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venerdì 1 dicembre 2017

Peccato e redenzione n.40

Epilogo
Dopo aver esaminato a fondo come sono nati i due miti che sono alla base del Cristianesimo e aver identificato, sotto il profilo storico, la vera identità del Gesù dei Vangeli che ne è ritenuto il fondatore, e averlo scrostato da tutti i veli e le imposture escogitate dalla Chiesa per mascherarlo, dobbiamo trarre le conclusioni.
Il punto fondamentale, da ritenere inconfutabile, è che il Cristianesimo, che condiziona gran parte del mondo in cui viviamo, proponendosi come religione rivelata da Dio, è una pura invenzione umana che non presenta alcun legame con una presunta rivelazione divina in quanto nato ai primordi della civiltà da miti inventati per spiegare l'origine del male e della morte. Si tratta quindi di una utopia vera e propria che solo la dabbenaggine umana accetta come evento divino.
Esattamente come è un'utopia anche l'altro mito infantile, sconfessato senza mezzi termini dalla scienza, che l'uomo abbia avuto origine da una statuetta di creta impastata dal vasaio celeste, a sua somiglianza. Oggi la scienza spiega in modo incontrovertibile che il mammifero pensante, denominato uomo, è il prodotto di milioni di anni di evoluzione. Nessun scienziato può mettere in dubbio che tutte le specie che hanno popolato e popolano la Terra siano il frutto di una continua e inarrestabile evoluzione retta da leggi immanenti al nostro pianeta e determinate dal caso e dalla selezione naturale, quindi al di fuori di ogni intervento divino.
Data l'infondatezza del peccato originale, anche la redenzione che avrebbe dovuto redimere l'umanità, condannata dal peccato di Adamo, risulta del tutto vana. Essa, infatti, è nata trasformando un fallito Messia ebreo, crocifisso dai romani, nel figlio di Dio, immolatosi per redimere l'intera umanità, a similitudine degli dèi soterici del suo tempo. La prova? Il fatto che il Messia cristiano Gesù è stato condannato alla crocifissione, pena riservata dai romani esclusivamente ai ribelli politici e mai ad un qualsiasi altro reato. A questo si aggiunga la nuova e dissacrante ricerca storica, ampiamente documentata in precedenza, che ci consente di identificare il vero Gesù dei Vangeli in Giovanni di Gamala, che la Chiesa ha da sempre e in tutti i modi camuffato e nascosto perché ritenuto improponibile come Salvatore del mondo.
Altra considerazione importante da rilevare è che se il Cristianesimo, pur essendo una religione totalmente inventata, come del resto lo sono tutte quelle tuttora esistenti, avesse avuto come ideale supremo promuovere in ogni campo la felicità terrena favorendo la fratellanza, la libertà individuale, la giustizia sociale, lo sviluppo, la cultura, la scienza, la tolleranza reciproca e ogni altra istituzione atta a rendere armoniosa e pacifica la convivenza umana tra i popoli, avrebbe contribuito a trasformare il mondo in un piccolo paradiso terrestre, teatro gioioso delle mille imprese dell'uomo, felice artefice del suo destino.
Invece, oltre ad ingannare l'uomo con la falsa prospettiva dell'immortalità, ha considerato il nostro meraviglioso pianeta una valle di lacrime, abitata da incalliti peccatori meritevoli di ogni castigo divino, diventando così una religione oppressiva e disumana che ostacola in tutti i modi la felicità terrena. Così, gran parte dei precetti, o meglio, dei valori non negoziabili, che questa religione ci impone come derivati da Dio, altro non sono che violazioni di ogni diritto umano e civile e di ogni libertà personale. Per cui ogni libertà che consente all'uomo di decidere autonomamente del suo corpo, del suo destino, del suo comportamento sessuale, è ritenuta il più satanico dei peccati, e tutto quanto fa l'uomo dal momento della nascita fino alla morte va rigidamente sottoposto a controllo divino.
Quindi l'etica cristiana, non derivando dall'uomo ma da precetti divini campati in aria, è un'etica disumana e oppressiva. Quante volte abbiamo sentito ripetere dai pulpiti che senza Dio l'uomo sarebbe un bruto. È la più colossale delle panzane, bevuta senza fiatare dal popolo bue. Tutte le religioni, e la cattolica in particolare, predicano un'etica nella quale è predominante il dovere verso un ipotetico Dio anziché verso l'uomo e la natura, e ciò conduce spesso a conseguenze estreme.
Ricordo a questo proposito che per la maggior parte delle religioni arcaiche (compresa quella biblica) ammazzare animali e perfino esseri umani per offrirli alla divinità era stato considerato “etico”. Solo cinque secoli fa gli aztechi sacrificavano bambini al loro Dio-sole ed estraevano il cuore ai vinti per placare la sua sete di sangue. Per essi “etico” era compiere tali riti per evitare il rischio del buio cosmico.
A molti estremi di crudeltà ha portato l'etica religiosa. Sappiamo tutti che per la Chiesa Cattolica è stato considerato, per molti secoli, etico praticare la schiavitù; segregare, discriminare e perseguitare gli ebrei; distruggere i templi pagani e le sinagoghe; mandare al rogo gli eretici; costringere intere popolazioni alla conversione coatta con mezzi estremi; bandire crociate contro gli infedeli; ostacolare in ogni modo la scienza e la cultura, imprigionando e condannando a morte i liberi pensatori; e compiere infinite altre atrocità, sempre nel nome del suo Dio, eufemisticamente osannato come buono e misericordioso.


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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)