Intervenendo al quinto congresso mondiale di metafisica mons. Müller, da perfetto manicheo che vede tutto il bene entro la Chiesa e tutto il male fuori di essa, ha contrapposto “l’ottimismo (sic) della visione cristiana del mondo e dell'uomo” alla “visione del mondo pseudo-scientifica propagandata dal neo-ateismo” che “viene ai nostri giorni esaltata come programma di opinione da imporre all’intera umanità”. Di qui il “carattere disumano e intollerante” di questa visione nichilista che si maschera con una “morale filantropica e umanitaria”.
Ignorando la sempre più rapida secolarizzazione del mondo cattolico, l'indefesso guardiano dell'ortodossia ha spudoratamente affermato che diventano sempre più numerosi quelli che si rivolgono alla fede oggi più che mai “moderna”, e apre dunque alla speranza di fronte al pessimismo di quanti negano “la possibilità della conoscenza di Dio per mezzo della Rivelazione”.
Non pago delle sue assurde affermazioni, Müller ha rincarato la dose sull’Osservatore Romano scrivendo che i libri di Dawkins e Hitchens “promuovono uno stile di vita edonistico improntato all’utile e al profitto”, e ha concluso ripetendo l'accusa assurda e delirante, più volte iterata da papa Ratzinger, che il nazionalsocialismo di Hitler era frutto del suo ateismo.
Una bestialità storica. Come poteva un regime ateo stipulare un Concordato della Germania con la Chiesa cattolica (tuttora valido) solo pochi mesi dopo la presa del potere, mettere fuori legge le associazioni atee, avere un motto quale “Dio è con noi”, stampigliato in tutti i cinturoni dell'esercito,avere un führer così affettuoso nei confronti della Chiesa cattolica da farne parte fino alla fine, attuare il più feroce antisemitismo in combutta con la Chiesa? Semplicemente, non poteva. Il nazismo non era ateo, era cattolicissimo. Infatti, ad acconsentire la fuga dei gerarchi nazisti furono i vescovi cattolici appoggiati dal Vaticano. Su Hitler e sull'ateismo il tedesco Müller e il suo papa mentono sapendo di mentire.
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