L'etica
cattolica ha sempre consentito le infamie più atroci in nome del suo
Dio ed è stata sempre dominata da un dettame mercantile e
materialistico, riassunto nel motto: devi perseguire il bene per
ricevere un premio, devi rifuggire il male per evitare un castigo.
Ci può essere una morale più meschina e squallida di questa?
Pensate che per la Chiesa il bene fatto per se stesso, se non produce
qualche merito per il paradiso, è del tutto inutile.
E
invece, no. La vera etica è quella senza Dio. L’etica nasce con
l’uomo, cresce e muore con l’uomo, è la sua inseparabile
compagna: non
vi è etica senza umanità. Essa deriva
dalla forza incredibile della razionalità e della libertà
dell’uomo in quanto essere unico ed irripetibile,
e ha come caratteri principali: la solidarietà e l’empatia, che
spingono gli esseri umani a sentirsi partecipi della gioia e della
sofferenza dei loro simili; il profondo senso di giustizia, che fa
sentire un’offesa fatta ad un altro
uomo come un’offesa fatta all’intera umanità; l’esaltazione
della libertà, a cui si può imporre un limite solo per
salvaguardare i diritti di altri individui o gli interessi comunitari
della società; l’assoluta uguaglianza degli uomini di fronte alle
leggi; la ragione come faro che illumina il percorso dell’umanità.
Tutto
questo descrive un’etica universale, un’etica non dogmatica,
un’etica che può far sentire ogni uomo cittadino del mondo e non
suddito di un Dio o dei suoi millantati interpreti. Immanuel
Kant, il massimo filosofo tedesco, ci ha insegnato di basare la
morale sul dovere per il dovere, anziché sul dovere per precetto
divino o per ricavarne un profitto.
Il suo famoso imperativo categorico: «Agisci
in modo che tu possa volere che la massima della tua azione
divenga legge universale» ci impone di perseguire il bene per se
stesso e non come mezzo per raggiungere un fine e di considerarlo
come una legge interiore all'uomo, frutto del suo retaggio evolutivo.
Questo è il fondamento della vera morale.
L’uomo
laico rifiuta quindi il materialismo etico. Lui dissocia morale e
trascendenza e proclama che il bene non ha bisogno di Dio, del cielo,
di un premio, ma basta a se stesso e obbedisce alla necessità
immanente all’uomo di porsi una regola del gioco, un codice di
condotta che garantisca la felice convivenza tra gli uomini e ne
promuova la fratellanza. Questa è l'autentica morale che egli
persegue, non quella mercantile delle religioni. Per lui, quindi,
niente inferno o paradiso, niente un’ontologia della ricompensa
post mortem. L’azione deve essere buona, retta e giusta, senza
obbligazioni o sanzioni trascendenti.
Se
l’uomo accoglie un’etica religiosa distrugge la libertà di cui è
depositario, annienta la razionalità, delega ad altri quella scelta
che dovrebbe essere personale ed unica. Non solo non è vero che
senza Dio non può darsi l’etica, ma anzi è solo mettendo da parte
Dio che si può veramente avere una vita morale.
E
per finire, il cristianesimo ha tolto all'uomo la gioia di vivere.
Anche se l'ascetismo, imposto da Paolo e dai Padri della Chiesa, con
l'attuale società sempre più secolarizzata, ha perso gran parte
della sua iniziale virulenza, persiste ancora subdolamente in molti
assurdi divieti e anatemi che rendono grama e infelice la vita di
molte persone, ostacolando tutte le fondamentali libertà dell'uomo e
producendo danni psicologici con la minaccia di punizioni terribili
ed eterne per chi non segue i suoi precetti. Perché la
Chiesa persegue nella sua malsana visione di ritenere ancora oggi
l'uomo un essere degradato e peccaminoso che deve, dal momento del
concepimento a quello dell'inumazione, sottostare totalmente alla
sua autorità in quanto incapace di godere della sua libertà e
della sua autodeterminazione.Tutto
ciò è un crimine mostruoso contro l'umanità che aspira ad una vita
che sia la più serena e felice possibile su questa Terra.
Perché
la vita terrena è la nostra unica certezza. Qui siamo sicuri di
esistere, ne abbiamo in ogni istante la consapevolezza. L'aldilà è
solo una chimera, imposta agli uomini a caro prezzo come illusione.
Solo quando avremo smesso di illuderci di essere immortali, come ci
fa credere la religione, senza produrre nessuna prova al riguardo, e
avremo accettato la nostra condizione di esseri provvisori su questa
Terra, recupereremo la volontà di vivere nel migliore dei modi
possibili, in armonia con la nostra umanità più genuina, libera e
sovrana, e nella massima disponibilità alla pacifica, serena, ed
empatica fratellanza universale. Solo allora il mondo cesserà di
essere una valle di lacrime, come lo vogliono le religioni
oscurantiste, e il genere umano conoscerà finalmente un'era di
maggior benessere generale e la nascita di elevate forme di autentica
spiritualità. Questa nuova epoca avrà un unico principio
inderogabile e non negoziabile: garantire la massima libertà e
felicità possibile a tutti gli esseri umani, anche a quelli che
vivono nel più sperduto angolo del nostro pianeta e spingere
l'uomo ad amare e rispettare ogni aspetto dell'intera natura di cui
deve sentirsi parte integrante.
FINE
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