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martedì 19 marzo 2013

Come operò il piu antico Evangelista? 23


Sembra che il primo a intraprendere la raccolta organica delle narrazioni intorno a Gesù, precedentemente isolate e frammentarie, sia stato l’autore del Vangelo di Marco. Resta sub iudice il problema se abbia lavorato su un ciclo più antico di racconti, il cosiddetto Ur-Markus, come ipotizzano alcuni studiosi. In ogni caso Marco, o chiunque si celi dietro questo nome, è il primo degli Evangelisti a noi noti.

Ma la sua priorità non sempre fu riconosciuta. A partire da Agostino (De consensu Evangelistarum 1, 2) la Chiesa considerò il Vangelo di Marco un semplice estratto del Vangelo di Matteo, ritenuto più antico, e tale opinione errata dominò per più di 1500 anni. Ma per la prima volta nel 1835 il filologo Karl Lachmann sostenne la priorità di Marco e la sua utilizzazione da parte di Luca e di Matteo, e tre anni dopo il filosofo Christian Hermann Weille e il teologo Christian Gottlieb Wilke, indipendentemente l’uno dall’altro, ne dimostrarono la fondatezza.

Dunque, il processo vero e proprio di elaborazione letteraria nel Cristianesimo ebbe inizio con Marco, ma il suo Vangelo non venne trascritto d’un tratto, bensì fu collazionato sulla base degli aneddoti diffusi sulla vita di Gesù. Tuttavia, questo scrittore non si limitò a raccogliere e ordinare il materiale come lo trovò, ma creò il quadro globale della storia evangelica. Infatti era per lo più ignorato in quale circostanza potesse essere stato pronunciato un certo sermone del Signore, perché il quando e il dove interessavano ben poco. E così Marco raggruppò secondo un criterio personale il materiale narrativo a disposizione, rielaborandolo e completandolo, e diede vita in tal modo a una topografia apparentemente sicura e a un racconto cronologicamente ordinato.

Già in Marco, però, è singolare il fatto che, per dirla con uno dei più eminenti studiosi moderni della Bibbia, il teologo Martin Dibelius, manchi «qualsiasi traccia di ricordo personale». I primissimi resoconti cristiani non hanno quindi conservato alcun materiale biografico degno di tale nome. Se adesso ci domandiamo quale sia stato il rapporto del Vangelo di Marco con quelli di Matteo e di Luca, ci imbattiamo nella cosiddetta Teoria delle due fonti, della quale si parlerà nel prossimo post.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)