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venerdì 5 luglio 2013

Il culto di Mitra e il cristianesimo. (Parte terza) 54

I seguaci di Mitra si richiamavano a una Rivelazione dedotta da Sacre Scritture; ponevano un diluvio all’inizio della storia e un giudizio universale alla fine; credevano nell’immortalità dell’anima ed anche nella resurrezione della carne.

Le istanze morali del culto di Mitra, il «Dio Giusto» e il «Dio Santo», non avevano nulla da invidiare a quelle dei cristiani. Come i cristiani, i mitraici dovevano imitare il modello del loro padre celeste, il vero, giusto e santo Mitra. Erano, quindi, tenuti a condurre una vita attivamente morale che imponeva «comandamenti» da perseguire categoricamente. Tra questi la castità e la temperanza erano annoverate fra le virtù più alte, e anche l’ascesi, come freno delle passioni, vi svolgeva un ruolo non secondario.

L’evoluzione delle due religioni presenta non poche altre analogie. I
Il Mitracismo, come il Cristianesimo, esercitò dapprima una forte attrazione soprattutto sui ceti più umili della società, conoscendo, per contro, il disprezzo dei Greci e dei Romani colti. Col tempo come il Cristianesimo, anche il culto mitraico coinvolse ben presto le cerchie più influenti della società imperiale romana.

Molti signori furono guadagnati alla nuova fede ad opera dei loro schiavi, proprio come accadde al Cristianesimo, e non era raro il caso in cui le più alte cariche religiose venivano ricoperte da schiavi, come nella Chiesa primitiva. «In questa confraternita- scrive Franz Cumont nella sua classica monografia sul culto di Mitra (Le religioni orientali nel paganesimo romano) -spesso gli ultimi erano i primi, e i primi erano gli ultimi, perlomeno esternamente».


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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)