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martedì 1 gennaio 2013

La non-storicità di Gesù. 1


Oggi da molti studiosi sono accettati due fatti: il primo. che nessun documento storico dimostra la reale esistenza di Gesù; il secondo, che Gesù molto verosimilmente non è stato il vero fondatore del cristianesimo. Già nel Settecento erano affiorati molti dubbi sull'origine del cristianesimo.

Ad esempio Voltaire e d’Holbach, pur non confutando l’esistenza di Gesù, ritenevano i racconti evangelici poco attendibili e contestabili, e Federico il Grande non lesinava i suoi dubbi sul fatto che «fosse mai esistito un certo Gesù Cristo». Addirittura il giovane Goethe, in occasione della discussione della sua Tesi di laurea a Strasburgo, sostenne l’ipotesi, che «non fu Gesù il fondatore della nostra religione, la quale fu invece costruita in suo nome da alcuni uomini d’ingegno, e la religione cristiana non è altro che una ragionevole istituzione politica». In seguito definì «una simulazione... l’intera dottrina di Cristo» e considerò i Vangeli alla stregua di favolette.

Ma si può dire che tutti i grandi letterati e filosofi tedeschi dell'epoca: Lessing, Herder, Schelling, Hegel e soprattutto Schopenhauer furono concordi nel negare sia la storicità di Gesù, sia la validità del cristianesimo. In campo religioso, però, la contestazione di questi grandi pensatori venne per lo più ignorata finché nel 1853 un teologo ventisettenne David Friedrich Straul, nella sua dotta e brillante Leben Jesu sollevò molti dubbi sulla storicità dei Vangeli e, in parte, anche sull'esistenza di Gesù. E ,quasi contemporaneamente, il teologo Bruno Bauer giunse a negare per la prima volta in maniera aperta ed esplicita l’esistenza storica di Gesù dichiarando che la nascita del Cristianesimo fu dovuta a una contaminazione di idee religiose giudaiche, greche e romane, avvenuta nel secondo secolo, e che Gesù e Paolo furono soltanto delle finzioni letterarie.

Le tesi dei due teologi suscitarono una violenta reazione da parte del clero cattolico e protestante ed entrambi vennero rimossi dalle loro cattedre, dopo essere stai maledetti come Anticristi. Naturalmente finirono in miseria. Bauer fu ridotto a vendere frutta e verdura in un chiosco di Berlino. Ma ormai la strada del dubbio era aperta e in breve sorsero molti studiosi a negare la storicità di Gesù, relegandone la figura nel regno della leggenda.

1 commento:

  1. Una ulteriore "prova" della storicità di Gesù di Nazaret è il suo genio come è narrato dai Vangeli. Perché aveva un’intelligenza simile nel metodo a quella di Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti. Come dimostro nel mio ebook: Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo. Un intelligenza che si esplicava in processi ricorsivi, giochi di specchi. Ad esempio, ma non solo, nella parabola di Lazzaro e il ricco epulone, Abramo afferma che se anche uno risuscitasse dai morti, non servirebbe a niente se con credono ai Vangeli, poi Gesù resuscita l'amico Lazzaro, e come profetizzato nella parabola, Gesù non viene creduto, ma anzi condannato a morte. Dopodiché resuscita Lui, è attualmente non molti gli credono... Un intelligenza nel metodo comune a tutti i principali geni della storia che non poteva essere invenzione di qualche evangelista. Come osserva l'antropologa Ida Magli quello che non si capisce non si può falsificare. E i pescatori apostoli, non avevano conoscenze di tipo ricorsivo. Saluti.

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Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)