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venerdì 2 marzo 2012

Le molteplici contraddizioni della Passione (“L'invenzione del cristianesimo”) 53


Il tradimento, l'arresto, il processo ebraico e romano, il supplizio, la morte e infine la resurrezione, nel modo in cui sono narrati nei Vangeli, confermano la supposizione della maggior parte degli studiosi che ritengono questi testi risalenti, nella loro forma attuale, a dopo le fatidiche distruzioni di Gerusalemme del 70 e del 135 d.C, e la loro stesura a mani non ebraiche ma gentili.

Nelle due guerre giudaiche del 70 e del 135, infatti, le armate romane, in seguito alle continue insurrezioni di tipo messianico, annientarono definitivamente lo Stato ebraico, cacciarono la totalità dei suoi abitanti dalla Palestina e, praticamente, cancellarono non solo l'intera comunità ebraica ma anche la Chiesa giudaico-cristiana di Gerusalemme.

La Chiesa neocristiana ed ellenistica fondata nel frattempo da Paolo, in opposizione a quella di Gerusalemme, che, come vedremo in seguito, si era ampiamente diffusa in tutte le contrade dell'Impero, divenne, allora, l'incontrastata padrona del campo, senza più nemici e rivali, ma fu politicamente collegata al popolo ebreo che si era dimostrato il nemico più implacabile di Roma.

Infatti, i cristiani apparivano, loro malgrado, gli eredi della religione ebraica e venivano ritenuti, a causa delle guerre del 70 e del 135, una forza rivoluzionaria perniciosa e pericolosa all'interno dell'impero romano. Bisognava, quindi, far apparire il suo fondatore del tutto estraneo alle tensioni messianiche del tempo.

Gli evangelisti, trovandosi in un clima persecutorio nei confronti dei cristiani, ritennero allora che accusare i giudei e non i romani della condanna a morte di Gesù, accreditare l'immagine di un Gesù pacifista e non messianico, che invitava ad amare i nemici (anche i romani, odiati visceralmente da tutto il popolo ebreo), a dare a Cesare quello che era di Cesare e a sacrificarsi come gli dei pagani salvifici per il bene dell'umanità, fino a diventare oggetto di un culto teofagico, potesse far superare la diffidenza verso la nuova religione e conciliarla con l'Impero.


Ecco allora l'invenzione del processo ebraico e la creazione, durante l'arresto di Gesù, di numerosi episodi assurdi e incongrui, intesi a nascondere o a travisare gli accadimenti reali di quella drammatica notte. Noi, leggendo i Vangeli tra le righe e in controluce, metteremo in evidenza tutte queste contraddizioni e cercheremo di stabilire una possibile verità storica

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Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)