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martedì 20 giugno 2017

La vera identità del Gesù dei Vangeli 22


Abbiamo visto in precedenza che l'asmoneo Giovanni di Gamala, una volta sconfitto e giustiziato nella pasqua del 36 da Lucio Vitellio, fu disconosciuto come Messia e dimenticato dagli esseni della Palestina ma non dagli esseni d'Egitto. Dopo la distruzione di Gerusalemme e del Tempio nel 70 d.C. ad opera di Tito, i terapeuti di Alessandria, cominciarono ad elaborare una nuova “gnosi” divina ripresa dal “logos” ideato dal filosofo ebreo Filone Alessandrino, ipotizzando una nuova figura di “Messia”: non più il "Figlio di Dio" “Dominatore del Mondo” come concepito nei frammenti dei rotoli di Qumran, bensì un sofferente “Figlio di Dio” “Salvatore del Mondo”.

Fu l'inizio di una dottrina intesa ad elaborare una religione che accogliesse, in un geniale sincretismo, le aspirazioni del mondo ebraico e di quello gentile, e che appagasse l'immaginario collettivo di un Salvatore universale, che trasversalmente era condiviso da tutto il mondo antico.

All'inizio del processo di adattamento dottrinale, gli esseni terapeuti di Alessandria fondatori decisero di custodire la “verità storica” della loro fede, incentrata sulla crocifissione di Giovanni di Gamala e sulla lotta armata degli zeloti, divenute leggendarie per una parte di ebrei. Ma dopo Adriano i resti della nazione ebraica scampati alla strage e diffusi dalla diaspora in tutte le province dell'Impero, furono costretti, di fronte ad un avvenimento così catastrofico, a riesaminare la loro storia.

Allora divenne a tutti chiaro che il messianismo zelota era stato una assurda e delirante chimera, dalla quale bisognava subito e definitivamente prendere le distanze, perché la sconfitta suonava come un giudizio inappellabile di Dio. Fu allora che gli esseni modificarono la rappresentazione del Messia condottiero, atteso dal popolo come il mitico Davide, e, in coerenza con la loro profezia scritta nel rotolo "4Q246" di Qumran, lo deificarono come il "Figlio di Dio". Ma non più un "Dominatore del Mondo", bensì uno straziato "Salvatore del Mondo", docile come un "Agnus Dei".



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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)