Visualizzazioni totali

venerdì 15 marzo 2013

Quali furono i presupposti dei Vangeli? 22


Pochi credenti sanno che i Vangeli furono tramandati anonimi e solo in un secondo momento la Chiesa attribuì loro i nomi degli autori. Altro fatto di primaria importanza: all’inizio della tradizione su Gesù si trova non la scrittura, ma l’oralità, non i Vangeli, bensì una decennale tradizione orale. Dunque è indubbio che i Vangeli non ci trasmettono la vera dottrina di Gesù ma più semplicemente informazioni che la concernono.

Secondo un punto di vista, accolto universalmente dagli studiosi, la cristianità palestinese più antica non trascrisse nemmeno una parola di Gesù per cui la persona storica, il «Cristo secondo la carne» , come testimonia anche Paolo (2 Cor. 5,16), non attirò affatto il loro interesse. L'unico vero interesse era l'attesa spasmodica del ritorno del Signore in carne ed ossa dalle nuvole.

In principio mancò addirittura anche una storia orale coerente dell’opera di Gesù. È presumibile che in un primo momento, dopo la crocifissione, circolassero singoli frammenti, piccole unità narrative, parabole, massime o gruppi di massime, storie isolate, che in seguito vennero ricomposte e accorpate come in un mosaico. Ciò è dimostrato dalla moderna critica storico-formale dei Vangeli, che, ad esempio non attribuisce a Gesù i «discorsi» evangelici, della Montagna, della Missione degli Apostoli e così via.

Gli Evangelisti li hanno collazionati, attingendo al patrimonio di massime più antico composto da frammenti d’ogni sorta Delle massime del Discorso della montagna, ad esempio, non si sa né a chi fossero state originariamente indirizzate, né in quale occasione fossero state pronunciate. Fu Matteo a metterle per la prima volta insieme nella forma a noi tramandata (Mt. 5, 3-7, 27).

Dei 107 versetti che compongono in Matteo il Discorso della montagna, Luca, che non ha il minimo sentore della sua esistenza, riporta 27 versetti nel capitolo 6, 12 nell’11, 14 nel 12, 3 nel 13, 1 nel 14, 3 nel 16; infine 47 versetti sono del tutto assenti. Il Discorso della montagna manca completamente sia in Marco che in Giovanni. Il patrimonio delle tradizioni alla base dei Vangeli non venne tramandato inalterato nei decenni intercorsi fra la morte di Gesù e la redazione del Vangelo più antico, perché nel frattempo la memoria di Gesù, com’é naturale, si trasformò in leggenda popolare determinando certe esagerazioni e una più ampia esaltazione della sua figura.

Un’azione riplasmatrice inevitabile per gli uomini di quell’epoca, caratterizzata dalla superstizione e da una religiosità esaltata, e ancor più per primi cristiani che, provenienti dagli strati più bassi della popolazione, erano assolutamente ingenui e privi di spirito critico. Concludendo: gli Evangelisti non descrissero Gesù quale fu nella realtà, ma, quale i bisogni dei fedeli desideravano che fosse.

Nessun commento:

Posta un commento

Benvenuti nel mio blog

Questo blog non è una testata giornalistica, per cui lo aggiorno quando mi è possibile. I testi sono in regime di COPYLEFT e la loro pubblicazioni e riproduzioni è libera purché mantengano lo stesso titolo e venga citando il nome dell'autore.

I commenti possono essere critici, ma mai offensivi o denigratori verso terzi, altrimenti li cancello. Le immagini le pesco da internet. Qualche volta possono essere mie manipolazioni.

Se volete in qualche modo parlare con me, lasciate la richiesta nei commenti, vi contatterò per e-mail. Dato che il blog mi occupa parecchio tempo, sarò laconico nelle risposte.

Se gli argomenti trattati sono di vostro interesse, passate parola; e, se site studenti, proponeteli al vostro insegnante di religione. In tal caso fatemi sapere le risposte che avete ottenuto. Grazie.

Lettori fissi

Archivio blog

Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)