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giovedì 30 luglio 2015

Il battesimo è, di fatto, un rito stregonesco trasformato dalla Chiesa in un marchio indelebile di schiavismo religioso. 223

Durante l’intima guerra, con un saggio che fece scalpore, il celebre teologo protestante dialettico Karl Barth definì il battesimo dei bambini, un «battesimo dimezzato», un «atto di violenza», sostenendo la responsabilizzazione anche del battezzando, e propose l’eliminazione della tradizione ecclesiastica, a suo giudizio fondata soprattutto dall’esigenza clericale della conservazione della Chiesa come istituzione statale di massa. Quindi affermò che il battesimo ai bambini è una chiara violazione della libertà religiosa, una forma di schiavismo religioso.

Infatti questo rito stregonesco (un po' d'acqua versata sulla testa e la recita di una formuletta di rito), che come un superdetersivo metafisico cancella ogni colpa passata, imprime a vita l’appartenenza del battezzato alla Chiesa, violando la più elementare forma di libertà di religione, perché questo sacramento è inalienabile, una specie di marchio a fuoco impresso nell’anima. che in nessun caso puù essere cancellato, nemmeno con lo sbattezzo

Chi volesse toglierselo, afferma la Chiesa, non lo può fare. Si può, volendo, eliminare gli aspetti formali del battesimo, costringendo le parrocchie, mediante una procedura prevista dalla legge, ma fortemente osteggiata dai parroci che spesso devono essere costretti ad applicarla ope legis, a cancellare il nome del richiedente dalle liste dei battezzati.

Ma questi sbattezzi sono per la Chiesa solamente formali in quanto si rimane sempre cristiani anche se, in base al diritto canonico, gli sbattezzi sono considerati un’apostasia (abbandono della religione) e comportano la scomunica automatica, con l’esclusione dai sacramenti e dal funerale religioso.

L'imposizione del battesimo ai neonati è quindi la più eclatante violazione del diritto dei minori, nonché della libertà di religione strombazzata in tutte le costituzioni degli Stati democratici dell'Occidente. Dovrebbe essere vietata anche in Italia che è costituzionalmente uno Stato laico, perché obbligando il neonato ad aderire coercitivamente ad una religione, si contravviene ai dettami costituzionali sulla libertà di religione come stabilisce anche la sentenza 239/84 della Consulta. Sentenza che sancisce che per l'adesione ad una religione deve sussistere il pieno possesso della capacità di intendere e di volere, cose che il neonato non possiede minimamente.


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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)