, venne chiusa nel 529. Da allora i
filosofi non cristiani furono obbligati al silenzio.
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del cristianesimo " ebook € 1,99 (store:
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