La
Chiesa, fin dalle sue origini, fu costantemente travagliata da dure e
spesso crudeli lotte interne per motivi di ortodossia religiosa.
Cominciò Paolo quando, opponendosi ai cristiano-giudei di
Gerusalemme che lo accusavano di menzogna, li coprì di anatemi e di
calunnie ignominiose definendoli a più riprese: «cani», «storpi»
e «apostoli di menzogne».
Sulla
scia di Paolo, gli ortodossi cristiani affibbiarono ai dissidenti
eretici gli appellativi più ignobili come «sozzura e vituperio»,
«figli della maledizione», «bestie prive di intelletto” «figli
primogeniti di Satana», «bestie in forma umana», «maiali» e
«bestie da macello per l’inferno».
A
proferire questi atroci insulti furono molti insigni dottori e Padri
della Chiesa come Ireneo (Contro gli eretici 3,24) e Girolamo
(Adversus Jovinianum). Per cui il filosofo pagano Celso poté
scrivere che i cristiani: «si assalgono reciprocamente con invettive
tanto aspre, che non si possono nemmeno ripetere» (Origene op. cit.
5,63).
Tertulliano,
quando nauseato dalla mondanizzazione della Chiesa passò coi
rigidi Montanisti, arrivò a dire dei cattolici che nella
celebrazione del pasto eucaristico, una volta ubriachi, si
giacevano insieme (Tertulliano, De ieiunio,16).
A
raccogliere tutti i vituperi che si sono scambiati nei secoli i
cristiani tra di loro si potrebbero riempire interi volumi.
Il passaggio dall'ortodossia all'eresia era anticamente piuttosto
facile, come ci dimostra il caso di due grandi dottori della Chiesa,
Tertulliano e Origene, entrambi vigorosi polemisti contro gli
eretici, poi passati nelle loro schiere. Il primo per aver denunciato
la corruzione della Chiesa e il secondo per aver negata l'eternità
dell'inferno.
Chi
era colpito dall'odio ereticale veniva messo al bando della Chiesa,
escluso da ogni incarico, sottoposto ad ignominie di ogni genere.
Quando, però, la Chiesa si alleò agli Imperatori, agli eretici
furono accomunate pene gravissime: l'esilio, la confisca del
patrimonio, il rogo delle loro opere, e in taluni casi anche la pena
di morte. Naturalmente, fu la Chiesa ad imporre agli Imperatori
l'emanazione delle leggi antiereticali. I primi martiri eretici
furono i Donatisti dei quali, purtroppo, siamo informati in modo
assai lacunoso e unilaterale, giacché la Chiesa ha fatto distruggere
tutti i loro documenti. Sappiamo però che questo movimento, che ebbe
un largo seguito in tutto il mondo cattolico, esigeva che il clero
fosse immune da lussuria, omicidio e apostasia, peccati allora
frequenti e tollerati dalla Chiesa ormai mondanizzata. Ma la Chiesa
rispose decretando di essere sempre santa, anche se le persone che
la reggevano e l’amministravano potevano essere corrotte, e che
nessun ecclesiastico potesse essere rimosso dal suo incarico, se pur
colpevole di atti immorali e d'apostasia.
I
Donatisti rifiutarono questo principio immorale, sostenuto da tutti
i membri del clero, specie dai vescovi che spesso vivevano in modo
satrapesco, e fecero dipendere la validità dei sacramenti dalla
purezza di chi li somministrava, con enorme pericolo per la Chiesa
che chiese l'intervento degli imperatori Costanzo e Onorio.
I
quali, a più riprese, si affrettarono ad estirpare l'eresia con la
violenza, facendo molti martiri donatisti tra laici, sacerdoti e
vescovi. Grande influenza ebbe nella crociata contro i Donatisti
l'apporto di Agostino, il quale, ricorrendo ad ogni tipo di
sofisma, sostenne il diritto all’uso della violenza contro gli
eretici mediante punizioni pecuniarie, sequestro delle chiese, esilio
e presentando perfino queste punizioni come opera di misericordia
(Agostino, Epistola 93,2-5).
In
tal modo egli divenne l'ideologo della persecuzione, del martirio e
della morte di milioni di uomini che dissentivano dalla Chiesa.
Da
lui inizia una linea di condotta che condurrà inesorabilmente alle
guerre contro i Catari e gli Albigesi, all’Inquisizione, al
proselitismo coatto dell'America latina, alla caccia alle streghe e a
tutti gli altri innumerevoli crimini perpetrati dalla Chiesa.
A
dar man forte ad Agostino ci pensò poi Tommaso d'Aquino, altro sommo
dottore, che nella sua monumentale Summa Teologica scrisse: «Per
quanto riguarda gli eretici, essi si sono resi colpevoli di un
peccato che giustifica che non solo siano espulsi dalla Chiesa con
l’interdetto, ma anche che vengano allontanati da questo mondo con
la pena di morte (Summa Theologiae, II)”. Ogni commento è
superfluo.
Comunque
il massacro fra i cristiani continuò, nel IV e V secolo, sino a che
tutte le dottrine dichiarate “eretiche” non furono eliminate,
con i rispettivi vangeli, da quella vincente sopravvissuta, che ha
dato origine all'attuale cattolicesimo.
L'odio
che imperversava tra i cristiani in quell'epoca viene così
descritto da Ammiano Marcellino, il maggiore degli storici imperiali
del IV secolo d.C. nelle sue "Res Gestae" ultimate entro il
378 d.C.:"Nessuna bestia feroce é ostile a se stessa come la
maggior parte dei cristiani fra loro" (Res Gestae, XXII 5,3-4).
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del cristianesimo " ebook € 1,99 (store:
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