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martedì 6 marzo 2012

Basta: “santi subito”. Anzi, basta “santi”.


Nel corso degli ultimi due pontificati, soprattutto durante quello del papa polacco, sono saliti all'“onore degli altari” un numero spropositato di suore, preti, fondatori di ordini religiosi, papi, e via discorrendo . Mai abbiamo trovato tra i beati e i santi una madre di tanti figli, mai un qualche “sans papier”, mai un operaio o un contadino, mai qualche cristiano impegnato in prassi di liberazione sociale o politica. Solamente personaggi più o meno discutibili ma rigidamente orientati in un modo preciso, quello di una Chiesa super tradizionale e della devozione bigotta e necrofila (alla padrepio) ma poco evangelica. 
Non tutti i fedeli però hanno condiviso l'orgia delle santificazioni spettacolari, spesso autentiche carnevalate, del papa polacco. “Noi Siamo Chiesa”, un'organizzazione di fedeli che professa la volontà di promuovere una nuova evangelizzazione e un più accelerato percorso ecumenico, ritiene che sia giunto il momento di fermarsi e che, per un lungo periodo, per esempio cinquanta anni, sia molto opportuno sospendere beatificazioni e canonizzazioni e iniziare una generalizzata fase di riflessione sul senso stesso di questo modo di essere Chiesa. 
Questa riflessione è nata in seguito alla proposta di aprire il processo di canonizzazione di don Luigi Giussani, il fondatore di Comunione e Liberazione. Un personaggio che secondo “Noi Siamo Chiesa”, pur eccezionale e dal grande carisma, ha lasciato nella cattolicità delle iniziative che hanno condizionato in modo non sempre positivo la religiosità, la politica e perfino l'economia e il cui retaggio richiede una severa analisi. 
I punti negativi determinati da Comunione e Liberazione nella Chiesa sono molteplici ad iniziare dal fatto che questa istituzione è sempre stata tesa a organizzarsi come realtà a sé, rispetto al generale corpo ecclesiale, arrivando nella Chiesa ambrosiana a uno scontro diretto con una buona parte delle strutture parrocchiali e con i cardinali Colombo e Martini.
 Da questo punto di vista, quindi, don Giussani e la sua opera sono stati motivo di divisione nella Chiesa. In secondo luogo la stretta e teorizzata connessione tra vita di fede e impegno politico e sociale in C.L. ha portato a una presenza politica monolitica, molto coesa, ma spregiudicata nelle alleanze in ragione della “causa”. Così è nata la convergenza dei militanti di C.L. con le forze più squalificate della destra italiana (da Andreotti a Bossi, a Berlusconi). 
Si sono così difese leggi dichiaratamente in contrasto con il bene comune e la giustizia in nome del fine che giustifica ogni mezzo. I grandi meeting di Rimini, la ferrea mobilitazione per organizzare voti di preferenza hanno scatenato spesso aspre polemiche con i “cristiani adulti” e con il cattolicesimo democratico. I dubbi su quanto siano “cristiane” le prassi di governo della galassia C.L. sono sempre più numerosi se si esamina la situazione a Milano e in Lombardia, nelle quali il controllo stretto di molte istituzioni locali, a partire dall’amministrazione regionale con le sue strutture sanitarie, con clientelismi e gravi illegalità di tanti tipi, hanno dato adito a ben documentate denunce. 
Per non parlare della Compagnia delle Opere, braccio economico di C.L. che è diventata una struttura complessa e in continua crescita e che pratica, richiamandosi allo spirito del Movimento e per promuoverlo, capacità di business, alleanze e pratiche concrete spesso molto spregiudicate. 
Tutto ciò basta e avanza per considerare la richiesta di C.L. fatta il 22 febbraio nel duomo di Milano, evidentemente concordata col Card. Scola e subito formalizzata, di iniziare in tempi molto ravvicinati il procedimento per la canonizzazione di don Giussani inopportuna, anzi sbagliata. 

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)