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domenica 4 marzo 2012

L'enigma svelato (Il lato oscuro della verità) 107


"Sono venuto per il controllo delle tende", iniziò Paolo, appena si furono accomodati in biblioteca. "Il Governatore di Siria si fida molto del mio parere. Io provengo da una famiglia che ha una grande esperienza in questo campo; ecco perché ho suggerito a Rufo, vecchio amico di casa, di intraprendere questa nuova e redditizia attività. Speravo ti ci mettessi anche tu” fece rivolto a Giuda, “ma ho saputo che la copisteria ti dà anche troppo da fare".

"Ci ho messo un bel po' di capitale e ho procurato il trasportatore delle pelli" rispose Giuda. "Ma non mi va di parlare d'affari. Mi interessano i fatti di Gerusalemme. Mi sembrava che la volta precedente ci avessi detto che ti saresti arruolato nella guardia del Tempio".

"Infatti! Direi che in poco tempo, ne sono diventato un capo autorevole" rispose prontamente Paolo. "Contro i seguaci del sedizioso galileo crocifisso, quello che essi chiamano il Risorto, sono il segugio più implacabile. Specialmente col gruppo ellenistico, che parla così bene la mia lingua e così male del Tempio e dei sacerdoti. Non avrò pace finché non li avrò fatti cacciare dalla città o lapidare come blasfemi".
"E quegli altri, i seguaci giudei?".

"Sono, nel complesso, abbastanza tranquilli e sembrano dissociati dalla setta degli zeloti. Insistono con petulanza sulla resurrezione del loro capo, dicono con insistenza che fra poco verrà sulle nuvole a riscattare Israele perché la Fine dei Tempi è vicina. Farneticazioni! Deliri! I sacerdoti sono irritatissimi anche con loro e vorrebbero arrestarli come gli altri, ed io sono d'accordo. Ma Gamaliele ed altri farisei li difendono con accanimento. Ho molto rispetto per Gamaliele, che è stato uno dei miei maestri, ma in questa circostanza lo considero troppo tollerante. Lui si giustifica dicendo che sono ebrei pii e caritatevoli e che, se la loro azione viene da Dio, nessuno potrà fermarla; se, invece, viene dagli uomini, morirà da sola. Sarà. Ma io li tengo d'occhio".
"Chi sono i capi dei due gruppi?"

"Degli ellenisti è un giovane che proviene da Antiochia, chiamato Stefano. Degli altri: Simon Cefa, seguace della prima ora e Giacomo, fratello del fondatore della setta. Questi due sono tranquilli e rispettosi della Toràh, mentre Stefano è un elemento pericolosissimo. A mio avviso finirà molto male. Ha un'oratoria spietata che ferisce a morte. I suoi strali sono diretti contro il Tempio, che egli considera un luogo d'abominazione, e contro i sacerdoti, rei, secondo lui, di aver voluto la crocifissione del Messia, cioè di Gesù. Ma nessuno viene da lui risparmiato. Pare anche, ma io non lo credo affatto, che compia prodigi, come il sedizioso Gesù, per accrescere il suo carisma presso la gente ignorante e credulona".

"Ma tu il Galileo l'hai mai conosciuto di persona?" chiese Giuda con pacatezza.
"I nostri destini, fatalmente, non si sono mai incrociati. Finché lui era in Galilea, io stavo a Gerusalemme; quando lui venne in città, nell'ultimo periodo della sua vita, ero già rientrato in Cilicia".

Che il Galileo fosse un sedizioso non ci sono dubbi. Lo sono stati tutti i precedenti Messia e lo saranno anche i successivi. Il messianismo è la cancrena d'Israele e ci porterà tutti alla rovina”, commentò amaramente Giuda.
Quindi la mia è una missione sacrosanta” sbottò Paolo con un ghigno feroce. “Non vedo l'ora di rientrare a Gerusalemme per riprendere la caccia di quei fanatici”.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)