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sabato 3 marzo 2012

Le cause dell'arresto (“L'invenzione del cristianesimo”) 54


Cominciamo dall’arresto. Gli evangelisti vogliono farci credere che l'arresto di Gesù avvenne per ordine delle autorità del Tempio e per motivi squisitamente religiosi. Gesù si era proclamato Figlio di Dio, andava quindi punito come bestemmiatore.

Tesi assolutamente assurda e che non riesce a spiegare le macroscopiche incongruenze che accompagnarono l'avvenimento: l'urgenza dell'arresto, la complicità di un traditore e lo spiegamento di forze romane. Quella notte, prossima ad una ricorrenza sacra importantissima per gli ebrei, era il momento meno opportuno per l'arresto di un innocuo predicatore reo, al massimo, secondo i Vangeli, di essersi proclamato Figlio di Dio, cosa che per gli ebrei si poteva risolvere con la lapidazione decisa dal sinedrio o a furor di popolo.

Quindi l'accusa di blasfemia in nessun caso richiedeva un così urgente e drammatico intervento. E che bisogno c'era che un traditore con un bacio ne evidenziasse la persona, dal momento che Gesù, a detta degli stessi evangelisti, era conosciutissimo in tutta Gerusalemme e da tutte le personalità del Tempio, comprese le guardie?

Una settimana prima era entrato nella città santa tra un tripudio di gente che lo aveva acclamato festosa come il figlio di David, il nuovo re d'Israele. E nel Tempio discuteva tutti i giorni coi sacerdoti e i farisei di teologia e di giustizia e ne aveva scacciato i mercanti che lo profanavano, suscitando grande scandalo.

E, infine, come spiegare che per arrestare un inerme e mite propugnatore della non-violenza, dell'amore del prossimo, occorresse una coorte di soldati romani (Giovanni parla chiaro: in greco, cohortem in latino, ma ma per la Chiesa, in base alla sua traduzione fuorviante, un vago “distaccamento”), cioè di seicento legionari armati di tutto punto, oltre naturalmente le guardie del Tempio.

Cosa c'entravano i soldati romani e in un numero così spropositato col reato di bestemmia, visto che Roma ammetteva in tutti i territori dell'Impero la massima libertà religiosa, e per la cattura di un individuo che i Vangeli ci tramandano come mite e ascetico?

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Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)