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venerdì 23 giugno 2017

La vera identità del Gesù dei Vangeli 23


I primi Vangeli facevano riferimento a Giovanni di Gamala e ai suoi fratelli condottieri di un popolo che lotta per liberare la loro terra dai pagani. Ma quando, con l'evolversi della dottrina, i Padri fondatori della nuova religione compresero che i martiri irredentisti descritti nei loro Vangeli apparivano tutt'altro che docili "agnelli di Dio" perché perseguivano ideali rivoluzionari conformi all'integralismo ebraico violento, ed erano ormai in aperto contrasto con la nuova dottrina improntata al pacifismo che andava sempre più consolidandosi, furono costretti a cambiarli per nascondere il reale scopo nazionalista dei protagonisti iniziali e per rendere più credibile il sacrificio di un “Salvatore”, inteso come docile agnello di Dio, come Redentore dell'umanità.

Ma gli scribi che manipolarono i Vangeli primitivi, non essendo ebrei e non conoscendo la Palestina, commisero nelle loro trascrizioni molti pacchiani errori di tipo storico e geografico, oggi evidenziati da archeologia, toponomastica, orografia e numismatica, al punto dal rendere i Vangeli attuali inattendibili. La più colossale mistificazione riguardò la creazione di Nazaret dal tutto improponibile come descritta nei Vangeli attuali perché scopiazzata da Gamala con una conformazione orografica del tutto diversa.

Non solo, ma lasciarono inavvertitamente molte tracce evidenti che si allacciavano alla lotta zelota, come alcuni proclami bellicosi di Gesù, la cacciata dei mercanti dal Tempio e i soprannomi partigiani degli Apostoli.

Il trapasso dall’originario messianismo escatologico, sostenuto dai giudei, ad un nuovo messianismo sacramentale e trascendente, che al posto dell'imminente avvento del messianico Regno di Dio sulla Terra, ansiosamente atteso dall'intero Israele, accogliesse il concetto greco di immortalità nell'aldilà e trasformasse il Messia escatologico nel Figlio di Dio, Redentore dell'umanità, avvenne creando una nuova dottrina, di presunta derivazione divina, proclive all'Impero, quindi favorevole alla schiavitù e nemica della originale religione ebraica fondamentalmente antiromana, e, per di più, agganciata alle religioni misteriche diffuse allora in tutto il mondo antico.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)